mercoledì 9 novembre 2016

USA. Dopo la vittoria di Donald Trump cosa ci aspetta? Dialogo tra Marinella Correggia e Paolo D’Arpini



Scrive Marinella Correggia: “…immagino che la maggior parte di noi, vegetariani ecologisti non violenti e di sinistra, abbia tifato per Jill Stein rispetto alle elezioni tenutesi nella dittatura internazionale statunitense (dittatura perché decide per il resto del mondo). Personalmente penso che fra il colera e la peste, Jill fosse l’acqua pura. Magari l’odio legittimo per l’ipocrita e “politically correct” perbenista assassina di guerra Killary ha “preso la mano” a qualcuno di noi. In un certo senso, Killary e Trump presentano in modo complementare le caratteristiche di un perfetto mostro. E immagino che alla fine le loro politiche non sarebbero poi tanto diverse, sempre degli Usa si tratta. Clinton: guerrafondaia, ipocrita, globalizzatrice ed espressione dei poteri forti
Trump: mitra per tutti, evasione fiscale, esaltazione della ricchezza, muri antimigranti.
In ogni caso si tratta di costruire un’alternativa che escluda proprio le caratteristiche salienti e complementari di quei due figli del privilegio crudele.”


Rispondo:
Cara Marinella, certo abbiamo tifato per Jill Stein ma siamo pragmatici ed osserviamo la situazione per come è andata configurandosi e ragioniamoci sopra ma -per non divagare troppo- analizziamo un solo punto.
La Clinton da fautrice della guerra continua qual’è ha bisogno di tenersi buoni i neri e gli ispanici perché all’occorrenza fungono da carne da cannone da usare nelle varie campagne militari (l’abbiamo visto in grande sia nella seconda guerra mondiale che in Vietnam, ma anche nelle altre “guerricciole”), se dovesse scoppiare una guerra con la Russia la carne da cannone serve ed in abbondanza, da qui una politica più aperta verso i migranti e verso le minoranze povere. Ricordo che anche in Italia, quando il sud era (e lo è ancora) terra di frontiera forniva il maggior numero di volontari nell’esercito, nei CC, nella polizia, nelle varie armi… in parte è ancora così ed in parte -oggi che non è ieri- ci sono già delle proposte governative di concedere la cittadinanza ai migranti che accettano di svolgere il servizio militare in Italia.
Tutte queste cose ci fanno capire che qualcosa di grosso bolle in pentola nella cucina dei maghi della grande finanza sionista. Ma negli USA come nel resto del mondo occidentale esistono forze economiche diverse da quelle della grande finanza bancaria sionista, esiste la grande, media e piccola imprenditoria, quella che fa “l’economia reale” e che produce i beni, sia i beni necessari alla vita ma anche quelli inutili del consumismo. E cosa vuole questa altra economia (rappresentata da Trump)? Una società che possa reggere ed assorbire la produzione quindi spinge verso la “ricchezza”, verso il consumo, verso la difesa dei privilegi acquisiti, e questa è anche la politica -fino agli anni ‘50 del secolo scorso, tipica degli States.
Ora cosa succede? Una espansione dell’economia delle banche e della alta finanza (virtuale) non può continuare troppo a lungo pena l’atrofia produttiva, quindi serve o una bella guerra oppure – come potrebbe avvenire con Trump presidente- un periodo di ricompattamento interno della società produttiva (che si chiude in se stessa per riorganizzarsi nella propria casa). La vittoria di Trump significa che questa seconda opzione è risultata vincente nell’inconscio della popolazione americana e quindi Trump ha ottenuto la poltrona.
Quanto durerà? Dipende da una serie di situazioni e circostanza che si verranno a creare nel frattempo. Alcuni paventano una escalation militare in Siria ed in Ucraina per far trovare la presidenza Trump nelle peste. Altri -più ottimisti- prevedono che Trump verrà lasciato governare per un certo periodo di tempo, in modo da resettare la società americana nei suoi vecchi “ideali storici interni (stile far west), questo in attesa del successivo salto in avanti (inspirazione espirazione) in cui la finanza virtuale riprenderà il controllo diretto della situazione (non che lo lascerebbe comunque mai ma per un po’ resta un controllo dietro le quinte).
Altri ancora più ottimisti prefigurano un incidente di percorso per Trump che alla prima legge sgradita ai poteri forti porterà alla soluzione sommaria del solito pazzo che gli spara per strada (come avvenne a Kennedy il momento in cui decise di restituire al Tesoro la facoltà di emettere moneta sovrana, togliendo questo “privilegio” alla FED che -come ben sai- è una banca privata controllata dalla grande finanza bancaria sionista ed apolide, la stessa che controlla la BCE - Vedi: 
http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Economia-ecologica-signoraggio-debito-pubblico-tasse). Insomma per gli amanti della “democrazia” ci sono buone speranze che il mandato di Trump duri poco. Contenta? Ma questo non significa che sia a portata di mano “quell’alternativa che escluda proprio le caratteristiche salienti e complementari di quei due figli del privilegio crudele…” da te auspicata. Credo che la specie umana non sia ancora matura per questa opzione, forse sarà necessaria una estinzione di massa ed un nuovo inizio. Quando, come, perché? Non lo sappiamo, sono però fiducioso che l’intelligenza infine trionferà.

Paolo D’Arpini


Portavoce European Consumers Tuscia

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Commento – Integrazione
“La prima parte del post di Paolo mi fa venire in mente “Gangs of New York”. Vi ricordate quella scena dove agli immigrati appena sbarcati dall’Europa venivano proposti contestualmente fucile, divisa del Nord e cittadinanza? Nemmeno messo piede sul suolo americano potevano avere immediatamente la cittadinanza se andavano a farsi massacrare nella guerra coi Sudisti. Ricordo che la Guerra Civile costò 600.000 morti, la più grande carneficina dai tempi di Napoleone in un Paese che se non sbaglio aveva allora solo 40 milioni di abitanti.
E vi ricordate la scena tremenda delle strade di New York diventate laghi di sangue perché l’esercito sparava sui manifestanti contrari alla guerra?
Ce l’hanno barattata come la guerra per liberare gli schiavi del Sud. Ma Lincoln aveva dichiarato spudoratamente che se fosse stato possibile mantenere l’unità senza liberare gli schiavi lui l’avrebbe fatto volentieri e, comunque, riteneva priva di fondamento l’uguaglianza tra bianchi e neri.
La realtà nuda e cruda è che era una guerra per sbarazzarsi dei cotonieri del Sud che erano la sponda americana dell’egemonia britannica sul mondo. Sconfitti i cotonieri, alzati i dazi doganali in barba al libero mercato britannico, gli Stati Uniti si prepararono a diventare la potenza dominante scalzando gli UK da quel ruolo. Per quello che considero la Guerra Civile Americana come l’inizio dell’Era Contemporanea.
Tornando agli immigrati (perché “migranti” sono solo gli uccelli migratori, così come “coloured” sono solo gli abbronzati), adesso ci gabellano che la famosa “accoglienza” indiscriminata è una questione di “umanità”. Questione di umanità è non massacrare quelle persone a casa loro, Questione di umanità è non depredare i loro Paesi.
Ovviamente, questione di umanità è trattarli con dignità quando arrivano da noi. Ma è trattarli con dignità invitarli a venire in massa in Europa per poi dargli un sussidio e una stanza per non far niente in attesa che trovino un lavoro sottopagato e in concorrenza coi disoccupati europei?
Attenzione anche alle cifre: se si incrociano i dati ufficiali sulla immigrazione si scopre che la grande maggioranza delle persone che vengono in Europa è composta da immigrati economici, non profughi. E, ad ogni modo, visto che vengono in Europa perché è più ricca, più evoluta, è trattarli con umanità rinchiuderli in ghetti dove sono vittime o facile preda di fondamentalisti che impongono loro la Sharia e giustificare ciò col solito relativismo culturale di merda? Lo sapete che la maggioranza delle moschee in Italia (e mi immagino anche in Europa) è in quota Qatar (Fratelli Musulmani) o Arabia Saudita (wahhabisti) e in queste moschee si fa regolarmente propaganda jihadista – e il nostro governo lo sa benissimo? Non sto farneticando padanamente, è il risultato di ricerche e di inchieste serie e di parte musulmana.
Anche questo è un risultato della crisi. Le immigrate nordafricane che sbarcavano in Francia negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, la prima cosa che facevano era gettare alle ortiche il velo islamico. Venivano non solo per vivere meglio, ma per emanciparsi. Ora lle loro nipoti non hanno prospettive e portano il velo, con loro costernazione.
E che altro possono fare? Noi non offriamo più emancipazione, ma ghettizzazione, offriamo l’immissione in un esorbitante esercito proletario di riserva, offriamo la reazione xenofoba di persone esasperate e di comunità sfidate non nei loro privilegi, che non ci sono più, ma in quel poco che resta loro di benessere, di prospettiva e di modalità di convivenza, offriamo una overdose di pornografia e di corpi femminili nudi come surrogato dell’emancipazione, e infine offriamo la possibilità di arruolarsi coi jihadisti per quanto sono schifati da quel che vedono in Europa.
Il tutto condito da progressivismo e buonismo.
Dopo la sconfitta del Sud, l’establishment statunitense pianificò l’immigrazione di milioni di contadini espulsi dalla rivoluzione capitalista nelle campagne europee perché occupassero trasversalmente gli Stati centrali. L’obiettivo era quello di creare una cintura che isolasse il nuovo proletariato nero degli schiavi “liberati” nel Sud dal proletariato bianco specializzato del Nord. In quel caso gli immigrati si dovettero scontrare anche coi ricchi possidenti terrieri degli Stati centrali che vedevano minacciati i loro desideri di espansione. Questo scontro è stato narrato magistralmente da Michael Cimino ne “I cancelli del cielo”. Ma siccome quel film faceva fare una figura di merda all’Esercito e al Presidente degli Stati Uniti, fu boicottato dalla critica, e i distributori furono “convinti” a ritirarlo dalle sale, dove rimase credo non più di una settimana. Io lo vidi a un’anteprima a Milano dopo di che sparì dalla circolazione anche da noi (ricomparve una volta in televisione su non so più quale canale). La casa produttrice, la United Artist, una delle major di Hollywood, di conseguenza andò a gambe all’aria e Cimino divenne un paria. Non potè più lavorare ed è morto l’anno scorso in condizioni pietose.
Ne uccide più il buonismo e il progressivismo della spada.
Ciao, Piero”

1 commento:

  1. Commento di Paolo Ern: “carissimi è iniziato il cambiamento che si protrarrà in Europa fino in Italia. La politica del nero africano islamico incentrata sulle tasse e sul finto buonismo ha fatto si che il ceto medio americano azzerato da questi 8 anni di oppressione ha votato in massa per una politica costruttiva e improntata al futuro. Questo peserà sull'economia europea in maniera significativa. Tanti paesi europei prenderanno coraggio dopo l'Inghilterra e l'avvento di Trump, ha disfarsi dell'Europa delle tasse, del finto buonismo e dell'invasione programmata dell'islamismo. Le borse asiatiche stamani hanno pianto perché non avranno più quei benefici per entrare negli usa a prezzi stracciati senza pagare le tasse e con prodotti di bassa qualità. Ora via al referendum per togliere di mezzo l'incapacità in persona. Come in tutti i paesi del mondo, la democrazia di sinistra ha fallito, perché distrugge il ceto medio e rende la maggior parte del popolo povero, proprio come sta accadendo in Italia e in Europa....”

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