sabato 14 maggio 2016

Romania e Polonia - Attrezzature missilistiche NATO pronte alla guerra



Con l'entrata in funzione del sistema di difesa missilistica Nato in Romania e l'ulteriore implementazione di un sistema analogo in Europa orientale, potrebbero prospettarsi conseguenze per la partecipazione della Russia all'accordo New Start, il più recente trattato bilaterale sulla riduzione delle armi strategiche siglato fra Mosca e Washington nel 2010. Lo ha detto il vicepresidente della commissione parlamentare del Consiglio della Federazione per la difesa e la sicurezza della Russia, Franz Klintsevic. "Ritengo queste azioni come assolutamente ostili verso la Russia. Quanto avvenuto in Romania rappresenta solo un inizio, che potrebbe condurre ad un'ulteriore espansione in Europa orientale. Riteniamo tale dispiegamento molto pericoloso, e desta grave preoccupazione per il ministero della Difesa russo", ha affermato Klintsevic. Rispondendo a una domanda posta dall'agenzia "Interfax" relativa alla partecipazione della Russia all'accordo New Start sulla riduzione delle armi nucleari, siglato da Usa e Russia nel 2010, Klintsevic ha dichiarato che l'accordo in questione verrà ridiscusso e analizzato dagli esperti in materia, alla luce dei recenti eventi. Ieri è diventato operativo nella base militare di Deveselu, in Romania, lo scudo missilistico Aegis Ashore. Alla cerimonia hanno partecipato alti ufficiali, tra cui il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il vicesegretario alla Difesa degli Stati Uniti, Robert Work, ufficiali delle ambasciate e diverse autorità romene tra cui il premier Dacian Ciolos, il ministro della Difesa Mihnea Motoc e il ministro degli Esteri Lazar Comanescu. La costruzione della base di Deveselu è iniziata nel 2013, e la struttura è diventata operativa nel dicembre 2015. L'equipaggiamento include un potente radar, intercettori di missili e apparecchiature di comunicazione e funge con scopi difensivi contro potenziali attacchi. Gli intercettori sono progettati per distruggere i missili ostili con la forza dell'impatto. I costi di localizzazione del sistema di difesa missilistica nell’ex base aerea di Deveselu sono arrivati a quota 400 milioni di dollari, ai quali si aggiungono più di 20 milioni all'anno per il funzionamento. 

Scudo Usa in Romania, Russia: complica quadro strategico in Europa 
"Complica situazione strategica in Europa", Nato e Usa "gemelli" 


La temperatura, ormai tornata glaciale da tempo, tra Russia e Stati Uniti scende un altro po’, dopo l’inaugurazione del sito di Redzikowo che ospiterà un sistema di missili intercettori americano. 

Fortemente voluto dal governo polacco, che avverte pericoli nell’incrementata attività militare russa. 

Il vicesegretario americano alla difesa, Robert O. Work, ha affermato dal palco dell’inaugurazione del sito, che dovrebbe essere pienamente operativo nel 2018: “l’Europa e, per estensione la Nato, affronta una vasta gamma di nuove e complesse sfide per la sicurezza. Rispondere a queste sfide richiede una alleanza Nato più capace, che continui a evolversi e adattarsi, alle minacce vecchie e nuove”. 

Sarebbero, per Washington, quelle che arrivano dal Medio Oriente, ma Mosca è di altro avviso. E sembra vedere in questa mossa e, a sua volta, minacciare, una rinnovata corsa agli armamenti. 

Il presidente russo Vladimir Putin sostiene che “non sono sistemi di difesa. Sono parte del potenziale nucleare americano, trasferito in periferia. La periferia, in questo caso, è l’Europa dell’est. 

E ha aggiunto che “le persone che stanno prendendo tali decisioni dovrebbero sapere che, finora, hanno vissuto in pace e sicurezza. Ora, dopo il piazzamento di questi elementi missilistici, noi dobbiamo pensare a come neutralizzare le minacce alla sicurezza della Federazione russa”. 

Stesse diversità di vedute che riguardano anche lo scudo missilistico operativo da giovedì a Deveselu, in Romania e costato 800 milioni di dollari. Per gli americani “vitale per difendere l’Europa dagli Stati canaglia”. Il Cremlino sostiene serva, in realtà, a neutralizzare il suo arsenale atomico. 

E qualche ambiguità risulta dalle affermazioni americane secondo le quali il primo Stato da cui potrebbe essere necessario difendersi risulta l’Iran “fino a che continuerà a lavorare con materiale nucleare. Mosca risponde perplessa che “proprio noi abbiamo partecipato ai negoziati per firmare l’accordo sul nucleare iraniano”. 


disarmo@peacelink.it



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