mercoledì 25 maggio 2016

Nuove norme "anticorruzione" per gli statali: "Obbligatorio smarcare per un caffè e per andare al cesso.."



...è un po' di tempo che non vi parlo del cappuccino bollente... a dire il vero ora che sono in "vacanza" in Emilia il rito della colazione si è fatto più veloce, ho dovuto accelerare i tempi, si vede che l'aria emiliana è più frizzante, qui siamo al nord e non si perde tempo "bisogna laurar..", lavorare e produrre, pagare le tasse e comprarsi la tv ultimo modello o l'ultimo tablet. Altrimenti come si fa ad essere aggiornati sulle notizie del mondo e dell'immondo? Sarà così, oppure gli è che è stata diramata una direttiva regionale, o forse nazionale non so, per cui i dipendenti pubblici  non possono andare a prendere il caffè senza prima aver "smarcato", per cui è diventato complicato anche allontanarsi dall'ufficio per soli 5 minuti. Un dirigente sanitario, evidentemente non allineato con la normativa autoritaria, ha commentato "...e se uno deve andare a cagare, cosa fa? Smarca prima di andare al cesso?". 

Ma le restrizioni valgono solo per gli impiegati, dirigenti e lavoratori semplici, mentre gli amministratori politici, quelli che bivaccano nelle camere del potere,  possono continuare a fare i loro comodi e farsi pagare dallo Stato pernottamenti fuori sede,  cene, pranzi e merende di "lavoro"... (vedi i pranzetti di lavoro luculliani, a base di aragoste, del pistolotto provinciale di Firenze). 

 Beh, ritorno al cappuccino bollente, ieri mattina lo era davvero e così mi son potuto attardare un minuto in più a leggere la prima pagina de La Stampa (mica le cronache marchigiane, La Stampa nazionale, quella di Torino - ex FIAT), a caratteri cubitali il battibecco fra Letta e Renzi: "Strumentalizzi il referendum di ottobre per farti pubblicità..." - "Taci tu che quando eri presidente del consiglio non hai fatto nessuna legge". Una cosa sembra vera, il buon Letta durante il suo breve premierato, prima di essere licenziato con il laconico  invito "stai sereno Enrico!" di leggi contro il popolo non ne fece alcuna. Al contrario dell'etrusco che ne ha emanate una caterba. Leggi e leggine a favor suo delle banche delle multinazionali degli Usa degli amici e degli amici degli amici, nessuna a vantaggio del popolino bue che non l'ha votato (salvo che alle primarie con quella milionata di extracomunitari e di forzaitalioti mascherati da "democratici"). 

Per quanto riguarda poi l'utilizzo positivo o negativo del referendum, va notato che quello sulle trivelle andava boicottato, bisognava andare al mare, invece questo per l'approvazione delle riforme "anticostituzionali" va seguito passo passo con tanto di comitati referendari per il "si", battage televisivi e radiofonici, paginate di giornali mainstream, gruppi e gruppuscoli facebook, dichiarazioni di alte cariche dello stato a cominciare dagli ex presidenti sino all'attuale, tutto un coro di "sì alle riforme", per crescere e prosperare, per garantire all'Italia un allineamento con il mercato e con il NWO... E soggiogare il popolo bue definitivamente e per sempre. 

 A fianco della notizia in prima pagina, un'altra bella notizia: "Pene più severe per chi offende politici e magistrati".

Tranquilli ragazzi, questa è vera "democrazia"! 

Paolo D'Arpini - Portavoce European Consumers Tuscia


europeanconsumers.tuscia@gmail.com

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1 commento:

  1. Commento di Paolo Sensini:

    A un parlamento completamente screditato e illegittimo non è bastato imporre, sotto minaccia della galera e di ammende salatissime, cosa è giusto o ingiusto pensare ai cittadini di alcuni eventi (ma solo di alcuni!) della storia passata. In Unione sovietica c'era il Gulag, qua ce la "caviamo" con il politicaliticamente-mediaticamente corretto. Ora, per blindarsi da ogni critica, la Casta degli statalesi si accinge a varare una norma la quale prevede che le pene stabilite per alcuni reati, tra cui la diffamazione a mezzo stampa (art. 595 c.p), siano “aumentate da un terzo alla metà se il fatto è commesso ai danni di un componente di un Corpo politico, amministrativo o giudiziario a causa dell’adempimento del mandato, delle funzioni o del servizio”. E siccome l’articolo 13 della legge n. 47 del 1948 (diffamazione a mezzo stampa con l’attribuzione di un fatto determinato) prevede il carcere da 1 a 6 anni, se entrasse in vigore il 339 bis, la pena massima aumenterebbe della metà: cioè 9 anni (6+3).

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