giovedì 10 marzo 2016

Il sistema basato sul debito sta implodendo ed annuncia il cambiamento inevitabile

Una povera economia VERA è sempre preferibile ad una ricca economia ETEREA. (AlexFocus)


 

Il sistema bancario italiano è una ‘torre pendente’ che potrebbe davvero crollare da un momento all'altro. Man mano che le banche italiane cominceranno a precipitare per effetto-domino, si scatenerà in tutt’Europa un panico finanziario mai visto in precedenza. Ho già scritto dei guai in Italia lo scorso Gennaio, ma da allora la crisi si è intensificata.

Dall’inizio del 2016 il valore dei titoli bancari italiani sono diminuiti di un enorme 28% e, se guardiamo ad alcune delle più grandi banche italiane, i numeri sono ancora più spaventosi.

Il 29 febbraio scorso le azioni del ‘Monte dei Paschi’ sono diminuite del 4,7% e il crollo dall’inizio dell’anno è pari al 56%. Le azioni di Carige sono diminuite di un ulteriore 8% arrivando ad un totale del 58% dall’inizio dell’anno.

Tutto questo sembra essere, decisamente, una crisi finanziaria e, analogamente a quanto stiamo vedendo in Sud America, i problemi in Italia stanno significativamente accelerando.Cos’è che rende l’Italia così importante?

Abbiamo già visto, in effetti, quanto sia stato difficile per il resto d’Europa varare un piano di salvataggio per la Grecia. Ma questo paese è relativamente piccolo – è solo la 44a fra le più grandi economie del mondo. L’economia italiana, invece, è molto più grande. L'Italia è l’8a economia al mondo ed il suo debito pubblico, in rapporto al PIL, è a circa il 132%.

L’Europa non ha le risorse o le capacità per gestire il collasso del sistema finanziario italiano ma, purtroppo, è proprio questo ciò che sta accadendo. 

Le banche italiane stanno annegando nelle sofferenze e tutto questo, come ha notato Jeffrey Moore, rappresenta a livello potenziale ‘la minaccia più grande per il già appesantito sistema finanziario mondiale’:

“Le azioni delle più grandi istituzioni finanziarie italiane sono crollate nei primi mesi del 2016 perché i cumuli di ‘crediti deteriorati’ presenti nei loro bilanci sono diventati troppo alti per essere ignorati. In mezzo a tutti i rischi che i membri dell’UE dovranno affrontare nel 2016, quello del possibile contagio causato dalle banche italiane in difficoltà costituisce la minaccia più grande per il già appesantito sistema finanziario mondiale.

Al centro della questione sono i ‘crediti deteriorati’ presenti nei libri contabili delle banche, con stime che vanno dal 17% al 21% del totale degli impieghi. Ciò equivale a circa 200 miliardi di euro, ovvero al 12% del Pil italiano. Ma in alcune singole banche le sofferenze arrivano ad un allarmante 30% dei bilanci””.

Le cose stanno già andando così male che la Banca Centrale Europea monitora i livelli di liquidità di ‘Monte dei Paschi’ e Carige su base giornaliera. Il seguito viene dalla Reuters:

“Due fonti vicine alla BCE hanno detto Lunedì scorso che la Banca Centrale sta controllando i livelli di liquidità di un certo numero di banche italiane, tra cui Carige e ‘Monte dei Paschi di Siena’, su base giornaliera.

I titoli bancari italiani hanno registrato un netto calo dall’inizio anno a causa delle preoccupazioni del mercato al riguardo dei 360 miliardi di euro di ‘prestiti in sofferenza’ presenti nei libri contabili e dei deboli livelli di capitalizzazione delle banche.

La BCE ha messo pressione a diverse banche italiane perché migliorino la loro capitalizzazione. La Banca Centrale può decidere di monitorare i livelli di liquidità di qualsiasi banca su base settimanale o giornaliera, se ha qualche preoccupazione sui depositi o sui fondi””.

La ‘corsa agli sportelli’ presso le grandi banche italiane ha già avuto inizio. Gli italiani stanno già tirando fuori miliardi di euro dal sistema bancario e, se queste banche continuano a crollare, questa ‘corsa fantasma’ potrebbe rapidamente diventare una ‘fuga precipitosa’.

E, naturalmente, il panico si diffonderebbe rapidamente dall’Italia agli altri membri finanziariamente in difficoltà dell’Eurozona, come ad esempio la Spagna, il Portogallo, la Grecia e la Francia. Ma ecco un’ulteriore analisi di Jeffrey Moore:

“”Il deterioramento della crisi finanziaria in Italia avrebbe ripercussioni in tutta l’UE notevolmente superiori a quelle generate dalla Grecia. Gli effetti a catena delle turbolenze di mercato e delle preoccupazioni per le precedenti e pericolose soluzioni escogitate dalle autorità dell’UE in risposta al panico che si creò nell’occasione, potrebbero innescare gravi problematiche finanziarie nei più fragili membri dell'UE, come ad esempio la Spagna e il Portogallo””.

Purtroppo, la maggior parte degli americani ignora completamente quello che sta succedendo nel resto del mondo perché i mercati azionari degli Stati Uniti stanno andando abbastanza bene da un paio di settimane. I titoli dei giornali sostengono che il rischio di una nuova recessione ‘è passato’, che la crisi ‘è finita’.

Nel frattempo, il Sud America sta affondando in una vera e propria depressione, il sistema bancario italiano si sta sciogliendo, i numeri della produzione globale sono i peggiori dai tempi dell’ultima recessione e il commercio globale è in una fase di assoluta implosione.

Per il resto, le cose vanno abbastanza bene! Scherzi a parte, è assolutamente fondamentale non lasciarsi trarre in inganno da ogni piccolo slancio del mercato azionario.

E’ un fatto che le vendite e i profitti delle aziende statunitensi siano in calo. E’ una tendenza che ha avuto inizio a metà del 2014 e che ha duramente accelerato nella prima parte del 2016. Il seguito viene da Wolf Richter:

“Le vendite totali delle aziende degli Stati Uniti – non solo di quelle comprese nello S&P 500, ma di tutte le altre, anche di quelle piccole o non quotate – a Luglio 2014 avevano raggiunto un picco pari a 1.365 miliardi di dollari, secondo il Census Bureau. Nel Dicembre 2015 le vendite totali erano in calo del 4,6% rispetto a quel picco. Diciotto mesi davvero brutti per le vendite! Sono tornate dov’erano nel mese di Gennaio 2013. Le vendite delle aziende comprese nello S&P 500, invece, sono scese del 3,8% nel 2015, secondo FactSet. L’anno peggiore da quando ebbe inizio la crisi finanziaria””.

So bene che molte persone stanno anticipando da molto tempo il collasso economico globale e che molte di loro hanno perso la pazienza e vogliono solo ‘farla finita’ una volta per tutte.

Beh, la verità è che nessuno dovrebbe desiderare di vedere ciò che sta arrivando. Personalmente, mi rallegro per ogni giorno o settimana o mese in più che ci viene dato. Ogni giorno in più è un altro giorno per prepararsi, per godersi il confortevole livello di vita che la nostra prosperità, alimentata dal debito, ha prodotto per noi.

La maggior parte degli americani non ha assolutamente alcuna idea di quanto siamo veramente viziati. Anche solo cinquant’anni fa la vita era decisamente più difficile in questo paese. Se dovessimo tornare a vivere come gli americani di 100 o 150 anni fa ben pochi di noi sarebbero in grado di farlo con successo.

Ed allora godetevi i giorni che restano mentre è ancora possibile, perché un grande cambiamento sta arrivando e sarà estremamente amaro per la maggior parte della popolazione.
 
Michael Snyder 

Fonte: http://investmentwatchblog.com

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