giovedì 18 febbraio 2016

I caporioni del sistema imperialista mondiale non porranno fine al catastrofico corso delle cose!



Sono tali e tanti, in tutti i campi, ogni giorno, nella vita delle
società e degli individui, a livello internazionale e dei singoli
paesi, gli eventi catastrofici che confermano il progredire della
crisi generale in cui la borghesia imperialista trascina il mondo, che
solo l’animo educato al servilismo induce alcuni e solo la
disperazione induce altri a sperare una qualche soluzione dai
caporioni del sistema imperialista (da Obama, a Draghi, a Bergoglio, a
Merkel, a Renzi, al resto della Commissione Trilaterale, degli uomini
di Davos, del complesso militare-industriale-finanziario USA, dei capi
dei BRICS, ecc.). Né l’esperienza, né il buon senso, né la scienza
offrono alcun appiglio per sperare in loro.

Solo l’eliminazione del sistema imperialista permetterà all’umanità di
ritrovare la via del progresso, di porre fine alle guerre, alle
migrazioni, alla miseria e all’abrutimento e di risalire passo dopo
passo dal baratro in cui la borghesia imperialista l’ha precipitata
negli ultimi quarant’anni, in parallelo con l’esaurimento della prima
ondata della rivoluzione proletaria sollevata dalla Rivoluzione
d’Ottobre e ancora più rapidamente dopo la dissoluzione di quel che
restava del campo socialista corroso da decenni di direzione dei
revisionisti moderni.

Eliminare il sistema imperialista vuol dire principalmente trasformare
in proprietà pubblica, usata per soddisfare i bisogni umani, le forze
produttive (aziende, risorse naturali, infrastrutture, patrimonio
scientifico e tecnico, capacità lavorative) ora nelle mani dei magnati
della finanza. È un’opera semplice da compiere in un paese che sia
saldamente governato da una classe che vuole realizzare questo
obiettivo e decisa a creare le altre condizioni (culturali, sociali,
ecc.) ad esso connesse. Sembra un’impresa difficile e addirittura
impossibile solo perché l’umanità non l’ha ancora compiuta in nessuno
dei paesi imperialisti. Mobilitare e dirigere l’umanità a realizzarla
è l’impresa di noi comunisti. Oggi ha diritto di chiamarsi comunista
solo chi è dedito a questa impresa e quindi, anzitutto, è pienamente
convinto che essa è possibile e necessaria.

La nostra impresa è grande, è un’impresa che nei paesi imperialisti
nessuno finora è riuscito a compiere. La nostra impresa è difficile ma
possibile: l’umanità ne ha bisogno e grazie ai nostri sforzi prima o
poi la farà e imparerà a farla. È significativo del loro stato d’animo
fossilizzato nel passato che chi non osa sperare che la nostra impresa
(l’instaurazione del socialismo) abbia successo, spera invece che i
caporioni del sistema imperialista riescano a fare quello che più
volte hanno mostrato di non poter fare. Chiamano noi veterocomunisti,
ma in realtà sono loro che sono ancora tanto formattati sul passato da
non vedere il presente e tanto meno progettare il futuro!

È anzitutto nelle nostre file che noi comunisti dobbiamo combattere
ogni illusione e fiducia nei caporioni del sistema imperialista. La
principale manifestazione di questo stato d’animo nelle nostre file è
dubitare che la devastazione della Terra e le condizioni sociali ed
economiche delle grandi masse dei paesi imperialisti peggioreranno e
che questo, a condizione che noi comunisti organizziamo e dirigiamo
efficacemente le loro lotte, le spingerà nelle nostre file. In questo
preciso senso il corso delle cose dipende da noi. I gruppi
imperialisti, ognuno costretto dalla necessità di valorizzare il
capitale che amministra, continueranno a devastare la Terra nonostante
COP 21 e continueranno a ristrutturare, esternalizzare, delocalizzare
le aziende dai paesi imperialisti. Miliardi di uomini e donne ridotti
in miseria sono a loro disposizione nei paesi oppressi. Al momento,
per indebolire l’opposizione dei lavoratori organizzati alla
demolizione delle aziende, mettono in opera ammortizzatori sociali di
vario genere: ma cercheranno di eliminarli man mano che, distrutte le
aziende, verrà meno l’organizzazione dei lavoratori e così avverrebbe,
se noi non promuovessimo la formazione di OO e OP e non ne
orientassimo nel modo giusto l’attività. Per le masse popolari dei
paesi imperialisti la via della salvezza è quella che noi promuoviamo
e l’esperienza pratica le spingerà sempre più su questa via. Basta che
noi comunisti proseguiamo senza tregua, con scienza e con arte, nella
nostra opera.

Noi comunisti dobbiamo però combattere ogni illusione e fiducia nei
caporioni del sistema imperialista anche nelle file della sinistra
borghese perché molti suoi esponenti oggi hanno ancora una notevole
influenza anche nella parte già combattiva delle masse popolari. Il
rinnovo dei CCNL, le elezioni amministrative, i referendum e tutti i
vari movimenti che la sinistra borghese promuove, creano ottimi
contesti per la nostra opera. Certo, le concezioni che la sinistra
borghese diffonde e i movimenti che essa dirige seminano confusione
nelle masse popolari. I suoi esponenti proclamano che non c’è più
democrazia, ma allo stesso tempo chiedono alle masse popolari di
prestarsi ai giochi della democrazia borghese: come potrebbero con la
loro mancanza di coerenza intellettuale elevare la coscienza delle
masse popolari? I loro referendum anche se vincono non cambiano il
corso delle cose. Con le loro Amministrazioni comunali e la loro
presenza nelle istituzioni della Repubblica Pontificia si impantanano
e si corrompono nel far funzionare un sistema che per sua natura è
contro le masse popolari: Fausto Bertinotti ieri e Giuliano Pisapia
oggi hanno mostrato quanto ci si può pervertire. I movimenti che essi
promuovono sono fallimentari e, in mancanza della nostra opera, i
fallimenti in cui finiscono portano le masse popolari alla
demoralizzazione, alla rassegnazione o alla mobilitazione reazionaria.
Ma se invece noi comunisti partecipiamo, combattiamo con efficacia
(con scienza e con arte, applicando la linea di massa) l’orientamento
che essi diffondono in quei movimenti e vi portiamo un orientamento
giusto, quegli stessi movimenti torneranno a profitto della nostra
impresa.

Noi comunisti possiamo perfino promuovere movimenti che rivendicano
dai caporioni del sistema imperialista quello che essi non possono
dare, ma solo quando sono necessari per mobilitare le parti più
arretrate delle masse popolari e coinvolgerle in una lotta che però
dobbiamo far diventare scuola di comunismo. Mai e poi mai dobbiamo
alimentare nelle masse popolari la fiducia che i caporioni del sistema
imperialista possono cambiare il corso delle cose. Dobbiamo al
contrario approfittare di ogni occasione e appiglio per combattere
questa fiducia e per infondere nelle masse popolari fiducia in se
stesse. La storia degli uomini non l’hanno fatta né gli dei di
Bergoglio e dei suoi compari né i grandi personaggi alla Draghi: sono
le masse che hanno fatto la storia!

L’eliminazione del sistema imperialista permetterà all’umanità di
ritrovare la via del progresso. Il primo paese imperialista che
romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti darà inizio
all’eliminazione del sistema imperialista mondiale, mostrerà la via e
aprirà la strada alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e
dei paesi oppressi. Questo lega l’impresa particolare di noi
comunisti, che lottiamo per fare dell’Italia un nuovo paese
socialista, all’impresa per cui in ogni paese del mondo altri
comunisti combattono.

Quindi più che sulle singole manifestazioni della crisi e sui dettagli
dei meccanismi e degli esiti di ciascuna, è importante che riflettiamo
sull’accumulazione delle forze capaci di rompere la soggezione del
nostro paese alla CI e sulle forme della loro lotta.

Nuovo Partito Comunista Italiano   - nuovopci@autistici.org

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