domenica 1 novembre 2015

Veneto. Abusi da caccia



"Gli incidenti e gli abusi commessi in Veneto durante l'attività di caccia si stanno moltiplicando: cosa sta facendo la Giunta per tutelare l'incolumità dei cittadini e dei turisti?”

A porre la domanda attraverso un'interrogazione è il consigliere
regionale del PD, Andrea Zanoni.

"Già ci troviamo in una fase di estrema incertezza, visto che il
compito di vigilanza spetta alla Polizia provinciale, il cui destino
non è ancora chiaro a causa del riordino temporaneo delle funzioni. Se
a questo ci aggiungiamo le continue denunce di cittadini sul mancato
rispetto da parte dei cacciatori delle basilari norme di sicurezza, il
quadro si fa decisamente allarmante".

Secondo Zanoni, che nell'interrogazione sottoscritta anche dalle
consigliere Guarda e Zottis riporta un lungo elenco di incidenti, "si
susseguono violazioni relative alle distanze di rispetto da
abitazioni, stabili, uffici e vie di trasporto. Insomma si spara
ovunque, addirittura nei cortili delle scuole come è accaduto a
Villorba lo scorso 10 ottobre quando un cacciatore ha abbattuto sotto
gli occhi dei bambini una fagiana e poi è scappato e rimasto impunito.
Oppure in prossimità delle strade: a Ormelle (Tv) lo scorso 20
settembre una ragazza di 15 anni che stava pedalando in bicicletta è
stata ferita alla caviglia da una scarica di pallini. Anche in questo
caso il cacciatore è rimasto impunito".

"Siamo dunque di fronte ad un gravissimo problema di pubblica
sicurezza e di evidente allarme sociale. Nel 95% dei casi i cacciatori
che violano le norme sulla caccia non vengono identificati e
assicurati alla giustizia a causa di una vigilanza del tutto
insufficiente. L'ulteriore aggravante sta nel fatto che il 30% circa
dei cacciatori ha più di 65 anni e non ha l'abilitazione all'uso delle
armi e non possiede un'adeguata conoscenza delle leggi che regolano
oggi la caccia. Infatti, l'esame è stato istituito soltanto nel 1967.
Prima non era previsto alcun esame o valutazione: era sufficiente
pagare le tasse governative e di iscrizione ad un'associazione
venatoria. Il rilascio della licenza di caccia era insomma automatico,
senza alcuna valutazione di merito. E' necessario quindi – conclude
Zanoni –stringere le maglie dei controlli per evitare rischi che sono
davvero inaccettabili per la comunità".

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