mercoledì 21 ottobre 2015

Conflitto perenne Palestina / Israele, ma una via di uscita esiste....




"Intifada dei coltelli" in Palestina, titolava un articolo di Aldo  Baquis su La Sicilia.
In non molte righe riportava, sinteticamente e pure obiettivamente, quel che da circa 15 giorni accade a Gerusalemme e dintorni nel confronto tra israeliani e Palestinesi in perenne conflitto: pietre e coltelli da parte musulmana, pistole e mitra da quella ebraica, con relativa sproporzione di morti e feriti. 

Ma, in questa ed in quasi tutte le analisi dei media italiani, manca la premessa essenziale per far comprendere ai lettori (e pure a
telespettatori e radioascoltatori) lo effettivo stato di fatto:


Israele è uno stato che occupa militarmente Territori che non gli appartengono e pure (almeno per una metà) Gerusalemme.


Tralascio, per sintesi di comprensione, il perché, per come e per quando... non entro nel trappolone delle accuse di "antisemitismo" o di sionismo che piovono (in verità, piú le prime) a secondo se si parteggi per gli uni o gli altri..., ma ripeto soltanto questa considerazione: ad oggi, ottobre 2015, l'Onu accusa Tel Aviv di aver invaso ed occupato, pure con insediamenti coloniali civili, città e terre di quello che sarebbe dovuto essere lo Stato di Palestina. Con, carico non indifferente, la occupazione militare di Gerusalemme Est e dei Luoghi Sacri. 

C'è un solo lettore che possa confutare quanto scrivo? Per molto meno Saddam Hussein ed i Talebani si ritrovarono mezzo mondo in casa propria lasciandoci pure le penne.

Come mai, per limitarci all'Italia, Mattarella, Renzi, Boldrini, Grasso e tutti i politici della partitocrazia (con i media di potere) non invocano l'intervento dell'Onu? Non fanno altro che riempirci la testa con la esaltazione delle Nazioni Unite, come nel caso dei profughi. Per la Palestina, di fatto, stanno zitti.., votano per Israele quando gli Usa mettono il veto dietro pressione della lobby ebraica. Mandano qualche spicciolo alle popolazioni di Gaza e dintorni per lavarsi la coscienza quando si ritrovano città distrutte e migliaia di musulmani ammazzati. Riconoscono (a chiacchiere) il diritto dei Palestinesi ad avere una patria ma si guardano bene dal promuovere una missione militare Onu per risolvere questo dramma. 


Solo la applicazione rigida dei deliberati  in proposito potrebbe risolvere il problema. Israele si ritiri dai Territori e da Gerusalemme. Riporti dentro i confini stabiliti dalla comunità internazionale i carri armati  e pure i coloni armatissimi disseminati ovunque. Accetti una forza di interposizione con il nuovo stato di Palestina. 


Solo un folle potrebbe pensare,a quel punto, di attaccare una potenza nucleare (anche questo in sfregio all'Onu)... i Palestinesi non avrebbero più motivazioni e sostegno per rivendicare altro. E, se lo facessero, troverebbero truppe delle Nazioni Unite a fermarli. Non i soldati israeliani che oggi li massacrano quasi impunemente per
estendere nuove colonie e mettere in atto una pulizia etnica anni 2000...

Vincenzo Mannello



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