mercoledì 11 marzo 2015

Disparità economica... la soluzione è semplice



A tutti è certamente capitato, qualche volta, di vedere statistiche
nelle quali la popolazione è suddivisa in n fasce di ricchezza, ogni
fascia popolata da un numero p(j) di individui.
Ora immaginiamo per un attimo un mondo ideale nel quale non esiste il
sentimento umano dell'avidità.
In un simile universo ogni membro della fascia j condivide con alcuni
membri della fascia j+1 il proprio surplus rispetto a loro.
In questo modo, progressivamente, le differenze di ricchezza vengono
diminuite fino ad essere azzerate.
E il problema della disparità economica risolto.
In un simile mondo non esisterebbero fiscalità progressive né
imposizioni sociali di legge, e lo stato sarebbe un semplice ufficio
organizzativo per la gestione dei beni comuni della collettività.
Prima di chiamare tale universo "utopia" (che significa solamente
"luogo che non c'è", NON "luogo impossibile") si provi a considerare
che la realizzazione di un simile mondo dipenderebbe solo dalla
mentalità di ciascuno di noi: eliminando l'avidità esso risulterebbe
davvero realizzato.
In attesa di una simile realizzazione, ognuno può cercare di imitarlo
nel proprio microcosmo, quella piccola parte del mondo che dipende
dalla organizzazione di vita costruita da ciascuno di noi e dalle
persone con cui interagisce direttamente.
Se qualcuno non comincia a farlo nel microcosmo personale, non vi sarà
modo di realizzare un simile progetto nel macrocosmo del globale.

Secondo Georg Friedrick Knapp e il cartalismo lo stato può emettere
dal nulla denaro quale certificato di valore (prodotto dal lavoro) e
con ciò autosostentarsi senza limiti di spesa.
Non è operazione più difficile che stampare francobolli: si tratta di
certificati avvalorati dall'accettazione come simboli econometrici per
le compravendite di beni, niente di più..
Ad ogni certificato di valore x corrisponderà, in un dato periodo di
tempo t, un prodotto p = c x, con c = circolazione = numero di
passaggi di mano della banconota.
E' ovvio che creare denaro per fornire reddito persino ai disoccupati
produce un risultato positivo per l'intera economia, poiché fornendo
capacità di spesa dove non ve ne era si stimolano produzione e
circolazione dei beni.
In una simile circostanza non vi è bisogno di tassazione per il
mantenimento delle spese e servizi dello stato, visto che esse sono
coperte dal valore prodotto dal lavoro pagato, e il denaro per il
pagamento è semplice ricevuta prodotta senza oneri.
Tuttavia può esservi bisogno di tassazione per evitare l'inflazione
della moneta, visto che anche immaginando di emetterla solo in
corrispondenza di valore prodotto dal lavoro, tuttavia tale valore
reale, dato dalle merci, decresce nel tempo a causa dell'usura e
deperibilità naturale delle medesime: se emetto un certificato di
valore y corrispondente ad una mela devo tenere conto che quella mela
deperirà, oppure verrà mangiata. Allo stesso modo, una automobile
subirà il logorio dell'uso, fino a diventare presto o tardi
inservibile. Quindi, a causa della deperibilità delle merci, il
rapporto tra valore della moneta emessa e valore delle merci che
rappresenta non si mantiene costante.
Col tempo, quindi, il valore dell'unità monetaria diminuirebbe continuamente.
Tuttavia, è possibile evitare questa conseguenza ritirando
periodicamente dalla circolazione una frazione della moneta,
operazione che tipicamente avviene attraverso le tasse.
Ma quale tassazione può essere accettabile ?
Il mio stipendio è tassato al 48%. Proviamo a vedere cosa succede in
un mondo immaginario in cui lo stato emetta moneta sovrana avvalorata
dall'accettante, e tassi i redditi al 50%.
Cominciamo con una popolazione formata da ente emittente e due cittadini.
Tizio, impiegato di stato, riceve uno stipendio lordo, supponiamo, di
4000 um (unità monetarie), di cui 2000 rientrano come tassa. I 2000
dello stipendio netto vengono spesi acquistando merci da Caio, che
lavora in proprio. Caio, dunque, può ricevere solo un reddito lordo di
2000 um, netto di soli 1000 um, mentre altri 1000 rientrano allo stato
emittente. Lo stato ha emesso 4000 um, recuperandone 3000 (il 75%), e
per il successivo pagamento di stipendio a Tizio ne deve emettere solo
1000 nuovi.
Questo modello, però, rappresenta una società in cui il 50% della
popolazione sia dipendente dello stato emittente, situazione poco
realistica.
Passiamo dunque all'insieme di esempio popolazione: = {emittente + tre
cittadini}.
Basterà riprendere l'esempio precedente, cui aggiungere il nuovo
soggetto privato Sempronio, al quale Caio può acquistare 1000um di
spesa, che sono il reddito lordo di Sempronio, il cui netto risulta
500um.
Allora, in una nazione in cui il 33% dei cittadini siano impiegati di
stato emittente una emissione di 4000um, con tassazione del 50%,
comporta un rientro di 3500 um e la necessità di emettere nuove 500 um
per addivenire al successivo pagamento di stipendio a Tizio. Tuttavia,
l'ultima frazione di popolazione, Sempronio, gode di un reddito che è
1/4 di quello di Tizio.
Passando ad: {emittente + quattro cittadini} aggiungiamo Mario, che
può ricevere da Sempronio solo 500 um lorde, equivalenti a 250 nette.
Quindi, con quattro soggetti la differenza minimax di reddito fornisce
un rapporto 2000/250 = 8: il reddito massimo è 8 volte maggiore di
quello minimo (mentre l'emittente recupera l'87,5% dell'emesso).
Questo con il 25% di popolazione a impiego statale.
Con 5 cittadini, di cui un impiegato di stato emittente, l'ultimo
anello della catena riceve un reddito netto di appena 250um, mentre il
rientro via tasse è del 93,525%. Se um = eu = euro, ciò significa che
stipendiando il primo anello della catena di 2000 eu l'ultimo anello
ne riceve appena 1250.
E' evidente che la emissione sovrana genera una catena di reddito e
prodotto, ma la tassazione al 50% provoca una spaventosa disparità di
reddito.
Naturalmente, la serie delle transazioni può avvenire anche in
parallelo, non necessariamente in serie lineare.
Con tre soggetti, Tizio può usare i propri 2000 um per acquistare
1000um da ciascuno dei due altri, che guadagnano così un netto di
500um cadauno: la differenza di reddito nella popolazione è in
proporzione 4:1.
Con quattro soggetti lo stipendio netto iniziale di 2000um venga speso
acquistando 666um da ciascuno degli altri, che guadagnano così un
netto di 333 cadauno, e la disparità minimax di reddito è di
proporzione 6:1.
Con  5 soggetti, lo stipendio iniziale di 2000um viene ripartito tra
quattro riceventi per un loro di 500 eu cadauno, netto 250um, divario
minimax 8:1.
Con una tassazione del 10% le cose cambierebbero radicalmente.
Con tre soggetti, le 4000um lorde iniziali, 3600 nette, ripartite in
spesa tra altri 2 soggetti fornirebbero lordi di 1800um, 900 nette,
con divario 4:1, ma forte aumento di reddito medio.
Naturalmente, il rientro via tassazione diventerebbe più lento: ma ciò
non costituirebbe un problema per uno stato emittente dal nulla (il
valore reale è fornito dall'accettante come contropartita del denaro),
che non ha difficoltà di emissione.
Quattro soggetti: le 4000 nette, 3600 lorde, forniscono 1200 lorde,
1080 nette, ad ognuno degli altri tre, minimax poco più di 3:1.
Possiamo facilmente concludere che, su una data popolazione:
1) Il tipo di rete del percorso (imprevedibile) del denaro produce
diversi risultati nella forma di distribuzione dei redditi e nella
quota di rientro via tassazione,
tuttavia, in ogni caso:
2) La diminuzione di frazione tassata aumenta tutti i redditi, e
riduce il loro divario, rallentando peraltro il rientro dell'emissione
all'emittente,
3) L'aumento di tassazione diminuisce tutti i redditi ed aumenta il
loro divario, accelerando il rientro,
4) L'aumento percentuale di impiegati statali fa bene all'economia di
una nazione, quale origine di una catena di spesa che costituisce
reddito per la popolazione rimanente.
Dunque, abbassare le tasse fa bene al reddito medio e fa bene alla
uniformità distributiva, mentre rallenta il rientro alla fonte
dell'emissione.
Tuttavia la rapidità di rientro può essere un problema per una nazione
priva di sovranità monetaria che deve prendere a prestito i soldi per
restituirli, mentre non costituisce alcun problema per una nazione
monetariamente sovrana, che non ha limite prefissato di spesa,
potendosi autofinanziare senza oneri.
E l'idea di diminuire la spesa dello stato (ad esempio diminuendone il
numero di impiegati) è un colossale errore, che non solo diminuisce
l'occupazione ma anche diminuisce il benessere economico di tutti.
John Maynard Keynes dichiarava la spesa pubblica elemento di
equilibrio del sistema economico, e la sua tesi è del tutto logica,
purchè si rispettino certe condizioni, che includono la bassa aliquota
di tassazione.
Appare evidente, da quanto sopra riportato, che gli aumenti di
tassazione sono catastrofici per la popolazione e la sua economia, sia
in termini di reddito medio che di sua distribuzione.

_________
Nota 1083.
Sarvamangalam.

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