domenica 11 gennaio 2015

Terrorismo islamico pagato da chi lo combatte



...L'ho scritto diversi mesi, fa, prima dell'estate, in piena guerra di Ucraina: dovevamo aspettarci una grande provocazione in Europa. E' arrivata, puntuale. Lo Stato Islamico è creatura inquinata. Il suo atto di nascita è dubbio e spurio. Le frequentazioni di Al Baghdadi con i servizi segreti americani e israeliani, con il senatore Mc Caine, con i servizi turchi si sposano con la domanda a cui troppi nostri commentatori non provano neppure a dare risposta: "chi paga?".
Chi paga un esercito di decine e decine di migliaia di uomini? Le loro armi, gli stipendi, la logistica, le comunicazioni, tutto? 

Sappiamo che non è la Russia. Se ci fosse anche solo un sospetto di questo genere potremmo stare certissimi che verrebbe immediatamente sbandierato dal mainstream occidentale. Sappiamo che non è l'Iran, poiché lo Stato Islamico è diretto precisamente contro Teheran. Restano dunque pochi candidati nel ruolo di generosi mecenati del terrorismo cosiddetto islamico. Che è dunque niente affatto solo "islamico".

E' così evidente che sembrerebbe perfino inutile dirlo. Invece tutti parlano solo di "terrorismo islamico". C'è un grande incendio acceso. Sappiamo chi lo ha acceso. Ma guardiamo imbambolati le sue scintille periferiche. Certo, è possibile, è probabile che chi ha avviato l'incendio non sia in grado di controllare le sue propaggini. Ma è assai più probabile che guidi le più importanti conseguenze, quelle che meglio fanno il suo gioco.

In questo senso la trappola è ben congegnata anche sotto altri profili. In questi giorni ho visto le virulente reazioni alle poche righe che avevo scritto sulla mia pagina Facebook a proposito del terribile fatto di sangue contro Charlie Hebdo. Reazioni, appunto, isteriche, islamofobiche, razziste, brutali, che albergano in casa nostra, qui in Europa. Eserciti di cani arrabbiati, pronti a mordere dove ordina il padrone. Tori schiumanti di furia, che muovono le corna verso il nemico di turno, messo in bella vista dal mainstream perché sia esecrato. Poi verrà il momento in cui, all'ordine, seguirà il linciaggio. E' questo che si sta preparando.

Piango i collegi giornalisti uccisi. Non amavo il loro lavoro, poiché li avevo visti immersi in battaglie che non condividevo. Ma è evidente che sono stati trasformati in vittime di un grande gioco. Com'è evidente che la muta di stupidi imbestialiti, che schiumano rabbia di fronte alle domande che mi pongo, altro non è che la massa di manovra, già pronta all'uso, che non pensa alla libertà ma alla violenza.

Sono gli stessi imbestialiti che non possono tollerare che ci si chieda: a chi giova tutto questo? Che non accettano di riconoscere il terribile puzzo di bruciato che emana da questo assassinio multiplo. A cominciare dagli (apparenti) errori di esecuzione, come quello del documento abbandonato sull'auto. Come il fatto immediatamente acquisito, che gli assassini erano ben noti da tempo ai servizi segreti francesi. E l'elenco è troppo lungo per riproporlo qui per intero.

Sono gli stessi imbestialiti che lo erano – e rimangono tali – perché ho documentato il colpo di stato di Kiev, perché ho smascherato coloro che hanno abbattuto il Boeing malaysiano il 17 luglio dell'anno scorso nel cielo di Ucraina. Non vogliono conoscere la verità perché ne hanno già pronta un'altra, quella che viene loro, volta a volta, instillata dai media dei Padroni dell'Universo. Per loro, dunque, non c'è bisogno di alcuna spiegazione, vittime come sono della "sindrome di Stoccolma": amano il Grande Fratello, che ha già da tempo incatenato i loro cervelli.

Dunque dobbiamo temere non solo gli attentatori, che abbiamo potuto vedere con quanta freddezza e abilità sono andati all'assalto e sono fuggiti: professionisti, non kamikaze, riflettiamo anche su questo. Penso che dobbiamo temere l'esercito di imbestialiti manipolati che, in Europa, nostri vicini di casa, sono già pronti a entrare in guerra, anche se non sanno nemmeno contro chi vorranno combattere. Infatti non saranno loro a decidere chi è il nemico.

E più li sento gridare – sia costoro, sia quelli che a Parigi hanno fatto in modo che li si sentisse chiaro inneggiare ad Allah – più penso che il massacro di Parigi è stato pensato per trascinare l'Europa in guerra. 

Giulietto Chiesa


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Gli attentatori di Parigi? Quei terroristi che hanno combattuto in Siria per conto della Nato

Gli attentatori di Parigi? Quei terroristi che hanno combattuto in Siria per conto della NatoLo scrive Tony Cartalucci sul sito informare per resistere. Secondo uno schema fin troppo familiare e prevedibile, i tiratori dell’attacco a Parigi del 7 gennaio 2015, sono cittadini francesi radicalizzati ed esportati in Siria per combattere nella guerra per procura della Nato contro il governo di Damasco, e poi rientrati per effettuare attentati interni. Inoltre, come in molti altri attentati interni, i sospetti erano da tempo sorvegliati dai servizi d’intelligence occidentali, con almeno un sospetto già stato arrestato per terrorismo. Usa Today riferisce in un articolo dal titolo “Continua la caccia ai due sospetti terroristi francesi“, che: “Gli indagati sono i fratelli Said di 34 anni e Sharif Kouachi di 32 anni, cittadini francesi, e Hamyd Mourad 18 anni, la cui nazionalità non è nota, ha detto un funzionario della polizia di Parigi all’Associated Press, parlando sotto anonimato perché non autorizzato a parlare pubblicamente”. Usa Today inoltre segnala: “I fratelli di origine algerina sono nati a Parigi. Sharif è stato condannato a tre anni di carcere per terrorismo nel maggio 2008. Entrambi i fratelli sono tornati dalla Siria questa estate”. Le implicazioni dell’ennesimo caso di terroristi radicali occidentali prima inviati a combattere la guerra per procura della Nato in Siria e poi rientrati, sono ben note alle agenzie d’intelligence occidentali, potendo effettuare un attacco ben eseguito ed altamente organizzato, sanzionato e ideato dalle stesse intelligence occidentali, rispecchiando quasi integralmente il tipo di operazioni che l’intelligence della Nato svolse durante la Guerra Fredda con simili reti di militanti radicali utilizzati sia come mercenari stranieri che come provocatori nazionali. Verso la fine della guerra fredda, uno di tali gruppi era al Qaeda, un fronte mercenario armato, finanziato e impiegato dall’occidente fino a oggi. Inoltre, con ogni probabilità, i fratelli che hanno preso parte all’attentato di Parigi combatterono in Siria con le armi fornitegli dal governo francese. France 24 avrebbe riferito l’anno scorso, con un articolo intitolato “La Francia consegna armi ai ribelli siriani, conferma Hollande“, che: “Il presidente Francois Hollande ha detto che la Francia aveva consegnato armi ai ribelli che combattono il regime siriano di Bashar al-Assad “un paio di mesi fa”.” Accusare dell’attacco gli islamisti non e' che un trucco per oscurare la verità, che tali terroristi sono stati creati intenzionalmente dall’occidente per combattere i nemici all’estero e per intimidire e terrorizzare la propria popolazione.
Come per ogni attacco false flag ideato da un governo per manipolare l’opinione pubblica e sostenere una politica estera e nazionale altrimenti ingiustificabile, vari inganni sono profusi per distrarre l’opinione pubblico dalla vera natura dell’attentato. Nel recente attacco a Parigi, in Francia, illusioni come “libertà di parola”, “condanna degli islamisti”, “tolleranza” e “estremismo” sono al centro della scena, ignorando il fatto che i terroristi responsabili erano al guinzaglio delle agenzie d’intelligence occidentali che combattono le guerre per procura dell’Occidente, in quanto membri di forze mercenarie ben finanziate, armate e addestrate che dal 2007 sono elemento essenziale della politica estera occidentale. Infatti, al-Qaeda e le sue varie emanazioni non sono una creazione dell’”estremismo islamico” ma piuttosto della politica estera occidentale che usa l’”estremismo” per indottrinare le truppe, ma all’unico scopo di servire gli obiettivi occidentali. Come denunciato dal giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, nel suo articolo del 2007 “The Redirection: la politica della nuova amministrazione avvantaggia i nostri nemici nella guerra al terrorismo?“, afferma esplicitamente che: “Per minare l’Iran  l’amministrazione Bush ha deciso, in effetti, di riconfigurare le priorità in Medio Oriente. In Libano, l’amministrazione ha collaborato con il governo dell’Arabia Saudita in operazioni clandestine volte a indebolire Hezbollah. Gli Stati Uniti hanno anche preso parte a operazioni clandestine contro l’Iran e la sua alleata Siria. Un sottoprodotto di tali attività è il rafforzamento dei gruppi estremisti takfiri dalla visione militante religioso, ostili agli Usa e simpatizzanti di al Qaeda”. Fino ad oggi, gli Stati Uniti, i loro partner della Nato, tra cui la Turchia, e i loro partner regionali come Israele, Arabia Saudita e Qatar armano, finanziano, sostengono, addestrano e mantengono tali “estremisti islamici” in Siria e Iraq e ai loro confini. In realtà, senza l’appoggio occidentale, tramite le autocrazie del Golfo Persico e le manifestazioni della rete globale di moschee gestite congiuntamente dalle agenzie d’intelligence occidentali e del Golfo Persico, non ci sarebbe un “estremismo islamico” di cui parlare. Indicando l’”estremismo” quale causa, piuttosto che come mezzo sfruttato dai veri responsabili di tale terrorismo globale supportato dall’occidente, non solo si perpetua tale inganno, ma s’invita a perpetuare un terrorismo che sconvolge e inorridisce.

Fonte: http://www.informarexresistere.fr/

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