domenica 9 novembre 2014

Copenaghen - IPCC, Sodoma e Gomorra ritornano



Ricordate la storia di Sodoma e Gomorra? Quando Dio, deciso a
distruggere queste due città per l’immoralità dei suoi abitanti,
accettò le suppliche di Abramo per risparmiarle, ma ad una condizione:
solo se avesse trovato almeno 10 saggi  e onesti abitanti in quelle
città. Il buon Abramo invece non trovò neppure un saggio e così Dio
distrusse le due città con tutti i suoi abitanti, salvando solo Lot,
nipote di Abramo, e le sue due figlie.

Quello che ancora una volta è accaduto a Copenaghen nell’ultima
relazione dell’IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti
Climatici) circa il rischio che il fenomeno del riscaldamento globale
e degli inevitabili cambiamenti climatici, indotti oltre il 90% dalle
attività umane, si trasformi in una macchina di distruzione di massa
irreversibile, è il copione di chi non né vuol sapere niente. Vale
pertanto un triste accostamento con la storia biblica di Sodoma e
Gomorra.

I Paesi ricchi del pianeta, i produttori di combustibili fossili, con
in testa gli USA e gli Emirati Arabi,  hanno ancora una volta
pesantemente condizionato i lavori della commissione IPCC a
Copenaghen. Infatti il rapporto finale è risultato alleggerito di
alcuni passaggi  importanti che avrebbero dimostrato in maniera
inequivocabile le colpe della politica energetica planetaria su questa
crisi climatica globale. Dalla relazione sul clima i big dei
giacimenti dei combustibili fossili del pianeta (carbone, gas e
petrolio) hanno obbligato i dirigenti dell’IPCC a togliere ovunque la
parola “pericoloso” e sostituirla con: “futura preoccupazione” o con
rischio.

Lo studio dell’IPCC però parla chiaro, nonostante le censure dei
grandi inquinatori del pianeta. <” Se noi non troviamo entro pochi
anni una sostituzione al petrolio, al carbone e al gas, presto
raggiungeremo e supereremo i + 2 gradi C. su tutto il globo. A quel
punto i fenomeni che si manifesteranno metteranno a dura prova il
futuro dell’umanità”> Questo ha detto il presidente dell’IPCC Rajendra
Pachauri.

A noi, poveri ambientalisti di tutto il mondo, che per anni abbiamo
cercato di informare l’umanità sui rischi che ora appaiono evidenti,
mai nessuno ci ha voluto ascoltare seriamente, così che “Dio”, nella
fattispecie della Natura, provvederà a punirci. Quello che ci dispiace
è che chi ha ridotto così il pianeta Terra, grazie alla ricchezza
accumulata troverà anche il modo di salvarsi e noi, invece, che non
abbiamo accumulato nessuna ricchezza sfruttando e depredando
l’ambiente, saremo le vittime sacrificate sull’altare di questo falso
progresso. Una frase della cultura popolare napoletano definisce
questo nostro presunto epilogo in maniera molto esaustiva: “Cornuti e
mazziati”.

Filippo Mariani

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