domenica 26 ottobre 2014

Italia - Pro desperactio afflictorum


Imprenditori italiani che chiudono, altri che si spostano nell’Est Europeo per poter continuare a lavorare.
Il ceto medio italiano registra un attacco al proprio livello sociale, alle proprie risorse. Una generazione di giovani a cui è stato negato un futuro, prima lo speravano, ora hanno smesso di farlo.
Impiegati ed operai licenziati e spinti in piazza, senza che nessuno (né le istituzioni, né le associazioni di categoria) offra loro una soluzione alternativa basata su certezze realiste (di chiacchiere siamo stufi...).
La diffusione dell’irresponsabilità, della gestione allegra, prima nelle istituzioni (ripiene di gente lottizzata e raccomandata), poi nei servizi, ha fatto il suo lavoro per decenni. Negativo..... Senza che nascesse alcuna reazione dai cittadini danneggiati ed abusati. Essi, invece di “prendersi in mano” quando han visto i politici occupati solo a litigare, frodare, ingrassare, hanno continuato ad aspettarsi un progresso (che è impossibile col modello sociale suicida attuale) dai propri politici. Ma ce la hanno la testa ?
Politici che mostrano di avere come motivazione prioritaria la sete di potere e di affarismo, talora illecito. Che talora sono figuranti nella “Commedia dell’Arte Politica”, talaltra trattano, dentro stanze blindate, con i “poteri forti”. Poteri Forti, che i media (ma anche il premier) citano, senza precisare chi sono....., cosa vogliono e che mandato hanno, da chi... ?
Non si è visto in Italia un solo ente sociale o istituzionale che si attivi per svegliare dal letargo la società ignava e abusata, dove le persone che non sono immobili sono spesso dei lottizzati, seduti su poltrone rosse, che talora si sentono dei padreterni. Padreterni che talora rimestano nel torbido di una società che non ha più riferimenti, non ha mai avuto Valori Positivi, non ha neanche reagito dicendosi : “Perché lo stato non funziona ?”.
Nelle strutture dello stato, che dovrebbero mantenere in piedi una “societàchefunzioni”, non sembra ci siano operatori che usino l’olio di gomito e l’olio per la manutenzione. Ma c’è la Confusione, l’Irresponsabilità, l’Allegra..... Veda alleg. “Basi”.
Le “teste pensanti” del Paese, che dovrebbero macinare idee e proposte perché un’economia esca dai guai ed una società esca dall’immobilismo ignavo, sono rare ma soprattutto si esprimono all’italiana. Cioé ognun per conto suo, ognuno con un giudizio discordante. Ecco perché Prezzolini il secolo scorso scrisse che gli Italiani sono “un gregge di pecore anarchiche” ! Da quando Prezzolini disse la verità, lo stato non ha pensato di inserire nella Pubblica Istruzione anche l’Educazione. Lo stato dorme, as usual......
Perché la società, la politica e le categorie organizzate non han proposto, in 20 anni di crisi sociale ed economica, una riflessione neutrale (senza politica) e la definizione delle misure correttive necessarie ? A questa rovinosa mancanza han contribuito alcuni fattori, ma soprattutto l’assenza di Unità degli Italiani.
Una finta Nazione, che non ha un’anima, non ha cioé l’alleanza su un disegno per il progresso del Paese, un’ambizione di progresso, una promozione delle eccellenze professionali e degli strumenti moderni di gestione necessari. Ha invece l’accettazione dell’abuso da parte di incapaci o malintenzionati, sconfinante nel lassismo. Questa finta nazione puo’ sperare nella risalita ?
La rinascita del Paese, il cui maggiore ostacolo è che gli Italiani non sanno quante e quali sono le palle al piede che il finto stato ha creato, potrà avvenire solo lungo un percoso serio, basato su un approccio europeo, che parta da valutazioni neutrali (senza politica ma con esperti). Ecco lo scenario balordo, come si presenta :
  • politici, sindacati e cittadini auspicano, chiedono, occupazione, crescita, sostegno ;
  • nessun giornalista sembra scoprire la cosa più semplice : la crescita non puo’ apparire nel modello sociale attuale, il collasso della società è possibile, nella misura in cui non appaiono quelle correzioni, quegli sforzi, quelle professionalità che siano in grado di cambiare il modello sociale per renderlo positivo, cioé capace di “installare” quelle condizioni sociali che siano sicuramente un invito alla crescita, alla serietà, al lavoro professionale, etc...
In conclusione, la mutazione da Paese perdente a Paese capace di sviluppo è possibile, ma non con metodi all’italiana !

Ulrico Reali

ulrich33@orange.fr

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