lunedì 24 marzo 2014

Ucraina - La "leggerezza" di Putin

Alcuni si chiedono perché non ha combattuto l'esercito ucraina per la Crimea. Altri si chiedono  dove Putin si fermerà e se rimarrà qualcosa dell'Ucraina. Cercheremo di rispondere a queste domande nelle righe seguenti.
Dopo anni di disoccupazione, nel 2013 la società Ukroboronprom, che rappresenta l'industria della difesa dell'Ucraina, ha visto spuntare un'incredibile opportunità, in conseguenza dell'abbandono da parte della Russia di alcuni grandi contratti (nel mercato dell'India, suo maggiore importatore), già  firmati e che dovevano essere onorati in tempo. Questi contratti di 3-4 anni del valore di 5 miliardi di dollari, principalmente riguardavano i blindati (assieme a motori, cambi e altri pezzi di ricambio), il lotto più importante erano 110 carri armati per il Pakistan, 99 carri armati per l'Etiopia, così come vario materiale bellico per la fanteria irachena e tailandese, e semoventi d'artiglieria per l'Armenia. L'Ucraina produce materiale militare tecnologico simile a quello della Russia, perciò l'Ukroboronprom riavviò l'impianto Malisev di Kharkov. 
Così nel 2013 l'Ucraina riuscì ad ottenere una prima tranche di 1,4 miliardi dollari. Per avere un'idea, il bilancio annuale della difesa dell'Ucraina è di 1,8 miliardi di dollari. E la capacità della fabbrica di Kharkov, in Ucraina orientale, è addirittura ridicola. La responsabilità della difesa del sud-est dell'Ucraina, che comprendeva la Crimea, fu assegnato al 6° Corpo dell'esercito ucraino, costituito da una brigata di carri armati, tre brigate meccanizzate, una di artiglieria leggera e una di paracadutisti, tutte in buona parte smantellate. Sulla carta, il 6° Corpo d'Armata ha quasi 1000 carri armati e generali dai nomi ucraini come Gajduz o Basarab, tutti legati ai ministri, di nomina politica o dovuta a tangenti, come in Romania. Così tre quarti  dei corazzati del 6° Corpo restano nei cortili della fabbrica a Kharkov, dove vengono smantellati, smontati, demoliti dopo che certi dispositivi venivano rimossi per essere montati su altri carri pronti a prendere la via dell'esportazione.
Dopo che il presidente Janukovich aveva assicurato Mosca sulle condizioni per il prestito di 15 miliardi di dollari, subito si volse a trattare segretamente con i rappresentanti occidentali. Ma l'escalation delle violenze di Euromaidan, e temendo la vendetta Putin più che il golpe dell'opposizione, Janukovich ordinò al 13.mo Corpo d'armata, che si trovava nell'Ucraina occidentale, di spostarsi in treno e schierarsi sul confine orientale e sud-orientale dell'Ucraina. Il Pentagono, rilevava la manovra via satellite e credendo che l'esercito venisse inviato a Kiev contro Euromaidan, convocò il Capo di Stato Maggiore dell'esercito ucraino per rispedire le unità nelle caserme. Così, senza volerlo, gli Stati Uniti hanno contribuito all'annessione della Crimea alla Russia, interrompendo le operazioni dell'esercito ucraino, e ora tutti gli occhi sono rivolti sulla Russia per sanzioni. Ingiustamente demonizzato dall'occidente per l'annessione della Crimea, Vladimir Putin è stato costretto a prendere una decisione un po' a scapito della Russia, proteggendo così la popolazione dell'Europa da una catastrofe senza precedenti.
In quanto detto sopra, bisogna aggiungere che il morale dell'esercito ucraino era ed è molto basso, essendo diffidente verso la nuova leadership politica di Euromaidan, che s'affrettava a nominare comandanti fedeli, ma dall'incompetenza spaventosa; ed è privo di attrezzature e motivazione, riceve in ritardo gli stipendi e non ha alcuna preoccupazione nel rinnovare gli equipaggiamenti. Inoltre, il Presidente Putin ordinò l'avvio delle esercitazioni militari al confine con l'Ucraina delle unità dei Comandi Strategici Occidentale e Centrale. Così l'esercito russo poteva, subito dopo la caduta di Janukovich, condurre un'operazione offensiva in Ucraina. La questione chiave è il motivo per cui Putin non l'ha fatto? Possiamo trovarne la risposta delineando le caratteristiche delle più probabili operazioni offensive e delle conseguenze che ne sarebbero derivare. Nei primi 30 minuti, la Russia poteva ottenere la supremazia aerea su tutta l'Ucraina, neutralizzando l'aviazione ucraina. Ciò significava che l'esercito russo poteva effettuare una manovra verticale in maniera massiccia con le truppe aviotrasportate e occupare i punti chiave della metà orientale dell'Ucraina (ponti, snodi ferroviari, porti, aeroporti, ecc.). L'assenza dei blindati del 6° Corpo ucraino avrebbe consentito alle truppe di terra russe di avanzare senza combattere nella parte orientale, centrale e meridionale dell'Ucraina. Sei ore dopo l'inizio dell'offensiva, l'esercito russo poteva passare la foce del Danubio, al confine con la Romania, collegandosi con il contingente di forze di pace russe in Transnistria e raggiungere  Kiev, occupando più di metà del territorio dell'Ucraina. Ma dopo sei ore, la Polonia, governata da politici imprevedibili e ossessionati dall'idea di provocare un conflitto con la Russia, poteva prendere una decisione che avrebbe trascinato l'Europa nella catastrofe. L'esercito polacco completato il concentramento di forze e mezzi, entrava in Ucraina. L'articolo 5 del Trattato NATO si riferisce al sostegno a uno Stato membro, a condizione che il territorio di tale Stato sia invaso militarmente. Nel 1999, in Jugoslavia, la NATO dimostrò di non rispettare le norme internazionali, tranne quando si tratta degli altri, com'è più chiaro oggi. E grazie all'adesione della Polonia alla NATO, organizzazione che ha un piano di emergenza o di risposta, l'esercito polacco impegnandosi contro l'Ucraina avrebbero chiamato in soccorso le unità tedesche e statunitensi di stanza in Germania. La Romania, che ha rifiutato il piano di emergenza della NATO, con un esercito di forze di pace, anche se lo avesse voluto non avrebbe interferito né sarebbe stato difeso da nessuno.
In circostanze normali, l'esercito polacco non è un problema per i russi. Il terreno in Ucraina occidentale, tuttavia, appare accidentato, meno accessibile di quello dell'est, permettendo di organizzare una difesa più efficace, portando a spezzare il ritmo dell'avanzata dell'esercito russo. E da quel momento la Russia avrebbe perso l'iniziativa, e l'iniziale conflitto per l'Ucraina si sarebbe trasformato nella guerra tra la Russia e la NATO. Ciò avrebbe portato all'uso limitato di armi nucleari da parte della NATO, obbligando la Russia a rappresaglie in una zona dove sarebbe stata superiore. E a differenza della maggior parte dei Paesi europei della NATO, la Russia come gli Stati Uniti ha innumerevoli mezzi di protezione balistica in grado di neutralizzare le armi nucleari della NATO lanciate sul suo territorio.
Valentin Vasilescu, pilota ed ex-vicecomandante della base militare dell'aeroporto Otopeni, laureato in Scienze Militari presso l'Accademia di Studi Militari di Bucarest nel 1992
Traduzione di Alessandro Lattanzio - SitoAurora

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