venerdì 19 luglio 2013

Turismo culturale all'italiana... funziona solo se "fai da te.."


Tutti gli anni, cominciando da metà maggio circa, e stiracchiandosi fino ad estate inoltrata, puntualmente ci triturano le tasche con dibattiti ed elucubrazioni sull’andamento della stagione turistica. Puntuali alti lamenti, proponimenti, suggerimenti, rimpianti, accuse….Puntuali facce inutili, frasi col verbo all’infinito, come fa il presidente della Repubblica, puntuali “autorità” che stanno predisponendo…… Il solito pasticcio all’italiana.

Non ho la pretesa di essere un tecnico del settore, né un economista e tanto meno uno storico dell’arte.

Ho la pretesa di essere un normale cittadino di questo squinternato Stivale.
Squinternato, ma il più bello Stivale del mondo. E non è campanilismo becero, visto che siamo il Paese col maggior numero di Sedi proclamate Patrimonio dell’Umanità dall’Unicef.
Non è “colpa” mia se oltre la metà delle opere d’arte del Mondo si trova qui da noi. E qualcuno spinge la percentuale fino ai due terzi o i tre quarti: in effetti non sappiamo neppure compiutamente cosa giace sepolto nei solai, nei magazzini, negli scantinati di Ministeri, Musei, Pinacoteche, Monasteri, Abbazie, Raccolte private ecc. ecc. ecc.
Ogni tanto salta fuori un Caravaggio, un Tintoretto, un disegno di Leonardo, un Codice trecentesco…….Se andate in Inghilterra, per esempio, vi può capitare di entrare in una grande sala, del tutto vuota, con drappi blu e faretti che illuminano un’unica piccola opera d’arte laggiù, in fondo. Noi la avremmo riempita con finte pareti divisorie per aumentare lo spazio ove appenderci decine e decine di capolavori.

E tampoco non è “colpa” mia se qui da noi ci sono Roma, Venezia, Firenze, Caserta, la Valle dei Templi, la Toscana, l’Umbria, le Marche, mille e mille Città che meriterebbero ciascuna un soggiorno almeno mensile. Non è “colpa” mia se abbiamo seimila chilometri di coste di cui almeno cinquemila sono da primo premio. E non dimentichiamo Alpi, Prealpi, Apennini, le due Sile, la Sardegna, l’Etna……

Vi rendete conto che il più sintetico, parziale, omissivo riassunto appena redatto ha escluso un sacco di cose: laghi, fiumi, sorgenti, delta, paludi, foreste e boschi, grotte, cascate….

Che l’Italia sia per definizione “il bel Paese” non lo ho inventato di certo io.
Ed allora perché non otteniamo dal turismo quanto possibile?
Non è mia intenzione redigere un trattato: mi limito a proporvi alcune considerazioni in ordine sparso, come mi vengono alla mente. O, meglio, al fegato.

Dunque:
  • Il buon Bassanini (PCI, poi DS, oggi PD) era un mio compagno di Liceo, a Milano. Uno dei classici esempi di catto-comunista che di più non si può. Bevetevi un po’ di bicarbonato e trovate la forza di proseguire. Fu l’estensore della variazione del cambiamento dell’Art. 5 della Costituzione, approvato con minima maggioranza quando al potere c’erano “quelli là”. In virtù di tale nuovo articolo, il comparto turistico passa in testa alle Regioni. E sono cominciati i pasticci. Bossi tuonò, lungimirante come un cieco. Risultato: la Spagna, che pure è divisa in macroregioni autonome, ha un’unica strategia per vendere il proprio prodotto. Intelligentemente i fratelli Spagnoli investono grandi risorse nel “Prodotto Spagna”, soprattutto nei paesi col maggior incremento di PIL annuo. Risultati strepitosi: russi, cinesi, brasiliani, indiani, indonesiani, sudafricani arrivano a frotte. Da noi la logica bossiana ha ridotto a 18 milioni l’investimento italiano in propaganda – presentazione. Contro i 120 della Francia, ed i 150 della Spagna. E’ ben vero che ne spendiamo oltre 300 sommando i singoli investimenti regionali, ma il risultato è quello che avrebbe una carica di un branco di pecore sparse. Deludente, sterile, sprecato. Da cambiare e rivedere, e subito, perché il 2014 è domani mattina.
  • L’anarchia che abbiamo nel DNA, se per certi versi è positiva, per altri è deleteria. Vi propongo un esempio a me geograficamente vicino. Nel comprensorio Abano Terme, Montegrotto e vicinanze ci sono delle Terme rinomate e apprezzate. Ma i pur bellissimi alberghi e resort della zona restano esclusi dai giri proposti agli europei del Nord Europa, perché nessuno ha inserito un centro benessere nelle proprie strutture. Per gli operatori del Nord Europa questo è escludente. Se aggiungete le piccole meschine rivalità, capirete le motivazioni della crisi.
  • Non esiste cultura dell’accoglienza. Il turista non ci fa un dispiacere, se viene a spendere nel nostro Paese, come troppe volte sembra. E’ il “signor cliente” e come tale va trattato e servito. La logica da anni ‘50/’60, che permetteva di lavorare cinque-sei mesi e di vivere poi tutto l’anno, è antidiluviana, non paga più. Ma certi operatori non se ne sono accorti.
  • Proporre innovazioni, aggiornamenti, investimenti sembra una bestemmia. Barcellona è stata fatta “ruotare” di 30 gradi, creando un fronte mare che la ha resa interessante ed appetibile. Da noi se qualcuno vuole modificare ad esempio Grado, investendo molte (sei/otto) centinaia di milioni, viene osteggiato da miserabili traffichini locali, tesi a ottenere la mancia più alta possibile. Fino a che l’investitore si rompe le scatole e molla tutto. Bravi, bene. Furbi come cervi!
  • In certe località si cerca di proporre novità, iniziative, idee per allietare il soggiorno dei turisti: non si può proporre solo ombrellone e sdraio, fidando nelle bellezze naturali. I concorrenti si sono attrezzati per tempo. Da noi le pur lodevoli iniziative sembrano e sono episodi sporadici e singoli. Non sono coordinati, manca una strategia. Che diamine: costerebbe poco, ad esempio, organizzare un giro di località protette di parchi, di riserve, di oasi. I “nordici” apprezzano.
  • Troppi operatori assomigliano più a sanguisughe che ad imprenditori. Pagare per tre ore di parcheggio a Venezia 30 euro mi sembra più che esoso, stupido.
  • Abbiamo, ANCHE QUESTO!, la miglior cucina del mondo (Un grande chef francese affermò:”Per forza la cucina francese è la migliore del mondo: è una cucina italiana rovinata dalle salse!”). Ma quello che serviamo nei piatti degli ospiti è sempre all’altezza? Ne dubito assaissimo. Lo stesso dicasi per il vino, per i formaggi, per gli insaccati. E non parliamo di ortaggi e frutta. Si accettano sfide. Mondiali (tant’è vero che ci clonano in tutto il mondo). E le autorità?
  • In compenso i nostri siti archeologici sono lasciati andare in rovina: Pompei ed i Colosseo sono solo gli esempi più famosi. Ma sono centinaia i capolavori abbandonati alla sorte. Roba da galera, nonostante gli eroici sforzi del F.A.I.
  • Si era anche cercato di creare un “PORTALE ITALIA”. Fallito miseramente (mi sembra che il costo si fosse aggirato sui 40 milioni di euro: uno sproposito, una italianata sprcona). Poi mi permetto di suggerire che, se si fa un accesso turistico in rete, magari usare anche inglese, tedesco, francese,giapponese, russo, cinese, spagnolo, portoghese, arabo ecc. ecc. forse potrebbe aiutare. O no?

Potremmo continuare, e lo sapete: ciascuno può aggiungere idee, osservazioni, suggerimenti. Quello che resta è la rabbia nel constatare che, ancora una volta, si getta via un tesoro. Per indifferenza, incapacità, accidia, viltà, se volete. Uno spreco, un maledetto spreco. Un solito pasticcio all’italiana.


Fabrizio Belloni

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