lunedì 18 marzo 2013

Guerra valutaria in corso, peggio di un conflitto nucleare....



Ante scriptum: 
LA GUERRA VALUTARIA SPIEGATA CON LINGUAGGIO SEMPLICISSIMO. PER LA SERIE: PERCHE' IL GIAPPONE POTREBBE INNESCARE UNA GUERRA MONDIALE, O MEGLIO PERCHE' IL GIAPPONE NON VUOL ESSERE DA MENO RISPETTO AL GOVERNO YANKEE E ALLA FED. BUONA LETTURA! (Rocco Nuzzo)


Iniziamo a guardare come è fatto l'attuale sistema monetario.

Nella maggior parte dei paesi, l'offerta di moneta è sotto totale controllo di un pugno di persone, i banchieri centrali. Hanno il potere di creare moneta dal nulla e obbligare per legge, tramite i politici, tutti noi ad utilizzarla. Creare moneta significa diluirne il valore: se i soldi cadessero dal cielo non avrebbero un gran valore, è un concetto che un bambino di 5 anni non fa fatica a comprendere.

Domandatevi perché non vi è concesso stampare denaro falso e capirete quali sono i vantaggi per chi ha il monopolio della stampante.. per i governi significa diminuire il peso dei propri debiti. Se hai un debito di 100 euro e 1 euro oggi vale 1 gallina, allora se domani 1 euro ne vale 0,8, il debito varrà 80 galline, non più 100. In termini reali la differenza c'è, eccome. Ecco il vantaggio di aver debiti denominati in valute fiat.

Inoltre, proprio a causa dell'indebitamento generale del mondo occidentale, i consumi interni stanno calando. La guerra è dunque quella per accaparrarsi la domanda dei mercati emergenti. Per farlo, svalutano la moneta, che rende conveniente i propri prodotti.

Le banche centrali, dal 2008 ad oggi, hanno iniettato nel sistema oltre 10 mila miliardi di dollari. Ormai non si tratta neanche più di stampare pezzi di carta con delle parole scritte sopra, ma direttamente di fare click su una tastiera.

Ecco il motivo per cui sempre più persone si stanno muovendo per convertire i propri risparmi monetari in oro o metalli preziosi: l'oro e i metalli non si possono creare dal nulla. O, dato che ancora non possiamo pagare la spesa con l'argento, si spostano verso valute stabili, o tutto ciò che possa conservare il valore dei risparmi. D'altronde è la funzione per cui la moneta è emersa nella società.

Top 10 Currencies Versus the US Dollar in 2012
1
New Zealand dollar
+8.07%
2
Chilean peso
+7.49%
3
Polish zloty
+7.04%
4
Columbian peso
+6.78%
5
S. Korean won
+6.51%
6
Philippine peso
+6.47%
7
Mexican peso
+6.21%
8
Singapore dollar
+5.85%
9
Brunei dollar
+5.76%
10
Peruvian new sol
+4.82%


Come potete vedere nel 2012 le valute che si sono apprezzate rispetto al dollaro americano, sono quelle dei mercati emergenti, tutti poco indebitati ed in crescita. Il vincitore è..


..il Dollaro Neozelandese (attenzione ai numeri, vanno sempre interpretati. Per ogni valuta andrebbe fatto un discorso a parte, per cui non pensiate di dover fare incetta di pesos colombiani o dollari neozelandesi..).

Quella tabella è un chiaro segnale della guerra valutaria pronta a scoppiare: non a caso non vi troviamo il real brasiliano, la rupia indiana o il renminbi cinese, perché i rispettivi Paesi, basando la propria economia sulle esportazioni, sono costretti a svalutare la propria moneta per star dietro a quella del dollaro americano.

E se notate non c'è il Franco Svizzero, simbolo di forza e stabilità da sempre, che però ha minato la propria credibilità quando a Settembre 2011, sotto pressione delle aziende esportatrici svizzere come la Netslé, la Banca Nazionale Svizzera ha fissato il cambio con l'Euro a 1,20.

La guerra valutaria parte dalla massiccia svalutazione del dollaro americano, e sta entrando in una nuova fase con le dichiarazioni del nuovo primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, che appena insediatosi ha promesso di svalutare lo Yen quanto necessario: “Le manovre dei paesi, in primis l’America, per deprezzare il cambio rafforzeranno inevitabilmente lo yen. È per noi vitale contrastare questa politica”.

E l'Euro? Non a caso aumentano le dichiarazioni di esponenti dell'establishment europeo, ultimi il Presidente francese Hollande e Romano Prodi, contro l'eccessiva forza dell'euro.

Tenete sempre a mente le parole di Ludwig Von Mises: "Non c'è modo di evitare il collasso finale di un boom indotto da un'espansione creditizia. La scelta è solo se la crisi debba avvenire prima come risultato dell'abbandono volontario di un'ulteriore espansione del debito o più tardi con la totale catastrofe del sistema monetario coinvolto".


Ci dicono che la guerra valutaria è l'equivalente di una reazione nucleare incontrollata ed inarrestabile, capace di rendere il mondo totalmente inadatto per le persone libere, che vogliono lavorare, produrre, risparmiare, vivere.

Trarne le conseguenze significa comprendere cosa comporta nella vostra vita questa situazione e agire di conseguenza. Un suggerimento: la soluzione non passa dalla politica.

Riecho
Editor EconomiaeLiberta.com


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Commento: "...bellissimo articolo ma gli manca il finale: dove passa la soluzione, dalla svalutazione dello yen? e non è politica pure quella? se no da che passa?" (Marco Carlino)

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Contro ipotesi di Anthony Ceresa:


Carissimo Paolo D’Arpini,
rispondo brevemente all’articolo soprastante sulla Guerra Valutaria. 
Vorrei iniziare con un elogio a Paolo D’Arpini per le sue capacità di mettere insieme le varie scuole di pensiero per uno scambio ragionato sui vari problemi che sta attraversando il Paese, in modo diverso dalle imposizioni effettuate dalla Bocconi (Scuola di Economia con Professori cilecca), che impongono teorie completamente fuori tempo.
Penso e ne sono convinto, se per assurdo Paolo D’Arpini fosse Presidente del nostro Paese, l’Italia non si troverebbe nelle disastrate condizioni attuali.
Nel contrastare in modo rispettoso l’articolo descritto da Rocco Nunzio, ritengo che il sistema Monetario Economico speculativo dove ogni Paese ha il suo, viene programmato dall’intelligenza di chi Governa.
Per trarre maggiore comprensione su un argomento primario così delicato e complesso, bisognerà ricorrere a esempi storici basati principalmente su Nazioni che hanno saputo crearsi una parziale o totale indipendenza dai mercati, o associandosi a multinazionali dove le materie prime obbligano gli Stati a restrizioni speculative o a forti movimenti Monetari nel dipendere da provetti speculatori.
Con riferimento alla disponibilità della Valuta, chiunque può stampare soldi, basta firmare un pagherò per qualsiasi cifra, soggetta a resistenze negative concernenti la fiducia, mentre i soldi garantiti dagli Stati o dalle Banche godono di pieni riconoscimenti ovunque, anche a livello Internazionale.
Mi pare di capire che l’autore dell’articolo pone il problema del Giappone come possibile esplosione di una guerra valutaria mondiale.
Facciamo insieme una analisi sul Giappone. Un Paese distrutto e ricostruito dagli Yankee per ragioni Politiche e Militari per bilanciare le Politiche strutturali nell’area Asiatica. Una Nazione esclusivamente trasformatrice, interamente dipendente da forniture di materie prime dall’estero, tutte gestite da multinazionali Americane.
A fianco del Giappone sono sorte Potenze del calibro Economico/Produttivo e Militare di maggiore grandezza come la Cina, l’India, la Corea del Sud, ed un’altra dozzina di Nazioni di minore importanza strategica, tutte dipendenti dagli Yankee Commercialmente e Militarmente.
Da questa limitata ma importante dimostrazione possiamo dedurre che non esiste alcun pericolo di Guerra né Valutaria e nemmeno Militare con riferimento al Giappone.
Nel caso ci fosse un pericolo di guerra nell’area Asiatica, non sarà né il Giappone e neanche l’America a volerla, ma per volontà di squilibrati i quali dopo aver scoperto il Nucleare, pensano di ripiegare il mondo.
Il gioco degli esperti affaristi che studiano le svalutazioni o rivalutazioni monetarie per trarre i loro profitti su basi giornaliere nelle varie Borse del Mondo, creano continui sbilanciamenti Valutari, ma sopratutto martellando sui prezzi delle materie prime in congiunzione allo sballo di certe teste molli (Governanti), i quali pongono le Economie Valutarie e Industriali dei propri Paesi alla mercé di altri Gruppi di Potere Internazionali. (Vedi la situazione di molti Paesi dell’Africa Centrale, il Nord Africa, l’America Latina,l’Europa, dove rappresentanti di Governi Tiranni si sono arricchiti ai danni dei propri Paesi. (Il nostro Paese incluso, dove la Casta di incoscienti dopo aver creato il fallimento Economico e Industriale, non risente la crisi).
L’Italia, nel caso di una guerra Economica per strozzinaggio delle materie prime, o eventualmente per sanzioni imposte dall’Europa o dalla Società delle Nazioni, come avvenuto dopo la conquista della Libia, diverremmo vittime di una Politica di sopravvivenza completamente trascurata che ci porterebbe al disastro totale, per mancanza dell’essenziale per il sostentamento Nazionale.
L’introduzione dell’Euro non è stato del tutto negativo in una formazione geopolitica Internazionale in cambiamento, ma richiedeva un cambio dei vecchi sistemi di sperpero del denaro pubblico, come del resto è accaduto in quasi tutti i Paesi membri della Comunità Europea, i quali dopo lo sviluppo della Globalizzazione si sono trovati dinnanzi al problema di mancanza di concorrenzialità, dove è più conveniente importare piuttosto che produrre, perdendo il mercato interno e quelli esteri, generando disoccupazione e minori entrate Tributarie.
La svalutazione o rivalutazione della Valuta è un problema che si fa sentire maggiormente nei Paesi privi di risorse Naturali e dipendono prevalentemente sull’Import e sull’Export delle proprie necessità, per bilanciare i Budget Nazionali, soggette all’altalena delle Valute per poter sopravvivere.
Nelle speculazioni valutarie bisogna considerare una importantissima Legge Naturale, il “relativismo” che si applica a tutte le Nazioni, a tutti gli uomini e a tutte le funzioni di qualsiasi attività. Una persona abituata a dominare speculando sul prossimo, nel tempo, perderà supremazia ritornando per effetti naturali alle misere spoglie, mentre una persona con principi di saggezza simili alla laboriosità delle formiche, improntate sullo sviluppo di un sistema Valutario Universale unificato, potrà godere del proprio assolutismo oltre i tempi.
Dalle origini del mondo, abbiamo avuto grandi Imperi e potentissime Dinastie dominanti, le quali si sono perse nella polvere, senza lasciare tracce delle loro immonde mascalzonate, in seguito portate alla luce da Redazioni di interessi Politici, manipolando la storia secondo le convenienze del momento.
La rivalutazione della valuta non significa nulla e può essere sinonimo di grave inflazione in un Paese, difatti l’Euro è forte mentre l’Europa è nella “M” totale. Quando l’Italia cambiava la Lira contro il dollaro a 2.000 lire, arrivata sino a 2.400 lire per un Dollaro, la nostra inflazione era arrivata al 25% annuo e la rivalutazione monetaria seguiva a ruota un falso benessere che si è mantenuto attingendo e rigonfiando il calderone dei debiti pubblici. In sostanza celava la realtà del momento per scoppiare negativamente più tardi.
Dopo l’evento dell’Euro nel nostro Paese, i nostri Guru nascosero tutte le negatività iniziali che avrebbero prodotto divergenze e disillusioni sul PIL Nazionale e malgrado una sostanziale diminuzione Industriale locale e verso i mercati esteri, coperta marginalmente ricorrendo all’aumento del costo delle case e dei servizi di prima necessità, per compensare la riduzione dei consumi mantenendo il PIL entro cifre falsamente accettabili.
Vorrei chiarire un concetto il quale come è stato espresso dall’Autore sembrerebbe che alcune Valute straniere si siano apprezzate rispetto al Dollaro per capacità politico Economiche. Purtroppo la realtà è leggermente diversa: il Dollaro è stato intenzionalmente deprezzato per ragioni di mercato interno ed internazionale, oltre a ridurre gli interessi sui debiti esteri, non per la perdita di Valore dovuto al superamento di altre Economie.
Il Franco Svizzero (non fa guerre, non finanzia i Partiti, con una rimunerazione ragionata dei servitori pubblici) segue una Politica Valutaria unica che fa onore alle Politiche Sociali del Paese, considerato un serbatoio valutario mondiale con le dovute garanzie che premiano la Politica Nazionale.
L’Euro, inizialmente è stato la manna momentanea per molti Paesi dell’Unione, ed ha permesso di scaricare inflazioni monetarie pregresse. In seguito non potendo più stampare soldi, si sono trovati a dover gonfiare il debito pubblico sino a scoppiare.
Per l’Italia nessuna catastrofe in vista per il momento, a condizioni di cambiare radicalmente il sistema imposto dalla Casta Politica.
Nella male augurata impossibilità di migliorare la nostra Economia, dopo aver ceduto all’estero importanti Industrie Italiane, la Cina sarebbe ben felice di acquistare qualche Isola Italiana per gestire meglio i propri affari e penetrare maggiormente nei mercati Europei e Africani.
Anthony Ceresa

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