martedì 1 maggio 2012

Dialogo tra Joe Fallisi, Maurizio Barozzi, Paolo D'Arpini, Giorgio Vitali e Giuseppe Turrisi, in un giorno di festa, il 1° maggio 2012

Permettetemi di dire la mia... all'interno ed anche fuori dell'ideologia....

Dialogo tra Joe Fallisi, Maurizio Barozzi, Paolo D'Arpini, Giorgio Vitali e Giuseppe Turrisi, in un giorno di festa, il 1° maggio 2012

Ante scriptun augurale

Buon inizio di Maggio.
Il nome del mese deriva dalla Dea romana Maia.
Maia è la dea della Fecondità e del risveglio della natura.
Originariamente era la dea dei campi.
Una particolarità?
Che il primo di Maggio era il giorno a lei dedicato era la sua festa.
Nella mitologia si narra che il Dio Vulcano offriva in sacrificio il primo Maggio una scrofa gravida affinche la terra anche lei fosse gravida di frutti.
E anche il nome Maiale pare che risalga alla dea Maia.
Le parole e le festività hanno una storia antica.
Almeno così sappiamo meglio la storia della festività ed il significato di alcune parole che usiamo giornalmente.
Un cordiale saluto.
Franco Farina

Fate, sirena e folletto di Franco Farina


Maurizio Barozzi

Joe Fallisi è un uomo libero e non è facilmente etichettabile, non a caso la sua cultura è di stampo anarchico e libertario. Non possiamo giudicarlo con i nostri occhi da “fascisti”. La sua visione della vita e del mondo parte da una premessa precisa: essere contro - sempre e comunque - dove si manifesta la sopraffazione, il genocidio, lo sfruttamento e l’uso di mezzi criminali. Vuoi contro l’uomo, a prescindere dalla razza, vuoi contro la natura e gli animali.
Quindi egli, allo stesso tempo, condannerà senza mezzi termini e con parole forti, come è nel suo costume, qualsiasi strage fatta dai bolscevichi, dai titini e le foibe, o gli orridi massacri perpetrati dagli ebrei, dagli americani e quant’altro, ma allo stesso tempo condannerà la mano pesante dei tedeschi, di Graziani in Libia o quelli degli italiani alle terre di confine adriatico. Senza dimenticare i crimini obbrobriosi commessi nel tempo dai pii cristiani con i loro roghi e le loro torture accompagnate da ipocrite litanie.
Egli non sta a considerare se tali massacri erano motivati, erano una giusta ritorsione o altro, li condanna e basta. E bisogna riconoscere che il suo non è il “pietismo” di certe sinistre, che come ben sappiamo, erano capaci spudoratamente di piangere i loro morti e ignorare quelli degli altri.
Ma oltretutto la sua weltashaung non è materialista, ma è profondamente spirituale e si riconosce in una visione cosmica per la quale esistono le differenze spirituali e di razza. E’ ovvio che per lui, queste differenze non devono però arrivare a generare la sopraffazione.
Detto questo bisogna aggiungere che Fallisi è anche estremamente obiettivo, e riconosce ed apprezza, ad esempio, l’opera del nazionalsocialismo e di Hitler, in particolare nei confronti del popolo tedesco e l’aggressione che ha subito dai “padroni del mondo”. Parlando con lui non parli con il solito antifascista, perché Fallisi comprende e apprezza anche tutta la legislazione sociale del fascismo e le grandi opere che vennero fatte in favore del popolo italiano. Non è poco, come è dimostrato dalle accuse e dalle invettive che riceve da anarchici e ambienti di sinistra.
Questo è quello che posso dire io su Fallisi, che oltretutto personalmente non conosco, ed ovviamente nel mio ritratto potrei aver commesso qualche errore o aver omesso qualcosa di importante. Ma non credo di sbagliarmi.
E ovvio che, personalmente, da fascista io abbia una concezione della vita e del mondo alquanto diversa, per la quale non credo alla distinzione tra “buoni” e “cattivi” e il mio faro di orientamento, nelle divisioni che il mondo continuamente propone, è quello della “Civiltà”, degli interessi geopolitici della mia terra e del mio popolo e là dove sento  e constato che quei valori sono da sostenere.
Le esternazioni “umane” di Fallisi gli fanno onore, ma la storia, purtroppo, non si può ridurre a “buoni” e “cattivi”, perché la natura umana non conosce queste distinzioni: cambiate le condizioni i “buoni” di oggi, gli “aggrediti di oggi, diventano i “cattivi” e gli aggressori di domani.
Oggi a 62 anni dalla fine della guerra io pensavo che si potessero superare certi steccati e ragionare con persone che non siano preda di odio viscerale, antifascista o anticomunista che sia, trovando punti di incontro, fermi restano che ci saranno sempre punti di divisione, sopratutto ideologica.
Non mi sembra che far questo sia da “fascisti di cartapesta”, perché allora dovrei andare anche a vedere certi pedegree e se trovo militanze, pluriennali, dico pluriennali, nel peggior partito antifascista italiano ovvero il MSI, allora quel “fascista di cartapesta” andrebbe quanto meno ribaltato.
Certo non pretendo che questa “duttilità” possa per forza esserci in chi, oggi alquanto anziano, ha combattuto sotto certe insegne e ha sofferto quello che ha sofferto.
Io sono della generazione successiva (1947) e mi onoro di aver militato nella FNCRSI, vera formazione testimonianza storica e umana del fascismo, sia pure non come ex combattente, e forse posso permettermi qualche spregiudicatezza in più.
Anche perché, diciamolo chiaramente, nel mio percorso umano e politico, quelli che ho conosciuto e che avrebbero dovuto essere i “fascisti”, anzi i neofascisti, in massima parte posso definirli dei perfetti antifascisti, a prescindere dal loro passato. E il mio giudizio è tanto più drastico e repellente, sia sotto il profilo politico (accozzaglia di conservatori e reazionari), etico (truppe camellate al servizio degli atlantici), e morale (ben pochi sono quelli con non sono stati collosi con i Servizi o non siano stati spie dei carabinieri o della polizia, ovvero di questo stato democratico e antifascista! e ancor meno sono quelli che non hanno fatto mercimonio di simboli ed idee per racimolare un lurido posto al Parlamento o in qualche Consiglio comunale, se non in qualche miserabile circoscrizione).
Maurizio Barozzi

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Paolo D'Arpini

Caro Maurizio, non so se questa tua risposta-precisazione sia indirizzata a me, a Joe.. od a chiunque altro ci legge. Forse è indirizzata a te stesso. Forse ti serve per esprimere il tuo pensiero e dire che ti riconosci nel fascismo. Vedi, caro Maurizio, se noi potessimo con estrema freddezza e con equanimità vedere il processo con il quale ci accreditiamo un pensiero, sulla base di come noi lo abbiamo condiviso, non nell'esperienza diretta, ma nel credere e nel giudicare quel che in noi ha evocato... Ognuno di noi potrebbe dire, di volta in volta, di essere fascista, comunista, anarchico, atlantista, sionista o quel che capita..  sulla base di ciò che abbiamo condiviso e compreso.
Allora, una volta che si riconosca la propria matrice nell'umano, nella coscienza umana, è normale che una piccola o grande parte di noi sia in accordo con questo o quel pensiero, con questa o quella specifica azione compiuta da chi ci ha preceduto o con noi cammina. La nostra tendenza socializzante ed il desiderio di poterci riconoscere in un "fold" è alla base del nostro sentire di animali sociali qual siamo. Così sorge la necessità di voler condividere qualcosa con gli altri e  possiamo farlo esclusivamente attraverso quel che i nostri occhi accettano, attraverso quel che i nostri occhi  comprendono. La cultura della quale siamo stati imbevuti, direi a nostra insaputa e contro il nostro volere, è una sorta di "filtro" per mezzo del quale siamo in grado di accettare o rigettare questo o quel pensiero.. Perciò nascono le simpatie e le antipatie.
Il tentativo di togliersi il paraocchi, da parte di Joe, è sicuramente un primo passo verso la libertà dal "conosciuto".. Forse, qui vorrei aggiungere,  tale passo va accompagnato da una "compassione" ed empatia verso tutti gli esseri umani.. indistintamente prede dei meccanismi dell'ignoranza, autoindotta e perpetuata, che impedisce di scorgere l'unità dietro le molteplici apparenze delle diverse posizioni e  vari "credo"... (siano  essi politici, filosofici, religiosi o di altro genere)... Ecco, questo volevo dire a te, a Joe agli altri che ci leggono ed a me stesso stesso.
Paolo D'Arpini


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Giuseppe Turrisi

Condivido le riflessioni di Paolo ma sopratutto voglio sottolineare di non continuare a voler vedere il mondo con etichette personalmente pur avendo una storia umana, spirituale e politica alle spalle oggi non accetto più essere classificato secondo etichette che ci fanno forse sentire protetti ma di fatto reiterano un modello  di archetipi che ci limitano nella visione della grandezza della natura umana.
Le visoni romantiche per quanto autentiche storicamente sono sempre soggette a particolarismi che ci sottraggono alla visione olistica della natura e ci allontanano dalla intelligenza collettiva che non si raggiungerà mai con la dialettica delle parti ma solo con la partecipazione delle parti.. perché ancora ci costringiamo a vedere il mondo solo con gli occhiali di un mono colore quando abbiamo la possibilità di vederlo nello spettro generale?
Giuseppe Turrisi


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Giorgio Vitali con Bonaventura

PUR CONCORDANDO CON L'AMIC....ISSIMO PAOLO, DEVO AGGIUNGERE QUALCOSA. VERO è CHE IL PROBLEMA è LA CONOSCENZA DI SE STESSI, MA è ANCHE VERO CHE, PROPRIO PER QUESTA RAGIONE, NOI STESSI CI CONOSCIAMO IN UN CONTESTO (comunità, paese, città, nazione, mondo, universo e... quant'altro). QUESTO PROCESSO DI INDIVIDUAZIONE NON PUò
PRESCINDERE DALL'ASPETTO morale. eCCO IL PUNTO IN CUI NASCE L'UOMO. OCCORRE AVERE IL CORAGGIO DI AUTODETERMINARSI tanto culturalmente quanto storicamente. Cè una battura di Henry Youngman che sprime chiaramente certi concetti. “ LO SQUALO MI HA RICORDATO MIA MOGLIE. UNA VOLTA INFATTI è RIUSCITA A NON FARSI MORDERE DA UNO SQUALO. HA APERTO LA BOCCA PER PRIMA!” IN SOSTANZA, CHI SI TIRA FUORI è, appunto, uno che si tira fuori.
MA SENTIAMO COSA DICE SOCRATE (APOLOGIA DI SOCRATE, il saggio la cui figura fu presa ad esempio dai costruttori della figura di Cristo): “ Ora mi si potrebbe dire: ma una volta via di qui, Socrate, non potresti startene zitto e quieto? Ecco precisamente il punto su cui è più difficile persuadere alcuni di voi... perchè se affermo che ciò significherebbe disubbidire al dio, per cui di stare quieto non mi
riuscirebbe, non mi crederete e penserete che sto scherzando. Ancor meno mi crederete se dico che il più grande bene dato all'uomo è proprio questa possibilità di ragionare quotidianamente sulla virtù e sui vari temi su cui mi avete sentito discutere o esaminare me stesso e altri, e che una vita senza ricerca non vale la pena di essere vissuta dall'uomo. MA LE COSE STANNO COSì, O CONCITTADINI, E VE LO
RIPETO ANCHE SE NON è FACILE PERSUADERVENE.
Giorgio Vitali

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Socrate

Sì, questa è la conferma della saggezza umana, la visione di Socrate descritta da fratello Giorgio.
Il filosofo greco -persino in punto di morte- non rinunciò alla curiosità per la conoscenza... Non solo analizzando passo passo il processo di avvelenamento e descrivendolo pacatamente.. ma anche -mentre i suoi discepoli lo invitavano alla fuga- quando disse "Perché fuggire? La morte è per tutti inevitabile ed ora questa è una buona occasione, in accordo anche con il mio pensiero democratico, sono stato condannato  dalla maggioranza dei miei concittadini e lo accetto" - E continuò - Inoltre perché preoccuparsi della morte o di quel che seguirà? Se non c'è nulla potrò finalmente godermi un meritato riposo... e se ci fosse un altro mondo magari troverò persone sensibili e sagge con le quali  continuare a  perseguire la conoscenza"...
Di uomini così ce n'è pochi!  Forse il nostro massimo poeta lo eguaglia: "...fatti non foste per viver come bruti ma per seguire virtute e conoscenza!" E pure il Vate ci andò vicino quando disse: "Ama il tuo sogno se pur ti tormenta!"
Paolo D'Arpini

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Joe Fallisi

Finale che torna all'inizio - Ti ringrazio, caro amico Maurizio. Non ci siamo (ancora) conosciuti - succederà senz'altro -, ma tu hai capito perfettamente chi sono. Correggerei solo una cosa: non distinguo in modo semplicistico gli uomini in "buoni" e cattivi", sia perché so che in ognuno di noi albergano qualità opposte e quel che si può vedere all'opera è sempre una mescolanza dinamica di male e di bene, sia perché è il primo il più delle volte a prevalere essendo l'uomo l'unico essere dotato di coscienza infelice, che falsifica la realtà. Anche perciò sono contrarissimo alle necroreligioni del "Libro". Esse presuppongono l'animale umano come unico rappresentante e testimone di "Dio", quando invece forse si tratta solo di un errore di percorso dell'evoluzione, di un sinistro virus anti-cosmico comparso su Madre Terra per stuprarla e distruggerla. Io ti rispetto, così come rispetto e ammiro tutti coloro che rifiutano l'omologazione, che non si vendono e, insieme, mantengono la mente aperta. Un saluto da Damasco, insanguinata dai burkamostri del Kali Yuga, gli orridi trogloditi "islamici" al soldo della CIA, di Soros, del Mossad, dei pedomonarchi, dei dönmeh all'uncino criminale.
Joe Fallisi

1 commento:

  1. IL COMMENTO ALLA PERSONA DI SOCRATE IMPONE QUALCOSA DI PIU'. NON SI TRATTA SOLO DI AMORE PER LA CONOSCENZA.( Che sarebbe soltanto una banale curiosità.) MA IL PRINCIPIO INFORMATORE DELLA NATURA VIVENTE (Come elabora tanto il platonismo, quanto il neo-platonismo, da cui è scaturito il cristianesimo).OGGi ci troviamo in un momento che potremmo chiamare TRASCENDNZA EVOLUTIVA, per cui: o comprendiamo il SOCRATE platonico ( non esiste altro Socrate) anche nell'elaborazione Senechiana, oppure diamo forfait e ci accodiamo al coro gemente delle vittime di MONTHI.< Si è chiuso un ciclo della conoscenza umana per aprirne uno nuovo dove la nostra coscienza sa di poter svolgere un ruolo creativo dell'universo ( nel senso che questa consapevolezza è ampiamente diffusa nell'umanità e non è solo patrimonio di pochi iniziati), un ruolo di trascendenza evolutiva, operando consapevolmente per la sua stessa trasformazione, per quella dell'Uomo e dei Viventi ad un livello superiore.(Eaco Cogliani).

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