mercoledì 12 ottobre 2011

"Il 2012 non è la fine... ma un nuovo inizio!".. lo afferma Quetzasha, uno sciamano Maya-Atzeco




Nel 2012 non ci sarà l’Apocalisse che sarebbe stata prevista dal calendario Maya, ma l’inizio di una nuova evoluzione spirituale dell’umanità.

SAPIENZA ANCESTRALE - Ad affermarlo è il maestro Quetzasha, uno sciamano maya-atzeco in questi giorni in Italia per condividere la sua sapienza. Per secoli le nozioni tramandate di padre in figlio dell’antico popolo sudamericano sono state avvolte dal mistero. Una civiltà antichissima, che si estinse improvvisamente senza nessuna catastrofe sufficiente a motivare quanto avvenuto. Dei Maya ci sono rimasti dei libri in grado (sembrerebbe) di predire il futuro, un sistema matematico raffinatissimo e dei monumenti spettacolari. Il calendario Maya riporta gli anni solari e lunari dei millenni a venire, indicando le eclissi di sole. Diversi studiosi hanno cercato di interpretare i documenti Maya, ma gran parte sono rimasti incomprensibili. Sembra incredibile ma, dopo tanto tempo, sembra che finalmente un Maya abbia deciso di svelare gli arcani del suo popolo e di rilasciare perfino interviste ai quotidiani e tenere convegni negli hotel alla moda della Capitale.

LO SCIAMANO QUETZASHA - Il maestro Quetzasha è uno sciamano maya-azteco, rappresentante dell’ordine supremo di Chichen ed esperto di linguaggi antichi. Ha infatti interpretato ben 777 manoscritti delle culture Maya, Azteca, Rapanui, Egizia, Chichimeca, Inca e Tarahumara. Ed è un esponente di spicco dell’associazione “Unificazione Internazionale della culture preispaniche”. I veri Maya hanno finora mantenuto il segreto sulla loro tradizione ancestrale, ma improvvisamente il maestro Quetzasha ha deciso di rompere il silenzio. Il suo obiettivo è aiutare tutte le persone a interpretare il messaggio del 2012, distinguendo tra i dati storici e le informazioni trasmesse attraverso il linguaggio spirituale e cosmico, per farci uscire dai nostri schemi mentali.

“IL 2012 NON FA PAURA” - Intervistato sul quotidiano Libero da Caterina Maniaci, che le chiedeva se occorra o meno essere preoccupati per il 2012, il maestro Quetzasha ha risposto: “No, nessuna paura. Ci vuole riflessione, meditazione e preparazione interiore per quello che avverrà”. Per lo sciamano del resto è impossibile che succedano altre catastrofi, e il motivo è presto detto: “Secondo voi, già non viviamo in un mondo di catastrofi? Quello che ci succede, tutto intorno, non le sembra abbastanza catastrofico? Le guerre continue, l’odio religioso, il disastro nucleare in Giappone, interi popoli, in Africa, spazzati via dalle carestie e dai genocidi. Ma poi ci sono le catastrofi quotidiane. Perché il primo vero disastro, la prima distruzione è quella della famiglia”.

ENERGIA COSMICA - La prima Apocalisse infatti è quella di una “famiglia abbandonata a se stessa”, dove “i genitori si separano, i figli vivono senza modelli autentici, davanti alla televisione e al computer, convinti che l’unico modo per essere felici sia quello di avere soldi, droga, o vivere un sesso estremo, senza amore”. Ma il passaggio decisivo dell’intervista a Quetzasha è su quello che avverrà nel 2012: “Gli antichi maya hanno lasciato messaggi scritti nelle piramidi e nel loro celebre calendario. Quel che hanno registrato è il cambio di frequenza che si verifica costantemente nel pianeta, attraverso fenomeni naturali (equinozi, solstizi, ecc.). Si tratta di uno scambio di energie nella Terra ma anche dentro l’uomo”.

TRASFORMAZIONE DELL’UMANITA’ - Ed ecco quindi la conclusione dello sciamano: “Il calendario maya non è una divinazione, è un’informazione che segna una trasformazione dell’umanità. La data del 21 dicembre segna la fine di un ciclo “vibratorio” che l’umanità ha vissuto e si genera un nuovo movimento. Non un momento di distruzione, ma il mondo si avvierà verso un’evoluzione di tipo spirituale. Che non coincide con la fine fisica dell’uni-verso, ma con una coscienza nuova di come vivere, in sintonia con la terra e con le forze della natura. Un tempo più sereno e, speriamo, felice. Questa data, poi, è considerata centrale praticamente in tutte le culture antiche e anche per molte profezie di diverse religioni, che le attribuiscono il significato di svolta dell’umanità”.

Pietro Vernizzi

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