lunedì 12 settembre 2011

Joe Fallisi e le verità altre dell'Islam su Gesù, Maria, i santi, il paradiso, le vergini... - Con commenti di Enrico Galoppini e Giorgio Vitali




Secondo l'Islam "Gesù", non figlio di Dio ma solo suo profeta ("'O Gente del Libro! non siate stravaganti nella vostra religione e non dite di Dio altro che la verità! Che il Cristo Gesù figlio di Maria non è che il Messaggero di Dio, il suo Verbo che egli depose in Maria, uno Spirito da lui esalato. Credete dunque in Dio e nei suoi messaggeri e non dite: Tre! Basta! E sarà meglio per voi! perché Dio è un Dio solo, troppo glorioso e alto per avere un figlio! A lui appartiene tutto quel ch'è nei cieli e quel ch'è sulla terra, Lui solo basta a proteggerci!' (Cor., IV:171)", http://it.wikipedia.org/wiki/Gesù_nell'Islam; "Allah è Uno e l'Unico degno di adorazione", http://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo_e_Islam), come per la corrente cristiana eretica docetista (cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Docetismo) che da Marcione giunse fino ai Catari, NON morì sulla croce ("'Hanno detto: Abbiamo ucciso il Cristo, Gesù figlio di Maria, messaggero di Dio, mentre né lo uccisero né lo crocifissero ma così parve loro ... ma Iddio lo innalzò a sé, e Dio è potente e saggio.' (Cor., IV:157-158)", http://it.wikipedia.org/wiki/Gesù_nell'Islam). Ora, questo rifiuto radicale, inequivoco e definitivo di ogni possibile "incarnazione" divina e successiva auto-immolazione "salvifica", morte e "resurrezione" segna l'inconciliabilità assoluta della fede islamica con quella cristiana e in specie col cattolicesimo, di cui nega le basi stesse ("Se Cristo non è risorto vana è la nostra fede", I Corinzi 15:17).

Oltre a tutto ciò significa pure che agli occhi di un buon maomettano NON esiste nessun "popolo deicida" da colpevolizzare e su cui si debba, nel caso, infierire. E spiega anche perché l'Islam si sia rivelato nella storia incomparabilmente meno latore di persecuzioni rispetto ai cristiani ufficiali e alle stragi abominevoli che essi compirono in nome dell'"amore" e della "passione" di "Cristo". 'Sti pazzoidi tirannici volevano "redimere" l'umanità, che però non si era mai sognata di chiederglielo.

Nell'ottica dell'Islam, d'altronde, neppure il "peccato originale" (proprio per mondare l'uomo dal quale sarebbe disceso sulla Terra e si sarebbe immolato l'Uomo-Dio del cristianesimo) ha alcuna realtà. "Nella religione islamica è assente il concetto di eredità della colpa, perché ognuno è responsabile del proprio peccato. Secondo l'Islam il peccato originale sarebbe solo un errore commesso da Adamo ed Eva, ma essi si sarebbero pentiti e quindi perdonati da Dio, senza che il loro sbaglio si ripercuotesse sul genere umano." (http://it.wikipedia.org/wiki/Peccato_originale); "E' necessario dire che nel racconto coranico della creazione dei primi esseri umani è assente un dettaglio come la creazione di Eva dalla costola di Adamo.

Nell'Islam, perciò, nessuno poneva domande riguardo al fatto se la donna è un essere umano e se possiede un'anima, questioni che i cristiani discutevano nei loro concilii. L'antropologia coranica non era terreno fertile per un tipo di conclusioni sulla forma metafisica secondaria della donna come le seguenti: se Adamo fu creato prima di Eva la donna dovrebbe stare sempre zitta, non può insegnare, come vien detto da San Paolo, non può essere testimone, non può giudicare, come disse Sant'Agostino. Secondo uno degli Hadith, Eva fu creata insieme ad Adamo ed era sua sorella gemella.

Nella tradizione musulmana ci sono al riguardo altre leggende che riproducono la versione biblica della creazione di Eva dalla costola di Adamo. Ma in bocca al Profeta questa leggenda assume un altro senso, che non è diretto contro la donna, ma in sua difesa: 'Ella è creata dalla costola incurvata e, per questo, volendo tenerla più dritta, potrebbe succedere che la si rompa'.

Non vi sono ragioni per l'antifemminismo nella storia coranica del peccato dei primi esseri umani. Non c'è alcuna traccia del ruolo di Eva come la prima a violare la proibizione divina di mangiare il frutto dell'albero, né del fatto che ella per prima abbia ceduto alle tentazioni di Satana. Ancora più sostanziale è, dal punto di vista della prospettiva umanista, il modo in cui la tradizione islamica sminuisce il significato del peccato originale e lo riduce solamente ad un piccolo errore.

Adamo, secondo il Corano, semplicemente dimenticò il Testamento Divino e poi si pentì. Dio accettò la sua penitenza, 'E lo avvicinò a sé e lo indirizzò verso la retta via'. La fuga di Adamo ed Eva dal Paradiso può esser vista non come un castigo, ma come una possibilità data all'uomo di guadagnare col suo lavoro sulla terra il paradiso della vita futura. Come si vede, all'Islam è completamente estranea l'idea del peccato originale come il grande crimine che cambiò sostanzialmente l'integrità degli uomini e che, in particolare, li privò della somiglianza con Dio, così come gli è estranea l'idea della responsabilità che tutte le generazioni future devono sopportare. Secondo gli studi islamici, l'essere umano è per sua natura innocente: non solo nasce puro, senza peccato, ma anche credente, e si trasforma in qualcosa di differente solo sotto l'influenza dell'educazione e dell'ambiente. Il Corano non contiene informazioni sui castighi conosciuti, ai quali, secondo il racconto biblico, furono sottoposti i primi uomini e, successivamente, i loro discendenti come conseguenza del peccato originale.

In particolare, secondo l'Islam, 'guadagnarsi il pane col sudore' per mantenere la propria famiglia, non è il castigo per il peccato originale, ma è, al contrario, una delle azioni più devote. Ciò viene espresso nei detti del Profeta: 'Ci sono altri peccati, per redimere i quali si può solamente guadagnare il pane di ogni giorno' o, secondo un'altra versione: 'grazie al lavoro, mantenere la famiglia'.

Anche 'partorirai i tuoi figli nel dolore', non è un castigo per Eva e, con essa, per qualsiasi donna in generale, ma al contrario, si tratta, secondo l'Islam, di uno degli atti più grandi di autosacrificio. Secondo il Profeta, il Creatore stabilì che ogni qual volta una donna soffre durante il parto, si tiene conto delle sue sofferenze e verrà poi premiata come una martire divina. Se il parto è andato a buon fine, le vengono perdonati tutti i suoi peccati precedenti, anche se sono stati molti, anche se sono tanti quanti la schiuma del mare. Inoltre, se una donna muore durante il parto, viene considerata una martire e starà in Paradiso fino all'ultimo giorno, quello della resurrezione, quando potrà riunirsi a suo marito, superando, per di più, per settanta volte le donne del Paradiso, le vergini.

La glorificazione della donna madre trovò la sua più chiara incarnazione in queste altre parole del Profeta: 'Il Paradiso si trova sotto i piedi delle madri'. (...) Affermando l'erotismo amante della vita, l'Islam respinge il timore davanti alla carne e il rifiuto della vita sessuale come peccato, come macchinazione del Diavolo. 'Quando i coniugi si accarezzano', dice il Profeta, 'Dio li guarda con uno sguardo pieno di bontà'. Il tratto umanista dell'etica sessuale dell'Islam consiste nel sottolineare la parte della donna nelle relazioni intime come soggetto in condizioni di eguaglianza. E' obbligo del marito essere attento alla soddisfazione dei desideri sessuali della moglie. In una delle lezioni del Profeta si dice: 'Non gettatevi sulle vostre donne come fanno gli animali, costruite un ponte fatto di dolci parole e di baci'. L'Islam non diffondeva tra i suoi credenti una visione apocalittica, basata sul timore costante di prossime catastrofi. Se pure viene sottolineato il carattere ineludibile della fine del mondo, viene anche detto che 'Bisogna sforzarsi in questa vita come se essa fosse eterna'. Uno degli aspetti dell'umanesimo musulmano è relazionato con un modo speciale di amare l'essere umano, la bontà divina. 'Nel nome di Dio, benevolo e misericordioso', con questa formula si apre il Corano ed ognuno dei suoi cento quattordici capitoli. Il Dio coranico si propose di essere misericordioso.

Terminata la creazione delle creature, dice uno degli Hadith, il Creatore scrisse queste parole e le mise sul suo trono: 'La mia misericordia è più grande della mia ira'. In un altro Hadith si dice che Dio, dopo aver creato la misericordia, la divise in cento parti uguali. Una di queste parti la distribuì fra tutte le creature ed è per ciò che ogni tipo di amore, affetto, pietà e compassione sono parte di questo mondo. Le altre novantanove parti Dio le tenne per sé e le distribuirà fra la gente il Giorno del Giudizio Finale. Dio può perdonare tutti i peccati senza eccezione, si dice nel Corano. Solamente chi ignora la dottrina non crede nella Misericordia Divina: 'Giuro su di Lui, che ha in mano la mia anima', disse una volta il Profeta, 'che, se voi non commetteste peccati, il Supremo creerebbe altri affinché pecchino, si pentano e ricevano il suo perdono'. La rivelazione più chiara dell'amore di Dio per la gente e della sua indulgenza consiste nell'ordine da Lui stabilito, in base al quale tenere il conto delle azioni. Se l'uomo ha l'intenzione di commettere un atto buono, esso viene contato come un atto buono. Se l'uomo porta a termine questo atto buono, esso vale da dieci a settecento atti buoni. Se l'uomo ha intenzione di commettere un'azione cattiva, non se ne tiene conto. Dopo che l'azione cattiva è stata commessa, essa viene conteggiata solamente come una azione.

Inoltre, un peccatore pentito può sempre contare sul perdono divino, come disse il Profeta: 'Dio si rallegra di più per la penitenza del suo schiavo che tu del ritrovamento insperato di una cosa persa'; 'A chi si avvicina a Dio di un passo, Dio gli si avvicinerà di cento passi; mentre uno si dirigerà al suo incontro camminando, Dio lo farà correndo'. Non è mai tardi perché un peccatore si diriga a Dio per chiedere il Suo perdono.

Inviando Adamo sulla terra Dio gli promise: 'Non chiuderò mai le porte della mia Misericordia davanti alla penitenza dei tuoi discendenti, anche quando si pentissero solo nell'estremo istante'. Tuttavia il peccatore che non ha trovato il tempo di pentirsi durante la sua vita non deve perdere le speranze di salvazione, poiché coloro che, nel giorno del giudizio finale, saranno condannati alle sofferenze dell'inferno possono contare sull'aiuto degli angeli, dei profeti, dei saggi, dei martiri, compresi gli abitanti 'semplici' del Paradiso. Va fatta una speciale menzione per il diritto dato ai bambini di difendere i propri genitori. Il bambino innocente, il quale ha la salvezza garantita, desisterà dall'andare da solo in Paradiso.

Perciò, aggrappandosi alle vesti dei genitori, condannati per i loro peccati, li porta con sé in Paradiso, con il permesso di Dio. Anche quelli che vanno all'inferno, dopo aver scontato le proprie colpe di peccatori, vengono fatti uscire da lì. Questo felice finale spetta per primi ai musulmani - nel senso stretto della parola, i seguaci di Muhamad - e in un senso più ampio, ai monoteisti in generale. Poi, a tutti coloro che hanno una briciola di fede nel cuore; e, infine, secondo l'opinione di quasi tutti gli interpreti del Corano, a tutti i peccatori che abitano nell'inferno. Nessuno deve disperarsi. Tutti possono sperare nel perdono, inclusi gli ultimi peccatori e il nemico acerrimo di Dio, Satana. Non è forse detto nelle Scritture: 'La mia pietà è universale'?" (http://www.dialogo.org/docs/islam1.htm).

In realtà il Corano, se anche viene a "completare" le Rivelazioni precedenti, di fatto conduce alla loro abolizione (cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Cristianesimo_e_Islam).

Le sinistre favole (auto)punitive giudaicocristiane si dissolvono perdendo il loro potere ricattatorio-persecutorio. L'Islam è altra cosa, diversa e superiore, rispetto alle altre due "religioni del Libro". E così Allah il misericordioso NON è l'Arconte tribale e mostruoso della Bibbia (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/87073).

L'umanità viene sgravata di un enorme peso. Proprio questa effettiva alterità costituisce una delle cause più profonde dell'odio radicale nei confronti dei musulmani.

Come si sa, nei litolibri questi ultimi appaiono come i successori del "figlio della serva" (cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Ismaele, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/84581).

Motivo in più perché un giorno, Inshallah, si liberino di questo fardello di pietra delirante.

Joe Fallisi - flespa@tiscali.it

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Commento di Enrico Galoppini: “Buongiorno a tutti,
figuriamoci, nel tasawwuf (Sufismo) si afferma una massima ben nota: "as-sûfî, ibn al-waqt" ("il sufi è figlio dell'istante"); pertanto si ha ben chiaro nei circoli islamici dediti alla contemplazione quanto conti l'esser presenti a se stessi, nel presente, e vivere appunto nella più totale "consapevolezza" del tempo che si vive, senza 'fughe in avanti' dove non è necessario.

Ma questo non esime dal porsi domande sul "destino ultimo", dopo la morte.
Il "mondo moderno" è caratterizzato essenzialmente dalla rimozione del "problema della morte", su questo non c'è dubbio. Da ciò discende il fatto di non prepararvisi adeguatamente. Come penserà di superare le dure prove che lo attendono dopo il trapasso colui che per tutta la vita s'è completamente immerso nel "mondo"? Gli mancherà terribilmente... e allora vorrà "tornare"... questo volevo dire col precedente messaggio.

Quanto al "pensiero greco" non vorrei che lo si usasse a mo' di "elogio del razionalismo", perché se è per questo anche la civiltà islamica ha avuto fior fior di "filosofi", i quali però non hanno costruito dei "sistemi" conclusi come i 'filosofi' moderni, i quali proprio per questo si sono messi perennemente uno contro l'altro, senza mai pervenire a nulla! I "filosofi" greci, che "filosofi" in senso moderno non erano affatto, sono rispettati e studiati da sempre in ambito islamico, tant'è che di Aristotele e Platone di dice Sayyidunâ (nostro signore) Aristû e Sayyidunâ Iflatûn!

Quanto alle "radici dell'Europa", ammesso che le terre dall'Atlantico agli Urali delineino una "civiltà" con caratteri omogenei, la questione è oziosa, perché ciascuno ci può infilare quel che più gli aggrada: si pensi alle "radici giudaico-cristiane" dei vari Casini e Buttiglione, del resto non messe in discussione da nessun politico di rilievo.

Per quanto riguarda il "sole" e la "natura", certo sono "viventi", nel senso che vivono effettivamente, e non sono né, il primo, una palla di fuoco né, la seconda, un'idea più o meno "ecologista"; ma non sono il Principio che ha creato tutto, anche il sole e la natura. Nel Corano si sostiene che alla "fine dei tempi" anche la Terra, che i "moderni" hanno violentato oltre ogni limite con la fisima dello "sviluppo", testimonierà al riguardo degli uomini... Perciò è chiaro che anche la Terra "vive" e ha un'anima, solo che oggi di queste relatà è stata fatta un'idea "laica" di tipo ambientalista ("Gaia" ecc.).
Un'ultima cosa, vorrei capire: a parte che non ha alcun senso cercare "inconciliabilità assolute" (è assurdo di per sé perchè tutto, nel mondo, è in qualche modo legato), chi rivendica "radici germaniche" e simili che cosa fa di concreto per "evolversi", "migliorarsi", "conoscere", "prepararsi al dopo"? Segue una tradizione "odinica"? Letta sui libri? Oppure esiste una catena di trasmissione di questa sapienza in grado di dare una conoscenza effettiva?

A proposito di "sapienza", non lo si ricorda quasi mai, ma "Sûfiyya", altra denominazione del Sufismo - anzi la più precisa, perché "tasawwuf" descrive l'attività dell'aspirante sûfî - suona esattamente come "Sofia", pertanto a buon intenditor poche parole!

Un saluto a tutti, senza alcun astio verso nessuno, sia chiaro! Almeno il sottoscritto cerca di "dialogare", non di "convincere" né soprattutto di "polemizzare" per accresscere, in fondo, solo il suo ego.

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Commento di Giorgio Vitali:

L'argomento in oggetto, come è ovvio, richiederebbe una lunghissima trattazione. Ma.... come si sa... argomenti di questo tipo possono essere affrontati SINTETICAMENTE, anche perchè, se si è all'altezza di CENTRARE il problema, o l'ORIGINE dello stesso, è poi anche facile arrivare alla deduzione necessaria. A questo punto è sufficiente legare fra di loro tutti gli aspetti STORICAMENTE rilevabili. Pertanto, se il PUNTO di partenza è l'ORIGINE ideologica della religione in questione, e questo è riscontrabile STORICAMENTE ( geografia+ eventi politici+opportunità belliche) è anche facile la COMPRENSIONE.

Non è una novità che elemento essenziale dell'islamismo sia il monofisismo cristiano. ( Concezione cristologica che riconosce UNA SOLA NATURA nell'unione di divino e umano nel CRisto.). Il primo monofisita fu Apollinare di Laodicea nel IV secolo ( apollinarismo). La credenza monofisita più nota prese le mosse da Cirillo d'Alessandria ( quello che fece martoriare, ovviamente assieme a chissà quanti altri, Ipazia). Per Cirillo, che intendeva COMBATTERE Nestorio, e quindi il nestorianesimo, era possibile distinguere le due nature PRIMA DELL'UNIONE, ma una sola DOPO L'UNIONE. ( Domanda non proprio impertinente: ma costoro NON avevano altro da fare????????)

Il monofisismo venne riproposto in forma più aggressiva da EUTICHE, dopo il concilio di Efeso, il quale negava del tutto l'umanità di Gesù. Il Concilio di Calcedonia nel 451 ( notasi: a quattrocenticinquantunanni dalla presunta nascita di Gesù) ribadì la DOPPIA NATURA nell'UNICA PERSONA DI CRISTO e condannò definitivamente il monofisismo. Tuttavia, molte comunità cristiane continuarono a professare questa fede, ed alcune permangono tuttoggi sotto la forma di CHIESE ORTODOSSE CRISTIANE. ( Tralasciamo, per brevità dei tempi disponisbili, le lotte e le stragi connesse con la definizione della Madonna come madre di Dio, da cui, per necessità di logica, l'immacolata concezione e la salita al Cielo in epoca indefinibile. Resta peraltro, conservata in una teca preziosa, in una chieda della Toscana, la cintura che la Madonna consegnò ad un apostolo mentre stava decollando da questa terra di dolore.)

La rivoluzione islamica, che coinvolse soprattutto le popolazioni cristiane monofisite, stazionanti nelle zone conquistate da Maometto, mentre ERA ANCORA IN ATTO LA DEFINIZIONE DOTTRINARIA DEL CRISTIANESIMO, ebbe con facilità l'acquisizione di queste popolazioni, sulla base di un SINCRETISMO, caratteristica essenziale di TUTTE LE RELIGIONI DIFFUSE ( CHE proprio in questo si distinguono dalle Sètte).
Ne conseguì l'assunzione di Cristo come profeta. (Infatti NON poteva essere diversamente: Cristo era il profeta di quei cristiani che aderirono all'Islam vedendo in LUI il precursore della NUOVA religione che, per opportunismo POLITICO e per SINCRETISMO, aveva assorbito "quel particolare cristianesimo".)

Tale è il ruolo e la funzione delle società umane denominate "NELLO STATO NESCENTE". In esse, che sono CROGIOLO nel quale si impastano tra di loro tutte le ISTANZE e PULSIONI presenti nell'Area, si sviluppa una POTENZIALITA' energetica che vediamo anche nelle rivoluzioni autentiche (tipo rivoluzione francese) dove per un certo periodo la violenza la fa da padrona.

Occorre aggiungere anche che una certa qual vicinanza, persistente anche oggi, fra il CRISTIANESIMO ORTODOSSO e l'Islam è dovuta proprio alla vicinanza interpretabile in senso geopolitico, fra queste due "versioni" del cristianesimo. Aggiungiamo anche che NON ci è possibile studiare a fondo queste forme di cristianesimo che si sta islamizzando perchè le tracce che erano presenti e reperibili ancora a GOA furono distrutte dai portoghesi dopo la loro conquista di quella località dell'India nella prima metà del secolo XVI. Ciò ci permete anche di aggiungere una considerazione fra le tante: e riguarda le cROCIATE. Contro chi furono indette le Crociate? Conto l'islam o contro l'Impero Romano d'Oriente, basato sull'ortodossia? ( Nota conseguente: perchè si chiama così questa religione? Non è forse quella vera? )
Proseguendo nello scandaglio: ci sono, nelle religioni che assumono Cristo come elemento comune, molte reminiscenze di religioni precedenti ( non potrebbe essere diversamente trattandosi di culti sincretici) ma esiste un'eccedenza di "richiami biblici" che ci sembrano abbastanza equivoci.

DATO CHE: 1) La figura del Cristo è stata creata dai filosofi ellenisti di Alessandria, quindi da tutta la scuola alessandrina, dove poi si è svolto il grande scontro dottrinario/ideologico. [ NOTA: ma se l'elaborazione della dottrina è durata qualche secoluccio e su di essa si sono cimentati NON profeti ( per definizione in contatto con DIO) ma FILOSOFI, per definizione impregnati nella razionalità filosofica di natura ellenica ( poi ellenistica)...se detti filosofi, chiamati poi teologi, hanno ritenuto che tutto ciò che sgorgava razionalisticamente dalla loro MENTE, fosse per ciò stesso espressione di divinità....

NON siamo nel pieno del pensiero platonico??? Ed infatti il cristianesimo è la religione costruita dentro il NEOPLATONISMO, filosofia sincretica elaborata entro il sistema romanocentrico. Ne consegue che il cosiddetto ebraismo c'entra come i cavoli a merenda. Tanto più che detto ebraismo, almeno quello che conosciamo come tale, è stato COSTRUITO proprio nello stesso ambito alessandrino ed in epoca Ben posteriore a quello che vogliono farci credere. ( La bibbia dei settanta, che fu abbandonata dal giudaismo nel secondo secolo dopo cristo, era la versione in GRECO, cioè nella lingua parlata e conosciuta. COME dire che se vogliamo conoscere gli scritti degli extraterrestri dobbiamo tradurli in amerikan-slang.) Inutile ricordare gli scritti di Logica che riguardano il ruolo del linguaggio, da Nietzche a Wittgenstein etc...

Per quanto riguarda invece la nascita miracolosa di Gesù, i suoi miracoli, l'ascensione al Cielo e quant'altro, siamo in PIENA RELIGIONE CLASSICO-PAGANA. Mentre quello che di genuino viene attribuito ad una ipotetica cultura ebraica è pura religiosità assiro-babilonese di derivazione indiana.

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Riflessione ulteriore di Enrico Galoppini:

...se per "cultura" s'intende tutto quel che circola in terze pagine, salotti letterari, trasmissioni d'approfondimento ecc., sono pure d'accordo che questa non sia vera cultura! Essenzialmente perché la reputo, oltre che una perdita di tempo, un "inganno" ai danni di chi le attribuisce, grazie ad un pregiudizio "moderno" che ha spacciato la "cultura" per uno dei più elevati aneliti dell'essere umano, un valore che non le compete affatto.
Ma questo è stato possibile solo dopo aver teso - con mille artifici, non ultimo un "superomismo" di cui lo stesso Nazionalsocialismo si è fatto portatore... - una bella cortina fumogena per velare invece ciò a cui l'uomo aspira da sempre: la Conoscenza, la comprensione del perché è al mondo e qual è il destino che lo attende dopo la morte.
Se poi, come sostiene con un po' d'ironia (che non guasta) l'amico Giorgio, il "Dio Priapo" potrà bastare per "orientarci" in un percorso che, volenti o nolenti, dobbiamo intraprendere (per non girare a vuoto tutta la vita e alimentare il circolo vizioso delle rinascite ripullulanti), questo non lo so davvero... Nell'Islam, nella preghiera più diffusa, si invoca Dio di indicare as-sirât al-mustaqîm, la "via retta", il che fa immediatamente pensare a chi, invece, gira e gira, sempre a vuoto come in una giostra, dalla quale, quando il 'tempo è finito' viene lanciato via per far posto ad un altro.
Comunque sia, lungi da me l'intenzione di fare polemica tanto per bisticciare, non sono neppure un "dotto". Anzi, non so praticamente nulla, ma la mia intenzione era apportare qualche elemento di riflessione.
Saluti a tutti E.G.


Mio commento: Caro Enrico Galoppini, la tua intenzione è stata soddisfatta, infatti la riflessione c'è stata.. ed ognuno ha portato il suo contributo, secondo le proprie capacità e propensioni.... Grazie, Paolo D'Arpini

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