domenica 31 luglio 2011

Norvegia - Double Standards: Terroristi musulmani e combattenti cristiani … cosa fa la differenza nella descrizione della violenza?



OSLO – Inutile dire che se a commettere la strage in Norvegia fosse stato un musulmano, i media di tutto il mondo avrebbero parlato di “fondamentalismo islamico” e “estremismo islamico”. Ma ora che è cristiano nessuno dei “grandi media” ha osato parlare di “terrorismo cristiano”.

Per di più da notare che la madre di Breivik era ebrea e secondo la tradizione ebrea anche lui va considerato ebreo; “Behring” è un cognome ebreo ereditato dall’uomo proprio da sua madre; ma nessun media ha nemmeno parlato di “terrorismo ebreo” anzi, tutti hanno nascosto la stirpe dell’uomo.

Ma come lo hanno definito i media? Singolarmente, nessuno dei principali media lo ha definito “terrorista”.
“Assailtant” e “Attacker” (cioè aggressore) second la Reuters, “Gunman” (Uomo armato) secondo la BBC, la CNN ed Al Jazeera.
Persino il Dipartimento di Stato Usa definisce la sua carneficina “Act of Violence” (Un atto di Violenza) ma non un atto terroristico.
Ma allora, l’epiteto “terrorista” riguarda solo i musulmani?
Ennesimo caso di Double Standards.
(Giuseppe Magliacane)
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Commento di Giorgio Vitali

IL MASSACRO NORVEGESE COSTITUISCE ATTO BELLICO A TUTTI GLI EFFETTI. IL TERRORISTA ASSASSINO SI è MOSSO BEN SAPENDO: 1) CHE SAREBBE STATO COPERTO DAI MEDIA OCCIDENTALI. 2) CHE LA PUNIZIONE SAREBBE STATA MINIMA. 3) CHE SUBITO SAREBBE ENTRATA IN GICO LA PROPAGANDA SIONISTA/ISRAELIANA A COPRIRE IN TUTTI I MODI POSSIBILI. 4) CHE L'INTIMIDAZIONE, FORTISSIMA, AVREBBE AGITO DA DETERRENTE NEI CONFRONTI DELLA NORVEGIA O DI ALTRI STATI CHE IN OCCIDENTE INTENDONO PRENDERE LE DISTANZE DA ISRAELE, soprattutto in questo momento in cui sta entrando in crisi il sistema finanziario gestito da "Lorsignori". GV.

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Commento di Maria

Che fosse ebreo non avevamo molti dubbi (con un po' di sangue polacco anche ). Gli manca infatti lo zigomo, e tre operazioni in USA (mento, naso, fronte ) non bastano a togliergli quella certa 'aria'. Basti guardare il premier laburista per capire chi è norvegese purosangue e chi no. Oltre questo, notiamo che la madre di costui era una nurse che lavorava per l' ambasciata (lei stessa una sorta di 'Ruby' Kharima ). Incredibile che donne non particolarmente belle (le ebree non sono certo russe o brasiliane, per quanto su Libero apparse un orrido articolo che presentava le spie tedesche della Stasi come brutte (stile signorina Rottermeier, nome tra l' altro ebreo) e le israeliane come 'femmes fatales' ( se così fosse, avremmo i cinema pieni di costoro). Ma ciononostante, finiscono nei letti anche dei diplomatici. Come mai? Seduzione? No, forse solamente ricatto. E poi ovviamente si fanno mettere piene, così i figli diventano 'utili alla causa'. Ultimamente Hollywood ha prodotto il film Thor della Marvel, dove i fumettisti si sono anche lagnati perché accanto a Thor è stata introdotta una figura che nell'originale fumetto non c' è: Natalie Portman, attrice ebrea che fa la fidanzata del norreno Thor. Ora, poiché Hollywood è in mano a CIA ed ebrei, e poiché gli americani con Thor hanno poco a che vedere, c' è da chiedersi in cosa consistano le manovre ebree di 'tentato matrimonio' con gli scandinavi, anche con il tentativo di attuare la forza. Rientra anche questo, a mio avviso, nello sciacallaggio genetico: ricordo che presso i Gonzaga, stremati dai matrimoni tra consanguinei, era stata mandata 'ad aggiustare la dinastia' Barbara d'Asburgo. Il fatto era riportato dal Machiavelli in una lettera a Cosimo De' Medici, mentre Machiavelli era ambasciatore a Mantua. Alla fine, diceva il Machiavelli, i figli di Barbara risultavano diversi nella progenie da tutti i malaticci e gobbi Gonzaga. Insomma, a 'lorsignori' la chirurgia plastica non basta più… (Maria)

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Commento di Georgius

TROVO LA COSA DI ASSOLUTO INTERESSE, ANCHE PERCHè LA STORIA, QUELLA VERA, è FATTA PROPRIO DI QUESTE COSE. COME RECITAVA UNA RUBRICA FISSA DELLA DOMENICA DEL CORRIERE ( pubblicazione di grande rilevanza culturale, che NOI stupidamente disprezzavamo). La rubrica si intitolava “LA REALTA' ROMANZESCA” con un sottotitolo che richiamava l'attenzione sul fatto che la realtà è molto più romenzesca dei romanzi stessi, DOVE LA FANTASIA NON PUO' MAI EGUAGLIARE CIO' CHE AVVIENE IN NATURA. (Tra parentesi ne posssiedo, rilegata, l'annata 1921-1922). Georgius.

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