sabato 13 novembre 2010

Ambientalisti e vecchietti a confronto... Lettera critica di Danilo D'Antonio



Con chi si confrontano, gli ambientalisti?

Hanno mai parlato con i vecchietti? Con chi è costretto, bastone in una mano e secchi del riciclabile nell'altra, a fare più di una volta le scale a piedi, passi incerti e pericolo di cadere ad ogni scalino, per portare le materie prime nelle mani di quei privati e statali che poi useranno queste risorse per farne il comodo che vogliono. Per regalarle ai ricconi.

Riciclare è pratica più che giusta, tutti noi che siamo vissuti nella natura lo sappiamo bene. Mai abbiamo buttato via o male utilizzato la "monnezza". L'abbiamo anzi sempre usata per scopi minori ed a volte perfino di primario valore. Per noi è sempre stata una ricchezza. Ed ora invece ce la prendono senza darci nulla in cambio, anzi costringendoci a fare ciò che non compete noi.

Della raccolta differenziata non si può fare carico il cittadino. La gestione corretta delle risorse va fatta innanzitutto a monte, evitando di mettere in commercio materiale di difficile gestione. Ed il resto va fatto dagli addetti al lavoro. Invece gli ambientalisti, coi loro accoliti, tanto le imprese private quanto gli statali, impongono ai cittadini di fare ciò che loro non fanno. Pena salate sanzioni.

Parlate con i vecchietti e vedrete che vi diranno. Vedrete quante ve ne diranno.

Ultimamente ambientalisti e statali sono giunti ad infrangere la sfera privata (e nulla garantisce lo statale che pretende, ben pagato, di farsene garante) andando a frugare nelle immondizie della gente per scovare/identificare chi non rispetta la raccolta differenziata e punirlo. Questa deve invece essere fatta da chi di dovere. Noi semplici cittadini non possiamo farci carico delle incapacità/incongruenze altrui.

Fuori gli autoritari e prepotenti statali, quelli che pensano solo a controllare e reprimere errori che sono innanzitutto i loro. Fuori gli ambientalisti che sposano un modo d'essere antidemocratico ed impositivo della società, che fa pagare sempre ai più deboli un sistema che va cambiato alla radice ma che nè gli ambientalisti, tantomeno gli statali e men che meno i baroni (e le baronesse) universitari dediti all'ambientalismo si premurano di cambiare.

Ambientalisti: vergognatevi per questo impegno a senso unico, per l'ambientalismo che sposate acriticamente, a prezzo di quel po' di democrazia che ancora c'è concessa. Per una ristrettezza di vedute che distrugge più che costruire.

Danilo D'Antonio

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