domenica 22 gennaio 2017

Giuliano, definito apostata dai cristiani, ma grande saggio pagano


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Nipote di Costantino I, nacque nel 331;  i genitori morirono quando era ancora piccolo. Visse in Nicomedia, divenne un fervido cristiano con l’intenzione di prendere i voti da preste. Ma poi affascinato dalla filosofia greca e la scoperta dell’orribile delitto dello zio Costanzo, mai stigmatizzato dalla Chiesa, contribuì ad allontanarlo  dal cristianesimo.

Nel 335 Costanzo lo elevò a rango di Cesare e Giuliano sorprese per i suoi successi militari ma quando apprese che Costanzo aveva tentato un colpo di stato contro di lui gli mosse guerra  ma Costanzo morì improvvisamente durante il viaggio nel 361.

Dopo l’ascesa al trono Giuliano da pagano ripristinò il culto degli dei. Era fermamente convinto di avere una missione da compiere e favorì una rinascita del paganesimo, tentò di ristabilire il culto del sole come religione di Stato, ma soprattutto riformò il sacerdozio. Giuliano fu monarca dalle spiccate tendenze sociali: il più povero, se degno, doveva avere le medesime possibilità del ricco;  organizzò una vasta assistenza per i poveri; fece costruire alberghi e ospedali per i pellegrini e stabilì anche un’assistenza per i carcerati e i nemici. Gli Ebrei, aspramente combattuti dai cristiani, furono palesemente favoriti da Giuliano, ma tollerò anche i cristiani, almeno in un primo momento; richiamò tutti i chierici dall’esilio e restituì le proprietà sequestrate; eliminò i privilegi infondati; migliorò numerose branche dell’economia e introdusse alleggerimenti fiscali.

Condusse una vita irreprensibile, già da ragazzo si era distinto per modestia e impegno, aveva rifiutato ogni forma di favoritismo, disprezzò ogni lusso; eliminò il cerimoniale orientale di corte dei precedenti reggitori cristiani e licenziò l’esercito sterminato di spie, segretari, delatori. Anche in occasioni solenni andava a piedi;  non frequentava i giochi circensi;  non organizzava banchetti sregolati e non beveva mai; spesso le sue intense giornate di lavoro iniziavano dopo mezzanotte. Leggeva i filosofi. Persino monaci cristiani copiarono le sue epistole, tralasciando le parti polemiche contro la chiesa. Giuliano morì coraggiosamente a 32 anni nel 363 dentro la propria tenda durante una campagna contro i persiani, in seguito ad un colpo di lancia ricevuto, si dice, da un cristiano che militava nel suo esercito.

Franco Libero Manco 

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