domenica 31 luglio 2016

"Li accoglieremo sul bagnasciuga..." - Marina militare nemica d'Italia



Il tasso di follia criminale delle élite occidentali difficilmente si è mostrato in maniera così nitida come oggi: esportano democrazia sulla punta delle baionette devastando Paesi interi e riempiono l'Europa di energumeni inferociti e fanatizzati. 

Costringono a fare fagotto i migliori giovani usciti dalle nostre università e favoriscono l'entrata, anzi li vanno a prendere quotidianamente con navi-taxi della marina militare fin sul bagnasciuga libico, dei peggiori ceffi del continente africano spacciandoli come "profughi". 

Difficile, se non impossibile, trovare precedenti nella storia della marineria mondiale all'operato della marina militare italiana in questi anni nel Mar Mediterraneo. 

Si è mai vista infatti una sistematica attività di "raccolta" e assistenza quotidiana verso invasori stranieri che, in un quadro di totale illegalità, prendono d'assalto a centinaia di migliaia le coste di un determinato paese? Sbaglia però chi pensa che lo Stato Maggiore della marina militare sia nuovo a questo genere d'imprese. 

Nelle fasi salienti della Seconda Guerra mondiale, come ha documentato in numerosi libri Antonino Trizzino, gli alti vertici della marina fornivano sistematicamente agli anglo-americani le coordinate esatte per attaccare e bombardare i propri convogli navali e sottomarini. 

Si deve dunque allo zelo "collaborativo" di questi galantuomini se, in barba al giuramento e alla deontologia professionale cui erano vincolati, migliaia di giovani marinai affidati ai loro comandi giacciono sotto i mari e gli oceani. 

Sapere tutto questo non allevia certo la gravità della situazione in atto, ma almeno permette di capire a quali "obbedienze" i boss della marina e i loro politici di riferimento sono chiamati, allora come oggi, a rendere conto...

Aggiungiamoci poi un tracollo economico incipiente e il mix per una prossima guerra civile è già bello che servito.

Paolo Sensini




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Commento ricevuto: 
"Invero in continuità con la "tradizione" borbonica. Ricordo il tradimento dei generaloni perpetrato ai danni del popolo napoletano ed al suo legittimo Re; Francesco II di Borbone, battezzato Francesco d'Assisi Maria Leopoldo. E questo , tutto questo, per poi "elemosinare" una pensioncina ed un luogo sicuro per godere il resto della propria miserabile vita. Ma purtroppo non solo ciò detto, bensì molto e molto altro. Lorenzo Del Boca docet. Epperò non solo lui."  (Vittorino Altafini)

sabato 30 luglio 2016

CIA ed FBI: "Attenti... i tagliagole verranno tutti in Europa se l'ISIS sarà sconfitto in Siria ed in Iraq..."


Europa aspettaci, stiamo arrivando

30 luglio 2016 - Ora persino gli organi del potere costituito iniziano a parlarne. La guerra in Siria si sta concludendo con la sconfitta dei tagliagole ed una volta completata l'operazione dove andranno tutti i desperados provenienti da varie parti d'Europa e sbarcati in Siria per combattere contro Assad? Torneranno da dove sono venuti e continueranno a fare il loro mestiere... 

L'allarme terroristi di ritorno è stato lanciato addirittura dai servizi segreti USA e quindi è “ufficiale” (altrimenti i mass media non l'avrebbero mai ammesso o divulgato). Ecco qui che i governi occidentali dopo aver favorito e finanziato l'emigrazione di muslim assatanati per mandarli a “liberare” la Siria dall'odiato “dittatore” Assad (come già fecero contro gli spaccamarroni talebani dell'Afganistan, il fastidioso rais iracheno Saddam e il disprezzato colonnello Gheddafi in Libia, etc.) ora il rigurgito gli torna in bocca. Poveri governi occidentali: non hanno digerito la minestra da loro stessi cucinata.

Ma bisogna sempre sospettare delle ragioni per cui  addirittura l'FBI e la CIA informano che “con la sconfitta dell'ISIS e la soppressione dello Stato Islamico i terroristi torneranno in Europa, e gli attentati aumenteranno”, sembra un annuncio rivelazione ma è già tutto predisposto da tempo. La spiegazione della confessione “intelligente” è semplice, si vuole creare ulteriore allarme nella popolazione distratta dai pokemon e dalle partite di pallone, in modo da far desiderare ai "benpensanti" che l'Isis non sia sconfitto ma resti indisturbato là dove si trova,  dove i musulmani fondamentalisti  hanno già una loro casa e non dovranno quindi tornare in Europa a vendicarsi....

Sì meglio aiutare i tagliagole a restare in Siria ed in Iraq. Ed è esattamente quello che già stanno facendo le forze “democratiche” coalizzate di USA, Francia, Inghilterra, Turchia, etc. (leggi NATO) con l'aiuto economico dei petrolieri dell'Arabia Saudita, Qatar e di altri emirati ed ovviamente sotto l'occulto comando supremo (ma sempre più evidente) di un grande manovratore che opera da dietro le quinte. Trattasi di uno stato teocratico di "eletti" insediatosi in Medio Oriente... (quello stato che occupa abusivamente la Palestina e che con i suoi potentati finanziari stabilisce ogni azione geopolitica  e decide pace e guerra, indirizzi di vita e di morte, depredazioni delle risorse  ed oppressione dei popoli ovunque sul pianeta). Ed avrete già compreso quale stato intendo significare...

Paolo D'Arpini


Portavoce di European Consumers Tuscia
Calcata (Vt) - Via della Fontana SNC

venerdì 29 luglio 2016

Riflessione sui movimenti positivi e negativi nella psiche collettiva (la teoria degli pseudopodi)




Nel libro Riciclaggio della Memoria*, ho raccontato di come nella nostra società, nell’anima della specie chiamata anche “aura psichica”, si manifestino diverse forze cinetiche che spingono l’intelligenza  in un continuo altalenante processo elaborativo. La psiche collettiva ha varie sfaccettature ognuna delle quali rappresenta un modo di pensare in ognuno dei campi d’interesse umano: economia, tecnica, arte, scienza, religione e spiritualità. Come avviene ad esempio nell’ameba, animale unicellulare, c’è un corpo massa che è perlopiù statico, rappresentato dalla grandissima parte degli umani che vivono in un tran-tran consuetudinario, nei credo, da questa massa vengono emessi pseudopodi mentali che spostano l’intelligenza in un processo vitale.

I processi vitali  vengono sospinti attraverso il movimento di  due tendenze  di cui una attaccato ai modelli  dell’ego, dell’interesse privato, della tradizione basata sul settarismo ed un'altra  protesa verso la sinergia, il superamento delle divisioni ideologiche, verso l’accrescimento di coscienza, verso l’integrazione con il tutto e la liberazione dagli schemi. In un certo senso il legante che mantiene il corpo massa unificato deve necessariamente essere un misto  di bene e di male, di verità e di finzione, di illusione e di conoscenza.

Questi due pseudopodi psichici si  attivano  attraverso l'azione di  una minima parte di umanità, mentre nel corpo massa si stabilisce la stragrande maggioranza degli uomini. 

Per una legge di equilibrio dinamico universale se, ad esempio, nella psiche collettiva  lo pseudopodo regressivo è  animato da un numero ristretto di persone che governano politicamente ed economicamente il mondo con l’attuale sistema di sfruttamento e dominio, anche nello pseudopodo evolutivo il numero di persone che emanano amore  e solidarietà mutualistica  è limitato. Mentre nel corpo massa imperano i grandi numeri, le grandi religioni, le classi popolari,  le folle tifose di questo o quello ed i seguaci di varie mode o culture…

Alla luce di questa consapevolezza non mi meraviglia che se, nella parte regressiva, i veri detentori dei poteri sociali, economici e religiosi nel mondo sono -ad esempio- una trentina di persone (operatori occulti, coscienze ipocrite e votate all’illusione), altrettanto pochi saranno nella parte evolutiva (santi e coscienze libere dai vincoli dell’illusione).


Di tanto in tanto c'è un apparente  prevalere di un "indirizzo" sull'altro ma infine, com'è postulato nel Taoismo, si torna sempre ad una stabilità, tra alti e bassi,  nel corso del tempo...

Paolo D’Arpini


http://www.tracce.org/D'Arpini.htm

giovedì 28 luglio 2016

"Disastri Naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione della crisi" - Recensione


È stato presentato il 10 luglio 2016 al Festival della partecipazione de L'Aquila, il libro di Stefano Martello e Biagio Oppi "Disastri Naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione della crisi", edito da Bononia University Press.
La pubblicazione, già oggetto di riflessione in due incontri a Bologna e a Cento (FE), propone un articolato percorso sulla comunicazione di crisi prendendo spunto dall'esempio dei due terremoti che hanno colpito L'Aquila e l'Emilia Romagna e considerando i due differenti approcci che hanno caratterizzato i vari momenti, da quelli di piena crisi alla ripresa sociale ed economica.
Il libro percorre e affronta con costruttive osservazioni i passaggi più significativi nelle circostanze di calamità naturali, dalla gestione del pubblico - soffermandosi sull'importanza della comunicazione interna - agli strumenti ed al ruolo della comunicazione e del comunicatore.
Particolarmente interessante il contributo sulla comunicazione ambientale, con una riflessione sul suo delicatissimo ruolo e sulla necessità, da parte dei comunicatori, di … “agire a monte favorendo una percezione dell'ambiente come un tema di interesse reale nel dibattito pubblico-politico nazionale e locale”, intendendo con ciò anche la possibilità di avere … “amministratori più consapevoli dei temi ambientali, impegnati nel governare l'emergenza (magari con apposite war room dove dovrebbe sempre sedere anche chi si occupa di comunicazione)” (…).
Realizzato grazie alla cura (Martello e Oppi) ed ai contributi (Massimo Alesii, Monica Argilli, Luca Poma, Sergio Vazzoler) di numerosi soci Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiana), nonché di Margherita Russo, dell'Università di Modena, e del team di ricerca Energie Sisma Emilia, il libro è stato già recensito da Toni Muzi Falconi che lo ha inquadrato nelle tematiche “resilienza, capitale sociale e issue management per una comunicazione responsabile”.
Giova ricordare che i diritti d'autore saranno destinati ai progetti di giovani ricercatori sul tema.
(Fonte: Arpat)

mercoledì 27 luglio 2016

Religione e democrazia o ammantarsi d'ipocrisia?


Se dovessimo rivolgere lo sguardo a quei movimenti politici che oggi si ammantano di libertà e democrazia scopriremmo che le loro radici storiche, politiche e culturali – mai rinnegate – affondano nel sangue e che nel loro passato sono presenti crimini e nefandezze.

Partiamo dei movimenti liberal progressisti che traggono ispirazione da quella immensa carneficina che fu la rivoluzione francese dove tra teste mozzate, terrore giacobino e genocidio della cattolica Vandea si inneggia ipocritamente alla libertà per portare al potere la borghesia illuminata. Robespierre fa bella mostra nel loro album di famiglia.

La sinistra, che fino a pochi decenni fa inneggiava alla Russia comunista (ricordiamo Napolitano che nel ’56 applaudì ai carri armati sovietici che soffocarono nel sangue la primavera ungherese) non ne esce certo bene. Stendiamo poi un pietoso velo su massacri partigiani durante e dopo la fine della guerra.

L’America, che tanto piace alla destra e non dispiace alla sinistra (che ha capito da che parte gira il vento), ipocritamente rappresentata dalla statua della (loro) libertà nasce massacrando l’intera popolazione pellirossa e riducendo in schiavitù oltre 14 milioni di neri trattati alla stregue di animali domestici su cui esercitare diritto di vita e di morte. La discriminazione razziale è rimasta in vigore nella “più grande democrazia del mondo” fino ai primi anni sessanta (e in forme nascoste ancora sussiste).

I movimenti politici cattolici fanno riferimento alla Chiesa la quale per quasi duemila  anni ha esercitato un potere a dir poco dispotico macchiandosi di crimini indicibili. Basti pensare alla santa inquisizione con il suo corollario di donne al rogo, torture e giudizio di Dio, alle crociate con il massacro di Gerusalemme e di come ha evangelizzato le Americhe al seguito dei conquistadores. L’antiebraismo, portato alle estreme conseguenze da Hitler, nasce nelle Chiese con l’accusa di Deicidio rivola ai giudei.

Quanti dei responsabili dello sfacelo in cui si trova oggi l’Italia, governata da “nominati” che nessuno ha eletto, stanno pagando per la loro incapacità, interesse personale e bramosia di potere?

Gianfredo Ruggiero

Immagine incorporata 1

martedì 26 luglio 2016

Evoluzionismo, creazionismo e la costante presenza della Coscienza nella materia



Nel 1859, Charles Darwin pubblicava il suo ancora oggi controverso ma rivoluzionario “Origine della specie”, le polemiche non si son ancora acquietate, ma quel che suona strano –secondo me- è l’opposizione virulenta opposta alla teoria evoluzionista dai cosiddetti “creazionisti” (o credenti) di matrice religiosa, e più avanti spiegherò i motivi del mio stupore.  Debbo far presente che non mi considero -strettamente parlando- un seguace della teoria Darwiniana, nel senso che al massimo la considero una spiegazione strumentale alla dimostrazione della cosiddetta realtà empirica… o della casualità.

L’ipotesi evoluzionista è basata sull’osservazione del processo trasformativo della materia e della vita conseguente alla modificazione od espansione dello spazio- tempo. In un certo senso questa teoria deve in ogni caso tener conto di un “inizio” e pertanto è vicina all’altra teoria della creazione progressiva del mondo, comunque basata sulla presenza di un Dio creatore da cui l’universo viene creato.

Secondo la teoria del Big Bang l’inizio del momento creativo viene posto nell’esplosione primordiale del nucleo originario della materia, in seguito al quale incomincia pian piano il processo manifestativi della vita. Infatti i religiosi apprezzano molto la teoria del Big Bang come “dimostrazione” della volontà creatrice di Dio ma dovrebbero altrettanto accettare, per essere coerenti con i loro credo, anche il processo evoluzionistico delle varie forme vitali prefigurato da Darwin e dai suoi successori.

D’altronde se fosse vera la creazione “personale” fatta da Dio per ogni organismo vivente, separato da ogni altro (un pesce è un pesce, una asino è un asino, un uomo è un uomo, etc.), si potrebbe supporre una certa parzialità da parte dell’Altissimo, non solo per la scala gerarchica fra le varie specie ma anche perché alcune forme vitali
sono addirittura scomparse dalla faccia della terra come se fossero “invise” o “trascurate” dal creatore stesso, il che non mi pare un segno di giustizia verso le creature….: “se uno, correndo tutto il giorno giunge a sera, può dirsi soddisfatto… Ebbene, ora ce l’ho fatta, il crepuscolo della mia vita diventa l’alba della mia fama”
(Schopenhauer, Senilia, pag. 84 del mano-scritto originale del 1856).

Dal punto di vista della realtà assoluta (ma anche da quello quantistico, fino ad un certo punto dell’analisi) la creazione può essere “progressiva” solo nell’ambito del divenire nello spazio tempo ma, come evidenziò anche Einstein, questo concetto dell’esistenza spazio temporale è puramente figurativo, non ha cioè vera sostanza
essendo un relativo configurarsi di eventi costruiti e proiettati nella mente. Perciò nella visione della assoluta Esistenza-Coscienza la creazione è un “apparire”, che si manifesta simultaneamente, sia pur considerata dall’osservatore uno svolgimento conseguente allo scorrere del tempo nello spazio.

La manifestazione è di fatto un semplice riflesso nella mente del percepente che riesce a captarla ed elaborarla solo attraverso il “fermarla” nella coscienza. Un singolo fotogramma della totale manifestazione che, sia pur sempre presente nella sua interezza, viene illuminato dalla coscienza individuale, visto nella mente e srotolato
nel contesto spazio tempo e denominato “processo del divenire”. Da ciò se ne deduce che la descrizione evoluzionista di Darwin è “relativa” tanto quanto la visione “creazionista” dei più retrivi religiosi. Con buona pace del filosofo Schopenhauer.

La coscienza individuale è in costante movimento ed evoluzione, seguendo i diversi modi di sviluppo della società od i periodi storici nei quali si manifestano le vicende umane. Ogni transizione assomiglia al superamento di un livello d’apprendimento, un po’ come succede nella spirale del DNA. La coscienza, in questo caso meglio definirla
mente, si muove dalle espressioni più semplici a quelle più complesse. Una sorta di testimonianza-memoria dei vari processi sofisticati della vita.


Paolo D'Arpini



Dio crea la donna da una costola di Adamo

lunedì 25 luglio 2016

Siria. Le basi segrete USA soggette a bombardamento se non comunicano le loro posizioni all'intelligence russa



*MOSCA AVVERTE USA: NON RESPONSABILI SE COLPITE BASI COALIZIONE IN SIRIA*

I vertici della coalizione internazionale anti-Daesh guidata dagli USA sono
i soli responsabili se le loro forze in Siria corrono il rischio di
ritrovarsi nelle zone bersaglio dei raid aerei russi, ha affermato il
rappresentante ufficiale del ministero della Difesa russo, il generale Igor
Konashenkov.
 
*In precedenza il "Wall Street Journal", riferendosi a fonti nel Pentagono
e nella Casa Bianca, aveva segnalato che lo scorso 16 giugno i
caccia-bombardieri russi avevano attaccato una base segreta di truppe
britanniche e americane d'elite nel villaggio di Al-Tanf, situato al
confine con la Giordania.*
 
Konashenkov ha osservato che il dicastero militare russo costantemente e
attraverso tutti i canali disponibili invita i partner a fornire le
coordinate delle posizioni dei gruppi armati dell'opposizione moderata da
loro controllati.
 
Ma al contrario a fatti compiuti si sentono accuse contro l'aviazione russa
sul fatto che "non era necessario" colpire alcune aree o obiettivi.
 
Il portavoce del ministero della Difesa ha aggiunto che, anche dopo il raid
contro la base di Al-Tanf dai partner americani risuonava la frase: "non
colpite là dove avete appena attaccato!".
 
"Inoltre, secondo l'articolo del Wall Street Journal, i nostri piloti prima
di colpire dovrebbero accertarsi da un'altezza di migliaia di metri della
presenza tra i combattenti delle forze speciali dei Paesi occidentali
rilevando "sacchi di sabbia, tipici delle basi "americane e
britanniche"," — ha commentato sarcasticamente il portavoce.
 
Konashenkov è convinto che ci sia un modo più semplice per risolvere il
problema:
 
"i nostri partner devono passare dalle parole ai fatti ed avviare azioni
comuni contro i gruppi terroristici internazionali in Siria."

Fonte: http://it.sputniknews.com/mondo/20160724/3187398/Russia-opposizione-terrorismo-raid.html#comments)

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Articolo di approfondimento:

*Siria: bombardieri russi hanno distrutto una base militare segreta di Usa
e GB*


*Gli aerei da guerra russi hanno bombardato una base militare segreta degli
Stati Uniti e dell Regno Unito, che si trova in Siria. Lo ha rivelato il
quotidiano statunitense Wall Street Journal.*
 
*L'attacco dell'Aeronautica Militare della Russia contro la base legata
CIA, in Siria era parte di una campagna per fare pressione sulla Casa
Bianca affinché accettasse una più stretta collaborazione sui movimenti nel
cielo del paese arabo, hanno affermato militari e funzionari
dell'intelligence degli Stati Uniti e riportato dal quotidiano
nordamericano Wall Street Journal.*
 
*Nel frattempo, la catena televisiva USA, Fox News, ha stimato che diverse
forze nordamericane potrebbero essere rimaste uccise in seguito
dell'attacco russo.*
 
*La scorsa settimana, nonostante l'opposizione del Pentagono e della CIA,
Washington e Mosca hanno raggiunto un accordo per condurre attacchi aerei
contro Al-Nusra, il braccio di al-Qaeda in Siria. La Russia ha accettato di
fermare i suoi attacchi aerei contro i cosiddetti "ribelli", sostenuti
dagli Stati Uniti.*
 
*Nel frattempo, i funzionari del Pentagono e la CIA hanno criticato
Washington per aver accettato di rispettare rigorosamente le richieste di
Mosca, perché credono che gli Stati Uniti debbano attaccare la Russia.*
 
*Quasi un giorno prima dell'attacco (avvenuto lo scorso 16 giugno), 20
delle 24 forze speciali britanniche si ritirarono dalla base dopo aver
intercettato un caccia russo in volo verso la base. L'aereo da guerra
sganciò poi una bomba, hanno sostenuto i funzionari degli Stati Uniti.*
  
*Dopo il primo attacco, il comando centrale delle operazioni aeree degli
Stati Uniti in Qatar ha chiamato il centro della campagna aerea della
Russia nella provincia di Latakia, Siria occidentale, per comunicare che la
base non dovrebbe essere il bersaglio di attacchi. Le autorità russe hanno
spiegato che Mosca riteneva che la base era una delle strutture del gruppo
terroristico ISIS (Daesh, in arabo), secondo il Wall Street Journal.*
*Fonte: L'Antidiplomatico*


domenica 24 luglio 2016

Gioco d'azzardo in Medio Oriente - Gratta e vinci con la manina di Sion..?



Da una fonte siriana accreditata: Il Golpe dei militari turchi è fallito grazie all'intervento dei servizi segreti israeliani,  mobilitatisi dalla base militare israeliana a Konya, in Turchia.

Sembra che l’Amministrazione USA inizialmente abbia preso posizione a favore dei golpisti. 

Secondo questa fonte, l’intervento del Mossad, all’insaputa degli americani, ha permesso il sabotaggio del Golpe, mandandolo letteralmente in tilt.

Il “Califfo” ottomano risulta sempre più vicino ai rabbini  e non sarà lui ad interrompere questo percorso di avvicinamento ad Israele ereditato dai suoi avi.

Andando a fondo delle questioni, trovi sempre lo zampino di Israele. Questo spiega l’atteggiamento attendista dei governanti europei e della Casa Bianca durante la prima fase del Golpe.

Israele è sempre al di sopra di ogni legge e di ogni sovranità’ europea, americana, turca e ataturca.

La “mano nascosta” di Israele.

A Tal proposito,  quello che, secondo noi, sfugge a tutti gli osservatori o che viene volutamente omesso è’ la mano di Israele  nelle tormentate vicende del Medio Oriente.

La continuità’ dello stesso Stato ebraico trova le sue basi in un M.O. 
In subbuglio, trascinato dal caos delle strategie degli USA e dei loro alleati, sauditi, qataroti e turchi. 
Il conflitto apparente di religione fra sunniti integralisti e sciiti rientra in questo quadro 
ed è stato in buona parte alimentato da Israele, dall'Arabia Saudita e dalla regia USA.

Washington e la monarchia saudita da anni finanziano ed appoggiano tutte le fazioni integraliste sunnite ,  dai F.lli Mussulmani ad Al Qaeda e gli altri gruppi in Egitto, in Iraq, in Siria ed in Libano.

Di questi gruppi poi  gli USA si servono per le loro finalità geopolitiche (balcanizzazione del Medio Oriente). 

Il vecchio concetto del “divide et impera” risulta ben presente a Tel Aviv come a Washington.

L' ISIS ed i gruppi fondamentalisti islamici sono i migliori alleati  per l’egemonia degli USA e dello Stato sionista nella regione.

La Siria è  fuori gioco, dilaniata da un conflitto devastante, Hezbollah è impegnato in Siria,  la Giordania è governata da un monarca “marionetta” degli USA e di Israele, 
l’Egitto si trova nella peggiore crisi economica e sociale degli ultimi 25 anni,  l’Iraq è  stato fatto tornare all'età del bronzo  e, tanto per finire, una Turchia islamizzata ed in mano ad Erdogan il neo sultano,  è  la migliore alleata di Israele nella regione.

Indovinate chi si giova di questa situazione.


Luciano Lago




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Parere diverso: 

...gli sviluppi in Turchia possono solo indicare che Ankara potrebbe cedere sull’intervento in Siria. L’obiettivo della Turchia è impedire la formazione del Kurdistan ai confini col tacito appoggio degli Stati Uniti (che Israele accetta) e su tale piattaforma Siria, Iran e Iraq sono “alleati naturali” di Ankara. D’altra parte, senza la Turchia, Arabia Saudita, Qatar o altri sceiccati del Golfo potrebbero pensare di non poter continuare col ‘cambio di regime’ in Siria. In poche parole, Israele è ridotto a muto testimone dei cambiamenti drammatici nel vicinato senza alcun ruolo o capacità di influenza politica o militare. Probabilmente, Israele e Arabia Saudita sono i maggiori “perdenti” del fallito colpo di Stato in Turchia...”   Fonte: Indian Punchline, 

sabato 23 luglio 2016

Alla ricerca di sicurezza... Città chiuse e monitorate, isole riservate, ecovillaggi e comunità solidali...



Le comunità chiuse e monitorate non sono certo una novità neppure in Italia, nell’hinterland milanese ne esistono già da alcuni decenni, e da molto più tempo ne esistono, per evidenti ragioni di sopravvivenza, in paesi rischiosi e pericolosi come il Sudafrica, il Brasile, il Venezuela, ecc.. 

Poi ve ne sono per motivi turistici elitari come ad esempio l’Isola di Albarella nell’Adriatico, investimento della famiglia Marcegaglia, che avevo visitato nei primi anni ‘90 e credo sia stata la prima in assoluto in Italia (anni settanta) già con approcci culturali ecologici, è vietato circolare in auto al suo interno, se non con mezzi elettrici o meccanici, dotata di tutti i servizi primari, vigilata 24 ore su 24, ecc.. 

Le comunità chiuse non sono da confondere con le “città private” di cui scrissi alcuni anni fa, che sono di concezione libertaria e che sono molto meno numerose finora per gli evidenti problemi giuridici e politici che ne impediscono la costruzione, mentre in passato era ben diversa la situazione, prima cioè che la politica professionale prendesse il sopravvento sull’iniziativa privata. Si caratterizzavano e si caratterizzano tuttora per la maggior efficienza manutentiva e dei controlli, essendo gestite come fossero società di persone, quindi i residenti sono fortemente motivati a garantirne la continuità e funzionalità. 

Alcune di queste città private godono di diritti speciali con statuti autonomi che le rendono delle enclavi all’interno di stati che accettano una limitazione della facoltà di ingerenza, quasi come fossero sedi diplomatiche dotate quindi di immunità. 

Ma si contano sulle dita delle mani in tutto il mondo, perché gli Stati sono assai restii ad ospitarle, anche se la convenienza economica è fuor di dubbio, essendo generalmente abitate da persone facoltose che effettuano notevoli investimenti nel paese ospitante ed hanno un potere di spesa molto elevato. Probabilmente  ci sarà un’espansione di queste scelte residenziali, almeno per la classe benestanti, mentre le classi meno benestanti opteranno per gli ecovillaggi ed il cohousing et similia. 

Claudio Martinotti Doria




Articolo collegato: 

FORTEZZA

In un mondo in cui vi è stato imposto l’integrazione forzata con altre popolazioni profondamente diverse senza che mai il vostro governo vi abbia prima chiesto se effettivamente questa fosse la vostra più intima volontà, vi siete mai fermati a chiedervi qual’è invece il contrario dell’integrazione ? Ve lo dico io si chiama autoghettizzazione, ne sanno qualcosa gli americani che l’hanno inventata e implementata prima di tutti, alla faccia quindi che il diverso è bello e piace. Dopo l’ennesimo attentato terroristico di matrice islamica in Europa, a cui ne seguiranno purtroppo molti altri ancora, dopo l’escalation di disagio popolare che molte istituzioni faticano ormai a contenere, si perde ormai il numero di sindaci che respingono alle prefetture i cosiddetti finti profughi assegnati d’ufficio ai vari comuni italiani, qualcuno inizia a guardare avanti pensando a come difendersi o come fuggire da tutto questo. Purtroppo con una nazione drogata e plagiata da questa vile deriva aberrante di stampo cattocomunista, per la maggior parte della popolazione il futuro è tutt’altro che roseo. Ci sono lettori che mi scrivono chiedendo che cosa possono fare per i loro figli: pensate prima a voi stessi ed auspicate che la vostra discendenza sia dotata di geni atti a non farsi sopraffare; il titolo di studio, tranne qualche caso isolato, non servirà a nulla, anzi magari li schiaccerà ancora più in basso a dove si trovano ora. Ma ritorniamo sui primi passi, come dicevo l’unica soluzione fai da te che si può per adesso implementare per proteggersi e per proteggere la propria famiglia è l’autoghetizzazione ossia ritirarsi a vivere all’interno di comunità residenziali chiuse dal resto del mondo.

Detta così sembra stia parlando di un altro pianeta in realtà si tratta di aree residenziali molto peculiari, riservate ad una fascia della popolazione generalmente benestante che predilige uno stile di vita in cui determinate minacce, rischi e pericoli sono completamente assenti. Tecnicamente si chiamano gated community oppure anche walled community ossia nuclei residenziali recintati e monitorati. In Italia non sono ancora presenti in misura massiva, ma basta aspettare e lo diventeranno presto. Dopo due anni di valutazioni e considerazioni personali anch’io ho scelto di andare a vivere in una struttura residenziale di questo tipo. Esistono in tutto il mondo occidentale, si va dal Messico a Cipro, dalla Spagna agli USA: rappresentano complessi urbani solitamente molto distanti dalle aree metropolitane, caratterizzati da grandi spazi verdi e vegetazione lussureggiante, molti di essi anche per ragioni di marketing sono ubicati in prossimità di aree costiere, ma mai a ridosso del mare, questo per evitare la massa, il rumore o i tipici fastidi che si hanno quando si vive a stretto contatto con persone appartenenti alle fasce economiche più basse (low class people). Queste gated community che solitamente sono costruite all’interno di grandi campi da golf sono dotate di un servizio di vigilanza e polizia privata: per entrare o uscire dalla comunità si deve passare per un check point vigilato giorno e notte in cui vengono registrati e monitorati gli accessi dei visitors ossia gli ospiti dei residenti. Ogni residence community al proprio interno è molto simile ad un piccolo paesino all’italiana, è presente tutto quello che serve per vivere senza pensieri, supermercato, pub, palestra, ogni sorta di impianto sportivo, scuola primaria, clinica medica, veterinario, boutique, wine bar, sportello bancario, edicola, parrucchiera, estetista, un ventaglio di ristoranti ed in taluni casi anche una chiesa (cappella privata).

Le auto circolano all’interno della comunità al massimo dei 30km orari ed in ogni caso vige un sistema di telecamere interno per sanzionare eventuali infrazioni, ognuno ha il proprio parcheggio numerato e coperto davanti casa sotto le fronde di qualche salice o betulla cosi che non si impazzisce a cercare un posto in cui lasciare l’auto, tutta la community si sviluppa attorno a sentieri immersi nel verde e viali per piste ciclabili o passaggi pedonali di modo che tanto persone anziane quanto bambini possono girare liberamente senza angoscia per i rispettivi genitori. Non ci sono spacciatori, violentatori, scippatori o balordi per i viali interni. Qui viene il bello che dimostra quanto l’integrazione forzata sia la più grande menzogna di questo secolo propagandata in Italia dal PD & Company: chi se lo può permettere si autoghettizza ossia si ritira a vivere in queste tipologie di enclave residenziali in cui state certi non vedrete mai islamici, asiatici, diversamente bianchi o sovietici. Tasso di criminalità interno pari allo zero per cento. Potete lasciare la vostra mountain bike da mille euro in giardino o al parcheggio del supermarket interno senza catenaccio, tanto non ve la tocca nessuno. La notte potete dormire senza serrare la porta di ingresso tanto nessuno si sogna di entrare. La vigilanza gira (con molta discrezione) armata giorno e notte, non c’è posto al mondo in cui ti puoi sentire più sicuro. Tecnicamente siete in una fortezza wasp. Questo acronimo sta per white anglo saxon protestant ed era utilizzata un tempo per indicare un cittadino statunitense discendente dei colonizzatori originari inglesi, non appartenente quindi a nessuna delle tradizionali minoranze etniche (afroamericani, ispanici o asiatici). Oggi invece è utilizzata per indicare la cultura e il modo di vita di gruppi circoscritti di persone, generalmente bianchi cristiani benestanti di origine nord europea, conoscitori della lingua inglese, stanziatisi a vivere in altri paesi da quello loro nativo.

Molte di queste gated community che arrivano ad accogliere nella generalità dei casi oltre cinquemila persone possono anche essere sono concepite come retirement village ossia complessi residenziali per accogliere ed ospitare anziani pensionati autosufficienti: la Florida ha creato un business unico al mondo attorno a queste realtà. In Europa abbiamo il Portogallo, con la regione dell’Algarve che ha fatto copia e incolla. Le comunità sono chiuse su se stesse per definizione: per acquistare una proprietà immobiliare (villetta indipendente, appartamento, casa a schiera) dovete essere ammessi dal consiglio di amministrazione della community, presentare determinate credenziali personali e avere referenze professionali, questo con lo scopo di proteggere e tutelare chi ha già scelto di viverci prima di voi quanto chi ha deciso di effettuare eventualmente un investimento immobiliare. Cosi facendo si evita ad esempio che possano entrare come residenti in pianta stabile nella comunità persone generalmente non gradite alla moltitudine. L’approccio può sembrare discriminatorio o a sfondo razzista in realtà rappresenta tanto una forma di difesa quanto una espressione di libertà assoluta ossiavoglio essere libero di scegliere con chi vivere e di chi avere a fianco come vicino di casa. Questa è la motivazione principale che spinge ad effettuare queste scelte di vita radicali. Come italiani invece siamo ormai da più di tre anni che abbiamo persone all’interno delle nostre farlocche istituzioni che decidono per voi proclamandosi detentori della verità assoluta ed obbligandovi ad accettare la ricchezza culturale (chiamiamola cosi) di genti disperate che arrivano nel nostro paese con la certezza di andare alla fiera della cuccagna

Molti lettori mi scrivono chiedendo dove possono andare a vivere via dall’Italia per scappare da questo contesto delirante, tuttavia la risposta non è data da una nazione in sé ma dal come vorrete vivere all’interno di quel paese prescelto. L’escalation di terrorismo islamico ed una voluta immigrazione/invasione non controllata sono appena all’inizio. In questi termini la gated community (leggasi fortezza wasp) specie se avete figli ancora in tenera età, vi potrà aiutare a superare questa epoca di follia generazionale nella consapevolezza che il futuro difficilmente potrà essere migliore di adesso.


venerdì 22 luglio 2016

Se il terrorismo è sponsorizzato dai media mainstream...



Bastano e avanzano gli strombazzamenti imbecilli e in mala fede della televisione pubblica, che gioca al gioco del terrore, disattendendo totalmente la funzione di servizio pubblico a cui, in teoria, sarebbe preposta!

Capisco l’esigenza dell’audience. Capisco la tradizione degli strilloni delle notizie, ma stiamo parlando di terrorismo, ca….volo! … e aprire il tiggì di Mentana di  massimo ascolto della serata strillando gli arresti di 10 nuovi jadisti in sud america, che non si conoscono tra loro e comunicano tramite watsapp, pronti al nuovo sacrificio nel nome del Profeta, è una cosa seria?!

Davvero non hanno insegnato nulla le ultime vicende di Nizza, che, non io, ma professionisti dell’informazione molto più accreditati di me, hanno ritenuto di mettere sotto analisi con tutta la prudenza e intelligenza professionale che questi casi imporrebbero?

A Nizza un ubriacone erotomane, ladro e picchiatore, residente in quartiere “difficile”, fuori di testa e pluricondannato e, dunque, necessariamente nell’occhio del ciclone poliziesco, mai stato in moschea, ma aperto il corano, mai osservato il ramadan, abbuffato di salsicce, pure gay represso, insomma il perfetto soggetto psicolabile, ricattabile, manipolabile, illudibile (tipo quelli di Parigi e Bruxelles), viene detto “radicalizzato” dalla sera al mattino, prima che il gallo abbia cantato tre volte, al punto di ghignare felice nel selfie scattato in vista dell’autoimmolazione per il Profeta.

Questo jihadista pronto a morire per Allah, era un bisessuale,  col cellulare pieno di app per appuntamenti da letto con uomini e donne. Anche questo sta diventando un classico:  il jihadista di Orlando in Florida era un omosex che frequentava il locale dove ha fatto strage. Due  LGBT che si trasformano in kamikaze per Allah in poche settimane, dalle due parti dell’Atlantico? Vi sembra normale?

La strage di Nizza diventa un mistero
(Carlo Bonini – La Repubblica, 18 luglio 2016)

Davvero non ha insegnato nulla la più tragica farsa terroristica della storia dell’umanità, da cui sono state generate guerre con  centinaia di migliaia di morti nel mondo?!

Davvero non hanno insegnato nulla
  • la demolizione controllata, con esplosioni piano dopo piano, come attestato dai fotogrammi, dai testimoni sopravvissuti, dai vigili del fuoco, poliziotti, addetti ai grattacieli, termite ancora incandescente inusitatamente ritrovata da esperti danesi tra i resti di Ground Zero,
  • le colonne d’acciaio a centinaia che mai più avrebbero potuto essere sciolte dal poco kerosene del serbatoio di un Boeing 474,
  • i dirottatori che non avevano superato l’esame di guida di aerei leggeri e che avevano trincato e gozzovigliato fino alla sera precedente, per poi immolarsi nel momento più alto di una bella e privilegiata vita, e poi manovrare un Boeing da 10mila metri  fino a quasi rasoterra, cosa che il pilota più esperto del mondo non avrebbe potuto fare,
  • i passaporti integri e lindi in mezzo a macerie sminuzzate fino a pochi millimetri
  • un proprietario delle Torri, Silverstein, tanto previdente da aver assicurato gli edifici per una somma che lo avrebbe ampiamento compensato della perdita,
  • le fenomenali e tempestive speculazioni di borsa sulle imprese, non solo aeronautiche, che sarebbero rimaste coinvolte,
  • un gruppo di agenti israeliani catturati mentre filmavano i crolli ed esultavano da un terrazzo vicino e furono poi trovati in possesso di un furgone pieno di attrezzature elettroniche, ma subito rilasciati e zitti zitti rimpatriati,
  • il buco di 5 metri nel muro del Pentagono, fatto da un colosso di 39 metri di apertura alare, con motori da decine di tonnellate, tutto svaporato e scomparso
  • migliaia di ingegneri, costruttori, architetti, piloti, esperti di esplosivi che hanno ridicolizzato l’idea che quei due “aerei” fossero aerei e che avessero buttato giù tre torri, di cui una, la 7,  neanche colpita, ma tracimante di apparecchiature e documenti Cia
  • il PNAC, il documento dei neocon con il quale auspicavano una “nuova Pearl Harbor” come pretesto per riarmare gli Usa e lanciarli alla conquista del mondo, cosa puntualmente verificatasi grazie all’attentato dell’11 settembre

 Tanti giornalisti che hanno in mano uno strumento di formazione e orientamento dell’opinione pubblica potente come la televisione, non si rendono conto della responsabilità e persino dei rischi di complicità involontaria con vicende tanto oscure quanto inquietanti??!!!


Adriano Colafrancesco 

giovedì 21 luglio 2016

L'ateismo è la "religione" più indicata per i vegetariani



Che cosa c’entra Dio con noi vegetariani/animalisti? 

A qualcuno può sembrare strano dissertare sull’idea di Dio e soprattutto a quale scopo? Pare che molti di coloro che amano gli animali si siano col tempo allontanati dalla religione, specialmente cattolica, ritenuta responsabile della visione antropocentrica che relega gli animali a mero oggetto ad uso e consumo dell’uomo. 

Ognuno ha una sua visione delle cose. C’è chi crede l’universo sia frutto del caso e c’è chi crede che sia Dio l’Entità creatrice, la Mente che regola le leggi dell’universo, l’Energia che porta tutte le cose verso la loro evoluzione, l’ispiratore dei grandi Maestri spirituali e di quei principi morali che spingono gli esseri umani verso la giusta ed armonica convivenza tra se stessi e il resto del creato. Se Dio è questo allora è parte fondamentale della nostra filosofia. E se noi siamo gli eredi di questi Personaggi siamo tra quelli che credono nell’esistenza di Dio, anche se il Dio a cui noi idealmente facciamo riferimento non appartiene ad una specifica religione. Non aderiamo a nessuna specifica corrente filosofica-morale-spirituale perché in realtà, la nostra visione universalista, è la sintesi della parte più edificante del pensiero dei Grandi che hanno contribuito a rendere migliore l’animo umano. E se qualche esponente della cultura vegetariana-animalista non si riconosce questa componente è libero di farlo, di far riferimento ad una sua nuova visione delle cose, ma la sua visone è parziale, limitata, perché mancante del riferimento al pensiero ispiratore. 

Parlare solo di scienza alimentare e di rispetto per gli animali è riduttivo per la nostra causa. Serve a noi parlare di Dio? E’ necessario considerare che la natura umana risulta composta da quattro fondamentali aspetti: fisico, mentale, emozionale e spirituale. Si può disconoscere l’esistenza stessa di Dio ma non la componente spirituale nella natura profonda dell’uomo. E a noi interessa l’uomo nella sua interezza, per questo trascurare la parte spirituale dell’individuo significa precludere all’uomo la sua realizzazione integrale. Questa è la vera, sostanziale innovazione del nostro pensiero che si differenzia da ogni altra filosofia di vita. L’errore è continuare a credere in soluzioni parziali. Nessun vero benessere personale, nessun mutamento sociale è possibile senza il simultaneo ed armonico sviluppo dei suddetti quattro aspetti della natura umana.
I principi a cui fa riferimento la nostra filosofia di vita non sono un’invenzione degli ultimi tempi, delle ultime generazioni più aperte e sensibili alla condizione degli altri esseri viventi, ma traggono, appunto, le loro origini dal pensiero dei grandi Iniziati e dei grandi Filosofi di ogni tempo e paese. 

L’attuale cultura vegetariana animalista è figlia di questi grandi Personaggi che per primi nel mondo hanno esteso il concetto di amore e compassione dall’uomo ad ogni essere vivente. Krihsna diceva: “La carne degli animali è come la carne dei nostri figli”. Buddha: “Si diventa degni della salvezza quando non si uccide alcune essere vivente. Zoroastro:“Chi rinuncia a cibarsi delle carni martoriate degli animali avrà lo spirito santo e la verità”. Pitagora: “Come potrete pretendere giustizia quando voi stessi sacrificate per crudele ghiottoneria o avidità degli esseri legati a noi da fraterna alleanza? Mai sacrificare animali agli Dei o ferire animali ma promuovere in tutti i livelli una cultura di rispetto e protezione nei loro riguardi”. Lao Tse: “Siate buoni con gli uomini, con le piante e con gli animali. Non braccate né gli uomini, né gli animali, né fate loro del male”. Confucio invitava a trattare gli animali con affetto e con tutti i riguardi, evitando di tiranneggiarli, di sfruttarli da vivi, e poi l’indecenza di mangiarli da morti, dopo averli assassinati. Platone: “L’amore non risiede solo negli uomini attratti dalle belle creature, ma in tutti gli altri esseri viventi, negli animali”.Gesù: “Siate rispettosi e compassionevoli non solo verso i vostri simili ma verso tutte le creature poste sotto la vostra tutela”. Leonardo da Vinci: “Verrà il tempo in cui l’uccisione di un animale sarà considerata alla stessa stregua dell’uccisione di un uomo”. M. Gandhi: “Per me la vita di un agnello non vale meno di quella di un uomo. Quanto più è indifeso un essere vivente tanto più ha il diritto di essere tutelato dall’uomo”. Einstein: “Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell’umanità”.

Tutti questi grandi Personaggi, ai quali si ispirano i principi fondamentali della morale e della spiritualità mondiale, indicano Dio come fonte ispiratrice e componente fondamentale del loro insegnamento. Però la nostra filosofia non è fedele interprete del loro messaggio in “toto” ma trae da esso solo ciò che esprime la visione universalista, cioè quella parte che estende i codici del diritto all’esistenza, al rispetto e alla libertà dall’uomo agli altri esseri senzienti. Per noi Dio è il punto di convergenza di tutto ciò che di bello, armonico, edificante c’è nell’essere umano e trova la sua realizzazione nell’idea di pace e di convivenza pacifica tra gli esseri umani e tra questi ed ogni altra creatura. Per questo non riconoscere la componente Dio nella nostra cultura sarebbe come rinnegare le nostre radici e gli insegnamenti dei grandi Maestri da cui trae origine la cultura vegetariana-animalista. Dio è per noi l’idea di un mondo migliore, senza prede e senza predatori: l’idea in cui le nostre speranze trovano compimento: e se questo Dio vivesse solo nella nostra immaginazione non importa: conta l’ideale a cui noi facciamo riferimento. 

Ogni religione si sviluppa in un determinato luogo ed epoca storica a seconda delle esigenze sociali, morali e spirituali di un popolo, ma nessuna credo abbia il vero carattere di universalità in quanto riferita prevalentemente od esclusivamente alla specie umana. La nostra visione è diversa: noi parliamo di teologia cosmica, di sincretismo delle grandi religioni, di stadi evolutivi, di spiritualità universale. Nulla da eccepire verso una religione al servizio della Vita; verso una casta sacerdotale che ha lo scopo di tramandare gli insegnamenti dei grandi Maestri e favorire il cammino evolutivo dell’uomo come di ogni altra creatura; nulla de eccepire se la religione è dalla parte degli oppressi, degli innocenti, dei diversi, degli animali. E anche se spesso la religione è stata ed è motivo di sventure e in nome di Dio si sono commessi i più abominevoli delitti, non è sbagliata la componente Dio nella vita dell’uomo, ma chi se ne serve per i suoi sporchi scopi di potere. Ognuno aderisce alla religione che spontaneamente sente più affine alla propria natura. Cristiani, ma specialmente cattolici, sembrano geneticamente predisposti al disprezzo del non umano. Ho più volte sperimentato che quanto più uno è vicino al cattolicesimo tanto più è marcata la sua ostilità alla rinuncia del pasto a base di carne e al rispetto dovuto agli animali.

Quando uno di noi che crede nel bene, nell’amore, nel rispetto di ogni essere vivente in realtà sta mettendo in pratica il pensiero dei grandi Maestri e gli insegnamenti di quel Dio in cui noi facciamo riferimento. Anche se teoricamente rinunciassimo all’idea di Dio sarebbe comunque presente nei nostri principi e nella nostra attività, per il semplice fatto che noi cerchiamo il bene di tutte le cose. Certo guardando la crudele legge naturale, in un approccio superficiale, dire che Dio ami gli animali può sembrare un eufemismo; a meno che Dio non sia riuscito a trovare nell’altro che consentisse l’evoluzione dei viventi. 

La mia idea a tal proposito è che nulla di ciò che esiste torna a vantaggio del Creatore (altrimenti che Dio sarebbe). Le cose non sono state create per capriccio di Dio, ma che esistono da sempre e sono quindi parte stessa di Dio, quella parte che ha bisogno di “perfezionare se stessa”, di evolvere e di manifestarsi in una particolare forma fisica a seconda del suo contenuto energetico e quindi del suo livello evolutivo: processo che parte dalla materia inerte e che di forma in forma attraversa lo scenario dei viventi fino alla sua totale realizzazione. Ma ogni essere non può raggiungere la sua integrale realizzazione nel breve tempo di una sola esistenza; da quì la necessità di proseguire il suo cammino evolutivo nella successione di più esistenze. Senza il dolore e la morte che incombe su ogni vivente nulla potrebbe evolversi. Nella necessità di fuggire la sofferenza e di procacciarsi il cibo gli esseri sviluppano intelligenza, astuzia, consapevolezza ed in fine sensibilità verso la condizione degli altri. Ma questa è un’altra storia.

Già l’idea di un Dio geloso, vendicativo e antropocentrico si è rivelata devastante per gran parte del genere umano e per la creazione. E a meno che Dio non sia un essere sadico e crudele non può che volere l’evoluzione delle sue stesse creature, altrimenti che senso avrebbe il Tutto, ammesso che il Tutto abbia un senso. E se Dio vuole il bene, l’evoluzione e la conservazione della sua opera allora possiamo affermare che la nostra visione di Dio è sicuramente la più evoluta nel tempo e nella storia perché la sola che supera l’arcaica e antropocentrica visione delle cose per espandere il suo interesse e il suo amore non solo ad una parte della creazione ma a tutto ciò che vive.

Il fideismo è lontano dalla nostra visione delle cose. Non trova la nostra adesione l’idea di un Dio buono e premuroso solo verso la condizione dei tiranni (gli uomini, infinitesima parte dei viventi) ed indifferente verso la condizione del resto delle altre sue stesse innocenti creature. Il nostro Dio è padre equanime di tutti i viventi. 

Il concetto Dio cambia con l’evolversi dei tempi. Il Dio d’Israele è diverso dal Dio dei cristiani e questo dal Dio dei musulmani, e questo diverso dal Dio di Zoroastro, di Confucio, di Platone, di Plotino o di ogni altro movimento, setta ortodossa o protestante. Ognuna delle 19 grandi religioni presenti nel mondo, come ognuna delle 10.000 piccole religioni, ha un idea diversa di Dio. Quale è quella giusta? Sarebbe facile dire nessuna, tutte o solo una di queste. Difficile è concepire ognuna di queste come le tessere di un solo grande mosaico che insieme concorrono a formare l’immagine d’insieme e della Vita. Probabilmente tra mille anni gli esseri umani avranno un’idea di Dio diversa dall’attuale. Come ognuno ha una sua idea di giustizia, di patria, di amore. Dio può essere l’idea attraverso la quale l’essere umano realizza le sue speranze. 

A mio avviso è molto meglio essere atei e prodigarsi per il bene di tutti i viventi che credere in un Dio che limita il suo amore alla ristretta cerchia degli umani. Ma l’ateismo che cerca il bene e l’evoluzione delle cose coincide con la volontà stessa di Dio. 

Franco Libero Manco