lunedì 5 dicembre 2016

Santa Claus. Il natale consumista che tanto piace ai "mercati"


Risultati immagini per La sceneggiata del natale di Santa Claus

Ecco il periodo in cui l'illusione dominante di un mondo già di per sè fasullo raggiunge il parossismo. Tutti si mettono d'accordo per far finta di credere alle più solenni minchiate. La pubblicità in televisione propone le più stupefacenti melensaggini a base di casette innevate, slitte cariche di luccicanti pacchi di regali, bambini
plagiati e compagnia bella. Si sentono frasi del tipo: "assapora la magia del Natale" "entra nel favoloso mondo di Santa Claus" "per natale regala un sogno" e simili vomitevoli scempiaggini che fanno sembrare i romanzi di Edmondo De Amicis profondi trattati filosofici.


Ancora non si leggono slogan del tipo: "La renna sia con te" oppure "Grandi viaggi al polo nord. Solo per fumati" ma non dubito che presto ci potremmo arrivare. Quando poi scorgo i patetici babbetti natale disperatamente avvinghiati alle case, ostentando una vocazione suicida, mi rendo definitivamente conto del crollo repentino delle facoltà cerebrali della gente. Ma cos'è questo oscuro impulso che fa sì che persone in altri periodi dell'anno diciamo così "normali" (e passatemi il termine un po' iperbolico) agiscano compulsivamente per comportarsi in modi più consoni a una casa di cura per alienati mentali?

E' come una silenziosa epidemia che colpisce le menti,obnubilando un gran numero di neuroni: quei pochi rimasti indenni, poveretti, si trovano a mal partito essendo in minoranza, e si rassegnano a reggere la scala mentre gli altri appendono gli addobbi.


In gran parte si tratta dell'americanismo dilagante e imperante, quella deplorevole infezione letale che impone a suon di dollaroni clichè culturali che stravolgono le culture non anglosassoni: peresempio, quando io ero bambino (molti,molti anni or sono) chi aveva mai  sentito parlare di Babbo Natale? Cioè, lo si conosceva vagamente, ma era una figura del tutto marginale, assolutamente non centrale alla
"magia del natale". Era "Gesù bambino" che portava i regali (anche nelle famiglie non osservanti, perchè,diciamolo pure, un po' di soprannaturale ci vuole sempre), e le mamme (più nonne) facevano il brodo col cappone e i cappelletti fatti in casa coinvolgendo una notevole forza-lavoro.


Mi rendo conto, naturalmente, che la nostra umanità,non da adesso, è manipolata (e non è un'idea mia); ma perché ciò sia possibile, ci deve essere un aggancio, una risonanza in termini di accettazione da parte delle vittime del gioco.

Allora qual'è il trucco? E' nell'esigenza di evadere, sia pure per pochi giorni, dall'anonimo stile di vita che contraddistingue i nostri desolanti tempi; è sostituire alla reale "magia" connaturata all'esistenza dell'essere umano -in certe condizioni - un gioco d'illusionismo, scadente e becero,volgare e depistante. Gli acquisti e i panettoni coprono - molto temporaneamente -un vuoto difficile da mascherare.


Finite le feste, ricomincia il giro di giostra. Senza più "magia".

Simon Smeraldo


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