venerdì 5 agosto 2016

Miti e bugie storiche nel giudaismo e nelle sue successive estensioni (cristianesimo ed islam)



Nulla dei FONDAMENTI della narrazione ebraica, ovvero di quelli relativi alle vicende del Pentateuco, ha ricevuto una qualche comprova archeologico-storica. A cominciare dalle figure dei "Patriarchi" e in primis di "Abramo", per arrivare allo stesso "Mosè", all'"esodo dall'Egitto", alla "traversata del Mar Rosso", a "Giosuè" e alla "conquista di Canaan", alla "monarchia di Salomone"... L'intera triade delle religioni monoteiste mediorientali poggia su basi essenzialmente mitiche, scelte e stabilite dai prominenti di Giuda (in particolare da Ezra intorno al 458 a. C. (1)) con lo scopo di dare un cemento ideologico unitario alle loro sparse tribù seminomadi, che in realtà avevano avuto, sino all'esilio in Babilonia, una storia oscura e  mediocre ed erano state politeiste(2). Idem dicasi per "la Verità Rivelata che si fa carne". 

Ciò che ai "cristiani" sembra auto-evidente ad altri può appare come delirio. Il quale ultimo in altri tempi sarebbe stato imposto con la tortura e il rogo. Oggi, perlomeno, questa mostruosità non è più possibile. Rispetto ad ogni questione di verità ce n'è una - mentre molte possono essere le menzogne. Si tratta, appunto, di vedere con coraggio e mente libera cosa sia vero e cosa sia falso.

La Torah comprende, nella sua definizione propria, i libri di "Mosè", ovvero il Pentateuco: Genesi(3), Esodo(4), Levitico(5), Numeri(6) e Deuteronomio(7). E' evidente perché questo complesso di scritti costituisca il fondamento del giudaismo. La figura del capo-legislatore e la sua fantasaga nazionale centrata sul "Patto" che per suo tramite Yahweh avrebbe stipulato con gli Ebrei sul "Monte Sinai" (divenendo da quel giorno loro monodio razziale)(8) è la base identitaria stessa di tale religione. Il Talmud (palestinese e babilonese) non rappresenta altro che l'infinita successiva interpretazione rabbinico-sofistica di quei cinque Libri, a fini giudicativi-prescrittivi-normativi dell'intera vita quotidiana degli "eletti". 

Anche se, effettivamente, nel corso dei secoli esso ha assunto un'importanza perfino maggiore dei testi biblici. Pure il Talmud è oggi disponibile in internet(9). Ognuno può farsene un'idea. Certo di speculazioni "esoteriche" ad usum Delphini ne sono state prodotte a iosa e altre se ne aggiungeranno (per chi scrive già bastano e avanzano quelle chassidico-cabalistiche). E' un classico meccanismo della falsa coscienza: l'ermeneutica può intervenire sino alla deformazione più fantastica, più chimerica. L'unico aspetto, se si vuole, "positivo" in tutto ciò è che si conferma la potenza inventiva e creativa dello spirito umano.

La figura, d'origine zarathustriana, del Monos imperscrutabile il cristianesimo cattolico apostolico romano la ereditò  (ancorché "maternalizzandola", orientalizzandola(10)) dal "mosaismo" giudaico(11) - le virgolette sono d’obbligo, non essendo per nulla certo sia mai esistito neppure Mosè(12).

Per poterla imporre a tutto il mondo ci si dovette sbarazzare delle sette cristiane di origine gnostica, e ciò nel corso di secoli di lotte e persecuzioni sempre più terribili, dagli editti contro Marcione fino allo sterminio dei Catari(13).

Che cosa sostenevano la maggior parte di questi eretici? Che era IMPOSSIBILE il Dio universale di bontà, perdono e misericordia testimoniato dall'angelo-messaggero Gesù coincidesse con lo spietato arconte del Vecchio Testamento, di "proprietà" degli ebrei. Anzi, che quest'ultimo regnava sulla materia e sul male, il primo sullo spirito e il miglior destino - il vero telos - dell'uomo. 

E' chiaro che le visioni teologiche dualistiche (nonché, ovviamente, quelle politeistiche) possono dar conto in maniera più sensata del dolore e del male nel mondo. Si tratta di due principi, tenebra e luce, indipendenti e opposti ma complementari, presenti anche nel cuore umano, che si bilanciano e combattono da sempre. Con esito incerto. Compito dell'uomo è di fare in modo che questo conflitto si estingua nella vittoria della luce. La tirannica idea del Monos giudaico ha invece prevalso, come sappiamo, e in tutti i sensi e ambiti. E ora, infatti, viviamo immersi nel "pensiero unico": una sola tenebra avvolge tutto il mondo.

Il "Testamento" appare sempre più, allo sguardo della ragione, come un insieme di libri d'autonarrazione mitologizzante di alcune tribù, scopiazzato in buona parte (dai mesopotamici, dai cananei, dai persiani, dagli egizi) e messo insieme nell'arco di un centinaio d’anni dopo il ritorno in Palestina dall'esilio babilonese. 

Le sue basi storiche sono fragili come sabbia del deserto(14). La pretesa dei rabbi e dei loro seguaci-concorrenti del cristianesimo ufficiale che Yahweh, lo specifico demiurgo giudaico, sia il Monos all'origine e padrone del mondo è qualcosa che appartiene più alla psicopatologia (per quanto di massa) che alla "fede". D'altro canto, come dimenticare che sono esistite - e ancora vivono - religioni, estranee al monoteismo mediorientale (il buddhismo, il giainismo...), che non sono mai state all'origine di nessuna persecuzione intraspecifica e concepiscono il rapporto dell'uomo con la natura e gli animali non umani in modo anti-tirannico? Il "peccato dell'uomo" è peccato di un essere che il sinistro arconte ha modellato "a sua immagine e somiglianza", come "compimento", anzi, della "creazione" stessa. 

A CHE PRO fornirlo di "libero arbitrio" per poi doverlo spazzare via o, bontà sua, sopportare? Gli indiani, quei grandi, parlano di lila, di gioco originario divino. Ma qui siamo di fronte a un pazzo sadico che meglio avrebbe fatto, anche prima del sabato, a riposarsi e dormire in eterno.
Quanto alla "storicità" della figura di Gesù imposta dalla Chiesa, è vero che l'ambito anticlericale e ateo vede una forte, profonda presenza giudaica - in funzione essenzialmente anti-cattolica. Ma bisogna essere equanimi e badare alla verità (alla ricerca senza paraocchi della medesima). La favola di "Cristo" cui siamo abituati sin dall'infanzia fa davvero acqua da tutte le parti. E non ha praticamente riscontro che non sia autoreferenziale, tautologico, cioè "neotestamentario". In Italia esistono studiosi seri che se ne sono occupati criticamente e ai cui scritti e interviste o conferenze si può accedere online. 

Mi riferisco, soprattutto, a Emilio Salsi(15) e a Giancarlo Tranfo(16). Può darsi che anche l'ipotesi di "Giovanni di Gamala" si riveli inattendibile - nessuno sa ancora con esattezza come e da chi venne elaborato il mito di "Gesù". Ma è senz'altro più razionale di quella che ci viene spacciata come verità storica e teologica - oltre a tutto con il corredo dei vari dogmi che la completano (relativi, persino, alla nascita "immacolata" di Maria!...). In ogni caso è sicuro che in nome di "Gesù", per almeno mille anni, dai "cristiani" al potere sono stati commessi delitti tremendi (nessun'altra religione si è macchiata di atrocità simili e così prolungate(17)). Già solo questo dovrebbe far pensare in modo decisamente critico riguardo a tutto l'edificio e alla sua stessa fondazione. Si diventa sempre ciò che si è.

E' lo stesso cristianesimo, in tutte le sue varianti, ad essere composto, intessuto di nebbie e chimere e apposite menzogne-furti-assemblaggi-manipolazioni. La scelta filologica e la lettura dei testi operata da Marcione aveva la medesima legittimità/arbitrarietà di quella cristallizzata in seguito dai suoi avversari a loro uso e consumo(18). D'altronde non è neppure sicuro che "Paolo di Tarso", il principale organizzatore del cristianesimo, sia un personaggio storico e non, invece, un'apposita invenzione (tesi niente affatto peregrina sostenuta da Emilio Salsi(19)).

Quel che proponeva la corrente cristiana dualista che dai marcioniti, passando attraverso i pauliciani, i tondrachiani, i bogomili, arrivò sino al martirio e al vero e proprio olocausto dei boni homini, MAI  avrebbe condotto agli orrori che si realizzarono sulla base della sua eradicazione. E' sufficiente, ai miei occhi, per guardare a quelle comunità cristiane con rispetto e sincera ammirazione. Fra le due, meglio senz'altro la favola che non si trasforma in incubo.

Joe Fallisi


NOTE 
(8) "Si legga la spiegazione fornita dal Talmud riguardo alla differenza ontologica fra eletto e gentile: 'Perché sono immondi i goyim? Perché essi non erano presenti sul Monte Sinai. Infatti, quando il serpente entrò in Eva, egli le infuse l'immondizia. Ma gli ebrei furono purificati da ciò sul Monte Sinai; i goyim, comunque, che non erano sul Monte Sinai, non furono purificati.' (Abhodah Zarah, 22b) E, in effetti: 'Dio li creò in forma d'uomini per la gloria di Israele. Ma gli Akum furono creati per il solo scopo di servirli [gli ebrei] giorno e notte. Né essi potranno mai essere sollevati da tale servizio. E' conveniente che il figlio di un re [un israelita] sia servito da animali nella loro forma naturale e da animali sotto forma di esseri umani.' (Midrasch Talpioth, 225d)" (http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/99664)
(10) Il personaggio misterico della Madonna (che dà alla luce Gesù come vergine, è essa stessa nata da "immacolata concezione" - aggiunta, quest'ultima, tardiva: dogma cattolico proclamato da Pio IX nel 1854 con la Bolla Ineffabilis Deus - e viene assunta in cielo al momento della morte) ha un'importanza inconcepibile nell'ambito rigidamente patriarcale veterotestamentario. Essendo la Trinità cristiana un unicum, Maria, in quanto madre del Figlio, risulta progenitrice pure del Padre, nonché dello Spirito Santo, che però magicamente la ingravida, rendendola "sposa di Dio". Ora, la pretesa discendenza del Nazareno dalla Casa di Davide si giustifica solo per via di Giuseppe. Ma se costui non intervenne col suo seme, questa medesima discendenza non esiste. Motivo in più per vedere, con gli occhi di Marcione, uno iato radicale tra Vecchio e Nuovo Testamento. Si aggiunga, a proposito della "Santissima Trinità", che trattasi di idea particolarmente arbitraria, e foriera infatti di ogni possibile impazzimento ermeneutico (particolarmente arduo, per esempio, dimostrare appunto come la Madonna sia insieme madre e sposa - nonché figlia, in quanto creatura umana - e di Gesù e del Padre e dello Spirito Santo). Altra cosa è la Trimurti indiana, che indica le tre forme, i tre aspetti della divinità: Brahma il Creatore, Vishnu il Conservatore, Shiva il Distruttore. Sono i principi all'origine della manifestazione, che si rinnova in eterno. Una visione niente affatto irrazionale (cfr.http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/60136).
(11) Yahweh, parola che definisce il (tardivo) Dio unico d'Israele senza volto e senza nome (meglio: Shem HaMeforash, di "nome ineffabile"), sembra derivi dalla radice ebraica hawah (hawa in arabo), donde i sostantivi howah (Ezechiele, Isaia II, xlvii) e hawwah (Salmi, Proverbi, Giobbe), "disastro, calamità, rovina". Dio del fulmine e della tempesta, d'origine edomita, fu adottato da "Mosè" dopo la "rivelazione" sul "Monte Sinai" e imposto alle tribù ebraiche sino ad allora politeiste (Yahweh, cui vien tolta la compagna Asherah, soppianta gli originari Elohim, ovvero le divinità in tutte le lingue semitiche) come loro proprio dio nazionale, "Guerriero Divino" degli "eletti". A partire dal deutero-Isaia si riscontra l'affermazione della sola esistenza di Geova e dell'inesistenza degli altri dei, i cui seguaci vanno combattuti. L'"originalità" del monoteismo giudaico consiste nella fantasia dell'"elezione". Per il resto, concettualmente, esso deriva dall'influenza esercitata dal primo zoroastrismo, secondo il quale all'azione creativa di Ahura Mazdâh nulla viene escluso, neppure le tenebre. 
(16) Cfr. http://www.yeshua.it/index.htm (tre altri siti in italiano pieni di informazioni e argomentazioni con cui non ci si può non confrontare sono quello di Luigi Cascioli, da poco scomparso, http://www.luigicascioli.eu/index.php, quello di Davide Donnini, http://www.nostraterra.it/cristianesimo.html, e http://www.jesusneverexisted.com/scholars-italian.html) e Alessio De Angelis, Alessandro De Angelis, La fine del cristianesimo. Gesù e gli Apostoli non sono esistiti: le prove, Uno Editori, 2012 (cfr.http://www.youtube.com/watch?v=kciSzpCW85A,http://www.youtube.com/watch?v=uzJA4ywrdQs,http://www.youtube.com/watch?v=iHL3r3-agec,http://www.youtube.com/watch?v=pQQ_tFjraLY).


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Commento di Giorgio Vitali: "...nessuna opera letteraria, sia individuale che collettiva, parte da una pura invenzione di personaggi. Gli esempi sono infiniti: a cominciare da Iliade ed Odissea, i personaggi ivi idealizzati a forma di supereroi erano di sicuro figure ancestrali cantate dai rapsodi girovaghi ( ne abbiamo una riprova proprio nell'Odissea ove Ulisse-Odisseo, ospitato da questo o quel Re dove approda, sente cantare le SUE gesta dal menestrello di turno). l'Eneide è un altro esempio eclatante. Per non dire di Romolo, che ASCENDE AL CIELO come poi Gesù. La figura di Ercole, poi "copiata" dal Sansone biblico, è chiaramente identificabile in una specie di Superman divinizzato per la sua potenza fisica. [ A tal proposito valga un esempio: le sofferenze di Gesù, quelle cantate e celebrate nelle Viae Crucis, ricalcano  riti  ed onoranze ad Ercole...notare la presenza dell'icona di ERCOLE in moltissime monete repubblicane e imperiali...queste icone erculee sono state riprese in una monetazione degli anni sessanta fino agli ottanta, dove un erculeo personaggio batte qualcosa sull'incudine. Le cinquanta lire. Ma il disegno della figura ha lo stesso movimento delle icone erculee romane e tardo romane. 

L'INCIDENZA I QUESTA IMMAGINE E DEL MITO DELLE SOFFERENZE DI ERCOLE PER RAGGIUNGERE LA SEMI-DIVINITA'  è STATA TALE DA INDURRE UN GESUITA DEL '600 ( del seicento!) A MALEDIRE ERCOLE PER AVER FATTO LUI, PRIMA DI CRISTO, QUELLO CHE POI HA FATTO CRISTO, FIGLIO DI DIO. ( Questo per dimostrare dove può arrivare la farneticazione religioso-mistica indotta da chissà quali incidenze psichedeliche). 

Abbiamo anche altre figure della cultura classica, talmente vivide nel nostro pensiero, da sembrarci realmente esistite. Socrate ad esempio. personaggio sicuramente esistito, ma di certo non con il SIGNIFICATO che gli ha dato Platone. Anche Socrate è stato preso ad esempio per la creazione della figura di Cristo. (Che arriva al culmine col Simposio, dedicato all'Amore,  che diventa Ultima Cena, che diventa il Convivio dell'iniziato Dante..) Se proseguiamo nell'elenco dei personaggi rimasti impressi artisticamente nella memoria collettiva vediamo che sono tutti astrazioni di idee, immagini, suscitate negli autori da personaggi realmente esistiti. Prescindendo da Shakespeare nelle cui opere le evidenze sono molto concrete, citiamo Orlando, mitico personaggio dell'epopea carolingia, ( e già l'epopea è finalizzata a mitizzare), FAUST, in cui Goethe ricalca sicuramente una figura di alchimista alla ricerca forsennata dell'elisir di giovinezza, Don Giovanni, Don Chisciotte e così via. 

OGNI VOLTA che una esperienza sensibile colpisce l'immaginazione creatrice di un pensatore, questo TRASFORMA alchemicamente nella propria mente, un fatto parziale in un concetto UNIVERSALE. Ed anche questo è PLATONISMO. (Giorgio Vitali)"



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Commento di  Luciano Sarmati : 
"Caro Paolo D'Arpini, secondo la teoria vichiana, il mondo antico e quindi quello giudaico, appartiene all'epoca eroica, dove prevalgono i miti. D'altra parte, appartiene all'umanità il volere e dover credere a determinati principi, che avvertiamo dentro di noi. Quindi, risulta logico che gli Ebrei, bistrattati e perseguitati per secoli, abbiano seguito la tradizione ed abbiano inventato una religione conseguente, piena di eroi e di teorie, che li avvicinasse a Dio, quale consolazione delle persecuzioni subite. Il Cristianesimo non mi sembra che l'ebraismo, rivisitato nel platonismo e in Aristotele, con una punta di modernismo : l'avversione alla schiavitù, che mi sembra l'ideale più alto, che dovrebbe legare tutti gli uomini. E tale progressione mi appare cammino verso la luce. Il ritorno alle tenebre, secondo me, si realizza col comunismo, che, basandosi su teoria sbagliata, fa tornare indietro di secoli l'umanità, in quanto impone il governo di uno su tutti, senza realizzare nessun beneficio per i lavoratori, come denunciava Mazzini già nel 1855 a Londra, scagliandosi contro Marx (M.de Meis : La civiltà occidentale), cui proponeva  comunque, per liberare i lavoratori, di costituire cooperative tra questi. Le applicazioni del comunismo, storicamente, non hanno portato nessun progresso, né in senso sociale, nè nel campo economico, né in campo internazionale, perché, a ben guardare, non sono supportate da ragioni culturali o sociali, radicate nell'animo, ma solo da volontà politiche di emergere di pochi, aspiranti dittatori (Lenin, Stalin e successori), che hanno lastricato la loro strada di milioni di cadaveri di oppositori. Muro di Berlino: migliaia di esseri umani hanno tentato di fuggire da Est verso Occidente. Chi ha provato a fuggire verso Est? Solo Montecorvo, perché voleva vendere la sua scienza nucleare ai sovietici. (tuffo nelle tenebre). Con viva simpatia.  Luciano Sarmati"

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