domenica 5 giugno 2016

Il Dalai Lama redarguisce il papa e la Merkel (sui migranti) - "Così diventate tutti musulmani"


«Anche da un punto di vista morale», il Dalai Lama è convinto che «i
rifugiati dovrebbero essere ammessi soltanto temporaneamente» e
«l’obiettivo dovrebbe essere che ritornino e aiutino a ricostruire i
loro Paesi».

L’argomento è scottante, il terreno è scivoloso, ma lui non ha paura a
dichiararlo pubblicamente, in un’intervista alla tedesca Frankfurter
Allgemeine Zeitung, consapevole che sta per farsi dei nemici. 

A partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui sembra rivolto
il messaggio visto il mezzo di comunicazione, ma anche le parole
scelte per parlare dell’emergenza migranti: «Ce ne sono troppi
adesso», ha aggiunto.

Se lo avessero detto Marine Le Pen, Matteo Salvini o qualche leader di
Pegida, nessuno ci avrebbe fatto caso. Che le loro opinioni siano
condivise da una delle personalità più note e stimate del mondo,
sconcerta. Potrà risultare anche sorprendente che un religioso
mantenga il proprio attaccamento a una tradizione minacciata dalla
globalizzazione, eppure il Dalai Lama sa quel che dice quando ci mette
sul chi va là, spiegando che l’Europa, in particolare la Germania non
può diventare un Paese arabo. La Germania è la Germania».

Certo, «quando guardiamo il volto di ogni rifugiato, ma specialmente
quelli di donne e bambini, percepiamo la loro sofferenza e un essere
umano che è un pochino più fortunato ha il dovere di aiutarli ma ce ne
sono così tanti che in pratica è diventato difficile».

Certo, i templi e i monasteri buddisti non sono noti come succursali
della Caritas, ma ognuno ha la propria vocazione e in ogni caso Tenzin
Gyatso, l’81enne leader mondiale del buddismo tibetano, è lui stesso
un profugo, che ha scelto l’esilio dal 1959, a causa dell’invasione
del Tibet da parte della Cina comunista nel 1950 e della successiva
persecuzione della religione buddista. Già questa sua posizione
politica ha contribuito un po’ a dipingere il Dalai Lama come un bieco
reazionario e lo ha reso sgradito a molti che con Pechino desiderano a
tutti i costi fare affari, dispostissimi a chiudere due occhi davanti
ai campi di concentramento, alle esecuzioni capitali e alla mancanza
di democrazia. Magari tenteranno di togliergli anche il Nobel per la
Pace, che gli era stato assegnato nel 1989, di dargli dello xenofobo
se non proprio del nazista, scoprendo che fra i simboli buddisti si
trova anche una svastica.

di Maria Doss



(Fonte Notiziario AK N. 23)

1 commento:

  1. Commento di F.F.:

    "Qualcuno si sta accorgendo che esiste un problema nei confronti delle donne europee proveniente dall'immigrazione di maschi allogeni nei nostri paesi. Perché questi hanno un obiettivo chiaro, la conquista della donna "bianca". Perché loro - a differenza di noi - non sono menomati mentalmente (si fa per dire) con pensieri come "esiste solo l'essere umano, le etnie non esistono, siamo tutti uguali" e tutti quei deliri pestilenziali occidentalisti. Sanno che le "nostre" donne rappresentano la nostra stirpe; che le donne "bianche" sono la Storia biologica delle nostre Nazioni; e che facendo loro violenza agiscono per ottenere uno scopo: siamo qui per cancellarvi etnicamente e sostituirvi, impossessandoci delle vostre donne"

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