venerdì 27 maggio 2016

La simbologia esoterica della "danza dei sette veli"



Erroneamente attribuita a Salomè (poichè nel passo biblico che la riguarda non si fa menzione dei sette veli, ma neanche che si spogliò) in realtà questa danza, in cui la danzatrice-spogliarellista si denuda gradualmente, va fatta risalire al mito mesopotamico di Ishtar, dea dell'amore dei Sumeri. 

Il suo amato Tammuz fu rapito dalla morte, dalla dea degli inferi. Così Ishtar, decisa a convincere costei a ridare la vita a Tammuz, iniziò la sua discesanel sottosuolo, e per ognuna delle sette porte che doveva attraversare per arrivarne al centro era costretta a lasciare una parte dei suoi indumenti, fino a rimanere nuda al suo arrivo. Poi si immolò lei stessa come pegno di vita per l'amato, ma infine la vita le venne restituita insieme a quella di Tammuz.

Chiaramente simbolica della discesa iniziatica nelle profondità della propria ombra, è l'essere che deve immergersi nell'oscurità per riscattare quella parte di sè prigioniera dell'illusione; in altre parole,in termini alchemici, trasformare il proprio "piombo" in oro, ovverossia liberare lo spirito dai vincoli pesanti della materia. La nudità in questo caso rappresenta l'essenza, il nucleo spirituale dell'essere.

Ma ci sono anche altri risvolti in questo mito: si può per esempio trovarne un riscontro nel kundalini yoga,in cui lo scopo è liberare gradualmente tutti e sette i chakra; ma ricalca soprattutto l'insegnamento misterico che la collegava all'attraversare le cosiddette "sette sfere planetarie" (ovviamente anch'esse simboliche di altrettante dimensioni interiori) sciogliendosi via via dei propri condizionamenti esteriori, concepiti come tanti vestimenti o veli che occultano la consapevolezza di sé fino a raggiungere lo stato di completa "nudità" dell'essere assoluto e semplice, che è solo sé stesso.

Le "sfere planetarie" corrispondevano ai sette pianeti sacri dell'antichità - quelli conosciuti: Saturno, Giove, Marte, Luna, Mercurio, Venere, Sole. Troviamo la loro corrispondenza (come in ogni autentico insegnamento tradizionale vi sono sempre corrispondenze fra culture diverse e anche molto lontane tra loro sia geograficamente che temporalmente) nella tradizione indù, in cui vengono definiti"mondi"che l'anima deve attraversare sul suo cammino verso la liberazione suprema: Bhur,Bhuvah,Svar,Mahar,Janas,Tapas, satya. Tutti questi mondi sono in effetti diversi livelli di realtà, diversi stati dell'essere,corrispondenti alle sue manifestazioni sottili oltre che quella fisica.

Simon Smeraldo

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