lunedì 25 gennaio 2016

La morte richiede certezze... il caso di Bella Moore Williams ri-vissuta dopo la diagnosi di "morte cerebrale"



La morte richiede certezze, è un diritto di ciascuno, ma da quando la morte non è più costatata in arresto cardiocircolatorio e respiratorio protratti (verificabile dai parenti), ma dichiarata d'autorità a cuore battente sotto ventilazione dai medici, sulla base di protocolli variabili, il dubbio che il malato o il morente sia in balia di soggettive valutazioni utilitaristiche (sperimentazioni, trapianti) o semplicemente ideologiche, avvelena la vita dei cittadini che temono negligenza, imperizia e dolo sanitario proprio nel fine vita. Situazioni impunite.

Infatti non esiste test, o combinazioni di test che ci possa assicurare che il cervello sia morto in presenza del circolo e del respiro ausiliato. La crescente tendenza alle prognosi infauste e conseguente sospensione dei trattamenti di sostegno alla vita, chiede maggiori cautele per le incontestabili riprese dal coma dei minori in età pediatrica, come da indicazione scientifica internazionale. Cautela cancellata in Italia l'11 aprile 2008 dal Decreto della ex Ministra Livia Turco che ha abolito i parametri speciali riservati dalla legge ai bambini sotto i 5 anni.

Il caso di Bella Moore Williams


Quello che è successo a Bella Moore Williams, bambina di 18 mesi originaria dell’Essex, in Gran Bretagna, nata con una malattia congenita e allo stadio terminale, ha dello straordinario. 

I suoi genitori, Francesca e Lee, di 41 e 44 anni, erano pronti a dire addio alla figlia dopo che avevano deciso di staccare la spina del respiratore che l'aiutava a sopravvivere. Avevano anche firmato tutti i documenti che non ne permettevano la rianimazione ed altre misure speciali.

Dopo soli 30 minuti, però, la bambina, che i medici avevano dato per morta (morta cerebrale ndr), ha iniziato a scalciare e ad urlare. Sono passati 5 mesi da quel momento straziante: la piccola ora è guarita e può tornare a casa per festeggiare il Natale insieme alla sua famiglia. “Le tenevo la mano aspettando il suo ultimo respiro – ha raccontato il padre, già genitore di un altro bambino -. Poi ha cominciato a muoversi da sola senza respiratore e ad afferrare le mie mani...”.

La coppia ha cominciato a preoccuparsi della salute di Bella lo scorso aprile, quando la bambina ha iniziato a perdere dei ciuffi di capelli. Dopo tre mesi, durante una vacanza di famiglia nelle Canarie, le sue condizioni sono peggiorate. Fatta rientrare immediatamente nel Regno Unito, è stata ricoverata in terapia intensiva, dove analisi più approfondite hanno fatto riscontrare delle anomalie su entrambi i lati del suo cervello. Infine, il 21 luglio scorso c’è stato l’addio, quando tutti erano pronti alla morte della piccola prima del miracolo.

Bella, che compirà due anni all’inizio del prossimo anno, sta lentamente imparando a camminare e a parlare, ed anche i suoi capelli stanno tornando a crescere...” 
(www.ilmessagero.it 24/12/15).
 
Nerina Negrello
Presidente
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente

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