sabato 28 febbraio 2015

Russia - Misteriosa operazione destabilizzante... ...ucciso l'oppositore Boris Nemtsov



Mosca. Attentato ...ucciso l'oppositore Boris Nemtsov - "E' un omicidio crudele ed una provocazione". Così Vladimir Putin commentando l'uccisione dell'oppositore Boris Nemtsov. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti, precisando che le indagini saranno sotto il diretto controllo del leader del Cremlino. L'uomo politico è stato freddato la notte del 27 febbraio 2015 con quattro colpi d'arma da fuoco mentre passeggiava nel centro di Mosca, non lontano dal Cremlino. Pochi giorni fa l'economista e analista politico Mikhail Delyagin su Radio Pravda, aveva previsto una massiccia provocazione anti-russa: «cose e dati riconducibili a un'unica matrice [...] costituiscono per tutti una gravissima minaccia». L'attentato di ieri, quindi, potrebbe essere l'ennesima montatura per incriminare il presidente Putin. Da molto tempo i piani degli Stati Uniti prevedono un cambio di regime in Russia, mirando a colpire il governo sovrano indipendente del proprio principale antagonista eurasiatico. Washington vuole insediare un governo fantoccio filo-occidentale con una rivoluzione colorata o con la guerra... (Viviamo tempi drammatici, è lapalissiano ma non dobbiamo dirlo...)

P.D'A.



Commento di Obama: 'sarà bene che facciano delle indagini serie per trovare i colpevoli'. 



"Perché sennò? ... Sbaglio o il KGB non c'è più ma la CIA gode di ottima salute? Controinformazione subito. E' certamente da escludersi che dietro l'assassinio ci sia Putin, la cui popolarità è la più alta mai raggiunta da un Presidente russo (o sovietico) negli ultimi 60 anni. Quindi o è una operazione di servizi segreti occidentali per provocare disordini in Russia, o è stato qualche ultranazionalista fuori di testa (o è una combinazione delle due cose: le provocazioni seguono sempre percorsi tortuosi)..” (Enzo Prandi. Lista No Nato)



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Commento integrazione di Il Saker: "Boris Nemtsov è stato ucciso a Mosca. E 'stato uno dei leader più carismatici cosiddetti "liberali" o "democratici" o "non di sistema" dell’opposizione in Russia. Si prega di capire che, nel contesto russo, "liberale" e "democratico" significano pro-USA, o addirittura a conduzione CIA. Il termine "non-sistema", vuol dire che l’opposizione e’ troppo minuta per ottenere anche un solo deputato alla Duma.
L'opposizione "liberale" o "democratica" o "non di sistema" in Russia ha un sostegno popolare di circa il 5% (al massimo). In altre parole, è politicamente defunta (per una spiegazione dettagliata, si prega di leggere "Da Napoleone a Adolf Hitler a Conchita Wurst").
Sperando di ottenere un maggior numero di gente in piazza l’opposizione costituita dal “non-sistema”, vedi "liberale”, vedi "democratica" si alleò con gli ultra-nazionalisti (i soliti idioti utili alla CIA) e con gli attivisti omosessuali (anche loro utili idioti per la CIA). A quanto pare, questo non era sufficiente.
E ora, con “tempismo perfetto”, Nemtsov viene assassinato.
Possiamo prevedere la reazione degli AngloSionisti e della loro macchina di propaganda. Sarà esattamente lo stesso come per il MH-17: Putin l'assassino !!! Attentato alla Democrazia !! Liberta’ assassinata !! ecc ecc.
Non vi è dubbio, a mio avviso, che, o si tratta di un caso straordinariamente improbabile ma sempre possibile - davvero sfortuna per Putin- e Nemtsov è attaccato e aggredito da qualche pazzo, o si tratta di un’operazione “falsa bandiera” assolutamente di marca occidentale. Prendi un politico senza speranze e credibilità con chiunque abbia un QI più di 70, e te lo trasformano istantaneamente in un "martire per la libertà, la democrazia, i diritti umani e la civiltà".
A proposito, se, come io credo, questa è un’operazione “falsa bandiera”, mi aspetto che sara’ un clamoroso successo in Occidente e un fiasco totale in Russia. Ormai i russi già fiutano questo tipo di operazione a un miglio di distanza, e dopo il MH -17 ognuno si aspettava una falsa bandiera. Quindi, se non altro, non farà che aumentare l'ostilità dei russi verso l'Occidente e si stringeranno attorno a Putin. Nell'Impero, tuttavia, l’avvenimento avrà enorme risonanza, meglio degli episodi di Politkovskaya o Litvinenko messi insieme. Verrà creato un premio "Nemtsov", una statua Nemtsov verrà dedicata da qualche parte (a Varsavia?), Il Congresso degli Stati Uniti passerà una "legge Nemtsov" e verrà messo insieme il solito pacco tutto-compreso di "agiografia democratica.”
Mi preoccupa di più che i servizi di sicurezza russi non abbiano anticipato e quindi impedito l’avvenimento. Questo è un grande fallimento per l'FSB, ed ora la loro reputazione e’ in gioco per scoprire il colpevole. Prevedo che troveranno un capro espiatorio, che non avrà alcun contatto dimostrabile con i servizi occidentali e che, idealmente, potrebbe anche avere alcuni contatti con i servizi russi (come Andrei Lugovoi).
Per quanto riguarda il "non-sistema" liberale "o" democratici "" - probabilmente ri-etichetterà le prossime proteste come "omaggio a Nemtsov" attirando così più gente nelle strade.
C’è gente a Langley, stasera, che ha ottenuto una promozione."


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Commento integrazione di Piotr: "Persino su un inserto di Repubblica di pochi giorni fa c'era un articolo che diceva "Tutti con Putin. Anche gli ex dissidenti. Persino un famoso blogger che era stato messo in galera". Quindi è evidente che solo un governo russo masochista avrebbe dato l'ordine di eliminare un esponente di un'opposizione allo sbando e senza più cartucce. D'altra parte, vorrei ricordare, secondo il menzognificio occidentale, Assad avrebbe ordinato l'attacco chimico a Ghouta  subito dopo le minacce di Obama su questo tema e addirittura quando gli ispettori sulle armi chimiche erano appena arrivati a Damasco. Evidentemente un altro masochista. In quel caso i satelliti spia, ammissioni dei terroristi, addirittura notizie proveniente dalle forze di sicurezza turche e, per finire, uno studio scientifico del MIT, hanno immediatamente sbugiardato la provocazione. In questo caso le cose sono molto più difficili.
Ad ogni modo, è addirittura elementare mettere assieme una lista delle possibili provocazioni future. Subito dopo gli accordi di Minsk2 avevo scritto che dato che le sanzioni e gli altri attacchi alla Russia avevano avuto come effetto quello di togliere il terreno da sotto i piedi alla "opposizione liberal" a Putin, se io fossi stato a Washington avrei fatto leva sugli ultranazionalisti. Quelli che, tanto per intenderci, continuano a dire che Putin ha svenduto il Donbass (sic!). Ovviamente sarà molto difficile che si sappia chi ha compiuto questo attentato. A meno che la polizia russa non riesca veramente a metterci le mani sopra. Ma temo che se ci riuscirà si troverà tra le mani un, almeno sedicente, ultranazionalista. E a quel punto Putin sarebbe sotto impasse.
Per ora è impossibile spingersi oltre con le previsioni, se non quelle riguardanti la campagna di stampa che verrà montata."

venerdì 27 febbraio 2015

S'ode a sinistra uno squillo di tromba... Riuscirà Pier Luigi Bersani a fermare le orde dell'usurpatore?



...forse l'Italia s'è desta, sarà l'effetto Tsipras oppure il tanfo che emana dal gabinetto del bulletto fiorentino, che ha cagato troppo fuori della tazza. Ecco, finalmente si ode uno squillo di tromba. Il trombato Pier Luigi, che vinse le ultime elezioni a metà ma fu esautorato dal napoletano perché non in grado di trovare una maggioranza al senato, lancia un ultimo disperato squillo in difesa della democrazia: “Non voterò l'Italicum”. 

E le schiere residue della sinistra si ricompattano e lanciano gridolini di guerra verso il democristiano che -grazie al voto di extracomunitari e forzaitalioti in incognita- riuscì a usurpare la segreteria del PD, prima, e il seggio da primo ministro (sfilandolo da sotto il culo al povero Letta) dopo (sempre per grazia ricevuta del napoletano). 

Sarà sufficiente la presa di posizione odierna del “trombato/trombettiere” a restituire dignità al Partito Democratico, che fu comunista?

La disfida del Bersani contro Renzi mi ricorda molto la contesa avvenuta ai tempi del PDS, allorquando Achille Occhetto vinse le elezioni ma perse il posto, scalzato dal perfido Dalema. La causa di tanto male, in quel primo caso come in questo attuale, il lubrico inciucio con il puttaniere per antonomasia, nonché lenone e truffatore. Renzi è salito al governo grazie a lui, il condannato ai servizi “socialmente utili”, ed ora porta avanti (con la sua banda di ministri raccogliticci)  il suo  lavoro sporco, quello di distruggere la democrazia costituzionale dell'Italia e trasformare la penisola in un lager del lavoro precario (forzato) a basso prezzo. 

Riusciranno le stanche truppe democratiche residue a scacciare il vil marrano? 

Apriranno gli occhi gli italiani?


Paolo D'Arpini  
Portavoce pro-tempore di European Consumers Tuscia

giovedì 26 febbraio 2015

La NATO batte cassa al Senato


Brondo, brondo... cacciate la grana,  mi raccomando!

Il Senato comunica: "Le Commissioni riunite Esteri e Difesa, in seduta congiunta,  giovedì 26 febbraio 2015, alle ore 15, svolgeranno l'audizione informale del Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg. Alla riunione sono invitati a partecipare tutti i componenti della Commissione."

Cosa è venuto a fare?
Semplice... a batter cassa!


Londra, 26 feb. (AdnKronos) - Solo due dei più grandi contribuenti della NATO, Stati Uniti e Francia, rispetteranno l'impegno di mantenere il loro budget per la difesa, mentre Italia, Germania, Canada e Gran Bretagna quest'anno taglieranno la spesa, violando la promessa fatta al vertice nel Galles del settembre scorso. E' quanto emerge da un rapporto dell'European Leadership Network diffuso oggi, mentre si trova in visita a Roma il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. 

"Lo scorso anno è stato più un trionfo della retorica che del mantenimento degli impegni - denuncia Ian Kearns, direttore dell'associazione che riunisce diplomatici, politici e militari in congedo ed in servizio - Nonostante l'affermazione che l'Ucraina abbia cambiato la situazione, le cose sono continuate come al solito". Al summit in Galles dei primi di settembre scorso, i 28 capi di Stato e di governo della NATO avevano riaffermato l'impegno ad una spesa del 2% del Pil per la difesa, concordando anche di "mettere un freno" ad ulteriori erosioni nei bilanci per la difesa. "La cosa che colpisce non è che non stanno rispettando i loro obiettivi, è che stanno mancando l'impegno ad invertire la tendenza della diminuzione delle spese per la difesa", sostiene ancora Kearns citato dal "Financial Times".

mercoledì 25 febbraio 2015

"Boveri gregy" in mano al "cunctator" Tsipras



Forse semplicemente al governo in Atene non capiscono un cazzo, cosa che disgraziatamente tra i politici è molto più frequente di quanto sarebbe conveniente.
Siamo nella crisi economica (eurocostruita) più lunga da 200 anni a questa parte, e chi temporeggia che temporeggia a fare (novello Quinto Fabio Massimo Cunctator? Civis Romanus sum?), e cosa aspetta ?


Che un sistema implicitamente fascista diventi esplicitamente fascista, in modo irreversibile ?


Infatti l'unico dentro il palazzo a strepitare contro, in Grecia, è un vecchietto 92enne, Manolis Glezo, che ha combattuto i nazisti del XX secolo, per cui riconosce al volo gli euronazisionisti del XXI, ma per evidenti limiti temporali non potrà continuare a combatterli (da solo!) in eterno (a meno di lanciare càncheri e maledizioni galattiche addosso all'eurosistema quando avrà raggiunto le sponde dell'aldilà).


- "E' possibile uscire dalla crisi senza sovranità monetaria?"


- "Certo che no" (Bruno Amoroso, economista, Roskild University).


"La tecnica di emissione dell'euro è la medesima di quella dei falsari, l'unica differenza è chi ne trae beneficio [i plutocrati dei titoli di debito]" (Maurice Allais, premio Nobel per l' Economia, sono ben sei i Nobel che hanno condannato l'eurotruffa).
Sembra di vedere dei medici che al cappezzale di un infartuato discutono la cura dei suoi foruncoli, così tra una disquisizione sull'acne e l'altra il poveretto passa dalla fibrillazione alla morte (una eccellente tecnica medica, pone fine ad ogni malattia, per esaurimento della vita stessa).


Cosa direbbe Giacinto Auriti ?


Vincenzo Zamboni

martedì 24 febbraio 2015

Ucraina: "La resa dei conti"



In meno di un anno, gli USA hanno spodestato il democraticamente eletto governo ucraino, hanno insediato i loro lacché a Kiev, lanciato una costosissima e sanguinosissima guerra di annientamento contro le popolazioni russofone dell'est, fatto sprofondare l'economia nel baratro, e ridotto l'intera nazione ad un stato fallito e nel caos, destinato a portarsi sulle spalle  una violenta guerra civile per tutto il futuro prossimo prevedibile.


La scorsa settimana, Washington ha subito la sua più grande sconfitta militare da più di 10 anni, quando l'esercito ucraino da essa supportato è stato messo in fuga nel centro di trasporto ferroviario di Debaltsevo. All'incirca 8000 soldati ucraini regolari con un non specificato numero di carri armati e altre unità corazzate sono stati circondati in quella é divenuta nome come "la sacca". L'esercito della repubblica popolare di Donetsk (DPR), alla guida del comandante  Alexander Zakharchenko, ha accerchiato l'esercito invasore e ha progressivamente stretto il cordone, uccidendo e catturando la maggior parte dei soldati nella sacca. Le Forze armate ucraine hanno subito perdite che oscillano fra i 3000 e i 3500 uomini, oltre a ingenti quantità di materiale bellico abbandonato nella fuga.
Secondo Zakharchenko, "la quantità di attrezzatura militare che le unità ucraine hanno perso qui è al di là di ogni descrizione".
Oltre a ciò, l'esercito fantoccio degli USA ha visto molte delle sue unità di elite annientate nei combattimenti, privando Kiev della possibilità di continuare la guerra senza l'assistenza degli alleati in Europa e negli Stati Uniti. La portata della sconfitta non sarà pienamente nota fino a quando i  soldati in fuga dal fronte porteranno la loro rabbia nelle strade della Capitale e richiederanno le dimissioni di  Petro Poroshenko.
Il presidente ucraino é responsabile del massacro di Debaltsevo. Era del tutto consapevole del rischio di accerchiamento che correva il suo esercito e ha nonostante ciò ordinato loro di tenere la loro posizione per soddisfare gli elementi di estrema destra del suo governo. Il disastro é ancora più terribile a causa del fatto che era del tutto evitabile e non aveva nessuna motivazione strategica. L'alterigia estrema ha spesso conseguenze sui risultati di una battaglia. Questo é stato il caso di Debaltsevo.

La debacle garantisce che i giorni dell'incompetente presidente sono contati. È quasi certo che verrà rimpiazzato oppure eliminato nelle prossime settimane. Ha già messo al sicuro la sua famiglia all'estero e vi é una crescente congettura che sia Washington che i nazionalisti di estrema destra che dirigono i Servizi di Sicurezza insisteranno affinché egli sia rimosso. Ciò prepara la strada per un nuovo colpo di stato ucraino in meno di un anno, un amaro segno dei tragici fallimenti della politica USA in Ucraina. Date uno sguardo a queste righe prese da un post di  "Vineyard of the Saker" : 
"Pare proprio che gli squadroni della morte nazisti siano di nuovo in marcia, e che questa volta il loro sguardo sia diretto proprio verso Kiev. I capi di tredici squadroni della morte (anche noti come "battaglioni di volontari") hanno oramai dichiarato che stanno formando i loro propri comandi militari sotto la supervisione del noto Semen Semenchenko. Ufficialmente, non sono in alcun modo oppositore del regime attuale, così ha detto Semenchenko. Ma in verità i loro ranghi hanno le idee ben chiare sul da farsi: organizzare una terza Maidan e sbarazzarsi di Poroshenko.
    
Ciò che rende questa versione del 21° secolo delle SA così pericolosa per Poroshenko é che egli, a differenza di Hitler, non ha la versione del 21esimo secolo delle SS per eliminarli nel giro di una notte. In realtà, secondo molte fonti, tutta la parte meridionale dell’Ucraina in brandelli é ora "terra di Kolomoiski", pienamente sotto il controllo dell'oligarca che finanza questi squadroni della morte. Bisogna poi aggiungere a ciò il fatto che la maggioranza della Rada é ora composta dagli stessi comandanti di battaglione e nazistoidi vari per capire perché Poroshenko sia in posizione di grande pericolo... 
La triste realtà é che non vi é praticamente nessuno in Ucraina capace di disarmare questi cosiddetti "battaglioni di volontari". Oramai vi sono migliaia di fanatici nazisti in uniforme che vanno in giro armati e che impongono a tutti la loro legge della giungla.  Di sicuro sembra che il futuro del Banderastan sarà un miscuglio di Somalia e Mad Max - uno stato fallito, una economia completamente devastata, ordine sociale collassato e la legge di squadracce di teppisti armati."(The Vineyard of the Saker)

Se Poroshenko é condannato ad essere il capro espiatorio del disastro di Debaltsevo, é solo perché egli ha seguito gli spericolati consigli dei suoi finanziatori che siedono a Washington.  Se avesse ascoltato i suoi consulenti militari, avrebbe probabilmente ritirato prima le sue truppe e avrebbe risparmiato a se stesso una uscita di scena alla Gheddafi. Ora tutto ciò é forse troppo tardi.

La disperazione di Poroshenko ha portato ad un appello agli alleati occidentali e alle Nazioni Unite per l'invio di una missione di pace in Ucraina. La richiesta é una ammissione della sconfitta e non ha nessuna possibilità di essere implementata, principalmente perché viola i termini dei recenti accordi di pace (Minsk 2.0), ma anche perché i membri votanti del Consiglio di Sicurezza (Russia e Cina) sicuramente presenteranno il loro veto alla proposta.

Chiaramente, Poroshenko, che é sempre più sotto attacco e vituperato, si sta arrampicando sugli specchi per evitare la stessa fine violenta che lui ha senza scrupoli inflitto a molti dei suoi concittadini. Qui vi é un breve riassunto degli eventi recenti dal World Socialist Web Site: "Il disastro dubito dal regime di Kiev mette allo scoperto il carattere spericolato e assolutamente non lungimirante della politica seguita da Washington e i suoi alleati europei in Ucraina... I tentativi iniziali del regime di Kiev e dei suoi sostenitori della CIA di sottomettere l'Ucraina orientale tramite puro terrore militare, facendo affidamento su milizie fasciste e unità scelte dell'esercito ucraino considerate affidabili, sono falliti...

Tuttavia, Washington sta facendo pressione su Kiev per preparare una nuova offensiva e sta ancora discutendo di armare l'esercito ucraino di armi USA per combattere la Russia.

In Ucraina occidentale, la popolazione sta evadendo o resistendo la leva militare, che continua chiedere carne di cannone per la guerra in ucraina orientale. Al momento, l'economia ucraina, tagliata dalla sua base industriale principale in Ucraina orientale e dal mercato di esportazione russo, sta crollando.

"La nazione é in una guerra che non si può permettere di combattere. Non vi é più una economia....", Gerald Celente del  Trends Journal ha detto a Russia Today. "Quella perdita di 160 miliardi di dollari di commercio con la Russia ha distrutto l’ economia, che si trovava già in un profondo stato di recessione. È passata da uno stato pessimo ad uno peggiore di una economia in depressione."

("Il regime di Kiev spalleggiato dagli USA rischia un disastro militare nella guerra in ucraina orientale", Alex Lantier, World Socialist Web Site  US-backed Kiev regime faces military debacle in east Ukraine war
Washington ha largamente vinto la guerra dell' informazione, avendo persuaso il congresso e il popolo americano che la politica USA in Ucraina é giusta. Ma sul terreno, che é ciò che conta, Washington ha incespicato in un fallimento dietro l'altro. Questo processo continuerà senza dubbio e i suoi costi sono troppo esorbitanti da sopportare.

Mike Whitney


Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/2015/02/20/the-exceptional-u-s-suffers-crushing-defeat-in-debaltsevo/
20/22.02.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di THERSITES

Liberarsi dal giogo del falso debito pubblico e della falsa sovranità monetaria




La sovranità monetaria, addirittura inesistente, nella forma di falsa ricevuta, ma va a
formare un falso debito strutturalmente impagabile per inesistenza di
liquidità sufficiente al saldo degli interessi: tutto ciò costituisce
semplicemente un metodo illegale di appropriazione indebita di beni
altrui, con il quale il sistema bancario e plutocratico privato mira
al dominio esclusivo dell'economia e del mondo.

In realtà, chi dovrebbe essere autore della emissione di denaro, quale
certificato di valore (prodotto dal lavoro) è la collettività,
attraverso un ente pubblico, e vale a dire una banca centrale non
privatizzata, bensì alle dipendenze del ministero del Tesoro.
La ricostruzione di tale sovranità monetaria non è tecnicamente
difficile, visto che stampare moneta è del tutto equivalente a
stampare francobolli destinati al pagamento di lavoro generico, invece
che solo postale.

Ma ciò che è concretamente fattibile, a questo mondo, dipende dai
rapporti di forza tra le parti che difendono interessi in conflitto, e
negli ultimi decenni il circuito bancario privato ha guadagnato un
enorme potere, con il quale è in grado di ricattare il governo ed
imporre le proprie condizioni.

E' possibile uscire da tale situazione ?

In realtà sì, perché il potere illimitato di ricatto esiste solo in
regime di monopolio, ma viene limitato da un regime di concorrenza tra
diversi soggetti.

Consideriamo allora il caso di un governo x che, pur intenzionato a
ricostruire la sovranità monetaria con una banca nazionale pubblica
non abbia ancora la forza politica per farlo, e sia ancora costretto a
chiedere denaro in prestito alle banche, e precisamente consideriamo
che abbia bisogno di euro.

La Bce usa imporre i propri tassi di interesse (Un vero furto alla
collettività), privilegiando ampiamente le banche, cui impone un tasso
m rispetto ai governi, da cui pretende un tasso n > m, che mette i
governi in una situazione debitoria sempre più insostenibile.

Quel governo x può, però, aggirare il problema rivolgendosi ad altri
fornitori. Ad esempio, proponendo ai cinesi titoli di debito per
ottenere yuan a tasso k < n. Perchè i cinesi dovrebbero accettare una
simile proposta ? Perché sono più buoni degli europei ? No, non per
questo, bensì per semplice convenienza: l'alternativa per loro sarebbe
di ottenere dei titoli pur a tasso basso, oppure niente, quindi
possono essere interessati a guadagnare k piuttosto che zero, ed
accettare l'offerta. Lo yuan è una moneta solida, prodotta dalla
nazione di 1.350 mln di individui con il pil più alto del pianeta,
membro dei Brics, che sono indipendenti dal circuito monetario
occidentale. Pertanto, gli yuan possono venire facilmente convertiti
in euro.

A questo punto, il governo x può dire agli eurocrati Bce: "O voi mi
abbassate i tassi di interesse del denaro di cui ho bisogno, oppure io
aumenterò i miei rifornimenti via yuan cinesi, il che andrà ancora di
più a detrimento dei vostri guadagni.


In questo modo, il governo x ottiene un potere di contrattazione
finalizzato alla diminuzione dei tassi di interesse bancari.
Si fa presente agli eventuali scettici, Cassandre e uccellacci del
malaugurio che con un meccanismo simile a questo alla fine del 2014 la
Russia ha agevolmente neutralizzato un colossale tentativo di
speculazione sul rublo, finalizzato a svalutarlo, respingendo
l'attacco e costringendolo alla resa.


Il "costo del denaro" (non convertibile) è ab origine una truffa,
trattandosi dell'unica merce producibile a costo nullo (basta
includere nella emissione la frazione necessaria a pagare le spese di
emissione), ma in attesa di riuscire a ridurre i banchieri alla loro
condizione naturale di tipografi alle dipendenze del Ministero del
Tesoro è comunque possibile agire in modo da erodere il potere
fraudolento che in passato si sono accaparrati, a danno della
collettività, e percorrere così la strada che permetta
progressivamente la riconquista della sovranità monetaria del popolo.


Senza la quale, come ha bene specificato l'economista Bruno Amoroso
(università di Roskild) è impossibile uscire dalla "crisi", la truffa
fraudolenta con cui i ricchi derubano i poveri rendendoli sempre più
poveri, un meccanismo perverso che va interrotto al più presto.

Vincenzo Zamboni

lunedì 23 febbraio 2015

Discorso sul "debito pubblico", con gli interessi da pagare (a chi?)



Non credete che il debito pubblico italiano dipenda anche dagli interessi che ci dobbiamo pagare sopra? Come mai che nonostante tutte le manovre il debito pubblico continua ad aumentare? A me pare un suicidio assistito il fatto che al debito si debba aggiungere debito, a chi li stiamo pagando questi interessi? Non certo allo Stato, anzi è lo Stato che li sta pagando alla BCE ecc. ecc. Avete mai sentito parlare del divorzio fra la Banca d'Italia e il Tesoro? 
 
" ..... Nel 1981, con il cosiddetto divorzio tra Ministero del Tesoro e Banca d'Italia, quest'ultima non fu più obbligata a pagare il debito attraverso l'emissione di moneta. Da questo momento in poi, lo stato italiano doveva reperire in toto capitali sui mercati privati, ciò comportò un'esplosione del debito pubblico a causa degli alti tassi d'interesse offerti dai mercati per il finanziamento della spesa pubblica italiana, che in quegli anni viaggiavano intorno al 15-20%. Il culmine fu raggiunto nella prima metà degli anni novanta. Nel 1994, infatti, fu raggiunto il record di un indebitamento pubblico al 121,8% del PIL, mentre quelli di Francia, Germania e Regno Unito si attestavano rispettivamente al 49,4%, 47,7% e 43%[32]. A questo punto la riduzione del debito non era più prorogabile, soprattutto se l'Italia voleva entrare nella nascente Unione Monetaria Europea. Infatti secondo il Trattato di Maastricht, il rapporto deficit/PIL doveva essere sotto il 3%, e il rapporto debito/PIL sotto il 60%; e nel caso questi parametri non fossero rispettati, bisognava dimostrarsi in grado di avvicinarcisi il più velocemente possibile. Fu così che a partire dal 1992 la politica economica del Paese si concentrò principalmente sulla riduzione del disavanzo del bilancio delle amministrazioni pubbliche e sulla conseguente riduzione del debito nazionale. 
A partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, l'Italia ha conosciuto profondi cambiamenti economici che l'hanno portata a diventare, nei decenni successivi, una delle maggiori potenze economiche mondiali, grazie ad un continuo processo di crescita economica, durato fino alla fine degli anni novanta del secolo scorso"  (Fonte: WIKIPEDIA)

Caterina Regazzi

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Commento di Paolo Pinghini: " ...gli interessi del debito pubblico italiano li incassano gli italiani stessi, attraverso Bot, Btp e Cct.. e, oltretutto, non sono mai stati così bassi (lo zero virgola sui Bot e l'uno per cento su Btp quinquennali), e questo grazie all'Euro e la Bce... se non riusciamo a far diminuire il debito è solo perché abbiamo una spesa pubblica (corrente) fuori controllo, a metà strada fra uno stato assistenziale e uno stato socialista.."

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Commento integrazione di Giorgio Vitali:
"IL VERO PROBLEMA DELL'ITALIA DI OGGI è QUESTO: CIASCUNO SI SENTE IN DIRITTO DI DIRE KAZZATE. E SE ESISTE E SI PROPAGA UNA SOSTANZIALE INCULTURA è ANCHE PERCHé TUTTE LE MEZZE TACCHE E TUTTE LE DEMI-VIERGES RITENGONO VENUTO IL LORO MOMENTO. GIUSTAMENTE CATERINA FA NOTARE ALCUNE COSE CHE DOVREBBERO ESSERE CONOSCIUTE DA CHI PARLA A VANVERA DI DEBITO PUBBLICO. A QUANTO SCRITTO DA CATERINA PERò VA AGGIUNTO CHE, PROPRIO NEGLI ANNI CHE LEI CITA è STATA ATTUATA ANCHE LA PRIVATIZZAZIONE DI BANKITALIA. PROPRIO IERI, DURANTE UN CONVEGNO DEDICATO ALLA PRESENTAZIONE DELL'ULTIMO NUMERO DELLA PREZIOSA RIVISTA L'UOMO LIBERO, GIUNTA FORTUNOSAMENTE AL N. 78, IL DIRETTORE, FABRIZIO FIORINI, CI RICORDAVA CHE I 3/4 DEL COSIDDETTO "DEBITO PUBBLICO" SONO COSTITUITI DAGLI INTERESSI DA PAGARE AGLI STROZZINI DELLA BCE o agli GNOMI D'OLTRE OCEANO (WALL STREET, Bretton Woods: FMI, Banca Mondiale,  Banca dei regolamenti e quant'altro) CHE STAMPANO BANCONOTE DAL NULLA. 
Sempre sul n. 78 della rivista, Mario Consoli, uno dei fondatori del periodico, scrive...OGGI A COMANDARE SONO I SIGNORI DEL DENARO ED I POLITICI DA LORO PREZZOLATI COL RELATIVO CODAZZO DI CORROTTI E PROFITTATORI. LE TUTELE SONO SALTATE. LO STATO SOCIALE RICEVE GLI ULTIMI COLPI. IL LIBERO MERCATO DEVE COINVOLGERE TUTTO. RIGUARDA LE MERCI, I COMMERCI, I TRAFFICI VALUTARI, DEVE RIGUARDARE ANCHE IL POSTO DI LAVORO.E' IL TEMPO DELLA MOBILITA'. 


Ma tutto questo, come abbiamo visto, provoca incertezza, instabilità, sfiducia nel domani. E ciò rappresenta la contraddizione finale del potere mondialista.

Il motore trainante di questo potere è stato infatti il consumismo e la crescente attesa di benessere materiale. Il consumismo ha indotto interi popoli a indebitarsi e la certezza dell'incremento della quota di benessere economico è stato il prezzo pagato per digerirela perdita d'indipendenza, di sovranità, per subire passivamente il tramonto dei valori tradizionali, l'obsolescenza delle identità e la mancanza di tutele delle giovani generazioni. Un'orgia di smodato ottimismo per decenni ci ha fatto piegare le ginocchia di fronte al DIO DANARO. Oggi, invece, il domani fa paura. Non si firmano, con la consueta leggerezza, pacchi di cambiali per comprare beni inutili che si sa di NON poter pagare. i giovani NON acquistano più casa, non si sposano e fanno meno figli. Non contraggono più mutui che le banche peraltro NON sono più disposte a concedere. la fine del posto fisso sta diventando un bastone infilato nelle ruote del carrozzone consumista. Dall'inflazione si è passati alla recessione......
Detto fra noi, a me non dispiace che tanti giovani, che a suo tempo furono chiamati bamboccioni, e lo sono tuttora, sbattano una volta per tutte la faccia nella realtà della vita. Federico Nietzche diceva che ci voleva una guerra per ogni generazione. Certamente non conosceva le guerre del XXI secolo e non immaginava quelle che stiamo combattendo NOI tutti oggi..guerre apparentemente NON guerreggiate, apparentemente NON sanguinose, anche se il numero dei suicidi va sempre più aumentando assieme ai delitti intrafamigliari ed a quello che è stato definito femminicidio, tutti frutti della scompaginazione sociale provocata dalla privatizzazione e dal dominio dell'usura su tutti i popoli...meno quelli che si stanno risvegliando...ovviamente. CI sono poi tanti giovani preparati che, frustrati in Italy, scelgono la via dell'esilio dove trovano spesso successo personale e soddisfazione professionale. Questi giovani costituiscono la terza ondata migratoria italiana, meno disperata di quelle precedenti di fine ottocento o di fine anniquaranta del 900.
E tuttavia spetta ancora a NOI rimboccarci le maniche come abbiamo fatto nella nostra gioventù, anche CONTRO i CRETINI atrabiliari che prendono sempre le difese dei padroni di turno, paghi della loro posizione servile. GV"

domenica 22 febbraio 2015

Situazione invasione clandestini.. con soluzione




Dal Nord Africa in generale e dalla Libia in particolare arriva un’invasione di clandestini. Nel 2014 le fonti ufficiali parlano di 170.000 clandestini. Per l’anno in corso le previsioni proiettano una cifra attorno ai 250.000. Invasione vera e propria. Invasione voluta, programmata, studiata a tavolino. E non si parla dell’invasione via terra, forse ancora più numerosa. Il 90 e più per cento dei clandestini sono giovani maschi, spesso minorenni. I nostri governanti li chiamano “migranti”. Il clero li chiama “asilanti”.

Sono senza documenti, quindi clandestini.

E solo una piccolissima percentuale (dal 5 a 7%) ottiene la qualifica giuridica di “profugo”: gli altri sono e restano clandestini. In più, grazie ai masochisti (per noi) e furbi (per il Nord Europa) accordi di Shengen, il Paese che riceve i clandestini e li scheda, deve farsene carico. In tutti i sensi. Infatti altri Paesi Europei ce li rimandano tranquillamente: l’Austria, nostra vicina, rispedisce al mittente gli indesiderati invasori.

In Italia la gestione degli invasori viene gestita col solito pressappochismo endemico dello Stivale. Ogni invasore costa allo Stato (a tutti noi) attorno ai 45 euro al giorno, almeno ufficialmente. Sono convinto che la cifra sia molto maggiore: si parla infatti solo dei costi fissi, e non si calcola tutto il resto (trasporti, sanità, telefoni, costo del personale adibito, impiego delle Forze dell’ordine…..). Non credo di sbagliare di molto se calcolo attorno ai 2000 euro mensili il carico, diretto ed indiretto, che ciascun clandestino fa gravare sulle casse dello Stato. Curioso Paese, il nostro. Per buonismo squallido, per solidarietà imposta, per perbenismo di maniera, si dirottano risorse ad invasori e contemporaneamente i nostri vecchi frugano nei cassonetti e nei rifiuti dei mercati, e si tolgono figli a genitori licenziati. Ma guai a dirlo: la imbecille, vile, tartufesca accusa di “razzismo” è pronta come la colt di un pistolero. Il conformismo cattocomunista impone la accettazione dell’invasione, obbliga alla solidarietà non sentita, sfrutta il disordine sociale per lucrare l’appoggio ed il consenso dei soliti utili idioti, acculturati da TV e media in genere.

Il bello, anzi, il brutto sta nel fatto che spessissimo questi invasori si ritrovano a delinquere, a spacciare, in galera. E se son donne, le troviamo sovente sulle strade.

E diventano arroganti, invadenti. Hanno pretese, protestano e “scioperano” se cibo e alloggio non è di loro gradimento. Inoltre sciacalli nostrani (quasi sempre in combutta con le istituzioni, per lo più in mano ai cattocomunismi) truffano, taglieggiano le istituzioni, rubano ed ingrassano. Roma docet, ma non è l’unico caso. Di recente i tagliagole si sono lasciati scappare una verità: con l’invio di centinaia di migliaia di invasori clandestini si destabilizzerà l’Italia, ventre molle dell’Europa. L’odiata Europa.

Ed i nostri parassiti che fingono di governarci mandano le nostre Forze Armate a fare servizio di taxi, fin nel golfo della Sirte.

E’ oggettivamente una situazione intollerabile e auto castrante. E’ il suicidio di una società. E’, o sarebbe, la fine dell’Italia, come la conosciamo e come la amiamo. La fine di tremila annidi civiltà che ha dato tanto a tutto il mondo.

Soluzione.

Non pretendo di essere uno stratega, sia ben chiaro. Quello che penso e dico mi viene dettato solo dal ragionamento.

L’invasione è un male. Bisogna fermarla.

Per fare questo occorre una tattica ed una strategia.

La tattica è impedire che i barconi e/o simili partano dalle coste libiche, e qualche volta tunisine, egiziane ed anche turche. Come? Vi ricordate quando, qualche anno fa, gli albanesi venivano a molte migliaia sulle nostre coste? Poi si fermò tutto o quasi. Innanzi tutto una nostra nave da guerra speronò una imbarcazione albanese. Per errore, si disse. Poi, i nostri militari, i nostri Servizi, i nostri incursori cominciarono a far saltare con regolarità e con metodo i gommoni, le barche ed i motoscafi sulle coste albanesi. E questi ultimi capirono l’antifona. Il flusso si fermò di botto.

Oggi, con o senza il consenso del governo libico, dobbiamo fare lo stesso. Mandiamo la Marina Militare a distruggere tutte le imbarcazioni nei porti e sulle spiagge libiche, per cominciare.  Senza troppe distinzioni o distinguo fra pescherecci, carrette del mare, gommoni o quant’altro. Il messaggio deve essere chiaro e forte. Quindi comprensibile.

Parallelamente si deve mettere in campo una strategia di sviluppo e di collaborazione con i Paesi del Nord Africa e non solo. Ricordo Enrico Mattei, sacrificato sull’altare della “pax petrolifera”: aveva convinto gli arabi a non accontentarsi delle briciole del petrolio, dell’elemosina delle multinazionali, della carità pelosa. Dobbiamo, col coraggio trimillenario, liberarci dal giogo del WTO e di simili associazioni a delinquere, e avviare un processo di sinergia che sarà lungo e difficile. Ma che è l’unico che può garantire una pace mediterranea (faccio delicatamente notare che chi sta bene non va a rompere le scatole in casa d’altri).

Questo deve essere lo scopo, il fine ultimo. Ci vuole coraggio e virilità Quindi dobbiamo cambiare in toto la classe dei parassiti che stuprano il potere in Italia.

Qualcuno ha alternative presentabili?

Fabrizio Belloni

sabato 21 febbraio 2015

Guerra meteo: "Il bue dice cornuto all'asino" - La CIA dice che è colpa della Russia se il tempo è brutto



Gli Stati Uniti, gli avvelenatori del pianeta attraverso la geoingegneria e le scie chimiche, incolpano la Russia degli sconvolgimenti climatici in atto...

La CIA ha trovato il colpevole dei disastri climatici che si sono verificati negli Stati Uniti. Secondo i dati della CIA le tempeste di neve e le piogge torrenziali sono la macchinazione di qualcuno...

La CIA nel corso degli ultimi anni si è chiesta se un altro stato possa manipolare il clima negli Stati Uniti. Di questo ha raccontato ai giornalisti il professore della Rutgers University, Alan Robok. Secondo lui i servizi americani hanno posto al professore la questione se fosse possibile una manipolazione del' clima. In particolare alla CIA interessava il,fatto se altri paesi potessero di causare siccità o inondazioni.
Nel frattempo, negli Stati Uniti sono emerse ipotesi che la Russia utilizzi attivamente un'arma climatica contro gli americani.

Secondo Robok a lui non è stato chiesto se vi fosse un intervento russo nel clima degli Stati Uniti. Ma il servizio d'intelligence ha chiesto al professore se gli Stati Uniti potranno controllare il clima di qualcuno sul pianeta.A questa domanda Robok ha risposto sì.

In una delle sue lezioni Alan Robok ha raccontato agli studenti come gli Stati Uniti, durante la guerra del Vietnam, siamo stati in grado di aumentare le precipitazioni piovose grazie allo spruzzo di prodotti chimici sulle nuvole. In questo modo, secondo il professore, gli americani sono stati i primi a manipolare il tempo.

Tratto da terrarealtime        





Riferimenti: 

http://tvzvezda.ru/news/vstrane_i_mire/content/201502161612-rpav.htm

http://comunicati.russia.it/la-cia-incolpa-la-russia-per-i-disastri-naturali-negli-usa.html


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Commento di G.Q.: “Se pensavano di essere i soli a fare il bello e i cattivo tempo si sono sbagliati di grosso http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/8540/
6000 ingegneri climatici sparsi tra la Cina e la Russia si stanno occupando di tenere lontani i cicloni sgraditi, dopo gli ultimi nefasti fatti ecologici subiti. Tra la Cina e la Russia c'è cooperazione. Occorrono vasti territori per il controllo del clima a livello planetario. Gli Stai Uniti dispongono di 6 surriscaldatori di cui uno è in Australia. Haarpp in Alasca non basta. Ora attiveranno quello del MUOS..”

venerdì 20 febbraio 2015

Bce - "Succursale europea di Goldman Sachs"


I livelli di disinformazione e menzogna della propaganda prezzolata dei sicofanti di regime goebblesiano di Al Mass Media hanno raggiunto ormai picchi di delirio manicomiale.


"...l'uscita dall'euro sarebbe catastrofica per i greci.... gli sportelli bancari chiuderebbero, per mancanza di liquidità....." (dalle pagine dei giornaloni ufficiali).

Il tono surrealmente apocalittico si basa su un dogma mai da nessuno dimostrato, e indimostrabile, perché falso: "Oltre l'euro è solo il vuoto".

Strano a dirsi, esistono circa 150 nazioni, a questo mondo, delle quali solo una decina impiegano l'euro come moneta. Se fossero vere le idiozie dell'articolista, i loro abitanti sarebbero tutti morti: di fame, per "mancanza di liquidità". Non essendo ciò accaduto, si constata che si tratta di una cretinata simile ai carri armati di cartone del fascismo: spaventapasseri per gonzi.

Siamo al livello dei dogmi tridentini, "Nulla salus extra ecclesiam".

Anche in quel caso, un controfattuale palese: per secoli, anzi millenni, la maggior parte dei terrestri ha vissuto non solo "extra ecclesiam", ma addirittura, a grande maggioranza senza nemmeno sapere che la Chiesa cattolica esistesse. La quale, in effetti, fino a 2000 anni fa semplicemente non esisteva (e come ha fatto la specie a perpetuarsi, in "nulla salus" ?).

In realtà, il governo greco e il suo popolo hanno evidenti vie di uscita, a loro scelta.
Come strumento ultimo, attraverso la costituzione di una banca centrale nazionale pubblica, ovvero il ripristino della sovranità monetaria sotto il controllo politico del popolo, attualmente ancora rapinata dai banchieri privati grandi usurai.

Nel frattempo, possono considerare le offerte di Russia e Cina. Con un prestito in rubli o yuan, monete indipendenti dal circuito finanziario occidentale, uno si compera tutti gli euro che vuole, se gli servono. E c'è poco da scherzare sulla solidità finanziaria russocinese, visto che è già stata dimostrata pochi mesi or sono, respingendo l'attacco speculativo contro il rublo proprio con eleganti manovre rese possibili dai contratti monetari a cambio fisso interni ai Brics.

Ma, anche senza addivenire alla conclusione di prestiti russocinesi, essi sono elemento potenziale di contrattazione con il circuito occidentale: "O ci fornite euro alle NOSTRE condizioni, oppure ci rivolgiamo all'altro fornitore"; possono tranquillamente dire i greci.

Il bello della situazione (conseguente alla definitiva costituzione del fondo monetario internazionale indipendente Brics, perfezionata lo scorso anno, il 16.07.14) è che, al contrario di quanto tromboneggiano i pennivendoli propagandisti dei grandi usurai, NON è la Bce nella posizione di dettar legge al governo greco, bensì, al contrario, Syrizia e il popolo greco in grado di imporre le proprie condizioni agli eurocrati Bce.

Tsipras e i suoi, grazie alla rottura del regime di monopolio monetario internazionale forzato, sono in grado di poter ottenere alle proprie condizioni ciò di cui hanno bisogno per il proprio popolo.

La Bce è stata giustamente definita "succursale europea di Goldman Sachs", ma il mondo è grande, e 3 miliardi di persone (oltre il 40%) operano con una politica monetaria completamente indipendente dal circuito occidentale.

Non c'è nessun NWO (c'era solo la simulazione della sua costruzione), c'è invece l'alternativa bipolarista (e in futuro multipolare, dato il lento emergere pure del nuovo fondo monetario dell'Unione Africana).

Vincenzo Zamboni

giovedì 19 febbraio 2015

Economia della "serva" - L'ottone ben lustro luccica.. ma non è oro...


Ante Scriptum: "L'articolo che segue di Claudia Baldini dice quello che va detto senza fronzoli o orpelli ideologici di nessun genere. Il nocciolo dell'analisi può essere in queste parole (che riporto pari pari e che invito tutti a leggere) - ricordo che Brancaccio ha illustrato queste tesi molti anni fa, e che dovette spiegarle a "quell'idiota" di Giannini due volte, perché lo stupidello continuava a pensare che in Germania si "guadagna bene", esattamente come pensa la "sora Rosa" !
"Infatti possiamo vedere da come è messa tutta l’economia europea, quanto sia nefasta l’idea che il cosiddetto “modello tedesco” basato sulla compressione dei salari e della domanda interna al fine di incrementare le esportazioni, perché di questo si tratta, null’altro , possa rappresentare un modello per l’Europa nel suo complesso. Risulta evidente, infatti, che tale modello può funzionare solo se c’è qualcuno che si fa carico di trainare le esportazioni, stimolando la domanda interna. Se tutti i paesi dell’eurozona seguono la stessa politica di deflazione interna (sia sul fronte fiscale che salariale, comprimendo dunque sia la domanda pubblica che quella privata), come stanno facendo da vari anni a questa parte, il risultato è inevitabilmente un crollo della domanda aggregata in tutta l’area monetaria e conseguentemente una diminuzione delle esportazioni dell’eurozona nel suo complesso." (Giorgio Mauri)

Non è tutt’oro quello che luccica


Ho studiato un poco di Economia in giro. Quello che ho imparato lo metto qui a disposizione di chi voglia prendersi 10 minuti per comprendere cosa si nasconde dietro il mito della ‘Grande Germania‘.
Pensate un po’: l’Istituto Rosa Luxemburg, illustre fondazione dedita alla ricerca e alla comparazione di modelli economici e Marcel Fratzscher, presidente del principale istituto di ricerca economica tedesca, il DIW, concordano su un’analisi puntuale e documentata che lo stesso Fratzscher ha estesamente illustrato nel libro Die Deutschland Illusion, L’illusione tedesca (che ho comprato).
Secondo Fratzscher, il mito del modello tedesco si basa su una serie di false illusioni, prima fra tutte l’idea che l’enorme avanzo commerciale accumulato dalla Germania in seguito all’ introduzione dell’euro (a fronte di un disavanzo commerciale altrettanto grande nei paesi della periferia) sia da imputare alla maggiore “produttività” ed “efficienza” dell’economia tedesca, a sua volta il risultato della famosa riforma del mercato del lavoro (detta “Hartz”) introdotta da Schröder nel 2003-2005, quella a cui si è ispirato Renzi per il suo “Jobs Act”, a cui andrebbe il merito di aver ridotto la disoccupazione e rilanciato la crescita nel paese. Questa in sostanza la narrazione autocelebrativa del “miracolo tedesco”, che però ha ben poco a che vedere con la realtà.
Tanto per cominciare bisogna sfatare il mito della Germania come “locomotiva d’Europa”: a ben vedere, dal 2000 ad oggi il tasso di crescita del paese è stato un misero 1.1%, ponendo la Germania al tredicesimo posto tra i 18 membri dell’eurozona. La riforma Hartz, poi, ha sì diminuito la disoccupazione, ma lo ha fatto allargando enormemente il bacino dei lavoratori precari, part-time e sottopagati, col risultato che il monte ore totale è rimasto praticamente invariato. E’ quello che si sta cominciando a vedere anche qui. Non c’è solo Volkswagen con un forte sindacato, il resto è ben differente.

Se andiamo infatti a vedere nel merito questa riforma Hartz ,ci accorgiamo che ha soprattutto avuto l’effetto di “congelare” i salari tedeschi, comprimendo la domanda interna e permettendo al paese di acquisire un vantaggio competitivo rispetto ai suoi partner commerciali europei, che non sono riusciti a imporre le stesse condizioni ai loro lavoratori: è unicamente a questo – ricorda Fratzscher – che va imputato il successo commerciale della Germania, e non a un aumento del tasso di produttività, che è da anni uno dei più bassi del continente. E ovviamente il boom delle esportazioni tedesche è stato reso possibile solo dal fatto che gli altri paesi del continente non hanno seguito la stessa politica salariale, ma hanno invece mantenuto un livello di domanda tale da poter assorbire le esportazioni tedesche(accumulando dunque un disavanzo commerciale).
Questo è normale: all’ interno di un’area monetaria unica, il surplus di certi paesi corrisponde necessariamente al deficit di altri (se io ho un surplus nei tuoi confronti, tu non puoi averlo nei miei). Ma c’è di più: se è vero che l’alto livello della domanda in alcuni di questi paesi era in parte il risultato di bolle speculative (soprattutto nel settore immobiliare) , secondo la lettura moralistica che i tedeschi danno della crisi, il risultato di una naturale tendenza all’ eccesso dei paesi periferici, da espiare per mezzo dell’austerità , è altrettanto vero che il settore finanziario tedesco ha attivamente contributo alla creazione di queste bolle. In sostanza, le banche tedesche hanno preferito reinvestire i profitti delle esportazioni all’estero piuttosto che in Germania, esportando enormi quantità di capitali verso i paesi della periferia, alimentando boom immobiliari in molti di essi (in particolare in Spagna e Irlanda) – e, soprattutto, permettendo ai consumatori di questi paesi di continuare ad importare prodotti tedeschi. È quello che gli americani chiamano vendor-financing: ti vendo qualcosa ma te ne finanzio l’acquisto. (bellissimo e semplicemente chiaro l’articolo in merito a questa pratica sul Financial Time)
Infatti possiamo vedere da come è messa tutta l’economia europea, quanto sia nefasta l’idea che il cosiddetto “modello tedesco” basato sulla compressione dei salari e della domanda interna al fine di incrementare le esportazioni, perché di questo si tratta, null’altro , possa rappresentare un modello per l’Europa nel suo complesso. Risulta evidente, infatti, che tale modello può funzionare solo se c’è qualcuno che si fa carico di trainare le esportazioni, stimolando la domanda interna. Se tutti i paesi dell’eurozona seguono la stessa politica di deflazione interna (sia sul fronte fiscale che salariale, comprimendo dunque sia la domanda pubblica che quella privata), come stanno facendo da vari anni a questa parte, il risultato è inevitabilmente un crollo della domanda aggregata in tutta l’area monetaria e conseguentemente una diminuzione delle esportazioni dell’eurozona nel suo complesso.
Il riequilibrio della bilancia dei pagamenti intra-euro, dovuto a una drammatica riduzione dei deficit commerciali dei paesi della periferia, è infatti imputabile perlopiù al crollo della domanda e dei salari e dunque all’aggravarsi della recessione in quei paesi, piuttosto che a un aumento delle esportazioni. In altre parole, il beneficio (limitato) di un incremento delle esportazioni per i paesi della periferia viene completamente azzerato dagli effetti devastanti sull’ economia di un’ulteriore riduzione della domanda in un periodo di recessione, accelerando così la spirale deflazionistica, specialmente se prendiamo in considerazione il fatto che le esportazioni rappresentano una percentuale relativamente bassa dell’attività economica di quei paesi (a differenza della Germania).
In questo senso, è lecito domandarsi se lo scopo della riforma del mercato del lavoro su cui sta spingendo il governo sia realmente quello di una semplice “sburocratizzazione” del mercato del lavoro italiano, o se sia piuttosto finalizzata a facilitare quella politica di deflazione salariale che l’asse Berlino-Francoforte-Bruxelles continua ad indicare – in barba a ogni evidenza del contrario – come l’unica via d’uscita dalla crisi per paesi come il nostro (ho letto l’editoriale di qualche giorno fa di Hans-Werner Sinn sul Financial Times, in cui il maggiore economista tedesco afferma che “la deflazione non è un pericolo per il Sud Europa ma un presupposto necessario per il recupero della competitività”). Soprattutto se si considera che la moderazione salariale fu l’obiettivo centrale della riforma tedesca a cui si ispira apertamente il nostro Presidente del Consiglio.
A nulla sembra valere il fatto che il volume degli scambi intra-europei ha registrato un crollo vertiginoso negli ultimi quattro anni, a danno anche della Germania (che non a caso ha segnato un tasso di crescita negativo nell’ultimo trimestre). È vero che finora il settore delle esportazioni tedesco è riuscito a riorientarsi verso il mercato extra-europeo, ma è opinione diffusa che di fronte a una stagnazione della domanda a livello globale una politica di questo tipo non è sostenibile nel medio termine neanche per la Germania (che infatti ha visto la sua fetta delle esportazioni globali passare dal 9.1% del 2007 all’8% nel 2013, più o meno la stessa percentuale che registrava ai tempi della riunificazione).
E di certo non è immaginabile che tutti i paesi dell’eurozona registrino un avanzo commerciale nei confronti del resto del mondo, in una corsa al ribasso su costi e salari, impossibile da vincere, con paesi come la Cina.
L’Europa e la Germania, concordano Fratzscher, l’Istituto Rosa Luxemburg, Legrain e Varoufakis, oltre a Thomas Piketty hanno una sola speranza per rimanere realmente “competitive” sul mercato globale: rilanciare la domanda interna e gli investimenti (sia pubblici che privati) e puntare su quei settori ad elevato valore aggiunto che sono gli unici che hanno il potenziale di coniugare crescita economica, competitività e sostenibilità ambientale e sociale.
Insomma finalmente mi è chiaro, dopo questo studio, perché Syriza in Grecia non possono essere accettati da Merkel, Schauble e tutto l’establishment bancario europeo. Naturalmente tutti gli altri governanti non sono nessuno: non può finire bene la Grecia. E l’Italia ,ha scelto di percorrere il modello germanico, per cercare di sopravvivere. Tutelando banche e Imprese e massacrando i lavoratori. In fondo è la solita Storia.
Claudia Baldini


n.b. Grafici molto illuminanti per dimostrare che è la solita Storia.

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