mercoledì 30 dicembre 2015

Montenegro, sempre più "negro", entra al servizio della NATO



NATO:  ..28 stelle ci sembravan poche ... ecco che arriva la 29a  - Il  Montenegro al servizio della "santa" alleanza 

Nei primi mesi del 2017 il piccolo Montenegro entrerà a far parte
della grande NATO. La decisione è stata assunta il 2 dicembre 2015
in occasione del vertice dei ministri degli esteri dei 28 paesi membri
dell’Alleanza. Una settimana prima, il Segretario generale della NATO
Jens Stoltenberg e il vice Alexander Vershbowsi si erano incontrati in
Belgio con il ministro per gli affari esteri montenegrino Igor Lukšić
e il titolare del dicastero della difesa Milica Pejanović-Đurišić per
sottoscrivere un pre-accordo tra le parti. “Si tratta di un giorno
importante per il Montenegro, i Balcani occidentali e l’Alleanza”, ha
enfatizzato Jens Stoltenberg. “I progressi fatti dal Montenegro
facilitano pure la possibilità che diventi membro dell’Unione europea.
I paesi NATO e EU costituiscono una comunità delle moderne democrazie.
Noi condividiamo gli stessi valori e nove cittadini dell’Unione
europea su dieci vivono in un paese NATO. Insieme, l’open door NATO e
l’allargamento EU hanno rafforzato la sicurezza e la stabilità in
tutta Europa”.

Per il Segretario generale della NATO, grazie al lavoro con i partner
dell’Alleanza, “le forze armate del Montenegro sono ora più forti e
più capaci nel proteggere il popolo montenegrino”. “L’ingresso di
questo paese porterà benefici alla NATO”, ha aggiunto Stoltenberg.
“Rafforzerà la sicurezza e la stabilità dei Balcani occidentali, una
regione per lungo tempo caratterizzata dall’instabilità e dai
conflitti. Il Montenegro ha una consolidata tradizione militare e si è
specializzato in settori come la guerra in montagna e la sicurezza
marittima. È importante che il paese continui nel cammino delle
riforme interne soprattutto sull’adeguamento della Difesa e sullo
stato di diritto”. Sui tempi necessari per l’adesione del Montenegro,
Jens Stoltenberg ritiene che le procedure di ratifica dell’accordo da
parte dei parlamenti dei ventotto paesi NATO richiederanno almeno un
anno e che comunque il tutto si possa concludere entro l’inizio del
2017. “Nel frattempo coinvolgeremo il Montenegro in tutte le attività
dell’Alleanza, compreso il summit in programma l’8 e il 9 luglio 2016
a Varsavia, dove potrà partecipare, senza diritto di voto, a tutti gli
incontri istituzionali”, ha concluso il segretario generale
dell’Alleanza Atlantica.

La rilevanza geostrategica dell’incorporazione del Montenegro nella
NATO è stata sottolineata dallo studioso Luca Susic di Analisi difesa.
“L’ingresso del piccolo Montenegro ha in realtà un peso politico ben
superiore a quello militare”, spiega Susic. “Si tratta infatti di un
risultato importante della NATO, innanzitutto perché permette di
sferrare l’ultimo e decisivo colpo al già moribondo storico legame fra
il paese e la Russia e, in secondo luogo, perché Bruxelles ottiene
praticamente il controllo totale delle coste settentrionali del
Mediterraneo, realizzando un continuum dalle Colonne d’Ercole ad
Antiochia”. Per l’analista, inoltre, la NATO consolida ulteriormente
la propria presenza nell’area ex-jugoslava ed “incrementa la già forte
pressione esercitata sulla Serbia, che si trova ad essere
letteralmente circondata da stati membri dell’Alleanza o da territori
controllati da questa (si pensi al Kosovo)”.

Il forte rischio che l’adesione del Montenegro esasperi le tensioni
tra la NATO e Mosca è stato rilevato dall’esperto di questioni
militari Gianandrea Gaiani. “Elementari ragioni di opportunità
diplomatica e prudenza consiglierebbero la NATO a rimandare l’adesione
del Montenegro, decisione che non muterebbe gli assetti strategici,
non indebolirebbe l’Alleanza occidentale ma favorirebbe quei Paesi
europei (Italia inclusa) impegnati a ricucire lo strappo con la Russia
determinato dalla crisi a Kiev e dall’annessione della Crimea”, scrive
Gaiani su Il Mattino. “Con un po’ di malizia è facile pensare che
l’invito al Montenegro punti a creare un clima sfavorevole alla
nascita della nuova inattesa alleanza tra Russia e Francia contro lo
Stato Islamico in Siria. (…) In prospettiva avere i montenegrini come
alleati potrebbe rivelarsi un pessimo affare anche per l’Italia. La
base navale di Bar, l’aeroporto di Golubovci o una delle quattro basi
aeree militari oggi non più impiegate dalle piccole forze armate
montenegrine potrebbero in futuro ospitare forze aeree e navali
statunitensi oggi schierate in Italia, Spagna e Germania offrendo
costi decisamente più contenuti”.

Dal dicembre 2006, il Montenegro è uno dei membri della NATO
Partnership for Peace. Al summit dei Capi di Stato dell’Alleanza a
Bucarest nell’aprile 2008, il paese balcanico fu invitato ad
intensificare il dialogo con Bruxelles nella prospettiva di un rapido
ingresso nella grande alleanza militare. Le prime consultazioni si
realizzarono il 24 giugno dello stesso anno in occasione di un
incontro tra i viceministri degli esteri e della difesa montenegrini
Dragana Radulović e Drasko Jovanović e il vicesegretario NATO per la
sicurezza, la cooperazione e la partnership, Robert F. Simmons. A
Partire del 2009, la NATO e il Montenegro iniziarono a operare
congiuntamente nell’ambito del cosiddetto Membership Action Plan, il
programma che “aiuta le nazioni partner a prepararsi in vista di un
loro possibile futuro ingresso nella NATO”. Nel 2010, le autorità di
Podgorica autorizzarono la partecipazione di un plotone di fanteria e
di un piccolo staff di addestratori dell’esercito alla missione
militare NATO in Afghanistan. Nello specifico, i militari montenegrini
furono impiegati nella protezione del centro di “formazione” della
polizia e delle forze armate afgane a Kabul e dello scalo militare di
Mazar-e-Sharif, quartier generale del Comando regionale Nord della
coalizione internazionale.

Nel marzo 2012, l’allora comandante in capo delle forze NATO,
l’ammiraglio statunitense James Stavridis, si recò in visita ufficiale
in Montenegro. “Colgo l’occasione per ringraziare il paese per la
professionale cooperazione militare e l’eccellente supporto alla
missione di peacekeeping NATO in Afghanistan; militarmente, il
Montenegro è pronto a fare ingresso nell’Alleanza”, dichiarò allora
James Stavridis. Un ulteriore passo verso la completa integrazione
nella NATO fu compiuto il 16 ottobre 2013 in occasione della visita
del Presidente del Montenegro Filip Vujanovic al quartier generale
dell’Alleanza in Belgio, dove incontrò l’allora segretario generale
NATO, il generale Anders Fogh Rasmussen.

Nel settembre 2014 il vertice dei Capi di stato e di governo dei paesi
membri dell’Alleanza, tenutosi in Galles, assunse la decisione di
intensificare i colloqui con le autorità montenegrine; il mese
seguente, il NATO Military Committee, la maggiore autorità militare
NATO, presieduta dal generale Bartels, si recò in visita a Podgorica
per incontrare i vertici delle forze armate locali e verificare la
sostenibilità dei nuovi programmi strategici adottati. Nel corso della
visita, i membri del Comitato militare NATO parteciparono come
osservatori ad alcune esercitazioni militari navali e terrestri e al
trasferimento di armi e munizioni nell’installazione “Milovan
Šaranović” di Danilovgrad.

Il 5 marzo 2015, il comandante della Kosovo Force (KFOR), generale
Francesco Paolo Figliuolo, incontrava a Pogdorica il ministro degli
interni Rasko Konjevic e il ministro della difesa Milica Pejanovic
Djurisic per discutere sull’evoluzione della situazione socio-politica
e della sicurezza in Kosovo. Nel corso del meeting, il Montenegro
ribadiva la disponibilità a collaborare con la NATO e le autorità
kosovare nella gestione del controllo delle aree di confine e della
“lotta alla criminalità organizzata”. Lo scorso 4 settembre, infine,
quattro unità assegnate al gruppo navale NATO di contromisure mine
(Standing NATO Mine Countermeasures Group TWO - SNMCMG2), schierato
nel Mediterraneo a supporto dell’operazione Active Endeavour di
“contrasto al terrorismo internazionale”, effettuavano una breve sosta
nel porto di Bar. La “visita” della flotta NATO coincideva con una
tavola rotonda sulla Sicurezza nell’Adriatico organizzata nella città
montenegrina dal NATO Defense College e dalle forze armate locali, in
collaborazione con l’Unione Europea. A conclusione della visita, lo
Standing NATO Mine Countermeasures Group TWO prendeva parte a
un’esercitazione in mare aperto con alcune unità della flotta del
Montenegro.


Dal 2011 al 2014, il paese balcanico è stato pure partner del progetto
di “studio” GEPSUS (Geographical Information Processing for
Environmental Pollution-Related Security within Urban Scale
Environments) sugli effetti in ambito urbano degli agenti inquinanti
“specialmente nel contesto di un attacco terroristico”, finanziato dal
NATO Science for Peace and Security (SPS) Programme e realizzato da un
equipe di scienziati provenienti da Italia, Israele e Slovenia. Il
progetto si è concluso con la realizzazione di un apposito centro di
formazione e simulazione GEPSUS a Podgorica.


Antonio Mazzeo

http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2015/12/il-montenegro-ventinovesima-stella.html


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.