mercoledì 12 agosto 2015

Rol, Blavatsky... e la reincarnazione contestata - . Botta e risposta



Botta:  "Salve a tutti. Avrei voluto intervenire prima ma diventa difficile star dietro a tutte le distorsioni e notizie sbagliate che si trovano in rete su Gustavo Adolfo Rol. Un utente mi ha comunque di nuovo segnalato questa pagina, e qualcosa devo pur dire. Rimango allibito nel leggere che: «il veggente Rol parlò di H.P. Blavatsky con ammirazione». Allibito perché non esiste alcuna fonte che dica una cosa del genere, e in secondo luogo perché probabilmente era vero il contrario... Ho dedicato decine di pagine del mio libro "Il simbolismo di Rol" a smontare tutte le speculazioni pseudo occultistiche di Giuditta Dembech, la quale cerca di forzare il pensiero di Rol per farlo combaciare con quello della Blavatsky (come la scarpetta di Cenerentola con i piedoni delle sorellastre....) insistendo inoltre che sebbene non ammettesse direttamente la reincarnazione vi facesse allusione... Ma si tratta di interpretazioni errate che non corrispondono alla realtà. Non posso, né ho il tempo di entrare qui in un dibattito, perlopiù con persone che non sono bene informate, come dimostrano le loro affermazioni. Rimando al libro suddetto. Mi limito solo a citare questa affermazione della Dembech: «Ho provato più volte a parlargli di Helena Blavatsky e dei Maestri, ma lui provava una sorta di fastidiosa avversione...» ("Gustavo Adolfo Rol. Il grande precursore", 2005, p. 178) Le ragioni di questa avversione le spiego molto bene. Informatevi."
Rol Franco (07-07-2015)

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Risposta: "Ho letto solo oggi il commento del sig. Franco Rol. Anch’io non voglio confrontare G.A. Rol- che non mai conosciuto personalmente- con H.P. Blavatsky. Scrive il sig. Franco Rol: “insistendo inoltre che sebbene non ammettesse direttamente la reincarnazione vi facesse allusione... Ma si tratta di interpretazioni errate che non corrispondono alla realtà. Non posso, né ho il tempo di entrare qui in un dibattito, per lo più con persone che non sono bene informate, come dimostrano le loro affermazioni. “ Ho già inserito in un precedente commento: a pag. 270 del libro “Gustavo Adolfo Rol – Io sono la grondaia” è scritto: “Nel dire: io sono ciò che fui e ciò che sarò, è come ricordare a noi stessi che vi fu un momento in cui, ai fini di realizzare una creazione del Signore, abbiamo accettato la prova della vita, ben conoscendone la severità e la stessa morte, che della vita fisica è l’episodio il più immutabile. Il nostro spirito esisteva, ma non era estrinsecato. Accettando di vivere abbiano così dato un senso all’esistenza del nostro spirito. Saremo quindi in grado, alla nostra morte, di giudicare se siamo degni di adire ad una Eternità dove ogni cosa è meravigliosamente possibile. Che cosa avverrà di noi se non potremo giudicarci degni di sopravvivere alla morte? Lo ignoro, ma ritengo che in questo caso affronteremo una nuova prova prima di quella eterna..."



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