sabato 11 aprile 2015

Europa - Annessioni ed implosioni perniciose

Un secolo e mezzo fa il norditalia piemontese, finanziato dalla massoneria inglese e francese (dato che il Piemonte di Cavour era sull'orlo della bancarotta) si annettè sanguinariamente il meridione, con una devastante guerra stragista che non ebbe nulla da invidiare ad una sorta di nazismo ante litteram: Hitler non ha inventato nulla di sanguinariamente nuovo, perlomeno poiché i Savoia (ma non solo loro) lo avevano già crudelmente preceduto.

Ottant'anni fa il Reich si annettè l'Austria, e poi provò ad annettersi mezzo mondo, andando incontro ad un prevedibile catastrofico fallimento.

Tuttavia, trent'anni fa l'Europa occidentale, costituita da membri della Nato, si annettè sostanzialmente quella orientale come sorta di colonia politica ed economica (operazione dalla quale si è chiamata fuori l'Ungheria), e successivamente la Germania ha costruito un eurosistema a proprio vantaggio, per la annessione economica coloniale del sudeuropa, operazione che sta inevitabilmente provocando i primi consistenti scontri tra Grecia e Germania (ai quali, probabilmente ne seguiranno altri, stante l'impoverimento generale indotto dall'eurosistema).

L'iperazione di sedicente costruzione europea è probabilmente destinata in futuro a fallire per irrisolvibili problemi creditizi, come la seconda guerra mondiale fallì per irrisolvibili problemi militari, tuttavia i giochi sono ancora aperti, e indovinare il futuro è sempre stato difficile.

Ma le operazioni progettate non finiscono qui: che cosa sta facendo il Nordamerica ?
Sostanzialmente, gli Stati Uniti, nel loro continuo disperato tentativo di mantenere a galla un sistema economico parassitario, stanno cercando, passo dopo passo, di annettersi l'Europa.

E sostiene l'euro proprio a tale scopo: una volta che il cambio dollaro euro sia 1:1 basterà congelare la situazione per cominciare a realizzare una zona eurodollaro, o dollareuro che dir si voglia, ritagliata secondo le regole di Washington, naturalmente.
E ne hanno dato prova, tra l'altro, imponendo manu militari agli stati europei le famigerate controproducenti sanzioni commerciali contro la Russia.

Comunque vadano le cose, le manie imperiali che si susseguono come un grande gioco di matrioske (Tizio, pesce grosso che si mangia Caio, è prò pesce piccolo di qualche Sempronio che cerca di mangiarsi Tizio) sono destinate ad esaurirsi, per completa irriducibilità dei Brics all'occidente, così come dell'Asia all'Euroamerica.
Aggiungendovi l'osservazione storica che i grandi imperi sono sempre destinati a sgretolarsi sotto il peso delle loro contraddizioni gestionali (la frazione percentuale di lavoro necessaria a mantenere la struttura cresce senza sosta con le sue dimensioni, fino a provocarne la implosione per insostenibilità), e, peggio, mai nessuna unificazione monetaria imposta senza unità culturale e politica ha mai funzionato (nemmeno il gold standard).

In attesa dei vari scossoni impliciti nell'attuale tentativo, ci limitiamo a constatare la vanità del ricorrente tentativo puerile d costituzione di qualche genere di ordine imperiale unico.

Ai tempi dell'impero romano la durata della decadenza era plurisecolare, ma i tempi delle instabilità odierne sono molto più rapidi.
Vincenzo Zamboni

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