domenica 31 agosto 2014

Islamici alla conquista dell'Italia - Teniamoci pronti alla decapitazione....


Risultati immagini per l'islam vincerà

Quello che sta accadendo da quando sono comparsi sull'ultimo scenario della storia umana i terroristi - guerriglieri Jihadisti è la dimostrazione inequivocabile della materializzazione di un antico progetto di islamizzazione di tutto il pianeta. Molti di noi ricorderanno le profezie e le previsioni dei vari grandi capi dell'Islam che, semplificando il loro messaggio, in parole povere hanno sempre detto a noi occidentali quanto segue: "Sappia l'occidente infedele che noi musulmani abbiamo molta, ma molta pazienza. Sappiamo attendere, ma alla fine vinciamo. Inizieremo prima con una silenziosa e innocua invasione dentro il regno di Satana, poi lo conquisteremo e lo domineremo e alla fine lo purificheremo.."

Quello che sta accadendo all'Europa dal 2001 è proprio questo: una silenziosa e inarrestabile invasione che tra un decennio avrà superato in molti Paesi europei il 15% della popolazione cristiana. Oggi in Italia siamo all'8%. Superata una certa soglia potrebbero esserci seri problemi per i Cristiani. A quel punto non ci resterà che convertirci all'Islam o essere"decapitati". Molti ricorderanno le dichiarazioni di quel politico australiano, studioso della filosofia e delle strategie di conquista dei Musulmani, che scriveva appena 5 anni fa: " Quando in una nazione occidentale le comunità musulmane ospitate restano sotto il 10% i problemi di connivenza potrebbero ancora non verificarsi in maniera problematica, ma se la presenza dei musulmani passerà al 15% fino al 20% rispetto alla popolazione che li ospita, allora inizieranno i veri problemi. Diventeranno gravissimi soprattutto per gli europei quando si supererà la soglia del 20%." 


Non è questa una visione campata in aria, sappiamo tutti che i musulmani sono convinti che l'unica vera religione sulla nostra Terra sia la loro, tutte le altre sono emanazioni sataniche, quindi per un buon mussulmano in particolare vigono 3 regole:

- Allāh è l'unico Dio vero, tutti gli altri sono false divinità;

- E' fatto obbligo ai figli di Allāh di convertire all'ISLAM tutti gli altri uomini che professano altre religioni infedeli. Prima con le buone e poi, se necessario, con le cattive.

- Un musulmano non potrà mai integrarsi con altre culture lontane dalla parola di Allāh. Resterà sempre e solo un musulmano.

Dinanzi a tutto ciò europei, divisi in tutto e polemici tra di noi all'interno anche del cristianesimo, siamo letteralmente indifesi. Quello che vediamo tutti i giorni ne è la dimostrazione. Se continuiamo su questa strada di divisioni e contestazioni interne al mondo occidentale e cristiano, possiamo già ritenerci spacciati. 

Filippo Mariani



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sabato 30 agosto 2014

Siria - BombObama ed il gioco dei tre bussolotti


ribelle “buono”, “ribelle cattivo”
 ribelli tre carte
Con il pretesto di colpire anche in Siria l’orrore che si autodefinisce Stato islamico e che si è ritagliata con il coltello una grande area fra Siria e Iraq chiamandola “Califfato”, Usa & C. cercheranno di realizzare un regime change. Così facendo giocheranno di fatto il ruolo di forza aerea di al Qaeda, come fu in Libia. Perché fra i ribelli ”moderati” appoggiati dall’Occidente e i terroristi sedicenti islamici le porte sono girevoli, e lo affermano gli stessi protagonisti.

E’ concreto il rischio che i novelli Frankenstein Nato/Golfo riuniti nel gruppo degli “Amici della Siria (ora “Gruppo di Londra”; la loro breve ma perversa storia è raccontata qui)) approfittino della mostruosa creatura uscita dalle loro guerre aperte o occulte, l’ormai famigerato Stato islamico (Isis) per passare da un intervento per procura a un “intervento umanitario” , occupando così la Siria e realizzando, finalmente, il loro tanto agognato regime change al quale hanno già dedicato tre anni costati al popolo siriano infiniti lutti. Tre anni costellati da bombardamenti effettuati da Israele e Turchia, dall’infiltrazione di uomini armati, da aiuti ai gruppi armati “dell’opposizione” operanti in Siria.
Washington, da suo canto, rassicura i sostenitori dell’opposizione armata non-Isis in Siria e conferma che non ha alcuna intenzione di coordinare con Damasco eventuali attacchi aerei contro l’Isis anche per non alienarsi i membri della coalizione anti-Assad – principalmente Turchia, Giordania, Arabia saudita, Qatar. In tal senso, il 25 giugno 2014, Obama ha presentato al Congresso (nel quadro del progetto Overseas Contingency Operations, OCO, per il 2015), la richiesta di destinare, fra l’altro, 500 milioni di dollari per formare ed equipaggiare elementi “verificati” dell’opposizione siriana “per aiutare a difendere il popolo siriano (…) e contrastare minacce terroristiche” . E’ la stessa richiesta reiterata – su esortazione Usa – dagli alleati locali del gruppo Nato/Golfo di “Amici della Siria” , ovvero la “Coalizione nazionale siriana” nata a Doha nel 2012, e il suo braccio armato, appunto l’“Esercito siriano libero”.
 Così come i “ribelli” libici, anche quelli siriani hanno fin dall’inizio richiesto l’appoggio dell’Occidente (cosa che non ha mai fatto l’opposizione interna non armata). E Mohammed Qaddah, vicepresidente della Coalizione di Doha, conclude così il suo discorso: “Lottare contro il terrorismo significa anche rafforzare l’Esercito libero siriano che si è dimostrato essere l’unico capace di contrastare il gruppo estremista nella regione”. Ovviamente, Mohammed Qaddah sorvola sulla circostanza che siano stati soltanto i curdi siriani dell’Ypd – e non certo l’Esl e compari – a fermare l’Isis in Siria e a proteggere le loro aree in Siria (come il Royava ai confini con la Turchia) attaccate da Isis, Jabhat al Nusra e anche dall’Esl. Eppure i curdi siriani sono stati esclusi dai negoziati di pace a Ginevra.
Di recente Hillary Clinton ha affermato che bisognava armare massicciamente i “ribelli moderati siriani” sin dall’inizio; il non averlo fatto – sostiene – ha dato modo ai jihadisti di riempire il vuoto e di “convertire” i ribelli in loro alleati; una dichiarazione sostanzialmente identica a quella dell’ex ambasciatore Usa in Siria Robert Ford. In realtà, la rapida ascesa di gruppi come al Nusra (al Qaeda in Siria) e Isis (ex al Qaeda), si spiega sia con l’inglobamento di combattenti prima appartenenti a gruppi “moderati”; sia con una crescita militare determinata sostanzialmente da ingenti finanziamenti e da appoggi logistici garantiti apertamente dalla Turchia e dai petromonarchi e – più o meno segretamente – dall’Occidente.
Se gli aiuti in armi, denaro e logistica sono stati dati direttamente ai gruppi qaedisti, questo la dice lunga sulle intenzioni degli “Amici della Siria”; altro che combattere l’Isis. Se invece sono stati dati ai “moderati” e poi sono finiti nelle mani “sbagliate”, è successo grazie al fatto che i “moderati” si sono spesso alleati agli islamisti. Ad esempio, secondo le mai smentite dichiarazioni di funzionari governativi giordani “gli Usa addestrarono in una base segreta in Giordania decine di futuri membri dell’Isis” (…) mentre “la Turchia, addestrava combattenti dell’Isis nelle vicinanze di Incirlik.
Va detto che un fondamentale trait d’union fra terroristi Nato/Golfo e terroristi Isis sono stati proprio loro: i ribelli” moderati”. Quelli “buoni”. Quelli dalla bandiera verde-nera-bianca nella quale volentieri si avvolgono i sostenitori in Italia di questi “partigiani rivoluzionari”, così come facevano con gli allora mitici, e oggi famigerati, “freedom fighters” libici.
Fra i “moderati” e gli al qaedisti o, peggio, l’Isis, c’è sempre stato un documentato sistema di “porte girevoli” e per loro stessa ammissione. I rapporti fra Esl, al Nusra e Isis sono un groviglio inestricabile e mutevole a seconda degli scenari e del periodo. Così riassume il giornalista dell’Independent Robert Fisk: “Chi sono questi ribelli ‘moderati’ che Obama vuole addestrare e armare? Egli non li nomina e non può perché i ‘moderati’ originali, ai quale gli Stati Uniti hanno promesso fondi – con l’aiuto della CIA, gli inglesi, Arabia Saudita, Qatar e Turchia – sono membri del cosiddetto ‘Esercito siriano libero’ composto principalmente da disertori delle forze armate siriane. L’Esl (…) si è dissolto. I suoi uomini si sono ritirati, si sono arruolati con Al Nusra o nell’Isis o sono tornati nell’esercito governativo” (…) “Si dice che i ‘combattenti per la libertà’ non hanno ricevuto abbastanza armi. Ora ne avranno di più. E non c’è dubbio che le venderanno, come hanno fatto prima. (…) Date ad un uomo dell’Esl – nel caso lo incontraste – un missile antiaereo e ve lo venderà al miglior offerente”.
Va da sé che anche davanti a documentazioni incontrovertibili del canale tra ribelli “buoni” e quelli “cattivi” c’è ancora chi si affanna a dichiarare che l’Esl è una organizzazione “autonoma e moderata” che bisogna continuare a finanziare e armare, contro il regime siriano e contro l’Isis. Un approccio cronologico aiuta a capire l’assurdità di queste affermazioni.

Dai jihadisti libici con amore
Dal febbraio 2011, in Libia, i paesi occidentali e del Golfo hanno collaborato dal cielo (bombardamenti Nato) e a terra (servizi segreti e corpi speciali) con i “ribelli”, fra i quali forze al qaediste (come spiega in un’intervista un ex prigioniero di Guantanamo che dopo la presa di Tripoli ne diventerà comandante militare:).
Dopo la caduta e uccisione del leader Muammar Gheddafi, grandi quantità di armi furono inviate dagli ex “ribelli” libici ai loro omologhi siriani, grazie alla collaborazione del Qatar (per i finanziamenti e il trasporto aereo) e della Turchia (per l’ingresso). E se anche il Supreme Military Council dell’Esl non distribuiva armi direttamente a gruppi qaedisti, questi comunque – secondo dichiarazioni di attivisti siriani – erano in grado di acquistarle dai gruppi che le avevano ricevute. Il premio Pulitzer Seymour Hersch ha di recente denunciato la rat line fra Cia, Turchia e ribelli siriani: una rete clandestina autorizzata nel 2012, usata per canalizzare armi e munizioni dalla Libia alla Siria attraverso la frontiera turca.
 Dall'inizio del 2012 arrivano in Siria milizie jihadiste di dottrina sunnita, finanziate soprattutto dai paesi del Golfo Persico, quali Arabia Saudita e Qatar. La Libia fornisce molti combattenti jihadisti.
 Nell’agosto 2012, tanto per dirne una ad Aleppo, allora sotto il controllo dell’ Esl si applicava la Sharia anche nei tribunali, e le donne erano costrette ad uscire velate.
Via via cresce l’influenza delle fazioni “bin Laden”. Tra tutte, si distingue (anche per efferatezza il neocostituito Fronte al-Nusra, affiliato ad al Qaeda. A metà 2013 arriverà dall’Iraq lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isis, Isil); formato da combattenti siriani in Iraq che tornano in patria con l'obiettivo di instaurare la Sharia. Al Qaeda di cui rappresentava il ramo iracheno lo rinnegherà nel 2014. Malgrado la reciproca scomunica, Isis e al Nusra hanno la stessa matrice ideologica e rappresentano la maggior parte dei combattenti dell’opposizione. Se Isis si è rivelato (ancor) più sanguinario, al Nusra ha spesso guidato le operazioni più efficaci dei “ribelli”.
Nel novembre 2012, con la rielezione di Obama iniziano le manovre Usa per plasmare le bande dell’opposizione siriana secondo i propri desideri. A Doha nasce la Coalizione nazionale siriana con un allargamento del precedente Consiglio nazionale ad altri ambienti e a Marrakech gli “Amici della Siria” incontrano il nuovo coordinamento dell‘opposizione.
Nello stesso tempo gli Usa pongono il fronte al Nusra nella lista dei gruppi terroristi. Significativamente, il leader della Coalizione siriana, al Khatib, dichiara: “Si tratta di un errore e cercherò di modificarlo”. Diversi esponenti e gruppi di ribelli “moderati” reagiscono con il motto “Siamo tutti al Nusra” rimarcando la collaborazione sempre più stretta tra Esl e al Nusra.
Fra febbraio e marzo 2013, il segretario di Stato Usa, John Kerry, annuncia che l’amministrazione Obama sostiene l’invio di armi ai gruppi siriani da parte delle nazioni mediorientali (leggi petromonarchie e Turchia) perché, del resto, negli ultimi mesi si è diventati fiduciosi sul fatto che queste armi vadano alla “gente giusta e all’opposizione moderata” che può gestirle correttamente.
A quel punto la giornalista e analista basata in Libano Sharmine Narwani chiede all’ufficio stampa del Dipartimento di Stato Usa: “Per favore, indicatemi qualcuno dei gruppi armati moderati ai quali si riferisce Kerry”. Ma non riesce ad avere nemmeno un nome (qui il carteggio) dal portavoce di Kerry; solo considerazioni tipo questa: “L’opposizione ha una visione comune e un piano di transizione per la Siria che offre un’alternativa credibile al regime di Assad. Sosteniamo questa visione e lavoriamo per accelerare la transizione, fornendo sostegno non letale”.
Purtroppo i giornalisti stranieri scortati dai “ribelli” non hanno aiutato a capire. In genere si sono attenuti al copione (già collaudato in Libia) dei “partigiani”; la presenza di combattenti da altri paesi era paragonata alle brigate internazionali contro il fascismo in Spagna. Ma quella dei “vecchi e nuovi embedded” è una lunga storia tutta ancora da raccontare.
Nel marzo 2013 Raqqa è il primo capoluogo di regione siriano (con oltre un milione di abitanti nel 2010) a essere conquistato dai “ribelli”, in un’operazione congiunta che ha visto schierate fianco a fianco le forze dell’Esercito libero (Esl) e dei gruppi jihadisti e salafiti di Jabhat an Nusra e Ahrar ash Sham.
Nel giugno 2013, di sostegno ai ribelli siriani si parla molto al meeting del G8 in Irlanda del Nord. Gli Usa riescono allo scoperto annunciando il sostegno a “ribelli selezionati.. C’è chi scrive: “Adesso il sostegno ad al Qaeda è alla luce del sole”. Una esagerazione?
Forse no, perché, come rivelato di recente dall’ex ministro degli esteri Emma Bonino ì“Già nel maggio-giugno 2013 i moderati in Siria non c’erano più. (…) “Quello che so per certo è che all’epoca tra l’altro in cui in Siria vengono allo scoperto i tagliagole, era ormai chiarissimo, evidente e noto che i cosiddetti moderati e laici tra i ribelli siriani erano stati tutti epurati. Anche l’Esercito siriano libero era infiltrato da al Nusra e dall’Isis”.
Una verità questa ribadita anche dal colonnello Abdel Basset al Tawil, comandante del fronte settentrionale dell’Esl: “A proposito delle fazioni che l’Occidente vuole classificare come terroriste – il fronte al Nusra – possiamo tranquillamente avere un dialogo con loro, sul tipo di Stato che vogliamo creare, uno che vada bene a tutti (…) non è un segreto che abbiamo rapporti con tutti, anche con i fratelli di al Nusra, e cooperiamo su molti scenari”. E conclude: “Diamo tempo un mese alla comunità internazionale, e poi riveleremo quel che sappiamo sulle armi chimiche… credo che lei sappia che cosa voglio dire”. 
E come segno di obbediente adesione all’Isis, si possono usare anche gli ostaggi. Secondo alcune fonti, anche il giornalista James Foley, decapitato urbi et urbi dall’Isis, era stato rapito, in una zona occupata dai “ribelli”, poco dopo un video girato da sostenitori dell’Esl, e secondo fonti informate era finito nelle mani della relativamente moderata brigata Dawood, in precedenza allineata con l’Esl, poi passata all’Isis.
Nel marzo 2013, l’esperto di jihadismo Aaron Lund, dello Swedish Institute of Foreign Affairs – e nient’affatto pro-Assad, anzi – scriveva che “purtroppo” l’Esl non esiste: è stato un logo creato nel luglio 2011 dal colonnello Riad el Asaad e da pochi altri disertori, presto confinati nel campo di Apaydin in Turchia. Gruppi armati che nascevano in Siria adottavano questo logo, pur non avendo magari alcun collegamento con il comando d’oltrefrontiera. Ma alla fine del 2012 molti gruppi cancellavano i simboli dell’Esl. In seguito questo termine è stato usato semplicemente per separare l’opposizione non ideologica o solo moderatamente islamica, dalle fazioni salafite – quelle tipo Jabhat al Nusra o Ahrar al Sham non vi hanno mai fatto ricorso; ma all’inizio il marchio di fabbrica è stato usato da Liwa al Islam e Suqour el Sham. Insomma giusto un marchio, senza gerarchia. Dunque, spiega l’esperto, si usa il termine Esl (Fsa – Free Syrian Army in inglese) per indicare fra i combattenti anti-Damasco le fazioni che ricevono sostegno dal Golfo e dall’Occidente e sono aperte alla collaborazione con gli Usa e altre nazioni occidentali. Questo esclude i curdi dell’Ypg (troppo di sinistra) e quei salafiti che sono anti-occidentali – perché poi ci sono salafiti finanziati da Golfo e Occidente, e sono nel Syrian Liberation Front (Slf), che riunisce gruppi che in precedenza si definivano Esl. Non mancano gli Shields of the Revolution (affiliati ai Fratelli musulmani) e anch’essi a volte si definiscono Esl; o il raggruppamento Ansar-el-Islam, coalizione islamista a Damasco, i cui membri si definivano Esl, ma non più. I masters Nato/Golfo hanno più volte cercato di creare comandi unificati, nessuno dei quali però ha boots on the ground. Come la Coalizione di Doha, comandano (si fa per dire) per corrispondenza, da fuori. Gli uni dai campi in Turchia, l’altra (i “politici”) dagli hotel a 5 stelle del Golfo.
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Maggio 2013: foto rivelatrici (se ne parla qui), scattata in una località vicino a Idleb nel corso di una vista del senatore Usa John mc Cain (ambasciatore dei “rivoluzionari” libici, siriani e di Kiev), sembra mostrare oltre al brigadier generale Selim Idriss (con gli occhiali) dell’Esl, Ibrahim al-Badri, noto anche come Abu Du’a, figura dal 4 ottobre 2011 nella lista dei cinque terroristi più ricercati dagli Stati Uniti (Rewards for Justice, con una taglia di 10 milioni di dollari) e dal 5 ottobre 2011 nella lista stessa dal comitato per le sanzioni dell’Onu come membro di al Qaeda. Fondatore dell’Isis, con il nome di battaglia di al Baghdadi.
Nell’agosto 2013 il generale Salim Idriss, comandante in capo del Libero Esercito Siriano visita Latakia per “constatare gli importanti successi e le vittorie che i nostri rivoluzionari hanno ottenuto sul fronte costiero”. Ne da notizia “Repubblica” che dimentica, comunque un non trascurabile dettaglio; quelle operazioni sono state condotte direttamente dalle milizie del Fronte al-Nusra.
Sulla catena che dagli Usa porta all’Isis la dicono lunga alcune foto: nella prima, il segretario di Stato John Kerry ha dietro di sé l’ex ambasciatore Usa in Iraq Robert Ford; nella successiva, lo stesso Ford è ritratto nel nord della Siria, maggio 2013, insieme ad Abdul Jabbar Aqidi, a quel tempo capo dell’Aleppo Military Council; nell’ultima, Jabbar nell’agosto 2013 celebra insieme all’emiro dell’Isis Abu Jandar la presa di un aeroporto militare.
Lo stesso Abdul Jabbar, in questa intervista, concessa, a Orient TV a fine 2013, sostiene: “Sono buoni i rapporti con l’Isis. Comunico ogni giorno con i fratelli dell’Isis. Per risolvere problemi e dispute. I media esagerano le cose a proposito dell’Isil, li chiamano takfiri – quelli che accusano ogni altro di apostasia –ma la maggioranza di loro non lo sono”.
Certo le spine sono tante. Il 13 luglio 2013 Muhammad Kamal al Hamami, carismatico leader dell’Esl, viene a un vertice con i leader dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante in un posto segreto nel porto di Latakia. Con gli islamisti deve discutere delle strategie da adottare per contrastare la controffensiva dell’esercito governativo a Homs e Aleppo. Un piano comune, dopo mesi di divisioni che hanno indebolito il fronte dei ribelli. Ma il meeting è una trappola. Hamani, fra l’altro uno dei componenti del Supremo concilio militare degli insorti, viene ucciso. Per punire l’Esl che aveva abbandonato il campo di battaglia a Qusayr.
Ed ecco i rapporti fra Esl, islamisti e il fronte curdo laico e progressista dell’Ypg (che ha fra i suoi comandanti molte donne). Nell’agosto 2013 il manifesto riferisce: “Il 31 luglio 2013 gruppi islamisti hanno massacrato oltre cinquanta tra donne e bambini nei villaggi curdi di Tall Hassil e Tall Aran. La maggior parte dei bambini e delle donne uccise farebbe parte di famiglie di membri del fronte curdo alleato del Ypg (formato da uomini e donne) che combattono contro i gruppi vicini ad al Qaeda e contro l' Esercito libero siriano (sostenuto dall' Occidente ndr). Un comunicato del Pyd accusa Unione europea, Stati uniti e paesi arabi per il loro silenzio di fronte ai massacri e precisa che gruppi affiliati ad al Qaeda e Esl sono sostenuti da paesi esteri, soprattutto la Turchia che lascia passare uomini e armi per far la guerra ai curdi”.
La rottura all’ interno dell’opposizione di Assad sembra arrivare nell‘estate 2013, ma non è auspicata. Una rottura da evitare secondo Padre Dall’ Oglio che, nel suo ultimo articolo, così scriveva: “….Per noi siriani della rivoluzione, la riconciliazione tra forze islamiste radicali e forze democratiche è una necessità strategica. Le scaramucce dolorose e i crimini insopportabili avvenuti tra noi devono trovare soluzione, essere riassorbiti, per presentarci uniti di fronte al pericolo totale rappresentato dal regime, appoggiato direttamente o indirettamente da troppi. Favorire i partner più affidabili, incoraggiare le evoluzioni più auspicabili è buono. Spingerci ad ammazzarci tra di noi non può esserlo….” "Quando dieci mesi fa il Papa Benedetto visitò il Libano disse, sicuramente per effetto delle opinioni dei prelati mediorientali favorevoli al regime del clan Assad, che era peccato mortale vendere le armi ai contendenti nella guerra intestina siriana. In quell'occasione twittai che se era peccato vendercele, allora bisognava darcele gratis! Ci hanno spinto a muoverci promettendoci protezione e solidarietà e ci hanno vigliaccamente abbandonato; poi ci giudicano se ci siamo rivolti malvolentieri ai loro nemici per salvarci dal genocidio promessoci dagli Assad”.
A febbraio 2014 si annuncia che Susan Rice, consigliere per la Sicurezza Nazionale, ha incontrato i capi intelligence di Turchia, Qatar, Giordania raccomandando di non aiutare più i gruppi estremisti ma solo quelli “moderati”. Nel frattempo, comunque, Usa e petromonarchi aumentano gli aiuti a tutti i gruppi – islamisti e non – che dichiarano di voler combattere l’Isis. Come riferiscono fonti degli stessi ribelli la gara per accaparrarsi i soldi (oltre all’Esl), l’Army of Islam, Syrian Revolutionary Front, l’Esercito dei Mujahidin, il Fronte Islamico, il Fronte dei rivoluzionari.
Lo scontro vede (sempre secondo il sito favorevole all’opposizione siriana armata non jihadista: da un lato, l’Esercito siriano libero (Esl), l’Esercito dei Mujahidin (moderatamente islamista) e il Fronte Islamico (che vuol far diventare la Siria uno Stato islamico ma è moderatamente moderato; il suo atteggiamento è ancora ambiguo ma molte sue fazioni partecipano all’attacco) e il Srf di cui sopra. Dall’altro l’Isis (o Daesh) alleato con Jund al Aqsa. Anche alcune unità appartenenti ad al Nusra si sono unite nella campagna condotta contro l’Isis.
Pochi mesi dopo uno dei beneficiari di cui sopra, – Jamal Maaruf, leader del Syrian Revolutionary Front (organizzazione fino ad allora considerata “moderata” dagli USA) parlando ad Antakya, in Turchia, dichiara che: ““La lotta contro al Qaeda in Siria non è il nostro problema”. E precisa che il suo gruppo – aiutato da Usa, sauditi e Qatar – anzi lavora insieme a Jabhat al Nusra, la branca siriana di al Qaeda, visto che l’obiettivo comune è abbattere Assad. Maaruf precisa: “Se chi ci sostiene ci dice di dare armi a un altro gruppo, gliele diamo, come è successo a Yabrud”. Con l’aiuto del Fronte islamico (salafita) e dell’Esercito islamista dei mujaidin di Aleppo, il Srf ha obbligato l’Isis a ritirarsi da Aleppo a Jarabalus. Ma se le atrocità dell’Isis sono troppo perfino per al Qaeda, certo nessuno nega che al Nusra sia responsabile di molte atrocità, comprese esecuzioni e sgozzamenti documentati dai loro stessi video.
Ancora nel marzo 2014, fazioni di ribelli più moderate e fazioni jihadiste con l’aiuto di combattenti radicali dall’Arabia saudita (il “green Battalion” di veterani sauditi in Afghanistan e Iraq) cooperano nella zona di Qalamun, vicino alla frontiera libanese, per respingere le forze governative. Lo dichiarano attivisti come Abu Omar al Homsi (che di lì a poco sarà arrestato in Libano come membro di al Nusra), spiegando che il tutto è coordinato da un centro operativo che fa capo ad al Nusra.
Il 9 giugno 2014, il capo dello staff del Supreme military council dell’Esl dichiara  alla Reuters che gli Usa distribuiscono armi direttamente a gruppi difficili da controllare sul fronte nord e sud. Ciò potrebbe portare a un’altra Somalia.
Robert Fisk aveva ragione.
La Redazione di Sibialiria -  http://www.sibialiria.org/wordpress/

venerdì 29 agosto 2014

Signoraggio bancario e suo funzionamento e conseguenze



Premessa: in greco "economia" vuol dire, tra le altre cose, "gestione della casa" quindi una buona massaia (od anche il marito di questa signora) saprebbe sicuramente far quadrare i conti meglio di tanti, pagatissimi "economisti" che, nella maggior parte dei casi, sono degli "strani individui che domani ti diranno perché le loro ricette di ieri non hanno funzionato oggi".
Ebbene, se la famiglia avesse un debito (mettiamo un mutuo) ed il marito proponesse di fare un ALTRO debito per pagare il precedente, quasi sicuramente sulla nuca del marito impudente giungerebbe una zoccolata (detto altrimenti "colpo di pantofola")... eppure è ciò che accade ormai da molti anni (il cosiddetto RIFINANZIAMENTO con nuove emissioni di titoli di stato da dare al Grasso Banchiere).
Fine PREMESSA

I governanti corrotti (camerieri dei banchieri) si avvalgono del parere "autorevole" di "professori di economia" (altrettanto corrotti) per farci credere che EMETTERE dei TITOLI di STATO (validi, pagabili al portatore) in cambio di CARTA COLORATA (cioè gli euro o DENARO a DEBITO) sia una cosa giusta. Ma vediamo nella seguente tabella quali sono le conseguenze di questa DISTORSIONE:


Stipendio/
/pensione
(€)
Titolo e periodo di scadenza
Tasso d’interesse
annuo
Debito complessivo al termine periodo (€)
1'000
BOT ad 1 anno
4,25%
1’044
1'000
BTP a 30 anni
5%
3’920

i politici ci fanno accettare che, per avere il nostro sacrosanto stipendio (ma anche la nostra pensione) LORO diano IN CAMBIO alle BANCHE PRIVATE dei TITOLI  (le banche CENTRALI NON sono PUBBLICHE ma PRIVATE), cioè noi quando accettiamo la carta colorata (che NON ha valore intrinseco) andiamo ad incrementare il DEBITO PUBBLICO, perchè NON SOLO quei 1'000 non li abbiamo più (uno deve pur vivere), MA ANCHE nel caso migliore, dopo un anno, dovremmo RESTITUIRE 1'044 € e, nel caso peggiore, dopo 30 anni, la restituzione salirebbe a 3'920 €.

Quindi il signoraggio preteso dalle banche NON è quel 3%  ma va dal 104% al 392%... (ovviamente al posto di quei puntini vi sono titoli a 3 mesi, a 6 mesi, a 2, a 3, a 4, a 5, a 7, a 10, a 15 anni)

Tertium non datur!
Se vi volete togliere lo sfizio di verificare, andate a mettere i numeri della tabella su un calcolatore di INTERESSI COMPOSTI (sarebbe l'ANATOCISMO, altra forma di signoraggio, che è pure illegale) per esempio sul sito:
 http://www.dossier.net/utilities/interessecomposto/

Il compianto Savino FRIGIOLA tra le altre cose disse: "Fermiamo la FABBRICA del DEBITO!" ma è andato avanti prematuramente... e lui diceva che il DEBITO pubblico NON è un VERO debito ma un CREDITO che andrebbe distribuito in parti uguali a TUTTI gli italiani... 

AlexFocus 



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http://paolodarpini.blogspot.it/2014/01/rothschild-signoraggio-bancario-e.html

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giovedì 28 agosto 2014

Destabilizzare conviene... ad USA/israele



... quello che sta accadendo in Ucraina - una crisi iniziata con il colpo di Stato di Kiev, rivendicato durante la mattanza di Gaza da George Soros, e che ha paralizzato Vladimir Putin- e in Medio Oriente le bombe sull’Isis e le armi ai curdi  - entrambi sostenuti da Israele -  ripete i vecchi scenari appena accennati: da una parte la convergenza tra il sionismo a-territoriale della grande finanza transnazionale 'cosmopolita', e il sionismo territoriale dello Stato d’Israele; dall’altra, una guerra civil-religiosa in Iraq alimentata, alle spalle di due dei tre contendenti (Isis e curdi, conflittuali tra loro e col Governo di Bagdad), da una stessa mano, Israele: l’indipendenza curda è stata rivendicata apertamente da Netanyahu tra il 28 e il 29 giugno scorso; e l’ISIS, fondato ufficialmente nelle stesse ore, è ormai chiaramente una vera e propria pedina dello Stato ebraico, come denunciato da Teheran ('Al Baghdadi è in realtà un ebreo, agente del Mossad'), e come confermato più o meno direttamente da Edward Snowden e da Hillary Clinton, che nel partito democratico e nell’Amministrazione Obama ha sempre rappresentato l’ala più sensibile a Tel Aviv.... (Fonte: http://www.lindro.it/)

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Integrazione e commento di Giorgio Vitali: "...obietto sulla considerazione che Putin sarebbe stato bloccato attraverso l'Ukraina. L'obiezione nasce dalla duplice considerazione che questo paese è DA SEMPRE (secoli!) SOTTO L'OCCHIO VIGILE RUSSO, che non può compromettere i cancelli del suo giardino, nonché dal fatto che è subito entrata in funzione una RIBELLIONE che NON può essere nata come Minerva dalla testa di Giove in un sol giorno. In più, come sappiamo, le "truppe di Kiev" ivi compresi lanzichenecchi e tagliagole, stanno subendo sconfitte memorabili (Come documenta fra gli altri, Blondet). Lo stesso Blondet ci ha documentato la sconfitta delle TREMEBONDE truppe speciali USRAELIANE, la qualcosa mi sa molto di TRANELLI STILE BATTAGLIA DI CANNE. Che Usrael sia all'attacco per cercare di aprire un varco all'assedio sempre più stretto è visibile a chiunque. Brics+Mercosur+ Islam non sono uno scherzo. USRAEL MI RICORDA I TENTATIVI, TUTTI FALLITI, dell'Armata di Von Paulus per rompere l'assedio a Stalingrado. e mi chiedo quanto ha ancora da vivere ( o sopravvivere) SOROS. 

.... alla fine i mostri schiacciano chi li ha creati. Non voglio sembrare presuntuoso ma, se fossi russo, mi comporterei come la classe dirigente russa.  CHI GIOCA A GO SA COME SI DEVE COMPORTARE IN UN QUADRO GEOPOLITICO COME QUESTO. Mai dagli anni 40 del precedente secolo, il dispiegarsi di operazioni politico-economico-energetico-militari è stato così palesemente CHIARO. Come appare chiaro anche che i tempi dei colpi di stato in Argentina, Cile, Venezuela, Grecia, Turchia SONO DEFINITIVAMENTE FINITI. Kissinger, Brzezinski, Soros, Ledeen, SONO VECCHI E LA LORO ELASTICITà MENTALE NON PUò CHE ESSERSI RIDOTTA. L'unico che ha ancora ragione è LUTTWAK, ma costui aveva previsto IL CROLLO del sistema USACENTRICO.

mercoledì 27 agosto 2014

Sigonella Tripoli, la via aerea (in)-civile (della morte)....




In mezzo a tante altre infuria la polemica "libica": di chi sono i cacciabombardieri che martellano Tripoli a suon di bombe ?

Colpiscono, da vari giorni ,le postazioni della fazione islamica integralista che occupa aeroporto e gran parte della città. Con consueto contorno di "vittime collaterali", bimbi in testa. Per una volta le sigle le ometto: in Libia tra Califfati vari, tribù e milizie eterogenee non si capisce piú nulla.


Chi governa che cosa è un mistero pure per i libici: potenza degli Occidentali e della sanguinosa Crociata contro Gheddafi.


Lo avevamo scritto e gridato in tanti all'epoca,specie sui media liberi di internet: rovesciare Gheddafi sarà deleterio,per la Libia e l'Occidente tutto (Italia in testa).


Figuriamoci poi assassinarlo brutalmente dopo averlo consegnato agli integralisti.


Così è stato, non provo (non proviamo) alcuna soddisfazione nell'avverarsi delle facili previsioni.


Ma lo scenario, sottovalutato dagli "esperti" ufficiali sui media piú importanti, sembra ancor piú preoccupante di quanto appaia.


Perché? Proprio per la presenza degli "aerei fantasma" a fianco di una fazione.


Ci rendiamo conto di cosa significhi, nel 2014 e con la relativa tecnologia satellitare, decollare da un aeroporto di uno stato, viaggiare sorvolando spazi aerei di varie nazioni, arrivare su una capitale straniera e bombardare? 
Impossibile, assolutamente impossibile... anche senza contrassegni di identificazione.

Nega l'Egitto, gli Emirati Arabi Uniti tacciono, così come gli altri stati confinanti.


La Lega Araba ufficialmente comunica: "..sono di Paesi non arabi ed i bombardieri sono partiti dalle coste del Mediterraneo".

Tradotto: sono occidentali!


Ed è pure logico, figuriamoci se gli americani non hanno traccia dei voli di morte. Persino la nostra gloriosa Marina Militare, impegnata non a difendere il territorio nazionale ma a raccogliere profughi a 30 miglia dalla Libia, avrà avuto i radar accesi. E si sarà resa conto della provenienza dei bombardieri.


Oppure...., la più verosimile delle ipotesi, americani ed italiani non hanno volutamente "visto niente" perché direttamente coinvolti?

La "costa del Mediterraneo"  piú vicina a Tripoli è la nostra e la base piú indicata (ed usata) per tutte queste operazioni si chiama Sigonella.


A due passi da casa mia, a Catania. Una volta c'era un collegamento aereo per Tripoli, era civile e pacifico. Ora, con queste notizie,presumo sia stato ripristinato "in incognito". In funzione di morte.

Vincenzo Mannello


martedì 26 agosto 2014

Un Testimone di Geova mi ha detto...



UN GIORNO HO INCONTRATO UN PREDICATORE GEOVISTA (testimone di Geova) IL QUALE MI HA DATO UN FOGLIETTO. Io prendo SEMPRE i foglietti dei Geovisti PERCHE' A VOLTE DANNO I NUMERO DEL LOTTO. 

In effetti, quello che costoro pretendono di asserire sta allo stesso livello dei numeri del lotto. Che a volte escono. Per la fortuna di chi li ha sognati ( a dimostrazione che esistono più cose in cielo ed in terra..... come diceva giustamente.... il neoplatonico Amleto!)

Ma qui a noi interessa sottolineare come nel 2000 (.......... non si mangeranno più le polpette, come sosteneva il buon Mimmo Modugno....) ma continuano a persistere, anzi, a PREDICARE, individui che si propongono agli uomini per indicarci.....qual'è il senso della vita, è colpa di Dio se soffriamo, cosa succede quando si muore...INTENDIAMOCI, secondo i miei principi chiunque può, anzi, DEVE gabellare i minchionazzi, i quali sei meritano qualksiasi gherminella o raggiro, basta vedere in quanti continuano a prendere sul serio Mattia Renzie. ( 

NOTA: farsi dire cosa succede dopo morto da un ambulante che PROPONE risposte a nome di un testo già poco credibile un  paio di mille anni fa, tanto da dover creare un'altra religione a carico di un tale che sarebbe venuto proprio per cambiare il senso di quelle storie, è accettabile..sono fatti suoi. Diverso il caso in cui una masnada di teste di minchia pretende di determinare il futuro di tutto un popolo dando fiducia ad uno sciuscià.)
Ma aggiungiamo anche che: il fatto stesso che si pretende di fare il predicozzo a nome di verità stabilite e CRISTALLIZZATE un paio di millenni fa, nel pieno di un antropocentrismo forsennato, quasi all'età della pietra, in un'epoca in cui si comincia a parlare di sincronicità, di frattali, di identificazione spazio-tempo-mente, di "legge universale di isteresi cosmica", di interconnessioni tra campo debole, cervello e cuore, di vuoto quantico, di visione olografica dell'Universo, ha lo scopo di BLOCCARE tutte le libere espressioni della creatività umana, almeno nella maggioranza delle persone in attesa di una nuova STAGIONE INQUISITORIA in evidente, questa sì! sincronia con le altre religioni cosiddette "RIVELATE". ( Ma ri-velare significa, in verità, VELARE DI NUOVO).
A questo punto occorre riferire alcuni pensieri molto interessanti:
John Stuart Mill: Avviene spesso che la credenza universale di un'epoca, DALLA QUALE NESSUNO è LIBERO SENZA UNO SFORZO STRAORDINARIO DI GENIALITA' E DI CORAGGIO, DIVENTI IN UN'EPOCA SUCCESSIVA UN'ASSURDITA' TALMENTE EVIDENTE CHE L'UNICA DIFFICOLTA' è CAPIRE COME UNA TALE IDEA FOSSE POTUTA APPARIRE CREDIBILE. ( Da notare, come nella nostra epoca, assieme ad evidenti forme di progresso tecnologico che IMPLICANO l'utilizzo di strumenti pure elaborazioni creative della MENTE, l'umanità si adagi nell'utilizzo di questi strumenti senza chiedersi  mai come sia possibile. (E  non abbiamo ancora assaporato le utilizzazioni tecniche delle idee mirabolanti di un Tasla.....) 

Sam Harris: IMMAGINATE un mondo in cui generazioni di esseri umani iniziano a CREDERE ( ci siamo vicini...) che Dio in persona abbia realizzato alcuni film o realizzato un software. Immaginate un futuro in cui MILIONI di nostri discendenti si uccidono l'un l'altro perché interpretano in modo diverso "Guerre stellari" o Windows 98. POTREBBE esserci qualcosa di più ridicolo? Eppure questo NON sarebbe più ridicolo del MONDO nel quale viviamo.
B.Mandelbrot: Immaginate che centotrentanni fa un pandemico virus distruggesse l'abilità di cantare negli esseri umani, ma senza annientare quella di scrivere musica. Spartiti di grandi opere sarebbero rimasti ugualmente disponibili e oggetto di culto e di studio intenso e nuovi grandi spartiti sarebbero stato scritti da grandi compositori come Verdi, Wagner, etc..
Immaginate anche che sia generata in seguito una mutazione che porti alla nascita di una persona, poi di molte, con l'immunità al Virus e la capacità di cantare. Evidentemente tutti si sarebbero ricordati che Verdi e Wagner non avrebbero potuto essre soltanto letti, ma anche cantati.

[NOTA mia: notare la finezza dell'esempio, riportato da quel grande genio che ha INVENTATO i frattali, che non sarebbe stato possibile realizzare senza il computer, prima che il computer fosse stato realizzato, e pensimo a cosa potrebbe essere stata la lettura degli Evangeli, libri quant'altri mai APERTI, se non ci fosse stata la castrazione operata dai tanti "sacerdoti" che se ne sono serviti per pure ragioni di potere sui loro sottoposti ( Vedi: Il signore delle mosche, Goldagen)

A riprova è necessario citare alcuni passi degli evangeli: (Cito da Gesù sconosciuto, di D.Merezkovskij):  Infatti, siccome il lampo parte dall'Oriente e si fa vedere fino all'Occidente, così la venuta del Figlio dell'uomo. ( Matteo, XXIV, 27).
Ma perché dite a me: Signore, signore...e NON fate quel che vi dico? ( Luca, VI,46)
Che abbiamo noi a fare con te, o Gesù nazareno? Sei venuto a perderci? (Marco, I, 24)
Egli ha spirito immondo. dicevano gli scribi venuti da Gerusalemme...Egli scaccia i demoni in virtù del principe dei demoni...( Marco III, 30)
Egli è indemoniato, e ha perduto il senno...perché state a sentirlo?  (Giovanni, X, 20)
E tutto il popolo, quando egli domanda:
"Perché cercate di uccidermi?"
RISPONDE: Perché tu sei indemoniato! (Giovanni, 7, 19).

Per il momento concludiamo con una frase di  Vittorio Marchi:
Davanti al MISTERO di Dio, che è poi il mistero della Vita,la parola MISTERO i paralizza, qualunque problema diventa un MOSTRO, la nostra capacità di pensare si dissolve, la nostra lucidità evapora, e, anche a causa dei più futili indottrinamenti ricevuti, finiamo per annegare tra le onde dell'instabilità emotiva.

Giorgio Vitali     

lunedì 25 agosto 2014

UE - Denaro "sterco di satana"... e paradisi fiscali



"Stiamo come al solito, alla caccia disperata di soldi, l’Italia si prepara a una manovra in autunno, la Germania sta rallentando anche se il suo PIL è positivo e non e' in recessione come noi, si profilano tempi durissimi, tutti a caccia di soldi e di capitali, ma stranamente non li vanno a cercare nell’unico posto dove ci sono, cioè nei paradisi fiscali. 

Uno pensa alle Cayman,alle palme, ai gialli americani, in realtà basta andare molto più vicino. Ovviamente in Svizzera, ma anche in Lussemburgo, in Lichtenstein, in Austria, persino in Germania. Questa è una cosa che pochi sanno, ci sono reti di banche particolari dove vige un segreto bancario come quello svizzero. In pratica l’Europa è un grande paradiso fiscale a cielo aperto, l’Europa che piange miseria e che sta alle prese con la crisi ormai da sette anni, non si sa per quale motivo non fa nulla per recuperare le sue sostanze.
Nei paradisi fiscali c’è il più grosso bottino della storia, si parla di circa trenta mila miliardi di dollari, una cifra che rappresenta tutta la ricchezza prodotta in un anno in Europa e negli Stati Uniti; noi. come Italia. contribuiamo parecchio a questa ricchezza, perché secondo una ricerca della Banca d'Italia, siamo in testa alla classifica di esportazione di capitali illeciti. La maggiore parte dei nostri capitali illeciti come è noto va a finire in Svizzera, però ci sono degli interessi particolari che impediscono di riportare a casa i soldi svizzeri e diciamo che lo stock di denaro italiano accumulato nei decenni in Svizzera ammonta a circa mille miliardi. Se teniamo conto che il nostro debito pubblico è di due mila miliardi, praticamente metà sta nascosto in Svizzer; non lo so, forse bisognerebbe fare qualche cosa per riprenderseli. 

Questi enormi capitali hanno tre origini, arrivano dalle grandi multinazionali, che li portano lì grazie alle leggi favorevoli che consentono loro di farlo, dall’evasione fiscale, anche lì sfuggendo alle maglie del fisco di tutti i paesi, e poi dal crimine organizzato. 

I canali che trasferiscono i capitali da un Paese all’altro sono sempre gli stessi: banche, istituzioni finanziarie, professionisti, come notai, commercialisti, etc., che trattano indistintamente questi soldi che provengono da queste tre fonti. Questo significa che la commistione tra economia pseudo pulita e sporca ormai è assolutamente totale, per cui c’è metà dell’economia mondiale che cuoce nello stesso calderone dei paradisi fiscali.

I paradisi fiscali di per sé sono legali, tanto è vero che hanno sede in un paradiso fiscale praticamente tutte le grandi società italiane, tutte le regine della Borsa, tutte, dall’Enel all’Eni, alle principali banche italiane, Banca intesa, Unicredit, tanto tutte sedi in qualche paese offshore. 

Il problema è che sono queste società a non essere trasparenti, cioè nel momento in cui crei una società offshore poi nessuno ci può mettere il naso, quindi ci puoi fare quello che vuoi. 

Quale è la differenza? Che questi, lasciando perdere quelli del crimine, sono capitali esentasse, perché la grande multinazionale che grazie agli accordi con l’Irlanda piuttosto che con il Lussemburgo, riesce a pagare un'aliquota fiscale dello 0,05% rispetto al piccolo imprenditore che paga il 70% del prelievo fiscale, poi è chiaro che si può permettere di riportare i capitali qui e di fare ulteriori investimenti. Del piccolo imprenditore ovviamente poi uno si lamenta perché in Italia non investe più nessuno, ti credo, nessuno ha più una lira. 

In Italia si è cercato di fare una legge seria in modo che vengano pagate tutte le tasse arretrate sui soldi portati in Svizzera o in altri Paesi, ma soprattutto pretende che si dica come quei soldi sono stati fatti, chi ha aiutato a portarli fuori, se sono frutto di una tangente, se sono stati usati per pagare una tangente. Naturalmente vi rendete conto che in Italia fare tutte queste domande è eversivo. Tant'è vero che questa legge partorita sotto il governo Monti, è morta lì, poi è stata recuperata sotto il governo Letta che l’ha approvata con un decreto il 28 gennaio e il 14 febbraio è andato a casa, sarà una coincidenza, sicuramente. Di seguito questa legge è stata recuperata nuovamente dal governo Renzi, ha fatto un tour in Commissione Finanze, alla Camera, è andata sotto, sopra, cambiata, trasformata, etc.,e finalmente era stata approvata non molti giorni fa in Commissione Finanze e dopodiché è di nuovo scomparsa.

Per esempio c’è una ricerca del Politecnico di Zurigo, una delle istituzioni di studio più serie e rigorose che ci sono in Europa, che si può trovare tranquillamente online, dove risulta che tutta l’economia mondiale è controllata da 50 multinazionali, in testa c’è una banca, la Barclays, seguono altre banche molto note, come Goldman Sach, JP Morgan, Deutchbank Merrill Lynch, Bank Of America. 25 di queste multinazionali sono americane, però siamo anche in questa classifica, al 43°posto, con una banca, Unicredit. Queste 50 multinazionali in buona parte sono anche le stesse che poi ritroviamo nei paradisi fiscali, e sono anche le stesse che hanno gestito tutta l’operazione mondiale sui derivati, la famosa bomba a orologeria che prima o poi esploderà travolgendo tutto il mondo. 

Se l’economia mondiale è in queste mani io dubito che l’OCSE con tutta la sua buona volontà, così come dubito che qualsiasi governo riescano a combattere il sistema dei paradisi fiscali e sempre perché sono rimasta ingenua, ancora penso che se i cittadini iniziassero a far sentire la loro voce forse i governi qualche cosa riuscirebbero a fare. 

Quando leggete sui giornali che è finito il segreto bancario in Svizzera non credeteci, perché ne stanno nascendo altri. Pensate che il Tibet, si sta attrezzando per diventare un grande paradiso fiscale; allora se tutti i cittadini, tutti i paesi d’Europa e d’America si rendessero conto che il motivo per cui stanno alla fame e pagano tasse spropositate è esattamente questo, quello delle banche, delle multinazionali, dei paradisi fiscali che creano una economia parallela di cui godono solo loro; penso che forse i governi avrebbero la forza di fare finalmente qualche cosa. Quando, per esempio vedo che a capo della Commissione Europea eleggono Jean Claude Junker, persona degnissima, ma guarda caso per vent'anni custode di uno dei paradisi fiscali più blindati d’Europa, il Lussemburgo, qualche dubbio mi viene, d’altra parte il Financial Times è stato l’unico giornale a scrivere un gigantesco articolo contro Junker in quanto ex-capo di un paradiso fiscale. 

Perché la Gran Bretagna si oppone a questa nomina? Perché lei è l’altro grandioso paradiso fiscale europeo! Poi uno dice che esiste la sindrome del complotto. 

Tornando in Italia, gli Agnelli, Bulgari, Delvecchio, Marzotto, Gruppo Pesenti, Gruppo Prada, Dolce e Gabbana, la famiglia Riva, la famiglia Rocca, i Montezemolo, i Della Valle, i Ferrero della Nutella e persino i Delonghi del Pinguino; l’elenco è molto lungo e tutti hanno una rete di società, di cui l’ultima sta sempre in Lussemburgo, Olanda, in paesi a fiscalità privilegiata; però se io ho la fabbrichetta di tubi in Valtellina non la posso portare da nessuna parte e quindi io mi becco la tassazione al 70%, mentre i grandi gruppi no. 
Il problema è che l’Italia non può abbassare le tasse, perché queste imprese intanto stanno fuori e le tasse non le pagano qui!

Questo è il serpente che si morde la coda e è anche il motivo per cui è così difficile uscire da questa situazione. Il momento in cui la Svizzera o il Lussemburgo smettono di fare quello che fanno sono rovinati! Il primo che si muove è morto, quindi o si fa un' operazione tutt' insieme o si rimane così, sempre sospesi sull’abisso, tanto prima o poi ci cadremo dentro.

Noi abbiamo la FIAT, che ha appena trasferito la residenza fiscale in Inghilterra, non è che l’ha trasferita così, perché è più international, ma perché pagherà meno tasse che stando qua, come tutti. Si può impedire questo? Sì, cambiando le leggi, siamo sempre allo stesso punto, però, perché Obama, l’uomo più potente del mondo, il Presidente degli Stati Uniti, non è riuscito ancora a impedire che la Apple gli rubi un milione di dollari l’ora? Ancora non c’è riuscito. 
Potrebbe fare una legge per impedire questo? Sì, certo, poi bisogna vedere se il Senato gliela approva, se i poteri forti che hanno finanziato la sua campagna elettorale gliela approvano, senza contare che ha in casa quattro paradisi fiscali: il Delaware, il Wyoming, il Nevada e la Florida, paradisi fiscali blindatissimi e che attirano società, capitali offshore da tutto il resto del mondo. 
La questione è complessa e il problema è sempre lo stesso: chi controlla il denaro controlla il mondo, la politica di fronte a questo è totalmente impotente. Io mi auguro sempre che ci sia un primato della politica sui soldi, ma ancora non l’ho visto." 

 "Nunzia Penelope, autrice del libro: Caccia al tesoro, Ed. Ponte alle Grazie