mercoledì 3 dicembre 2014

Diamoci una mossa... con MoviSol



Il governo Renzi ha passato il segno. Per compiacere chi l'ha messo al potere, l'oligarchia finanziaria della Troika (UE, BCE, Fondo Monetario Internazionale), non solo sta abolendo l'articolo 18, e con esso ogni tutela per i lavoratori, e svendendo il nostro patrimonio industriale (l'ultima notizia è la svendita di Ansaldo-Breda), ma ora vuole anche chiudere i teatri lirici in Italia. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha annunciato infatti che "quattordici fondazioni liriche sono troppe per le risorse del paese". La culla del Rinascimento e dell'opera lirica rischia così di diventare non soltanto il paese dei disoccupati e dei disperati, ma anche il paese delle macchiette televisive, dei reality di Mediaset, e dei buffoni di corte, ove la corte è quella dell'Unione Europea, che impone austerità e tagli al bilancio, per poter salvare coi soldi dei contribuenti gli speculatori che hanno provocato la crisi. "Cortigiani, vil razza dannata", direbbe Rigoletto, nella famosa opera di Verdi.

Sull'economia, il governo Renzi non si differenzia molto dagli altri governi europei, allineati a Draghi, a partire da quello di Angela Merkel, tutti pronti a imporre il prelievo forzoso per salvare le banche esposte in derivati ed altri titoli tossici, e ad imporre un'austerità genocida per farlo. Come gli altri governi europei, Renzi è ligio alla linea Obama sull'Ucraina, ed è stato il primo ad attuare le sanzioni contro la Russia, danneggiando pesantemente le nostre imprese e la nostra agricoltura, mentre quello francese temporeggiava e cercava vie di uscita per continuare ad esportare. E mentre MoviSol viene spesso invitato a parlare a conferenze in tutta Italia sull'urgenza della legge Glass-Steagall, che toglierà ogni garanzia dello Stato agli speculatori, per rilanciare il credito alle imprese ed alle famiglie (vedi "Da Roosevelt e dalla Scuola di Napoli un messaggio di speranza per il Mezzogiorno d'Italia", e "MoviSol - Conferenza a Milano su Glass-Steagall e BRICS+"), Renzi ignora bellamente il problema del credito. Sembra che abbia in mente una sola riforma, quella elettorale, ed il patto del Nazareno con Berlusconi, che mira a consolidare ciò che è accaduto negli ultimi due anni, ovvero governi imposti dall'UE e non eletti dal popolo, a cui viene tolto anche il diritto di voto.

Ma sulla cultura sta facendo peggio di tutti. Franceschini si accinge a chiudere sette teatri dell'opera, incurante del fatto che questo ridurrà sensibilmente anche il "turismo culturale" nel nostro paese, che Renzi sostiene di voler promuovere. Una petizione dell'Università Popolare dell'Opera di Parma per fermarlo ("Fermiamo il Ministro Franceschini!") è stata sottoscritta da oltre 3.000 cittadini da tutto il mondo, tutte persone che venivano nel nostro Paese per ascoltare le opere di Verdi, Bellini, Donizetti, magari nelle loro città natali, e ora non potranno più farlo. Come spiega la petizione, le risorse investite nei teatri lirici "dal 1985 al 2013 si sono ridotte del 56,08% (dati del Ministero: "Relazione sull'utilizzo del Fondo Unico per lo Spettacolo" ) arrivando ad essere le più basse d'Europa". Un triste primato.

C'è da chiedersi che cosa disturbi tanto il governo Renzi nelle opere liriche. Come spiega il poeta tedesco Friedrich Schiller, nei suoi scritti estetici, la bellezza, il Sublime, insegnano a ragionare con la propria testa, e spesso a ribellarsi all'ingiustizia. Come Rigoletto, che si ribella alla Corte, come Figaro, che si ribella al Conte nelle "Nozze di Figaro" di Mozart, un'opera veramente rivoluzionaria se si considera che allora vigeva ancor lo "jus primae noctis", o perfino Leporello, il fedele servo di Don Giovanni nell'omonima opera di Mozart, che cerca di opporsi alle malefatte del suo padrone, emblema musicale non solo del libertinismo, ma anche del liberismo economico quando inneggia "viva la libertà". Come il marchese di Posa, che in un'altra opera di Schiller, musicata da Verdi, il Don Carlo, si schiera dalla parte dei ribelli delle Fiandre sfidando Filippo II di Spagna. Troppi ribelli per i gusti di un governo che vuole mettere a tacere ogni protesta.

Così, mentre si prepara lo sciopero generale contro il suo Jobs Act, e infuria la protesta e la guerra tra poveri nella periferia di Roma, Renzi decide di ricevere invece i Reali di Spagna. Per dirla con Elizabeth Warren, la coraggiosa senatrice americana che ha sfidato Wall Street presentando un disegno di legge per il ripristino della legge Glass-Steagall, dopo centinaia di mozioni in questo senso promosse dal movimento di LaRouche negli Stati Uniti (vedi "Separazione bancaria: Elizabeth Warren accelera") "enough in enough" (quando è troppo, è troppo). La Sen. Warren si riferiva alla decisione di Obama di nominare come sottosegretario al Tesoro "l'ennesimo uomo di Wall Street", ovvero Antonio Weiss, proveniente da Lazard Freres. 

Anche Renzi, come Obama, ha passato il segno. E prima che ci tolga non solo la lirica, ma anche il diritto di parola, invitiamo i nostri lettori ad unirsi a MoviSol nel promuovere l'unica riforma che rilanci davvero l'economia reale e l'occupazione, ovvero la legge Glass-Steagall, e l'adesione al nuovo sistema creditizio dei BRICS, alternativo al sistema dell'Euro, inesorabilmente fallito. Aderite a MoviSol, firmate e fate firmare la nostra risoluzione a favore della cooperazione coi BRICS (vedi qui sotto, altrimenti per la firma qui), sosteneteci, organizzate incontri e conferenze su questi temi. La gente accetta passivamente i sacrifici imposti dalla Troika solo perché non sa che esiste un'alternativa, quella che noi proponiamo da anni. Solo così sarà possibile salvare non soltanto il nostro patrimonio industriale, ma anche quello culturale.

Liliana Gorini, presidente di MoviSol

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.