lunedì 3 novembre 2014

Come salvare l'Italia dall'islamizzazione forzata... (?!)




Recentemente il Dipartimento degli Affari sociali ed economici
dell’ONU ha reso noti i suoi studi sul flusso migratorio in Europa e
in particolare in Italia, analizzando e prospettando vari scenari
futuri. Da questo studio ( Replacement Migration: is it a solution to
declining and ageing populations?) si apprende che dal 1995 l’aumento
demografico del nostro Paese si è fermato. Da circa 60 milioni di
abitanti nel 1995 oggi nel 2014 siamo a 59.500.000, con una grande
differenza: nel 1995 gli stranieri erano un po’ più di un milione,
oggi sono dai 5 ai 6 milioni, per cui gli italiani doc in vent’anni
sono scesi a 53 milioni e, secondo lo studio ONU, tra 30 anni saranno
solo 41 milioni. Molto preoccupante oggi è la notizia che anche nel
Sud Italia sono crollate le nascite. Un’area questa del nostro Paese
che fino a qualche anno fa compensava il deficit delle nascite al Nord
e al Centro con la propria capacità procreativa. Ora con il fermo
delle nascite anche al Sud non ci resta che aspettare l’ineluttabile
declino del popolo italiano. Diversa è invece la capacità di
procreazione degli immigranti. Ogni famiglia di migranti che giunge in
Italia mediamente produce dai 3 ai 5 figli, contro il nostro figlio
unico(al massimo due).

Lo studio sottolinea che gli italiani over 65 che tra breve andranno
in pensione, tra qualche anno non potranno più beneficiare dei
contributi previdenziali elargiti da chi invece ancora lavora. Stando
così le cose il rischio concreto è che non si potranno più pagare le
pensioni. Lo studio ONU allora consiglia di prevedere un deciso
rimpiazzo con nuovi lavoratori provenienti dall’Africa, Asia e
Oceania. In questo modo tra 35 anni l’Italia sarà un “ melting pot ”,
un insieme di razze, culture e religioni. Tra meno di un secolo
l’Italia sarà una realtà diversa dall’attuale dove i discendenti del
Belpaese potranno rappresentare solo un’esigua minoranza alla mercé di
culture, usanze e religioni diverse dalle nostre. In Italia tra un
secolo prevarrà la cultura mussulmana e molti italiani che non
accetteranno questa condizione saranno costretti a lasciare il Paese.

Ma la perdita della propria identità storica e culturale non
riguarderà solo l’Italia, secondo lo studio ONU interesserà
inesorabilmente tutta l’Europa con il rischio di islamizzazione di
gran parte dei Paesi del vecchio continente. Questo era stato già
previsto dai vertici politici e religiosi arabi. Nel 1975 durante un
summit di capi religiosi a Rabat tutto questo era stato pronosticato.
Famosa la frase di un intellettuale arabo di allora: “Gli occidentali
hanno la bomba atomica, ma noi abbiamo la bomba demografica…” Ancora
oggi vale l’antico monito verso noi occidentali (cani infedeli o figli
di Satana) che spesso si sente evocare in molte moschee del mondo: “ …
i fratelli infedeli saranno prima invasi, occupati e poi convertiti
all’Islam…”

Tutto questo è quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. La
nascita di questo fantomatico Califfato Islamico è un’accelerazione di
questo antico progetto di islamizzare tutto il pianeta. Al momento
l’unica nazione che pare aver capito il problema è la Gran Bretagna.
Il primo ministro David Cameron ha annunciato misure restrittive per
gli stranieri in materia di accesso ai sussidi di disoccupazione e
alle liste d’attesa per le case popolari. Ha stretto i cordoni
dell’ingresso degli immigranti e, come sta facendo la Germania, chi
vuole entrare nell’isola deve dimostrare che ha già attraversato un
paio di nazioni ed essersi comportato bene (producendo documenti che
lo comprovino). Infine il governo inglese ha detto no all’operazione
Triton che dal 1 novembre sostituisce quella tutta a carico
dell’Italia che era “Mare Nostrum” . Dice no perché sostiene che per i
trafficanti di carne umana, vedi le mafie degli scafisti, sapere che
in caso di difficoltà o naufragio c’è una nave pronta a salvarti, non
fa altro che incentivare i propri guadagni programmando viaggi sul
Mediterraneo a bordo di scassate imbarcazioni. Propongono invece gli
inglesi di andare sulle coste africane per realizzare li dei presidi e
assistere chi fugge dalle guerre, carestie e fame. Questo è il motivo
per cui gli inglesi non metteranno una sterlina sull’operazione
Triton. Ovviamente il loro diniego a contribuire all’operazione Triton
ha trovato molti disappunti in ambito europeo. Gli inglesi hanno tanti
torti anche nell’ambito della storia, però gli si deve riconoscere una
loro prerogativa, quella di vedere il futuro, di valutare fatti che
potrebbero arrivare dopo decenni. Vi ricordate, ad esempio, quando nel
2000 la Gran Bretagna aveva detto di no all’ingresso dell’Euro, perché
non ci credeva, e noi tutti l’avevamo aspramente criticata per il suo
senso poco europeista? Oggi a più di dieci anni da quella decisione
dobbiamo invece renderci conto che aveva ragione. Già allora aveva
previsto la fine ignobile dell’euro e il fallimento di molti Paesi che
l’avevano adottato.

Ma tornando a noi quale potrebbe essere la soluzione per evitare la
fine della “specie” italiana? Per lo studio ONU la soluzione resta
quella di rimpiazzare gradualmente gli italiani che invecchiano e
muoiono con forze umane provenienti da fuori confine, accettando
comunque che nell’arco di poche generazioni l’identità italiana, come
ancora a stento la sentiamo noi oggi, scomparirà. Adattarci quindi ad
un rinnovamento profondo dove in futuro essere italiano vorrà
significare solo vivere in un certo territorio geografico, ma senza
avere più radici storiche e culturali con la terra che si abita.

Noi invece pensiamo che una politica economica a beneficio delle
famiglie che oggi debbono lavorare in due per giungere a stento alla
fine del mese e, quindi, impossibilitate a mettere al mondo figli,
possa essere una chiave per rallentare il declino demografico. Poi
necessita una regolamentazione rigida, come fa la Germania, sugli
ingressi dei migranti sul nostro Paese. Per troncare il flusso
infinito di migranti sulle nostre coste è necessario considerare
l’ipotesi inglese e cioè realizzare lungo le coste africane presidi
umanitari e sanitari capaci di dare assistenza in luogo, evitando così
altri morti nel mare e stroncando una volta per tutte l’enorme
business dei boss mafiosi che gestiscono i viaggi verso le nostre
coste.

Ma per fare tutto questo serve un Governo deciso, innovatore, fuori
dai diktat delle banche del nord Europa e dal controllo dei mastini
della Merkel e, soprattutto, un Governo proteso a fare veramente gli
interessi degli italiani. Solo così, forse, salveremo il popolo
italiano dall’estinzione e ridaremo all’Italia quel ruolo
internazionale che era di faro della civiltà, dell’arte e della
cultura a livello mondiale.

Ci auguriamo che tra cento e più anni nei libri di storia i nostri
pronipoti non si debba leggere: “Come fu per gli etruschi assorbiti
dalla cultura dell’antica Roma, gli italiani del 20mo secolo
scomparvero in poche generazioni assorbiti dalla cultura islamica.
Resti di quest’antico popolo, tuttavia, si trovano ora solo in alcune
enclave in America Latina e in Australia”

Filippo Mariani

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