giovedì 16 ottobre 2014

Kobane - Retroscena sull'attacco ISIS e sulla posizione della Turchia


Nell'immagine: Mayssa, nome di battaglia Narin Afrin, è lei che comanda la difesa di Kobane. E' lei, donna, a guidare l'eroica resistenza della città curda contro gli integralisti islamici  dell'Isis.

Gli djihadisti del “califfato” danno l'assalto alla città siriana di Kobané ed Ankara non vuole portare soccorso ai difensori della città. Perché?
 
Kobané non è semplicemente una città della provincia siriana vicino alla frontiera turca. Ospita il quartiere generale del Comitato Superiore dei Curdi (DBK) “il governo provvisorio” dei curdi in Siria. Questo organismo riunisce due organizzazioni maggiori: il Consiglio nazionale Curdo (KNS) ed il Partito dell'Unione Democratica (PYD), tutti e due favorevoli ad una autonomia curda in Siria.


Il KNS é uno strenuo sostenitore del rovesciamento di Bashar al-Assad, mentre il PYD ha ricevuto da quest'ultimo (ASSAD), secondo gli esperti, il sostegno e l'avallo per questa autonomia nel Nord Est del paese. I dirigenti del PYD lo negano e dichiarano che il loro partito, è una terza forza indipendente. Le forze armate del PYD, le Unità di Protezione del Popolo Curdo (YPG), combattono nelle “loro regioni” non solo gli djihadisti, ma anche le unità dell'Armata Siriana libera.

Un altro problema è legato al fatto che la Turchia considera il PYD come filiale siriana del PKK fuorilegge per separatismo. In un recente intervento il Presidente della Turchia Erdogna ha dichiarato apertamente “Per noi il PKK é la stessa cosa di ISIS”.

Lo stesso atteggiamento riguarda naturalmente il PYD. Durante lunghi anni i servizi segreti turchi hanno fatto di tutto per eliminare i partigiani della sinistra dell'avanguardia del movimento di liberazione nazionale curdo in Siria.

E' stato segnalato in una relazione del PYD a fine 2013, che oltre ad azioni sovversive indirette,questi Servizi avevano organizzato numerosi attacchi contro le unità YPG, ricorrendo all'aiuto di “mercenari” apparteneneti ad altri pariti curdi.

A Kobané uno scontro è scoppiato trail KNC ed il PYD proprio nel momento dell'attacco di ISIS contro la città. Secondo i dirigenti del KNC, i comandanti delle YPG hanno rifiutato l'offerta di aiuto milityare da parte dei loro distaccamenti.


Però secondo il PYD sono stati gli alleati stessi a rifiutarsi di aiutare i difensori della città.


La seconda versione appare la più veritiera.

Il capofila dle Kurdistan Iracheno Massoud Barzani ha giocato un ruolo attivo nella creazione del Consiglio Nazionale Curdo. Non condivide le idee del PYD ed auspica mettere sotto la sua influenza i suoi compatrioti siriani. Mantenendo al contempo delle buone relazioni con la Turchia.

Durante l'assedio di Kobané ha più volte dichiarato di seguire da vicino la situazione ed ha chiesto di aiutare le formazioni curde.


Sembra che un numerosi problemi con la Turchia spariarano se il posto del PYD e del suo dirigente Salem Muslim sarà occupato nel Kurdistan Siriqano dell'Ovest da un alleato fedele al Consiglio Nazionale Curdo.


Nel frattempo gli alleati del Pyd lasciavano Kobané ed i negoziati di Salem Muslim ad Ankara si sono risolti in una sconfitta.


La politica si oppone all'introduzione di truppe turche ed alla cooperazione con l'Armata Libera Siriana. La parte turca non ha accettato la sua proposta di aprire un punto di passaggio frontaliero al fine che le YPG possano beneficiare di un aiuto umanitario e militare.

La polizia turca arresta decine di combattenti del YPD che cercano di passare la frontiera ed i Comandi militari dichiarano che non lasceranno entrare in Turchia i “combattenti delle YPG” se Kobanè cade.


Il popolo è indignato. Sembra che il numero delle vittime durante gli scontri in Turchia superino già oggi quelle dei difensori di Kobané.

E' poco probabile che i carri armati turchi passino “la frontiera” il comando delle forze del “ Califfatto” ha ben scelto il bersaglio. A kobané gli djihadisti saranno al sicuro: molti pensano che qui saranno utili. Una nuova “teoria del complotto”?


Tratto da Almanar, gruppo libanese di informazione

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