mercoledì 15 gennaio 2014

Inamovibili magna magna - Chi fa politica per curare i propri interessi (e quelli dei padroni) non lascerà mai il posto volontariamente

L’Italia è un paese ormai fallito da tutti i punti di vista e la responsabilità è politica.


Molti si chiedono con un certo smarrimento come sia stato possibile arrivare a questo punto.

La risposta è molto più semplice di quanto si creda, solo che concettualmente non ci soffermiamo abbastanza per metterla a fuoco, perché siamo distratti mediaticamente dal cazzeggio e dalla mistificazione e nella vita privata si tribola talmente tanto che non c’è il tempo per interagire in profondità coi nostri interlocutori.

Supponiamo che la maggioranza di coloro che si siano accostati alla politica lo abbiano fatto in buona fede, per passione, con l’intento di occuparsi veramente dell’interesse pubblico.

Lo hanno dovuto fare tramite i partiti, o meglio la partitocrazia, una struttura di potere impostata per gestire il denaro pubblico occupando tutti i gangli istituzionali e socio economici dove circola il denaro.

In queste organizzazioni politiche dominano coloro che sono presenti da più tempo e che si dedicano prevalentemente ai propri interessi e a quelli dei loro sostenitori.

Costoro per la loro fortissima motivazione venale e materiale non lasceranno mai le loro posizioni dominanti, e neppure gli incarichi più marginali, mai e poi mai, se non per cause di forza maggiore (pertanto piuttosto remote), come una grave malattia o infortunio, incarceramento, o perché caduti in disgrazia e costretti alle dimissioni dal loro partito, nel caso non disponessero di sufficienti armi di ricatto. Il ricatto è infatti l’arma di difesa ed offesa più potente in questi ambienti di parassitismo politico.

Pertanto tutti coloro che si siano accostati alla politica per motivazioni nobili, dopo un poco di fronte allo schifo che riscontrano ed all’impotenza cui sono costretti, o si adeguano e diventano parassiti anche loro facendo la gavetta per far carriera, o si ritagliano una nicchia di sopravvivenza senza dare fastidio e con variazioni sul tema per salvare le apparenze (policromatismo mimetico), o se ne tornano a casa. Alla lunga rimangono pertanto solo i parassiti purosangue, i maestri del parassitismo ed i loro famigli, cioè coloro che curano esclusivamente i propri interessi e quelli del proprio entourage.

La conclusione inevitabile di una simile struttura di potere è di far accrescere in maniera abnorme il numero dei partecipanti alla greppia di stato e portare quest’ultimo al fallimento, perché le risorse pubbliche non basteranno mai per placare i loro appetiti smisurati e la loro incompetenza che produrrà solo danni.

Quindi non ci si deve stupire se siamo al fallimento, perché è l’inevitabile conseguenza del sistema adottato. La cosiddetta democrazia rappresentativa autoreferenziale ed autoconservativa.

Pensare che possa esserci purezza e competenza in questi ambienti è paradossale e contronatura, sarebbe come pretendere di fare il bagno in una cloaca e non beccarsi un’infezione.

Questi personaggi più o meno osceni che calcano la scena politica da molto tempo ed anche quelli subentrati da non molto e che hanno accettato le condizioni del ricatto adattandosi, non rinunceranno mai alla loro attività di saccheggio moderno (i lanzichenecchi in confronto erano più dignitosi), e quando avranno esaurito le risorse pubbliche si dedicheranno alla confisca di quelle private con l’alibi dell’interesse dello stato, che deve avere la priorità su tutto, insistendo sulla favoletta che lo stato siamo noi (mentre è una estesa oligarchia).

Dalla loro dispongono di due notevoli vantaggi ormai consolidati nel tempo, i mass media complici che da decenni stanno decerebrando le masse dei videodipendenti ed il fatto che la popolazione è disarmata, nel senso letterale del termine, perché questo è uno dei mezzi per garantirsi il monopolio della violenza e della repressione. Sanno che le rivolte potranno essere solo pacifiche, quindi innocue, vane, patetiche.

In Italia la situazione potrà precipitare solo quando la popolazione nella sua stragrande maggioranza sarà ridotta alla fame, nel senso letterale del termine. Allora non basterà più soggiogarli con trasmissioni demenziali e fuorvianti e non basteranno le scorte per garantirsi l’incolumità … Ma questa è un’altra storia.


Cav. Dott. Claudio S. Martinotti Doria    



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