giovedì 25 luglio 2013

"Occorre sciogliere il parlamento ed andare a nuove elezioni..." - La soluzione di Peppe Sini

Belle statuine - Foto di Gustavo Piccinini

Con l'ovvia condanna definitiva il prossimo 30 luglio 2013 Berlusconi sara' interdetto dai pubblici uffici.

E poiche' tutta la destra golpista, neofascista e razzista che in questi vent'anni ha lungamente governato e tuttora governa in modo scellerato questo sventurato paese esiste solo in quanto creatura di Berlusconi (senza Berlusconi i razzisti della Lega e i neofascisti variamente denominati probabilmente non arriverebbero neppure a superare la soglia minima per entrare in parlamento), ne consegue che interdetto Berlusconi dai pubblici uffici tutti i suoi famuli non godrebbero piu' di quel vasto consenso che Berlusconi in prima persona calamitava su di se' utilizzando spregiudicatamente le tecniche pubblicitarie di mistificazione e di manipolazione di cui un miliardario padrone di influenti reti televisive e' maestro e donno.

Ed e' quindi semplicemente scandaloso che la destra golpista, neofascista e razzista berlusconiana continui a governare.
Ergo, un percorso lineare ed ineludibile si apre: dopo la condanna di Berlusconi si dimetta il governo; dopo le dimissioni del governo si sciolgano le Camere; dopo lo scioglimento delle Camere si torni alle urne.

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Le dimissioni del governo sono un atto dovuto: come si puo' ammettere che governi il paese un esecutivo che in rilevante misura dipende da un condannato per gravi reati, perdipiu' interdetto dai pubblici uffici? E se il governo non intende dimettersi, che lo faccia cadere il parlamento, togliendogli la fiducia.
Ma non basta: caduto il governo occorre sciogliere il parlamento. 

Poiche' comunque questo parlamento e' per un terzo nelle mani dei berlusconiani, ed anche tra i parlamentari delle altre forze politiche i longevi manutengoli di Berlusconi sono legione. Prova ne e' che pur essendoci stata dopo il voto di febbraio la possibilita' numerica di fare un governo senza Berlusconi, ed essendosi per questo impegnato quel segretario del Partito Democratico che pure le elezioni aveva vinto, l'occulta alleanza - davvero inquietante e ripugnante - tra altri gruppi e poteri e personaggi antidemocratici ha impedito che questa possibilita' si realizzasse.

Occorre sciogliere il parlamento e andare a nuove elezioni, per liberarsi della destra golpista, razzista, fascista, maschilista, mafiosa, corrotta berlusconiana e della nuova destra "antipolitica", sia tecnocratica che populista, irrazionalista e totalitaria.
Ed occorre andare a nuove elezioni sapendo che Berlusconi tentera' comunque il tutto per tutto, e gettera' nella mischia tutta la potenza delle sue ricchezze frutto di pratiche lecite e illecite, tutta la sua forza di manipolazione dell'opinione pubblica, tutta la sua capacita' di ricatto su quanti in varie forme e varia misura gli sono stati complici in passato.

Cosicche' occorrera' andare a nuove elezioni con una consapevolezza chiara e forte: che occorre coalizzare l'intero fronte antifascista democratico; che questa coalizione dell'intero fronte antifascista democratico potra' e dovra' unirsi su un programma minimo mantenendo molte e profonde differenze su questioni anche fondamentali; che questo programma minimo dovra' avere pochi e netti elementi qualificanti: il rispetto dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana; la scelta della democrazia come metodo e come sistema; la difesa intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani; la difesa della biosfera; la pace; una politica di intervento pubblico a sostegno dei poveri e degli impoveriti, ovvero contro la rapina e la violenza dei poteri economici dominanti; una politica del diritto alla casa, al lavoro, al sapere, alla salute, all'assistenza, a un ambiente vivibile, alla pace, alla liberta' e alla giustizia, alla convivenza e alla solidarieta': ovvero una politica dell'autentica legalita' e della concreta responsabilita'.

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Ma perche' questa coalizione dell'intero fronte antifascista democratico possa darsi, occorre che in essa sia presente in modo autonomo e riconoscibile la sinistra che oggi occorre: che e' la sinistra della nonviolenza. La sinistra della nonviolenza: femminista ed ecologista, socialista e libertaria, che negli Statuti della Prima Internazionale, nelle Tre ghinee di Virginia Woolf, nella riflessione attuale di Vandana Shiva trovi alcuni dei suoi fondamentali punti di riferimento. E che si presenti nella coalizione dell'intero fronte antifascista democratico condividendo il programma minimo comune e recando anche il proprio contributo programmatico, il proprio programma nonviolento di governo del paese che abbia come sue direttrici d'azione quelle indicate nella Carta del Movimento Nonviolento: 
"1. l'opposizione integrale alla guerra; 
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo".


Peppe Sini - La Nonviolenza in Cammino

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