lunedì 29 aprile 2013

Memento mori... - Nemesi criptica critica e nostalgica


Criptum critico nostalgico

Questo spaccato di turpe storia recente, ritratto da Alessandro Mezzano, è quanto mai veritiero e reale. Lo sottoscrivo in pieno, aggiungendo però che tutti gli squallidi personaggi, qui citati e che oramai stanno finendo nell'imondezzaio della politica, non nascono per caso, ma sono gli epigoni, il frutto di 50 anni di missismo, un partito nato nel 1946 per traghettare i reduci del fascismo repubblicano su sponde di destra prima e filo atlantiche poi. 

Un partito che nei suoi 50 anni ha SEMPRE lavorato contro gli interessi nazionali, tradendo quella Patria di cui a parole si riempiva la bocca. In ogni campo, soprattutto geopolitico, non solo atlantico, il Msi con i suoi De Marsanich, Romualdi, Almirante, Michelini e altri tristi figuri, ha tradito sempre gli interessi nazionali. Oggi, innumerevoli documentazioni, non solo dagli archivi statunitensi, stanno dimostrando quello che abbiamo sempre saputo: il MSI nacque con una sporca operazione a cui contribuirono l'Oss di J. J. Angleton, che già si era messo intasca vari reduci a cominciare d J.V. Borghese, cosche massoniche, interessi industriali e il ministero democristiano dell'epoca. Il tutto sotto la benedizione interessata del Vaticano. In pratica un aborto politico.

Cosa si pretendeva dai suoi epigoni i quali, poi, molto scaltramente, avevano percepito che il serbatoio "nostalgico" da cui attingere voti dai gonzi, per ragioni anagrafiche si era esaurito?
Maurizio Barozzi


Nemesi criptica.....

Allora, una volta c’era il M.S.I. ed i voti di quel movimento facevano comodo a Berlusconi che li “sdoganò” quando Fini si era candidato a sindaco di Roma.


Poi Berlusconi disse a Fini che era necessario un maquillage ”democratico ed antifascista” per essere digeriti ed accettati dall’elettorato “per bene” del suo partito che allora era Forza Italia e Fini obbedì di buon grado in forza della speranza di fare carriera e con il sogno di diventare il delfino del Berlusca..


A questo scopo inscenò la giravolta di Fiuggi e con lui anche Alemanno, Gasparri, la Meloni, La Russa e tutto il gruppo dirigente fecero il compitino e abiurarono quanto sino ad allora avevano sostenuto, dichiararono che Mussolini era stato “il male assoluto” e che i pilastri ideologici del nuovo partito che si chiamò Alleanza Nazionale erano i valori dell’antifascismo e della resistenza.


Lo fecero senza la minima vergogna e senza pudore così come una puttana non si vergogna a cambiare amante tra una marchetta e l’altra..!
Dopo le visite di rito di Fini Iscariota in Israele, le leccate di terga al rabbino capo di Roma e gli omaggi al museo della Shoa munito di Kippa e di scialle, Alleanza nazionale ebbe la purificazione necessaria per confluire nel nuovo partito di Berlusconi che si chiamò PDL.


Ma Fini e gli altri suoi complici non avevano fatto bene i conti con l’astuzia ed il pelo sullo stomaco di Berlusconi che, una volta acquisiti i voti che provenivano dal patrimonio ideale di Alleanza Nazionale, non aveva più bisogno di loro in quanto non più detentori di quell’elettorato che era sfuggito al loro controllo diretto per passare ad essere intruppato in quello più generale del PDL.


In ogni azienda, i venditori che non sono più in grado di portare fatturato, sono considerati un peso morto e sono licenziati.
Così, svanito il sogno di Fini Iscariota di diventare il delfino del Berlusca, lo si emarginò sempre di più sino a farlo litigare e rendere plausibile e giustificata agli occhi dell’elettorato la sua cacciata.
Restava il gruppo dirigente di Alleanza Nazionale che, anche lui, non portava più vantaggi al PDL e l’occasione delle ultime elezioni politiche ha permesso a Berlusconi di smarcarsi dividendo le forze e convincendo i fessacchiotti a fondare il partitino di Fratelli d’Italia che, guarda caso, ha avuto un eclatante risultato dell’1,9% e 6 eletti e tra i vecchi solo La Russa e la Meloni.


E’ di tutta evidenza che i meriti di quei personaggi non erano personali, ma erano la risultanza di un’eredità di voti che, quasi per inerzia, venivano dati in funzione di un indefinito nostalgismo e senza una motivazione ideale concreta tanto da potere essere acquisiti Dal PDL senza problemi.
Per questi motivi ora  anche i “Fratelli d’Italia” si trovano, prossimi alla rottamazione politica, nell’anticamera dell’oblio e siamo certi che entro poco tempo faranno la fine degli Storace, dei Fini e degli Alemanno…
Restano in forza La Santanché, la Mussolini-Scicolone e Gasparri.
La prima, adusa a disinvolte piroette e capriole politiche, in forza di una certa attrattiva sessuale nonostante la non più giovane età, la seconda come “macchietta” per le scenette e le scenate in TV ed il terzo  perché ha meriti organizzativi e ha saputo consolidare negli anni il suo ruolo di cortigiano “signor sì “..


Tutti e tre sono oramai figure secondarie che galleggiano a stento nel mare del PDL e non sappiamo quanto possano durare in funzione della loro utilità a Berlusconi..!


Siamo lieti di constare che a volte il tradimento non paga e che la nemesi storica colpisce coloro che per interesse, per cinismo, per miseria morale e per vigliaccheria cambiano bandiera e svendono gli ideali per trenta sudici denari..!!

Alessandro Mezzano

Sparatoria davanti a Palazzo Chigi - Quando a far la storia sono i "folli"....


Nessuno di questi è stato ferito

Dunque: la mattina del 28 aprile 2013, uno squilibrato si è messo a sparare davanti Palazzo Chigi in prossimità dei giuramento del nuovo governo, ferendo due carabinieri, prima di essere ferito a sua volta e venir  catturato.

Sono episodi inusitati,  ma che possono accadere, soprattutto nelle  società demenziali come quelle occidentali, tra cui la nostra.

Da quello che ne sappiamo, al momento attuale, non ci sono indizi o prove che possano far pensare ad “altro” invece che ad un gesto isolato di uno psicopatico, anche se chi lo conosce sembra che neghi il fatto che costui sia un “folle”.

Tuttavia siamo troppo vaccinati, abbiamo visto troppe porcherie per non allertare le nostre antenne.

Non che abbiamo elementi per elevare qualche dubbio, no, ci mancherebbe, ma abbiamo una certa “sensibilità” che ci fa essere sempre ospettosi.

Premettiamo intanto che in queste balorde società moderne ci sono, grosso modo, tre tipi di terrorismo: un terrorismo in grande scala, di solito una false flag, aiutata o provocata a verificarsi dal potere costituito perchè a lui confacente per procedere poi in aggressioni militari contro i cosiddetti “stati canaglia” ovvero quelle Nazioni che, per un motivo o un altro, devono essere distrutte e occupate e necessita un movente, una scusante.

Questo non è altro che il terrorismo flase flag tipico per provocare il casus belli: gli americani ne sono maestri fin dal tempo degli amerindi o pellirossa che dovevano essere rapinati e sterminati. Saddam Hussein con le sue, presunte, anzi inventate, armi di distruzione di massa, è stato poi l’ultimo esempi0, ma che di certo ultimo non resterà.

Vi è poi un terrorismo ad uso interno, quello da “strategia della tensione”. Questo terrorismo serve a spaventare la popolazione ed in tal modo annichilirla, disorientarla. Gli si danno poi in pasto dei “mostri”, dei presunti responsabili (ma mai i veri mandanti ed esecutori) e dietro un finto “far giustizia e ristabilire la democrazia”, si manipola la politica come lo si desidera.

E’ un destabilizzare l’ordine pubblico, per stabilizzare quello politico. E’ questo un terrorismo che serve per ricattare certe classi politiche oppure per ingessare le funzioni governative e impedire svolte geopolitiche sgradite a “chi comanda” (nel nostro caso entità atlantiche fuori dai nostri confini, le sole che hanno interesse e possibilità di manovrare dietro le quinte, impunemente e in grande stile).

Ed infine al terzo livello vi è un terrorismo chiamato di “comodo”, ovvero uno sfruttare fatti traumatici e cruenti, per distogliere l’attenzione dell’0pinione pubblica e per forzare certe decisioni che, in tempi normali troverebbero difficoltà a passare.

Ora mentre il grande terrorismo flase flag e quello interno tipo “strategia della tensione” richiedono l’uso di appositi Servizi, provocatori e quant’altro, il terrorismo semplice, diterzo livello, non è detto che debba per forza essere progettato e provocato, perchè  può benissimo sfruttare fatti e circostante casuali, financo un terremoto con la sua paura e panico che induce nella popolazione.
Il grosso del lavoro, nel senso del suo sfruttamento, lo faranno i mass media, stampa e soprattutto televisione, anestetizzando, distorcendo, convogliando eccessivamente ed esclusivamente tutta l’attenzione sull’evento catastrofico per distoglierla da altro.

Dato che però, fatti di gravità eccezionale e cruenti non è che si trovino lì belle e pronti e al momento opportuno, ecco che allora un “aiutino” spesso è necessario.

Un “aiutino” discreto, tale che, una volta arrestato il folle o i folli esecutori, non si possa mai risalire a questo “aiutino”. Tutto deve sembrare “spontaneo e casuale, opera esclusiva del “folle”.

Questa “influenza” dietro le quinte prevede, ovviamente, l’utilizzo di strutture e personale altamente qualificato, in grado di interagire negli eventi e soprattutto di trovare e condizionare, senza farlo percepire minimamente, le persone giuste.

Chi sono le persone giuste? Ce ne sono di tutti i tipi e in vari ambiti: dallo squilibrato puro e semplice, all’esaltato che per motivi vari, magari personali, serba rancori e va dicendo che “un giorno o l’altro la farà vedere lui”,  al disadattato sociale, nulla tenente, che poco ha da perdere e tanto rancore ha da esternare, e così via.

L’ideale però è il soggetto il cui pedigree non ha agganci politici equivoci, non mostri minimamente di essere stato in qualche modo manipolato. Ricordate per esempio quel Gianfranco Bertoli , finto anarchico che pur aveva frequentato ambienti anarchici, che fece una strage alla questura di Milano?

Ebbene quello non era un soggetto particolarmente ideale e adatto, intanto perché, con il criptonimo, “negro”, era stato  in collusione con i Servizi segreti e forse la Gladio, poi perché erano dimostrabili sue frequentazioni anche con estremisti di destra, ed infine per rendersi adatto a quell’attentato, aveva soggiornato per un certo tempo in Israele da dove arrivò in Italia via Francia, lasciando dubbi e sospetti.

Pur senza poterlo pienamente dimostrare e tanto per fare un paio di esempi, noi riteniamo che ci sono almeno un paio di notori casi che fanno capire il meccanismo dei “condizionamenti mentali” di soggetti poi resisi responsabili di celebri omicidi.

Il primo fu il caso di Lee Oswald il presunto, ma falso, uccisore di John Kennedy, il quale, come ben sappiamo, venne coinvolto a latere di quell’omicidio a cui altri parteciparono e spararono molto più direttamente. Oswald doveva fungere da capro espiatorio per nascondere i veri responsabili della morte di Kennedy.

Comunque sia Oswald doveva in qualche modo apparire come l’assassino, lo sparatore e per spingerlo a trovarsi nel posto giusto al momento giusto, sicuramente ci furono dei contatti, delle false amicizie, ecc. che sfruttarono la sua esaltazione politica, la sua dabbenaggine.

Non tutto però  poté essere eseguito nella dovuta massima segretezza onde garantire la futura impossibilità a sospettare la manipolazione, perchè poi fu necessario eliminarlo e con lui eliminare altri pericolosi “testimoni”.

Altro esempio che ci viene in mente fu quello del giordano - palestinese Shiran Shiran che uccise, così almeno si sostenne, Robert Kennedy. Un assassino fresco, fresco, con la pistola fumante in mano e trovato in stato di semi trance. Cosa si pretende di meglio?

Se non fosse per il fatto che, sicuramente, altre armi spararono su Bob Kennedy, non dovrebbe esserci alcun dubbio sulla dinamica e responsabilità dell’omicida finito poi all’ergastolo.

Ma le cose non stanno così e soprattutto come arrivo lo Shiran alla stato mentale e alla decisione di compiere quel gesto? Chi altri ne erano al corrente nei minimi particolari, tanto da “raddoppiare”, per essere sicuri del successo, le rivoltellate su Bob Kennedi. Non possiamo saperlo, ma la certezza del meccanismo omicida c’è e come.

E’ assodato che i Kennedy erano una famiglia molto ostica per certe Lobby, di natura alto finanziaria soprattutto, che in America avevano in mano grosse leve di potere e ambivano a occupare tutto il potere dell’Amministrazione statunitense. Cosa questa che riuscì poi perfettamente con il famoso “golpe indolore” del Watergate e dopo aver mezzo sconquassato lo stato sociale e la cultura americana con almeno dieci anni di “contestazioni” e rivolte ad ogni livello (tutte poi rifluite e scomparse una volta che il Watergate diede i suoi frutti).

Da allora (1974) gli USA sono rimasti totalmente  (prima lo erano parzialmente) preda di questi poteri occulti e non se ne sono più liberati.
I Kennedy, che pur erano stati utili per veicolare nel mondo certe ideologie neoradicali e mondialiste erano però ostici a queste Lobby per tutta una serie di motivi che qui non è il caso di affrontare.

Diciamo solo che, intanto, i Kennedy erano di famiglia facoltosa (il padre, con forti influenze nelle mafie americane,  già ambasciatore a Londra, era anche entrato in contrasto con il guerrafondaio Roosevelt) e quindi molto meno ricattabili da chi procura i finanziamenti per la elezione dei presidenti americani, che poi, in virtù di questi “controlli”, divengono docili fantocci facilmente condizionabili o, se il caso, eliminabili con un semplice scandalo.
John Kennedy, secondo poi, andava verso il secondo mandato e, come sappiamo, il Presidente americano al secondo mandato, qualora venga rieletto, è molto, ma molto meno condizionabile.

Terza cosa erano cattolici e questo non era molto gradito dalle stesse Lobby.
Per finire, Kennedy tendeva a dare un impronta dirigistica al suo presidenzialismo visto che spesso bypassava certi “suggerimenti”, in particolare quelli di natura monetaria e finanziaria.

A tutto questo si aggiunga che la farsa del “falso” scontro con Krusciov per i missili a Cuba e il mondo sul precipizio di una guerra atomica (fu tutta una messa in scena, di comune accordo, utile sia al sovietico che a Kennedy, facilmente dimostrabile dalla pacchiana esposizione delle navi sovietiche che si avvicinavano all’isola ostentando questi missili),  aveva fatto raggiungere a Kennedy una notorietà e una forte stima nell’opinione pubblica americana.
Anche Robert, il fratello, sebbene in dimensione minore di John, non era gradito e visto che la sua elezione appariva inevitabile, era opportuno che morisse.

In ogni caso, a differenza di Oswald, non ci sono dubbi che Shiran Shiran abbia comunque sparato a Bob (anche se il numero dei colpi sparati dimostra che non poteva essere stato solo lui a sparare).

E allora, come la mettiamo?

Come hanno potuto condizionare, perchè questa è la parola giusta, questo giordano - palestinese fino a spingerlo a compiere questo gesto?

All’apparenza sembra una faccenda, quanto meno, assurda, se non impossibile, eppure chi detiene il potere, chi ha per le mani personale specializzato, chi ha una presenza  un pò dappertutto, riesce benissimo a compiere queste operazione e a non apparire mai.
Il modus operandi non è particolarmente difficile.
Un esempio, ma non è il solo, è questo qui appresso abbozzato per grandi linee.

Intanto necessita avere una presenza di “agenti speciali” o infiltrati, in certi gruppi e centri estremisti, sociali, politici, religiosi o altro, dove non mancano teste calde, ma dove, soprattutto, è facile che si aggirino o siano di passaggio, anche dei mentecatti, degli psicopatici, dei folli, lucidi, ma folli.
L’esperienza storica e tante risultanze giudiziarie ci dicono che non tutti i gruppi e movimenti antagonisti sono pura espressione di idealisti, ma spesso sono eterodiretti e finanziati da dietro le quinte, perchè la loro presenza torna sempre utile al Sistema, quindi il controllo in questi “brodi di coltura”, dove l’esaltato è facile che venga attratto, lo diamo per scontato.

Ma poi non è neppure necessario “pescare” il “folle” in un gruppo o movimento, lo si può anche trovare qua e là come un cane sciolto.
Si immagini allora un “amico”, un “conoscente”, in realtà un provocatore ben addestrato in tecniche di condizionamento psicologico, che si mette dietro, molto discretamente, al “folle”: una parolina oggi, una parolina domani, un “ci vorrebbe oggi” e un “ci vorrebbe domani”, un “hai ragione”, e così via.

Insomma avete capito: il “folle”, non sempre  ovviamente riesce, ma a volte può essere indotto a compiere la sua “azione folle” e la compie senza neppure rendersi conto che, in qualche modo, gli è stata instillata o spinta a compiersi.

Ecco, abbiamo voluto illustrare tutto questo, non per fare del gratuito complottismo, ma per invitare le persone ad essere sempre scettiche, a diffidare anche delle più spontanee e normali apparenze, perchè spesso le cose non stanno così come i mass media ce le riportano.

Per tornare al “folle” di questa mattina, non ne sappiamo niente: sarà stata una follia “moderna” di cui a poco a poco ci stiamo abituando e quindi tutti i nostri sospetti sono fuori luogo, ma, comunque sia, uno stato  di terrore, di popolazione spaventata e allertata, di telegiornali che, a getto continuo, sfornano notizie, immagini con un vero e proprio lavaggio dei cervelli ci rende sempre sospettosi e sempre ci torna in mente in “cui prodest”.

Soprattutto quando constatiamo che tutto questo allarmismo torna molto comodo al varo indolore di un governo espressione totale di lobby mondialiste che, mutatis mutandis, dovrà proseguire il lavoro lacrime e sangue di Monti per conto dei Banksters, e con l’avallo di tutte le forze politiche tradizionali. Il solo vedere ministri di Berlusconi e ministri del PD, tutti insieme, sta producendo veri e propri shock tra tanti sprovveduti e ingenui che credevano a certe esternazioni e prese di posizione.

Ma oggi e domani e forse dopodomani, si parlerà del folle di Roma non di questo inciucio governativo. Un bel “regalino” che la sorte a fatto al governo.

Maurizio Barozzi



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Commento di Fabrizio Belloni: “Onore ai Carabinieri. Gratitudine, sempre, ai Carabinieri. Ma anche oggi mi sono arrabbiato. L'altro ieri è morto a Caserta un Carabiniere. Difendeva tutti noi (e se non lo capite, andate al diavolo) da una rapina.
I media hanno dato la "solita" notizia. Con l'usuale importanza. la morte di un Carabiniere rientra nella solita cronaca. Che fosse sposato e padre di un figlio giovanissimo figlio di nove mesi ha poca importanza. Un tizio rovinato dalle macchinette mangiasoldi che tanto fruttano allo Stato ha sparato a due Carabinieri. Ma questi erano in servizio ai Palazzi del potere, e la casta ha tremato di terrore. E i media linguetta tutto il giorno hanno sparato "speciali", cronache dirette, commenti, supposizioni, analisi. Cioè hanno dato alla notizia un'importanza direttamente proporzionale alla paura dei potenti. Quello che irrita è la differenza di quantità e "qualità" di informazioni dei due episodi. Viene da pensare che anche in questa occasione quella che dovrebbe essere la giusta pietà, il sacrosanto senso di gratitudine, l'indignazione per un gesto ignobile, stupido e vile, nascondano invece solo una parola tremenda: IO. Se sentono le pallottole fischiare vicino, i politici si agitano come ossessi, tremano come tutti quelli che hanno scheletri nell'armadio.
No, signori della casta, i Carabinieri sono, insieme agli Alpini e pochi altri, gli unici di cui la gente si fida e meritano altro. Meritano attenzione e disinteressata, gratitudine. Dalla gente per bene le ricevano. Dalla casta ho la sensazione che arrivi solo un coacervo di parole pelose.”

domenica 28 aprile 2013

No alla strumentalizzazione delle vittime dell’olocausto





Come tutti gli anni, dal 1981, anche oggi ho partecipato al corteo del 25 aprile, il giorno della festa di liberazione dell’Italia dai nazi-fascisti, con la bandiera palestinese, per condividere con i compagni e gli amici cagliaritani l’emozione e i valori universali della liberazione di tutti i popoli e, soprattutto, per ricordare il sacrificio estremo dei partigiani che hanno combattuto e sconfitto i nazi-fascisti, regalando la libertà a tutti gli italiani e scrivendo una nuova costituzione italiana. 

Il 25 aprile per me come palestinese è sempre stata l’occasione per esprimere la mia solidarietà ai compagni sardi e ricevere gli auguri, con l’auspicio che un giorno festeggeremo insieme la liberazione della Palestina dall’occupazione israeliana. Questo 25 aprile 2013, ho trovato in testa al corteo la bandiere israeliana. Per me vedere la bandiera di uno stato che da decenni occupa la Palestina e reprime la sua popolazione privandola della libertà è stata una spiacevole sorpresa. È possibile? Cosa rimane del significato della liberazione? 

Ho chiesto spiegazioni agli organizzatori; quelle che mi sono state fornite le ho trovate poco convincenti: che non era la bandiera di Israele, ma la bandiera della Brigata ebraica, o che, in mancanza della bandiera della Brigata ebraica, hanno portato quella israeliana. 

Naturalmente non ho niente contro la brigata ebraica, ma bisogna ricordare che Israele non esisteva ancora e poi, come mai solo questa anno si è sentita questa esigenza? Come mai neanche una volta negli ultimi 32 anni? 

Non convinto da queste banali e semplicistiche giustificazioni, ho chiesto che venissero rispettati i valori della libertà e della solidarietà con i popoli oppressi che lottano per la libertà e che fosse tolto quel simbolo di occupazione e oppressione, portato in modo provocatorio da alcuni sionisti che odiano gli arabi, e i palestinesi in particolare, e negano il diritto alla libertà e all’autodeterminazione del Popolo palestinese. 

Per l’incuranza degli organizzatori, nonostante un grande numero di partecipanti condividesse le mie osservazioni, con tristezza e rabbia, ma non rassegnazione – tutt’altro – ho deciso di non sfilare dietro la bandiera di un stato che occupa la mia terra e massacra la mia gente. Sui numerosi siti web sionisti è possibile rinvenire un “vomito” di offese e aggressioni razziali odiose nei confronti dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina e dei palestinesi di Cagliari. 

Addirittura, qualcuno ci intima di andare via dall’Italia. 
Dopo che ci hanno cacciato dalla Palestina con la forza delle armi ci vogliono pure cacciare di nuovo, ma noi qui in Sardegna siamo a casa, siamo stati accolti benissimo dai sardi, siamo nella nostra seconda patria, e continueremo a lottare, insieme a tutte le persone libere e amanti della giustizia, contro la falsificazione della verità, l’arroganza e l’odio per una speranza di pace per i palestinesi e di salvezza dal sionismo per gli ebrei. 

Alla luce di tutto ciò mi chiedo se è un caso, quest’anno per la primissima volta, la presenza della bandiera israeliana alla manifestazione del 25 aprile, o non sia da inserire in una precisa strategia che ha qualche nesso con l’ultima visita, lo scorso febbraio, dell’ambasciatore israeliano a Cagliari e con il suo incontro con la nomenclatura sarda, tesa a screditare il lavoro di divulgazione attraverso la conoscenza e la cultura, e non la mera propaganda strumentale, promosso in questi ultimi anni dall’Associazione palestinese attraverso l’impegno di tante persone lontanissime da ogni “deriva estremista e violenta” come ha dichiarato alla stampa Mario Carboni, presidente di Chenàbura-Sardos pro Israele, con il solito tono pseudo-conciliante!

Fawzi Ismail 

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Commento ricevuto: 

 ....a Roma sono ormai molti anni che il 25 aprile 5 o 6 sionisti sfilano sotto la stella di David chiamandosi Brigata ebraica e vengono accolti in guanti bianchi dall'Anpi. Normalmente si sentono addirittura offesi dalle nostre bandiere e qualche "buontempone" viene a chiederci di farci più in là... Il vero problema non sono i sionisti fascistoidi (basta leggere il loro volantino per catalogarli senza alcun dubbio) ma la cosiddetta sinistra che li sostiene. Ora poi, con una dichiarata filosionista agli Esteri le cose andranno anche peggio. Serve tutta la nostra intelligenza politica. Sarebbe anche opportuno finalmente creare una rete comunicativa vera tra le varie realtà italiane, palestinesi e filopalestinesi. Io ci sono.  Patrizia Cecconi

sabato 27 aprile 2013

Il prima di Letta ed il dopo di Letta e dopo dopo ancora.... il diluvio



Ante Scriptum

Avevo inviato questo articolo a Rinascita, che lo ha pubblicato oggi, un paio di giorni addietro dopo che era stato conferito l’incarico ad Enrico Letta.

Oggi, 48 ore dopo, devo dire che le mie impressioni a caldo sono purtroppo confermate: ancora una volta il nostro paese viene messo nelle mani “tecniche” delle grandi Consorterie mondialiste che lo hanno in pugno e ne fanno carne di porco.  Chiusa la parentesi nefasta di Monti, personalmente mi ero anche rallegrato che fosse saltata la ipotesi di un forte governo Bersani aperto al centro di Monti e Casini. 

Ma qui è addirittura successo qualcosa di peggio: è infatti stata liquidata nel  PD quel minimo di facciata “politica” che Bersani rappresentava e il pallino di comando è passato a uomini come Letta espressione piena della politica mondialista. 

Non molto tempo addietro un attento e serio scrittore e politologo di sinistra, Aldo Giannuli, aveva rilevato come la figura di Bersani, pur condiscendente verso la dimensione "tecnico finanziaria", non era però molto gradita a questo circuito internazionale.
Indicativo il fatto che il Letta, nella scelta dei ministri, abbia affermato che è indispensabile una loro esperienza “europea”.  Capite l’antifona? Le catene che ci legano ai circuiti mondialsiti, che nel nostro continente passano per via europeista, devono essere garantiti, anzi rafforzati.
Insomma tra la Presidenza della Repubblica, le alte cariche Istituzionali dello Stato e la Presidenza del Consiglio, l’Italia è stata conciata proprio bene.

E intanto Berlusconi è volato negli USA, da dove si è sperticato, senza vergogna, in parole di elogio per l’America. E’ azzardato ritenere che sia andato a chiedere “garanzie”, anche personali, per l’appoggio che, entusiasticamente, darà al nuovo governo?

SEGUE IL MIO ARTICOLO SU RINASCITA


Dopo il “governo tecnico” cosa ci aspetta?

di Maurizio Barozzi


Non meraviglia che di Enrico Letta, proposto Presidente del Consiglio, sia stata segnalata una sua partecipazione allaCommissione Trilaterale, un gruppo di studi non governativo fondato da David Rockfeller nel 1973, di cui fanno parte uomini d'affari e di cultura,  politici, ecc. provenienti da Nord America, Europa e Giappone (i tre lati del pianeta). A quanto sembra poi, Letta avrebbe anche partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg a Chantilly, Virginia (Usa).

Si da il caso che Trilateral e Bilderberg sono una specie di “consorteria mondialista”, termine per la verità improprio, che agisce in forma discreta, ma non totalmente segreta, anche se i loro “raduni” e “congressi” sono a porte chiuse e vi vengono invitati potentati e personalità rigorosamente scelte, non si sa bene da chi e come.
Il Giornale.it del 24 aprile c.m., aggiunge anche che Enrico Letta si formò nell’entourage di Beniamino Andreatta. Anni dopo ebbe una nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nell'esecutivo di Romano Prodi (2006-2008).
Segue poi Andreatta nel governo Ciampi (1993), andando a guidare la sua segreteria alla Farnesina. Dal 1996 al 1997 si sposta al ministero del Tesoro, dove diventa segretario del Comitato per l'Euro.

Dal 2004 è vicepresidente dell’ASPEN Institute Italia (una specie di think thank nella migliore tradizione statunitense, quindi privato, apartitico, coacervo di vari interessi e rappresentanze economiche, con un raggio d’azione a livello internazionale, da molti messo indirettamente e in qualche modo in relazione proprio con la Trilateral e il Bildberger).
Un pedigree interessante, che nasce nel bozzolo di quei tecnocrati democristiani, apripista nelle sfere governative dei cosiddetti “tecnici” già consulenti delle grandi banche di affari e nel mondo finanziario e prosegue poi con partecipazioni in governi (Prodi – Ciampi), interpreti principali di quello stravolgimento Istituzionale, sociale e politico sopraggiunto con la Seconda Repubblica.

Ma lasciamo stare Letta e consideriamo un momento questi Trilateral e Bilderberg perchè, a parte il fatto che hanno struttura e funzioni affatto diversi, su di essi girano molte esagerazioni e inesattezze varie, ma il sospetto che quanto sta oggi accadendo in Italia sia stato in qualche modo “filtrato” da queste consorterie non è poi così peregrino.
Per alcuni, questi organismi, sono consessi quanto meno necessari, in un mondo moderno ad economia globalizzata, per la risoluzione dei grandi problemi del pianeta, problemi che si pretende siano risolti solo da certi “potentati” e da strutture che agiscono al di sopra dei singoli governi e dei singoli interessi nazionali (assolvendo però occultamente ben altri interessi, già per il solo fatto che i grandi potentati che ne fanno parte, esponenti del mondo economico e finanziario non potrebbero di certo mai operare contro i loro stessi “Imperi” privati).

Per altri invece sono delle lobby dove si cospira un nuovo ordine mondiale da imporre a tutti gli Stati della terra secondo gli interessi dell’Alta Finanza e delle Multinazionali.
In realtà le cose non sono così semplici come potrebbero sembrare.
Comunque sia, periodicamente, in località precedentemente studiate e rigorosamente a porte chiuse, si riuniscono i membri e gli invitati a questi Organismi. Stampa e signore ingioiellate e impellicciate attendono fuori la conclusione dei lavori.
Gli argomenti che dicesi sono affrontati in quelle assisi, sono i soliti: la risoluzione dei gravi problemi economici e sociali nel mondo, lo sviluppo dei paesi economicamente arretrati, la salvaguardia del clima, la lotta alla fame e alle malattie, la salvaguardia della democrazia e della libertà, e via di questo passo.

Il tutto alla presenza di un numero scelto di, chiamiamoli, VIP della politica, della cultura e dell’economia, che sono stati invitati a partecipare alle riunioni.
Quel che è certo è che a tutti costoro non viene chiesto di partecipare a cospirazioni  e men che meno di elaborare strategie massoniche, a cui poi, sostanzialmente, neppure sarebbero all’altezza.

Quello che accade in quelle sale può solo essere ipotizzato, ma con ragionevole realismo, mettendo in conto e decodificando quel poco che di volta in volta è pur filtrato, ma soprattutto tante vicende, con le loro cause ed effetto, che sono scaturite nei periodi successivi a tali “raduni” a cui non è difficile metterle in relazione.
Si può quindi ritenere che vengono esposte e discusse, sotto un linguaggio per “iniziati” e quindi non a tutti percepibile in pieno, la messa in rilievo dei più urgenti problemi che affliggono il mondo, il modo di procedere alla loro soluzione e gli obiettivi da raggiungere a breve, medio o lungo termine.

Si tratta, infatti, di strategie complesse e dalla esecuzione “mascherata” che sono state elaborate in ben altri Centri segreti di potere, in genere da un pugno ristretto di grandi famiglie dell’Alta Finanza che si avvalgono di “pensatori” e strateghi di tutt’altro spessore.
Strategie che è bene “filtrare”, preparare, edulcorare perchè  altrimenti potrebbero trovare difficoltà e soprattutto impatti devastanti o resistenze impreviste se fossero proposte o addirittura attuate nelle singole nazioni senza un dovuto “filtro”, senza una certa “illustrazione intellettuale”.

Si tratta infatti di concedere o meglio imporre prestiti (ad usura, presentandoli come “aiuti”) a determinate nazioni e negarli ad altre; sostenere certe iniziative belliche o rivolte da qualche parte del pianeta oppure stroncarne decisamente altre (dietro la maschera della lotta al terrorismo e la difesa delle libertà democratiche); di investire in una certa aerea imponendo al locale governo ferrei vincoli e piani di sviluppo a cui attenersi; portare avanti grandi operazioni finanziarie che possono sconvolgere l’intera economia di una nazione, ecc.
Presentando il tutto come sviluppo dell’economia, lotta alla povertà, alla fame nel mondo, salvaguardia del clima, della salute, controllo delle nascite, ecc., tutti specchietti per le allodole.

In sede Trilateral e Bildberberg, gli argomenti presentati e discussi devono convincere ed essere accettati da tutti i presenti, in modo che poi le “personalità” invitate se ne facciano portatori entusiasti nei loro ambiti professionali, circoli culturali e partiti e politici.  Ecco il vero motivo per cui sono stati invitati.

E state certi che i “prescelti” se ne faranno portatori convinti, altro chè! visto che, intanto, “quegli argomenti” sono in sintonia con il loro modo di pensare e poi perchè questi “invitati” sanno bene che le loro partecipazioni così “straordinarie” e di prestigio, avranno sempre un ritorno in termini di carriera e incarichi di rilievo come, guarda caso, le cronache dei periodi successivi stanno spesso a dimostrare.

Specificato questo e saltando di palo in frasca, cosa dobbiamo aspettarci dal varo di un governo di “larghe intese” dove, uscito un “predestinato” Monti, ne subentra un altro: Letta?
Certamente ad un governo di “tecnici” subentrerà un governo politico di “grandi intese”, con “tecnici” sparsi qua e là, ma sostanzialmente, sia pure con un impatto meno drastico e traumatico di quello imposto da Monti, non potrà che continuare il  drenaggi delle risorse del paese a vantaggio dei banksters, il che comporterà una ulteriore erosione di quel che resta della Stato sociale e il procedere spedito nella realizzazione di Leggi e accordi internazionali dai quali il nostro paese non possa mai più sottrarsi.

Del resto non potrebbe essere altrimenti vista la riconferma bipartisan di Napolitano, forse il peggior Presidente che il paese abbia mai avuto, che è quello che ha eseguito con grande maestria una specie di “golpe” eseguito nei crismi della legalità costituzionale, che portò in un paio di giorni, prima al senato, e poi a palazzo Chigi il “tecnico” Monti mai eletto da nessuno
Aldo Giannuli, dell’area di sinistra, valente scrittore e attento osservatore politico,  ha esplicitamente affermato che la rielezione di Napolitano, anche secondo lui il peggior Presidente, è stata una porcheria, con i partiti che hanno ignorato le preferenze del popolo e della gente comune.

Ed in effetti se consideriamo che quella rielezione era propedeutica, anzi indispensabile per arrivare al grande inciucio, proprio di una porcheria si tratta.
Se si aggiunge poi che fino ad ieri a sinistra hanno racimolato voti dagli scettici, delusi e indecisi, con il ritornello “altrimenti vince Berlusconi”, così come a destra hanno fatto la stessa cosa con lo spauracchio che “altrimenti vincono i rossi”, la porcheria di questo inciucio risalta ancora più evidente.

Ma in realtà, questo ragionamento presuppone l’esistenza di una sinistra “sana”, interprete dei bisogni e desideri della sua gente, che ora avrebbe disatteso, cosa che invece non è vera.
Tutti i partiti, oramai “botteghe”, rimodellati dalla Seconda Repubblica, pur venendo da certe tradizioni politiche e sociali, sono espressione di certi interessi, rispondono a determinate lobby di potere e da ultimo, ma non ultimo, hanno una dimensione “ideologica” perfettamente calibrata sui desiderata mondialisti. Non c’è posto, nè spazio, per i veri bisogni del popolo.

Prendete ad esempio le famose “liberalizzazioni” o privatizzazioni. Le vogliono tutti: le vuole Bersani, le vuole Casini, le vuole Berlusconi. Questi sono oggi i nostri politici, quando logica e buon senso vorrebbero che nessun uomo di Stato degno di questo nome, nessun partito che sia vera espressione di larghi strati sociali, potrebbe pensare di incentivare le privatizzazioni, che fanno fare guadagni immensi alle grandi banche d’affari internazionali e mettono in mani private importanti settori strategici della Nazione, come l’energia, i trasporti, le comunicazioni, l’industria dei settori nevralgici, ecc.

Questa svendita del patrimonio pubblico, tra l’altro a bassi ricavi per lo Stato, viene scusata con il fatto che sotto la partecipazione statale il settore funziona male e che invece, una volta privatizzato, ci sarà concorrenza, investimenti e per fare un esempio spiccio, agli utenti le bollette potrebbero calare nei costi. Tutto totalmente falso, ma più o meno asserito da tutti i partiti.

Intanto, le bollette, dopo un primo momento di novità e assestamento, prenderanno a salire vertiginosamente perchè la concorrenza avrà interesse a formare cartelli e imporre i suoi prezzi. Ma peggio ancora, settori decisivi per la vita dei cittadini o per lo sviluppo industriale verranno, una volta privatizzati, posti nelle mani fameliche della finanza internazionale e delle multinazionali,  che ristruttureranno e organizzeranno le imprese dietro la logica del profitto. Inevitabile che vada a finire, come è accaduto in alcuni paesi dell’America latina, che il “privato”, per fare un altro esempio, non avendo interesse ad allacciare la luce, il gas o l’acqua, investendo in certe zona non remunerative, le lascerà nel sottosviluppate e così via.
Per tornare al tema del nostro articolo, ci sembra quindi che, mutatis mutandis, il governo delle “intese”, non potrà che proseguire la stessa linea lacrime e sangue di Monti, anche se non si sa fino a che punto potrà reggersi visto i troppo eterogenei interessi che vengono forzatamente messi insieme.

Quello che veramente necessiterebbe, per riscattare un minimo di sovranità economica e finanziaria, e liberare il popolo dall’usura dei banksters, sarebbe il riappropriarsi della sovranità monetaria, sottraendola al monopolio delle Banche Centrali (private ovviamente), quindi uscire dall’Euro. Questo consentirebbe di smascherare la truffa del “debito pubblico” e risolvere il pesante passivo che viene accollato allo Stato e che, proprio in virtù dei fraudolenti meccanismi con cui è determinato, non potrà mai essere saldato, ed anzi aumenterà sempre più in via esponenziale.

Ma questi intenti  di liberazione sono delle chimere, perchè qualora, per un miracolo impossibile, ci fosse un governo che volesse procedere in tal senso, il paese verrebbe immediatamente posto sotto ricatto internazionale, minacciato di distruggerne totalmente l’economia, se non porlo sotto sanzioni, visto che tutta la nostra economia, finanza e commercio, sono stati agganciati a questi  circuiti di economia europea e mondiale dai quali è impossibile sottrarsi senza danni.

Se questo poi dovesse non bastare ci sono i “soliti” sistemi, da “strategia della tensione”, laddove non si deve dimenticare che il nostro paese è totalmente sotto controllo delle Intelligence Occidentali, ha accordi, protocolli e impegni segreti da cui non può deflettere e per sua sventura è, strategicamente parlando, una portaerei naturale nel Mediterraneo, con ben 113 basi Nato, anche nucleari, delle quali non abbiamo alcun controllo, nè tanto meno il comando.

Ma, in definitiva, non servirà neppure fare ricorso a questi mezzi estremi, perchè in un paese “occidentalizzato” come il nostro, a consumismo avanzato, dove si è persa ogni sana tradizione, ogni senso del dovere e dello Stato dove, di fatto, non esiste più la gioventù, tatuata, stravolta dalle mode, dagli sport, dalla musica, dalle discoteche, dalle droghe, dai video giochi, dagli Ipod, ecc., insomma da tutte le sconcezze moderne e consumiste, oggi basta e avanza, da parte di Lorsignori, l’uso della corruzione, del “comprarsi” il presunto nemico.

Senza dimenticare i mass media, quelli che da decenni ci stanno tutti facendo vivere in una società virtuale, ci drogano con spettacoli demenziali e quando occorre sanno bene come sbattere certi “mostri” in prima pagina.
Tutto è perduto quindi?

Non è mai detto. Intanto nella Storia agiscono sempre i grandi motori geopolitici che, seppur lentamente, spingono i popoli a difendere i loro interessi primari.
Secondo poi vi è sempre la eterogenesi dei fini, quel fenomeno umano e storico per cui ad ogni azione, risponde sempre una reazione, cause e azioni quindi si accumulano, generano altre concause e con il tempo si possono sempre determinare fatti nuovi, imprevedibili.

Ed infine, c’è sempre la reazione che prima o poi dovrà scatenarsi da parte di consistenti frange di popolo ridotte alla miseria dall’usura praticata dai banksters che impongono ai governi di devolvere ogni risorsa dello Stato al pagamento del “debito pubblico” ovvero alla loro usura praticata nella disgraziata nazione.

Oggi qui da noi, l’impoverimento che sta gettando gli anziani (e non solo) a raccattare avanzi nei mercati rionali e gli stessi ceti medi a comprare mondezza nociva nei grandi Discount, oltre alle enormi aliquote di giovani senza lavoro, sta determinando, invece, solo sterili proteste, e molti suicidi.
Già questi suicidi, veri “suicidi di Stato”, sono un chiaro sintomo di come è stato corrotto il nostro popolo dal consumismo e dall’immaginario collettivo del benessere prodotto dai mass media.

Perché è evidente che, non in tutti, ma nella maggioranza di questi casi di suicidio, è proprio il fatto che non ce se la fa a sostenere il drastico cambiamento da una vita che, bene o male, procedeva nell’andazzo consumista, ma che ora improvvisamente viene meno e aleggia la miseria.

E questo vale per l’imprenditore, come per il semplice cittadino che ha perso la casa ed è alla fame. In epoche passate, neppure troppo lontane, questa “carestia”, queste disgrazie e privazioni, avrebbero determinato ben altri atteggiamenti, ben altre reazioni che il rivolgersi contro se stessi e suicidarsi.

E così la “baracca” ancora regge, perché i giovani senza lavoro, bene o male vanno avanti con la casa e il sostegno dei genitori. Ma questo può ancora avvenire perché i genitori, hanno dei risparmi, hanno soprattutto una pensione, una casa di loro proprietà.

Ma i figli dei figli, le future generazioni, alle quali è stata tolta ogni garanzia sul lavoro, gli hanno letteralmente dissolto le pensioni, che in futuro a mala pena basteranno ai soli titolari per sopravvivere, come potranno mantenere i figli disoccupati?

Tutto non è ancora perduto, ma un lumicino, un barlume di speranza, di riscossa del popolo, c’è sempre. Almeno spero.