sabato 2 febbraio 2013

Verità sulla Civiltà di Roma... ricalcata nel XXI secolo




L'Idea storica di voler salvare la grandezza di Roma è MINORE! Si prestò ad equivoci! Con tale scusa i "mercanti di religione" da 1700 anni si arricchiscono, fregando i “deboli e poveri di spirito”, con la promessa del "paradiso dopo", che loro godono ORA.

Roma spense - sopratutto a causa dei "mercanti di religione" - il suo ruolo dopo un millennio, nel mondo occidentale, lasciando però la "IDEA" che ancor oggi caratterizza la civiltà (balle, quelle sulla "civiltà ebraico-cristiana"!), non solo nel diritto, ma nel più banale degli aspetti esteriori: i caratteri della scrittura, mediante i quali il mondo oggi è unificato (in Cina, sotto ai loro ideogrammi, son costretti ad apporre scritte con caratteri romano/latini).

Il "Rinascimento" fu propulsore nel mondo - maggiormente l'occidentale - col suo apporto "globale". Nacque su suolo italico. Ma in "politica" non ebbe concretazione. Fino al 1919, quando l'italietta, rabberciata alla meglio nel secolo precedente con "emissari" voluti a Londra e Parigi, si rese conto che, dopo il sacrificio - reso "inutile" proprio da Londra e New York - della Grande Guerra, generò il sussulto (stimolato dalla Grande Cultura che nacque dal Futurismo) creato dal Fascismo e Mussolini, che seppe esserne polo e catodo. 

Un esempio? Anche l'altra sera il “saccente bravino” Tremonti fece sfoggio di conoscenza di storia del sistema bancario, accreditando al 1933 americano la prima legge di “riordino” dei ruoli delle banche e della raccolta del denaro. In malafede, o “somaro patentato, per ciò che non seppe fare da ministro”, tacque la legge italiana del 1926, scaturita dal “discorso di Pesaro”, preceduta nel 1923 dalla creazione dello “Istituto nazionale di credito per le imprese di pubblica utilità”, seguita nel 1927 dalla “riforma dei banchi di Napoli e Sicilia” e dalla “disciplina del credito agrario di miglioramento  e di conduzione” (1927 e 1928), dalla “nuova disciplina organica della Casse di risparmio” (1929), dalla istituzione dello “Istituto mobiliare italiano” (1931) e dello “Istituto per la ricostruzione industriale” (1933), cui si inserì, nel 1932, il “cartello bancario”, e il “riordino delle Casse rurali ed agrarie” tra il 1932 ed il 1937.  

Gli ignoranti e in malafede che oggi spernacchiano in tv e sui giornali di regime, ammirati da gonzi ed ignoranti, ignorano che il 11-13 giugno 1935 la “Corporazione della previdenza e del credito” si riunì a Palazzo Venezia, per volere del Capo del Governo e sotto la sua presidenza, con ordine del giorno avente al primo punto “Distribuzione funzionale e territoriale degli organi del credito” (possiedo le 35 pagine della relazione della Confederazione Fascista dei Lavoratori delle aziende del credito e della assicurazione, le 33 della Associazione Fascista del pubblico impiego, le 16 della Rappresentanza degli istituti di credito di diritto pubblico, e tutta la relazione/verbale della riunione di 11 pagine). Scaturì da ciò il R. decreto-legge 12 marzo 1936-XIV, n. 375, che riassestò la Legge 23 giugno 1927, n. 1107, e fu di esempio mondiale insuperato per l’ordine nel sistema bancario (ciò ribadì il ministro Nerio Nesi, di Rifondazione Comunista, in una trasmissione RAI-tv Report da me condotta, nel 1997).

Ordine che il regime presente, governato dallo occupante AMGOT sin dal 9 settembre 1943, ha, nel dopoguerra, massacrato e dilaniato grazie a personaggi furfanti quali Ciampi, Dini, Amato, Dalema, Demichelis (firmatario con lo Scalfaro del trattato di Maastricht) e la pletora di chi li applaudì e votò, conducendo alla artificiosa ed invalidante crisi monetaria, inventata negli Usa nel 2008, e riassunta in Italyland dal 2011, con la complicità di tutti i partiti politici ancor oggi vigenti, e dei loro “servi-padroni”.  

Ecco ciò che è la verità sulla “Idea” e la “Civiltà di Roma” ricalcata nel XX (e XXI) secolo!

Antonio Pantano    

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