giovedì 1 novembre 2012

Contagion... Se la cinematografia è al servizio dell'informazione deviata




“CONTAGION”

Chi ha spirito di osservazione, capacità di analisi e conoscenze storiche sa benissimo che la cinematografia, oltretutto fin dagli anni ’20 gestita da grandi imprenditori di origine ebraica, ha avuto ed ha un ruolo molto importante nel condizionare i fatti storici. 

E questo non soltanto dal punto di vista etico, morale e ideologico, come per esempio potevano essere tutti quei film sull’antica Roma, il Cristianesimo, ecc., dove si cercava di distruggere e sporcare decisamente quella che era la Romanità, anche con il semplice presentare imperatori depravati, ufficiali sadici e cattivi, mentre all’opposto vengono ammantati di buone parole e intenti, di amore e compassione, gli antagonisti di Roma, per esempio gli schiavi o i cristiani.

Per la cinematografia quale accompagnamento della propaganda di guerra poi, inutile sprecare parole. Basti vedere i film di guerra con il generale tedesco con frustino e monocolo e faccia perfida, cioè  uno psicopatico assassino, e lo steso soldato tedesco spesso interpretato da buffe figure di ciccioni o mezzi ebeti, per impersonare una soldataglia idiota,  mentre quelli alleati vengono mostrai tutti belli, puliti, leali, eroici, pieni di sentimenti umani.

Il ruolo perverso della cinematografia arriva però anche al punto di preparare o accompagnare grandi eventi di portata storica.Ed è questo un ruolo ancora più importante.

Basterebbero i film della seconda metà degli anni ’60, primisimi anni ’70, dove negli USA era in atto un sorda lotta contro le vecchie amministrazioni statunitensi e in previsione di grandi cambiamenti che poi si concretizzarono nel “colpo di stato” del Watergate. 

Tutto tornò allora opportuno per minare la società e la cultura americana, del resto già mezzo moribonda. Si utilizzarono allora una miriade di film antirazzisti, altri di rivalutazione dei pellirossa (per contrapposizione ai militari), contro la guerra, ed infine tutta una serie di film di natura “contestativa”, quali apristrada ad una società progressista su basi neoradicali.

Raggiunti gli scopi, occupato tutto il potere nelle amministrazioni americane, rifatti ex novo i Servizi, ecco che tutto questo, si butta a mare e si “recupera” l’immagine del “potere” che, per raggiungere certi scopi, si era dovuta intaccare. Con Reagan e gli anni ’80 si comincia anche, con la serie dei Rambo, a rivalutare le forze armate.

Non indifferenti sono poi i tanti film di fantascienza, dove si prospetta un mondo futuro distrutto nel suo equilibrio ecologico, dominato da computer e da entità superiori, configurato in una società tipo “grande fratello”.

Tutti input, predisposizione agli stati d’animo delle persone, messaggi subliminali, ecc., che non è azzardato definire come preparatori a quel mondo futuro, configurato in una Repubblica Universale, a cui si sta lavorando, oramai neppure più troppo dietro le quinte.

Negli anni ‘70 anche in Italia, a fianco dei film “poliziotteschi” di genere popolare e spesso “borgataro” o quelli genericamente di destra con esaltazione di una polizia che ha le mani legate, vi erano anche una moltitudine di film di “contestazione” e di denuncia di “trame nere”, ecc., tra cui famosissimo l’ottimo film francese “Z L’orgia del potere” di Costa Gravas. Erano tutti film che dovevano anticipare e  accompagnare la trasformazione, in senso progressista e neoradicale della nostra società, la cui cultura borghese e cattolica era oramai al tramonto. 

Gli imbecilli di destra, che pensano solo con un cervello unisensoriale su basi anticomuniste, ritenevano che quelli erano film fatti da registi comunisti. Ora le cose non stavano proprio così, anche perché “comunisti” non era una definizione esatta per certi registi. Semmai erano registi che non avevano un bagaglio di cultura borghese o cattolica e molti, per ragioni di convenienza deambulavano in ambienti di sinistra. La verità era invece nelle Lobby finanziarie, e mondialiste  impegnate nella trasformazione culturale e sociale del nostro paese, le quali utilizzavano anche questi film di rottura o di denuncia per raggiungere i loro scopi ed ovviamente le grandi case di produzione, di proprietà di queste lobby, non potevano che assegnare a registi progressisti la realizzazione di questi film.

INSOMMA, IN CAMPANA, PERCHE’ LA CINEMATOGRAFIA E’ UN ARMA SUBDOLA E POTENTISSIMA.

Maurizio Barozzi

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