martedì 31 maggio 2011

L'ISDE e l'arsenico nell'acqua della Tuscia....




Il 30 maggio 2011 nella Sala delle conferenze della Provincia di Viterbo l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) ha tenuto una relazione medico-scientifica sul tema: "L'arsenico nelle acque destinate a consumo umano: problematiche ambientali e sanitarie, e proposte d'intervento".

La dottoressa Antonella Litta, referente dell'associazione, ha esposto i meccanismi di azione e d'interazione dell'arsenico, elemento tossico e cancerogeno, e le patologie neoplastiche e le malattie correlate all'esposizione cronica a questo elemento soprattutto attraverso l'assunzione cronica di acque contaminate e di alimenti preparati con le stesse.

Sono state anche illustrate le proposte dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" per realizzare subito interventi efficaci per fornire acqua dearsenificata alle popolazioni (in particolare alle donne in gravidanza e ai bambini) che, come raccomandato dalla comunita' scientifica internazionale e dall'Organizzazione mondiale della sanita', deve avere come obiettivo di qualita' un contenuto di arsenico pari a zero (o al piu', e in via transitoria, di 5 microgrammi/litro) nelle acque destinate a consumo umano come vera e sicura tutela della salute pubblica.

Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

lunedì 30 maggio 2011

Ecologia domestica: “Consigli pratici per non restare intossicati dai piccoli inquinamenti quotidiani”


Nella foto: Vera in cucina senza forno a microonde e schifezze varie...


Consigli pratici per non restare intossicati dai piccoli inquinamenti quotidiani

L'acqua in bottiglia lasciata nella vostra automobile è molto dannosa!
È stata identificata come la causa più comune dell'elevato tasso di diossina nella formazione del cancro al seno. Un oncologo ha detto: "le donne non dovrebbero bere l'acqua dalle bottiglie lasciate nelle automobili. Il calore reagisce con i prodotti chimici della plastica che libera la diossina nell'acqua." La diossina è una tossina che trova un buon alloggio nel tessuto e genera il cancro al seno.

Quindi dovreste essere molto prudenti e non bere mai l'acqua lasciata in automobile se c'è la bottiglia di plastica. Fate passare il messaggio a tutte le donne che conoscete.

Abbiamo bisogno di diffondere queste informazioni che possono salvare delle donne!
Utilizzate una borraccia in acciaio inossidabile o una bottiglia di vetro al posto di quella di plastica! Fatelo sapere anche a chi una figlia o un figlio se vi pare!

Questa informazione circola dal centro medico dell'esercito. Non mettere i recipienti e gli imballaggi di plastica nel microonde. Né la bottiglia d'acqua nel congelatore. La diossina causa il cancro specialmente quello al seno. La diossina inquina tantissimo le cellule del vostro corpo.

Non congelare le vostre bottiglie di plastica con l'acqua così che non liberi diossina dalla plastica.

Il primario della clinica del benessere nell'ospedale di Castle, Edward Fujimoto ha parlato della diossina ed è quindi malvisto. Egli ha detto non dovremmo mai riscaldare il nostro cibo nel microonde, soprattutto nei recipienti di plastica perché la combinazione delle alte temperature libera la diossina nel cibo e di conseguenza nel nostro corpo. Raccomanda invece di utilizzare recipienti di vetro come il pyrex o Corning o recipienti in ceramica, si ottiene lo stesso risultato ma senza diossina.

Le zuppe istantanee dovranno essere tolte dal recipiente e riscaldate con qualcos'altro. La carta non è malvagia ma non sapete cosa contiene. È più sicuro utilizzare il vetro soprattutto per riscaldare. Vi ricordiamo che i fast-food hanno modificato i loro imballaggi per diversi problemi di cui la diossina è una delle ragioni. È anche molto dannoso il film plastico (PVC) per rinvolgere e riscaldare il cibo nel microonde. È come una bomba atomica nel cibo, il calore eccessivo miscela la tossina velenosa del film ai cibi. È meglio coprire il cibo con un tovagliolo di carta.

Rossella Fazi

domenica 29 maggio 2011

Bioregionalismo terra terra - Agricoltura e pastorizia ecologica



Per la difesa della salute e dell'economia sarebbe necessario puntare sull'agricoltura ecologica. Tale metodo di produzione potrebbe essere sostenuto anche dai Pagamenti Agroambientali Europei salvando la spesa nazionale… per le Malattie Degenerative. Ma i PSR Regionali ancora oggi sovvenzionano l’acquisto di Pesticidi, chiamandola Agricoltura Integrata (nella Chimica, ndr). Pesticidi di cui l’Italia è il primo consumatore UE, con oltre il 35% di tutto il fatturato comunitario! (Fonte Agernova)

Ciò avviene in spregio al fatto che da recenti studi scientifici è appurato che l'uso dei pesticidi influisce sull'intelligenza umana, oltre che sulla salute. Ad esempio se le mamme sono state esposte ai pesticidi usati sulle colture alimentari durante la gravidanza, i loro bambini avranno un quoziente intellettivo più basso rispetto ai figli di donne non esposte a queste sostanze. Lo rivela uno studio effettuato dall’Università di Berkey, in California, confermato da altri due studi condotti dal Mount Sinai Medical Center e dalla Columbia University. Gli scienziati hanno osservato gli stessi identici risultati: ad un aumento di 10 volte del tasso di organofosfati rilevato durante la gravidanza corrispondeva ad un calo di 5,5 punti nel quoziente intellettivo (Qi) di bambini intorno ai 7 anni. I ricercatori californiani hanno valutato l’esposizione ai pesticidi attraverso la misurazione dei metaboliti nelle urine e poi hanno fatto test per il Qi su 329 bambini. Con i pesticidi forse la mela non prende il verme... ma il bambino si baca il cervello. (Fonte AAM Terra Nuova)

Altro sistema di recupero economico per lo sviluppo dell'agricoltura ecologica sta nel risparmio sulle quote che l'Italia deve pagare come nazione industriale inquinatrice. Ogni giorno l’Italia accumula un debito per l’inquinamento dai gas serra prodotti nello svolgimento delle attività antropiche nazionali. Come sapete c’è una valutazione mondiale in termini anche economici, che varia in base alla produzione di “gas serra” e l’Italia a ritmo normale industriale, riferito a qualche anno fa, paga 3.800.000 euro circa il giorno. L’Italia ha una superficie coperta a boschi pari al 37% della totale ma questo polmone ci è riconosciuto intorno al 10%, pare per il cattivo stato dei boschi. Iniziative per l’efficientamento dei boschi o l’impiego di coltivazioni che bonificano l’aria, riducono nel tempo l’inquinamento, azzerano il debito e sono, di fatto, interventi già finanziati, non dovendo dirottare fondi Italiani verso la CE, oltre a fare un servizio per l’intera umanità. (Fonte Vetiver Lazio)

Inoltre lo sviluppo dell'agricoltura biologica porterebbe inevitabilmente all'incremento delle diete vegetariane che recenti studi scientifici dimostrane essere le più salutari. La tabella ufficiale LARN parla di assunzione giornaliera di nutrienti per la popolazione italiana; alla colonna relativa al quantitativo proteico nelle diverse fasi della vita di un individuo, considerate le diverse categorie di persone, il peso e l’età, effettuata una sommatoria del quantitativo proteico consigliato, la media risulta essere di otre 50 grammi di proteine al dì. Ora, se si considera che il bambino raddoppia in 6 mesi il peso corporeo e attua il massimo sviluppo del cervello con un quantitativo proteico di circa l’1% del latte materno, quantitativi proteici superiori espongono il bambino ad ipertrofia renale, acidificazione del pH, ipertensione, obesità, diabete ecc. E’ di questi giorni la pubblicazione di uno studio condotto dal Dr. Leonardo Pinelli su cento ragazzi che hanno seguito il regime dietetico vegetariano: i risultati confermano l’ottima salute dei bambini vegetariani: si ammalano meno dei bambini onnivori e hanno difese immunitarie migliori. (Fonte AVA)

Per lo sviluppo dell'agricoltura contadina, ed a favore di una dieta più equilibrata, la Rete Bioregionale Italiana, unitamente ad altre associazioni, ha presentato una proposta di legge che gioverebbe anche alla rivitalizzazione di zone rurali oggi abbandonate, come i terreni pedemontani, che molto si prestano ad un sistema misto agricolo-pastorale. Tale rivitalizzazione garantirebbe la sovranità alimentare del paese. Infatti è noto (fonte FAO) che in tutti i sistemi agricoli mondiali, con l’aumentare delle superfici medie delle aziende agricole diminuisce notevolmente la produttività per ettaro di terreno, dal momento che l’industrializzazione non rende possibili le consociazioni colturali e i corretti avvicendamenti. Molti sistemi policolturali di “Agricoltura Sinergica” consentono produzioni doppie e triple di quelle industriali, risultando nel contempo protettive dell’ambiente, della salute e della fertilità dei terreni. E produttive di posti di lavoro dignitosi in una agricoltura nel contempo moderna e tradizionale.

Questi e simili argomenti verranno discussi durante il prossimo incontro della Rete Bioregionale Italiana che si terrà in un casolare di collina a Ospitaletto di Marano (Modena) il 18 e 19 giugno 2011 - Info. 333.6023090 - bioregionalismo.treia@gmail.com -

Paolo D'Arpini

Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
e Portavoce European Consumers Tuscia

Sito Web: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856


(Mucca solitaria a Mazzano - Foto di Gustavo Piccinini)

sabato 28 maggio 2011

Democrazia fittizia, il sistema debito e la sovranità monetaria smarrita..




«Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e me ne infischio di chi fa le leggi» (Mayer Anselm Rothschild fondatore Rothschild Bank)

Che il mondo sia dominato dal “sistema debito” è fuori discussione, ma allo stesso tempo che questo sistema sfugge ad ogni inquadramento e controllo e soprattutto identificazione, è allo stesso tempo vero. I governi forse per mancata competenza hanno facilmente ceduto la sovranità politica e monetaria ai veri governi monetari che di fatto fanno la vera politica reale. Si è sempre insegnato che in Italia esistono tre poteri che sono: il potere esecutivo, il potere legislativo, ed il potere giudiziario. Tutto questo potrebbe andare bene se non fosse che esiste un potere superiore che quello dell’emissione monetaria.

Una saggezza popolare o proverbio che dir si voglia lo conferma, “ senza soldi non si canta messa” o uno un po’ più laico “senza lilleri non si lallera”. Nei primi anni in cui uscì la legge della sicurezza succedeva che nonostante ci fossero delle norme con delle precise prescrizioni, le imprese non realizzavano la sicurezza e non si capiva come mai il processo della sicurezza spesso si fermava. Come si sa le leggi spesso hanno bisogno di un periodo di test per essere rodate e soprattutto per vedere se hanno una “sufficiente applicabilità” (qui ci sarebbe da scrivere una intera biblioteca), la scoperta fu quella che spesso il datore di lavoro, delegava qualcuno, che però poi operativamente non aveva nessun mezzo e nessuna autorità nell’seguire e nel realizzare la sicurezza.

Le varie leggi che poi si sono succedute, hanno corretto una delle cause, spiegarono bene che chi si doveva occupare di sicurezza doveva avere sempre un “potere di spesa” senza del quale il suo mandato di fatto era nullo. Il legislatore quindi ha profondamente capito che il motore di certi processi quindi, non è solo l’imposizione legislativa, ma anche e soprattutto la disponibilità economica. Tornado a molti disposti legislativi, si sa che sono fatti a costo zero, questo nella pratica significa, che molto probabilmente non si faranno. Infatti un’altra legge definì che quando si propongo disegni di legge con interventi è sempre necessario chiarire da dove si reperiscono i fondi per fare qualcosa.

È necessario fare ancora un premessa per poi poter arrivare alla conclusione del nostro ragionamento. Per portare avanti una famiglia spesso tutti si danno una mano, tutti fanno un po’ tutto, non si guardano orari, si utilizza del tempo oltre ogni fatica, si investe il proprio amore, la propria forza, il proprio intelletto senza conteggi di tipo ragionieristico; ogni uno della famiglia mette a disposizione il proprio “Valore” agli altri. Ogni membro cede il valore del proprio lavoro verso gli altri per il ben sociale della famiglia. Tutto questo valore viene messo a “credito” a favore degli altri componenti della famiglia, non passerebbe mai per la moneta speculativa. Molte famiglie si sfasciano perché sono troppo monetizzate.

Uno Stato (art. 14 cost. Italiana) dovrebbe avere certe attività che dovrebbero passare per il concetto della gestione del “buon padre di famiglia”, come bene sociale. Uno Stato non dovrebbe speculare (o far speculare, vedi cessione della sovranità monetaria) sulle attività del suo popolo, anzi dovrebbe investire a credito per il futuro dei propri giovani. La continua monetizzazione (l’obbligo dell’uso della moneta in affitto) della vita ha fatto si che tutta la fase di “sponsorizzazione a credito” verso la famiglia (i cittadini), le imprese, gli enti, fosse del tutto cancellata, ansi si passasse proprio dalla parte opposta.

Lo Stato non crede più nei sui cittadini e quindi non investe più a credito, ma solo a debito e indebitando. Uno Stato che non ha la possibilità di emettere il suo denaro (credito e fiducia per il popolo) anche inflazionando è uno Stato che intanto non è più uno Stato perché non ha un suo “potere di spesa” e poi si è trasformato in un ragioniere che tiene i “conti a posto”. Qualunque cosa voglia fare lo Stato deve sempre guardare in cassa; è come se in una famiglia non si lava il pavimento, perché bisogna farsi prestare i soldi per pagare l’impresa delle pulizie. La monetizzazione di ogni cosa (cessi, parcheggi, istruzione, sanità, autostrade, asili nido, ecc tutto a pagamento) ha portato alla paralisi della famiglia-stato. L’obbiettivo, lo conosciamo bene, è quello di renderci “drogati di denaro” (denaro dipendenti) al fine di non poterne più fare a meno; quando siamo diventati propri dipendenti, ci fanno mancare la “sostanza” (drenaggio monetario) per poterci indebitare ancora di più con le banche, chiedendo finanziamenti, mutui e prestiti.

La “disintelletualizzazione” delle masse ha poi cancellato ogni senso critico e capacità logica di razionalità, portando le persone verso i bisogni primari; le nuove strategie di “programmazione mentale”, non sono di carattere ideologico (comunismo idealismo ecc) ma sono ancora più basse, sono di carattere viscerale ed emozionale dove il cervello non reagisce più perché è stato programmato a non reagire, ma solo ad inzupparsi delle idee “preconfezionate” che producono la manipolazione mentale.

Concludendo il vero potere di uno Stato, quindi non: è ne giudiziario, ne legislativo, ne esecutivo, ma solo quello monetario (vedi Grecia, Spagna, Islanda, Portogallo ecc) non serve dimostrare il notorio. I banchieri lo hanno capito bene ed è per questo che foraggiano da anni (direttamente, indirettamente, coscienti, incoscienti ecc) i politici al fine di realizzare leggi (in tutti gli stati) che rendessero sempre di più il potere di emissione monetaria sempre più indipendente e separato dallo stato. La stessa unione sovietica ha avuto situazioni di questo tipo. Nella storia molti stati ci hanno provato ha riportare la sovranità sotto il potere dei cittadini ma sono sempre finiti male.

Giuseppe Turrisi


«Quando uno Stato dipende per il denaro dai banchieri, sono questi stessi e non i capi dello Stato che dirigono le cose. La mano che dà sta sopra a quella che prende. I finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro»
(Napoleone Bonaparte)

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Altri articoli sul signoraggio bancario:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=signoraggio+bancario

venerdì 27 maggio 2011

Movimento Nonviolento e iniziative contro la guerra...



Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza.

Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli". Così recita la "carta programmatica" del movimento fondato da Aldo Capitini.

Sostenere il Movimento Nonviolento è un modo semplice e chiaro, esplicito e netto, per opporsi alla guerra e al razzismo, per opporsi alle stragi e alle persecuzioni.

Per destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento è sufficiente apporre la propria firma nell'apposito spazio del modulo per la dichiarazione dei redditi e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione: 93100500235.

Per contattare il Movimento Nonviolento, per saperne di più e contribuire ad esso anche in altri modi (ad esempio aderendovi): via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi a venerdi: ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an@nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

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Appello Nonviolento


Proponiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza di inviare al sindaco del Comune, al presidente della Provincia ed al presidente della Regione in cui si risiede, una lettera aperta (da diffondere quindi anche a tutti i membri del consiglio comunale, provinciale, regionale, ed ai mezzi d'informazione) con cui chiedere che l'assemblea dell'ente locale approvi una deliberazione recante il testo seguente o uno analogo:

"Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... ripudia la guerra, nemica dell'umanità.

Il Consiglio Comunale [Provinciale, Regionale] di ... riconosce, rispetta e promuove la vita, la dignità e i diritti di ogni essere umano.

Richiede al Governo e al Parlamento che cessi la partecipazione italiana alle guerre in corso.

Richiede al Governo e al Parlamento che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Richiede al Governo e al Parlamento che l'Italia svolga una politica internazionale di pace con mezzi di pace, per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, per il riconoscimento e l'inveramento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

Solo la pace salva le vite".

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Per informazioni sul Movimento Nonviolento:
Mao Valpiana - mao@sis.it
Peppe Sini - nbawac@tin.it

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Altri articoli sulla Nonviolenza:
http://www.google.com/search?client=gmail&rls=gm&q=nonviolenza%20circolo%20vv.tt.

Altri

giovedì 26 maggio 2011

"LOTTA PER LA SUCCESSIONE ALLA GUIDA DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE" - di Daniele Carcea




E' giusto che a sostituire DSK alla guida del FMI sia un'altra volta un europeo, un'altra volta un francese, o meglio una francese?

Dominique Strauss-Khan alla fine si è dovuto dimettere dall'incarico di direttore del Fondo monetario internazionale.

Le accuse e i capi di imputazione sono troppo pesanti perché lui possa continuare a dirigere una delle organizzazioni finanziarie più importanti al mondo.

L’FMI infatti, è l’organizzazione che interviene quando un Paese, si trova in grandi difficoltà economiche: cioè non riesce a pagare più i suoi creditori, prevalentemente banche e non riesce a trovare altre forme di credito per finanziarsi, insomma rischia la bancarotta.

Quando il Fondo Monetario Internazionale (FMI) interviene pone delle ferree condizioni che lo Stato deve accettare per poter attingere al prestito, altrimenti questo gli viene negato.

Per essere chiari il FMI si sostituisce al governo del Paese in difficoltà nella gestione della sua economia e delle sue finanze, Paese che viene praticamente commissariato e automaticamente dovrà sottoporsi ad un programma di risanamento lacrime e sangue, che vede fra i suoi punti fondanti: rigore di bilancio, taglio della spesa pubblica, diminuzione dei salari, aumento della pressione fiscale.

Per alcuni critici del FMI, esso anziché aiutare il Paese in difficoltà lo strangola:

favorendo politiche antiprotezionistiche e di liberalizzazione, permette di fatto l’ingresso nel Paese, delle multinazionali, pronte a mettere le mani sui pozzi petroliferi e sui giacimenti di materie prime, in combutta spesso con i dittatori a capo di questi Paesi, il tutto condito da una sana distruzione ambientale.

Strauss-Khan, oltre a dare un taglio meno cinico al FMI, si è rivelato un grosso difensore degli interessi dell’Europa, all’interno del FMI, infatti si offrì immediatamente nel gennaio del 2010 di aiutare la Grecia, ancora prima che l’unione Europea, si mettesse d’accordo per scegliere una strategia condivisa, lui e Trichet fecero forti pressioni sulla Germania, per convincerla ad attuare il piano salva-Grecia.

Nel corso degli ultimi anni è stato percepito un certo malumore da parte dei Paesi asiatici, nei confronti dell’iper-attivismo verso l’Europa di Strauss-Khan.

L’irritazione per questo interventismo a favore dei Paesi europei del FMI ha unito Stati Uniti e Asia e già questo ha comportato una diversa distribuzione delle quote di capitale del fondo, dove l’Europa ha lasciato spazio alla Cina.

Attualmente è in atto un duello Asia-Europa per la successione a DSK, infatti all’orizzonte sta emergendo la candidatura di qualche personalità appoggiata dall’oriente del mondo e dai Paesi emergenti guidati dai soliti BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) e dintorni, che stanno facendo sentire la propria voce anche sulla necessità di maggiore rappresentanza al top management del FMI, perché l’economia mondiale non è più quella del dopoguerra, ma nemmeno quella della fine del secolo scorso.

Per la Cina probabilmente i tempi non sono ancora maturi, per chiedere il vertice del FMI, poiché la sua valuta il renminbi non è ancora convertibile e i il mercato dei capitali finanziari è ancora chiuso, ma se andrà avanti nelle riforme di apertura finanziaria, si candiderà senz’altro per il prossimo turno.

In questo momento, in pole position c’è il il ministro delle finanze francese Christine Lagarde. I Paesi del sud-est Asiatico puntano invece sul ministro delle Finanze di Singapore, Tharman Shanmugaratnam, per gli amici Tharman, ma difficilmente i francesi molleranno l’osso.


Daniele Carcea

carceada@interfree.it

mercoledì 25 maggio 2011

Approfondimento sul concetto di ambientalismo e soluzioni per il ritorno alla vita naturale... - Secondo Danilo D'Antonio e commento di Gianni Donaudi



Ancora oggi i gruppi progressisti continuano a seguire la strategia di portare avanti i propri ideali impegnandosi affinché questi, questo buonsenso da loro percepito, abbia a prevalere sul cattivo senso seguito da altri.

Ebbene, non per essere inutilmente critico, tutt'altro, devo dire che forse si sta usando l'approccio sbagliato, che risulterà fallimentare anche nel migliore dei casi, anche se fossimo proprio noi a vincere.

Ad esempio i difensori dell'ambiente sono così pervasi di fervore, per una causa che ci trova naturalmente tutti concordi, da dimenticare di salvaguardare anche l'essere umano oltre che l'ambiente naturale. Non è colpa nostra se siamo nati. Ora che siamo nati, noi umani abbiamo tutto il diritto di vivere sulla terra. Eppure gli ambientalisti,
zitti zitti, hanno contribuito alla rimozione di questo diritto e se glielo facciamo notare ci si fiondano pure contro (la Rete mi è testimone).

Mi sono rivolto loro tante volte: guardate che l'umanità sta crescendo, non potete pretendere uno STOP indiscriminato alle nuove costruzioni, non ci possiamo comprimere più di tanto, non poteterinchiuderci nei lager urbani, altrimenti poi ci droghiamo e facciamo pure di peggio. Oh! non si sono mai degnati di cambiare i loro
appelli/editti specificando, com'io chiedo:

SI FERMIMO I PESANTI INTERVENTI DI ENTI PUBBLICI ED IMPRESE PRIVATE MA SI PERMETTA AGLI ESSERI UMANI DI VIVERE SULLA TERRA.

Insomma: perfino l'amore per la natura, vissuto in modo associativo o partitocratico, quindi politicamente FORZISTA, fallisce. Perché se la natura non la si può vivere, come si fa a continuare a difenderla? Ci ritroviamo costretti a combattere il totalitarismo ambientalista mentre vorremmo impegnarci per difendere l'ambiente!

Mi si permetta allora di proporre una nuova strategia politica: UNA UMANITA' ARMONIOSA ED UNITA...

Un caro saluto, Danilo D'Antonio

…..........

Commento di Gianni Donaudi:

Condivido in pieno. ma ci sono troppi interessi economici (Pardon.. predonomici) in giro. Sia A LIVELLO REGIONALE, NAZIONALE, EUROPEO E MONDIALE (OGGI SI DICE globale).

Così ESISTONO I super-partiti trasversali provinciali, quelli regionali, quelli nazionali e quelli mondiali. Dipendiamo dalle lobbyes.

Anche gli ambienti cattolici più retrivi e "tradizionalisti", che coerentemente ALLE LORO IDEE dovrebbero essere per il rispetto della Natura e del Creato, inveiscono contro quelli che si oppongono al taglio della Foresta Amazzonica, definendoli "radical-chic cripto nazi-comunisti"!).

Es quel pallone gonfiato e sacrestano di VITTORIO MESSORI e il suo amico INTROV IGNE (entrambi al servizio della T.F.P. Tradiçao Familla i Propriedad) brasiliana e di conseguenza degli ambienti più ultraconservatori nordamericani cattolici & protestanti, che giustificano TEOLOGICAMENTE la schiavitù!)

Un abbraccio, Gianni Donaudi

martedì 24 maggio 2011

I Ching e Zodiaco Cinese, relazione di Renata Bevilacqua sulla lezione 8 – Qualità del cibo, elementi connessi ed organi coinvolti

Per mezzo del cibo possiamo integrare la funzione energetica degli elementi che scarseggiano nel nostro apparato psicofisico.

In Cina gli elementi sono considerati stati di mutazione. Dobbiamo nutrire gli elementi interni attraverso gli elementi esterni.; a questo proposito vedi le lezioni precedenti; è inoltre opportuno frequentare persone in cui sono presenti gli elementi che a noi mancano. In realtà in noi sono presenti tutti gli elementi ma alcuni non appaiono (non sono in evidenza).
Per integrarli in forma fisica: stare vicino agli elementi carenti in noi o integrarli attraverso il cibo, i suoi sapori e i suoi colori.
Sale e zucchero ci sono entrambi necessari ed in passato non sono stati sempre reperibili; dovremmo usarle il tipo integrale perché contengono tutti gli elementi che li caratterizzano.
Secondo la medicina cinese anche gli elementi psichici si possono integrare attraverso l'alimentazione.

Ripetiamo qui lo schema degli elementi associati ai vari organi:

TERRA / pancreas, milza

Una funzione della terra è assimilare quindi l'elemento corrisponde agli organi preposti appunto all'assimilazione.

METALLO / polmoni

Per metallo si intende l'elemento sottile che corrisponde all'etere nel sistema indiano. Il metallo corrisponde alla purificazione in quanto l'ossigeno purifica il sangue.

ACQUA / reni

L'acqua è elemento di purificazione per eccellenza. I reni assolvono tale funzione, come è noto.

LEGNO / fegato

Il legno rappresenta il coraggio, la forza emozionale per agire conformemente e quindi l'etica.

FUOCO / cuore, mente/etica

Il fuoco rappresenta il carisma, l'impulso, cioè il cuore; corrisponde ai centri nervosi, alla capacità di vedere ciò che sentiamo. Cervello, cuore e stomaco sono i nostri centri nervosi principali.


Ogni stagione corrisponde ad un archetipo; per archetipo si intende la fase trasformativa dell'elemento e come detto in precedenza abbiamo tre fasi distinte di trasformazione per ogni elemento:

1 – movimento iniziale, fase germinale

2 – espansione, manifestazione dell'elemento nella sua pienezza

3 –  chiusura, fine della manifestazione


Secondo la scienza e la medicina cinese c'è una corrispondenza continua tra l'esterno e il nostro interno a livello di energie sia fisiche che psichiche.

Esempio di percorrenza delle fasi. Per quanto riguarda il metallo le tre fasi di trasformazione sono le seguenti:

1a fase, la Scimmia: la scimmia gioca con lo specchietto di metallo, si guardano le reazioni nella vita.

2a fase, il Gallo: l'uso del metallo come valore e mezzo di scambio; la prima moneta è stata lo spiedo che significava un valore stabile.

3a fase, il Cane: il metallo trova un uso concreto, diventa utensili o armi, aratro o spada, insomma ha un uso concreto e diretto.


Alcuni aspetti esemplificativi
Aspetto YIN della Terra: valle, aspetto Yang: monte
Acqua Yin: pozzo, acqua sotterranea, stagno
Acqua YANG: fiume, mare

N.B.
L'intelligenza ha bisogno di difficoltà e sofferenze per evolversi.
metallo, un valore stabile e sempre utile perché permetteva di cucinare. La moneta vera e propria rappresenta una fase successiva, un uso simbolico del metallo.

Dieta Macrobiotica:
YIN: ricettivo, inverno
YANG: creativo, estate

In questa dieta si consumano solo i prodotti stagionali. Dovremmo nutrirci esclusivamente di ciò che si trova nel luogo in cui viviamo e di ciò che vi matura nella propria stagione al fine di mantenere l'armonia ovvero la salute.

Ecologia alimentare: mantenimento dell'equilibrio naturale della vita, per esempio tra animali e piante, rispettando l'equilibrio naturale all'interno della catena alimentare.

Inquinamento, OGM, l'allevamento intensivo, il taglio delle foreste sono tutte dinamiche che vanno ovviamente contro questo equilibrio creando devastazioni gravissime sul pianeta.

Sarebbe opportuno cambiare il nostro sistema di vita per noi stessi e questo si rifletterebbe sull'ambiente circostante e sull'insieme.

L'uomo può costruire con degli strumenti altri strumenti, si è qualificato nella sua intelligenza nel lavoro. L'accesso a fonti di nutrimento che permettono una vita più elaborata, vedi agricoltura e creazione di oggetti, ci distingue dagli animali.

In che cosa dovremmo modificare il nostro atteggiamento?
Solitamente il possesso di beni è considerato fonte di felicità, tendiamo all'accumulo.
Ma è veramente così? In verità più accumuliamo e meno siamo felici.
Il potere prevaricatore nei confronti degli altri e del pianeta sono sinonimo di successo; il successo sarebbe invece il mantenimento della salute e della gioia di vivere secondo le nostre necessità e non secondo ipotetico desiderata.
Si tratta di fare una cernita tra il necessario ed il superfluo. Per quanto riguarda il cibo significa seguire la stagionalità dei prodotti: cereali, frutti stagionali, prodotti vegetali che si conservano per lunghi periodi.
Dobbiamo quindi esaminare ciò che matura nella nostra zona per alimentarci in modo da mantenere la nostra salute: macrobiotica sì ma di carattere bioregionale.

E' importante formare una connessione tra noi e le piante e coltivare l'orto con amore, in questo modo le piante ci nutriranno in modo più completo e profondo, in una dinamica simbiotica; anche le piante spontanee sono in sintonia con una parte del nostro essere come espressione vitale a differenza delle piante coltivate industrialmente.

Si consiglia almeno la coltivazione di piante aromatiche per la nostra alimentazione dove non sia possibile procurarci autonomamente tutto il nostro cibo; si tratta pur sempre di ecologia “omeopatica”.

N.B.
Si ricorda che i calcoli zodiacali relativi all'oroscopo cinese vanno fatti seguendo sempre l'ora solare. (Consultare il sito della Marina per i dati necessari)


Oroscopo Personale:

A questo punto è consigliabile redigere il proprio oroscopo personale.

1) Si parte dalla comprensione dei propri archetipi animali da collegare al rispettivo esagramma
2) Si analizzano gli elementi corrispondenti ed il loro stadio, iniziale, intermedio o finale.
3) Disegnare il triangolo sempre seguendo le istruzioni delle lezioni precedenti e studiare la psicologia animale.

I punti del triangolo, ripasso:

Vertice: senso dell'io, identità, ente decisionale, presenza
Angolo di sinistra: memoria, la coscienza del percorso fatto
Angolo di destra: intelletto, coscienza del percorso in avanti


Appunti raccolti da Renata Bevilacqua

lunedì 23 maggio 2011

Treia, 12 giugno 2011: "XI incontro su I Ching e zodiaco cinese..."


"Questa è la stagione del Cavallo"

Continuano a Treia gli incontri gratuiti per lo studio dell'I Ching, il 12 giugno 2011 analizzeremo l' Esagramma 1 Kien – (periodo dal 21 maggio al 21 giugno) - che corrisponde al momento presente.

Sotto vi è il trigramma Kien e sopra il trigramma Kien, tutte le linee sono intere.

Kien significa il Creativo, ed ha come simbolo il Cielo. Rappresenta l’energia Yang nel massimo della sua espressione. Corrisponde alla forza primordiale luminosa, spirituale, salda, attiva. Applicato al mondo umano l’esagramma designa l’azione creativa del santo e saggio, del sovrano degli uomini, il quale desta in essi, mediante la sua forza, la natura superiore intrinseca.

La Sentenza:

Il Creativo opera sublime riuscita,

propizio per perseveranza.

Significato. L’inizio di tutte le cose sta, per così dire, in forma di idee che debbono realizzarsi, ma nel Creativo è insito il potere di conferire una forma a questi archetipi delle idee, ciò è espresso con la parola “riuscita”. Questo processo è rappresentato con un’immagine presa dalla natura: “le nubi vanno, e la pioggia opera, ed ogni singolo essere fluisce verso la propria forma”. (Genesi, 2 e 5 agg. dove il rigoglio dei singoli esseri è pure ricondotto al cadere della pioggia).

Nella Sentenza dopo aver espresso con i due termini “sublime” e “riuscita” l’atto di creazione, si ricorre alle due espressioni “propizio” (letteralmente creante ciò che corrisponde alla natura) e “perseverante” (ovvero giusto e solido).

L’Immagine:

Il moto del Cielo è vigoroso.

Così il nobile rende se stesso forte ed instancabile.

Significato. Nel raddoppiamento del trigramma Kien è insito il concetto del tempo e quindi il movimento che perdura con forza instancabile, come ad un giorno segue un altro giorno. Questa durata nel tempo è l’immagine della forza inerente al Creativo.

Il saggio ne trae modello da seguire per acquisire durevole efficacia nel suo operato. Il saggio si rende forte eliminando da sé tutto ciò che abbassa ed è volgare.

Commento di Confucio alla quinta linea: “Ciò che concorda nel tono vibra assieme. Ciò che è affine nella sua intima essenza si ricerca. L’acqua scorre verso l’umido, il fuoco si volge verso l’asciutto. Le nubi, che sono il respiro del cielo, seguono il drago, il vento, che è il respiro della terra, segue la tigre. Così il saggio si eleva, e tutti gli altri fissano lo sguardo su di lui. Quello che è generato dal cielo si sente affine a ciò che sta in alto. Quello che è generato dalla terra si sente affine a ciò che sta in basso. Ognuno segue ciò che gli è simile”.

Afferma il Cavallo simbolo di questo mese: “… Non sono inceppato da vincoli mondani, né oppresso da mete vincolanti…”

Appuntamento alle h. 10.00 presso la sede del Circolo Vegetariano VV.TT. in Via Sacchette, 15/a - Treia (Macerata). Portare carta e penna per gli appunti. All'ora di pranzo mangeremo il cibo vegetariano da ognuno portato. Nel tardo pomeriggio è prevista una gita ad Ancona. Per informazioni e prenotazioni: Paolo D'Arpini - Tel. 0733/216293 - circolo.vegetariano@libero.it


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P.S. Prima di venire ricordatevi di compiere il vostro dovere andando a votare per il Referendum!

domenica 22 maggio 2011

28 maggio 2011 a Passoscuro: "Sulla spiaggia della Dolce Vita.. anguille e pesci morti, uccelli in fuga, puzza di liquami.."


(Alessandro De Vivo: Foce di un fiume)

Cari colleghi,

vi segnalo una grave emergenza ambientale sul Rio Tre Denari, nell'area della Riserva Naturale del Litorale Romano, a Passoscuro (Comune di Fiumicino).

Proprio nel luogo dove stiamo organizzando per sabato 28 maggio 2011 la Giornata Nazionale di Spiagge Pulite con Legambiente, alle 15.00 l'acqua del fiume è diventata improvvisamente scura, le anguille hanno cominciato a scappare verso il mare, e i pesci sono stati decimati. Carpe, cefaletti, panzarotti hanno cominciato a contorcersi sulle rive e sulla battigia, per poi morire. Il fenomeno, alle 10 di sera, è ancora in corso. Una puzza acre e disgustosa, come di fogna, o di letame misto a pesticidi, ha invaso l'aria.

E' stato allarme subito per la gente del posto: chi faceva fotografie e video con i telefonini, fino a sera inoltrata, chi cercava di trarre in salvo qualche pesce, chi raccoglieva campioni di acqua, e anche piccoli cadaveri, per poi farli analizzare. Un gruppo di giovani amanti della natura hanno recuperato ben 12 carpe di grossa stazza (due sui 4 chili e mezzo!) presumibilmente in una fase delicata della riproduzione. Sono stati chiamati i Carabinieri, la Protezione Civile e la Polizia Municipale. Ma nessuno di loro ha fatto dei prelievi perché - hanno spiegato - non era loro competenza, e si aspetta domani mattina l'intervento dell'ARPA (l'agenzia Regionale). E magari domani la condensazione di veleni sarà diversa… Abbiamo sollecitato anche la Forestale e la Provincia di Roma.

Il grande impegno accorato e commosso della comunità di Passoscuro è un segno forte di richiesta di attenzione per l'ambiente e di legalità. Accanto allo sconcerto, c'è anche l'indignazione. Un senso di impotenza di fronte a questi soprusi, il timore che i reati ambientali restino impuniti.

Amici giornalisti ecologisti, aiutateci! Date visibilità a quanto è successo, chiedete insieme a noi alle autorità, alle istituzioni, alle forze dell'ordine di impegnarsi attivamente per proteggere l'ambiente e il territorio da ogni forma di illegalità!

Grazie…
Un caro saluto

Anna Longo

Coordinatrice di DOLCE SPIAGGIA
Giornalista di Radio Rai e W La Terra
335.7802338


P.S. E pensare che l'anno scorso Legambiente aveva monitorato il nostro "Fiumicello" - come lo chiamava Fellini - e aveva riscontrato un livello di inquinamento sotto la media… Povero Rio Tre Denari! Povera Spiaggia della Dolce Vita!

sabato 21 maggio 2011

Difesa del Territorio bioregionale: "Non vi daremo tregua" - Continua la battaglia contro l'inquinamento della Maremma Laziale




Guarda la neve che imbianca tutto
il Soratte e gli alberi che gemono
al suo peso, i fiumi rappresi
nella morsa del gelo.
Sciogli questo freddo, Tagliarco,
e aggiungi legna al focolare;
poi versa vino vecchio da un’anfora sabina.
Lascia il resto agli dei ……

Orazio


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Da qualche tempo si è formato un coordinamento fra tutte le associazioni e le persone che si oppongono allo scempio del territorio dell’Alto Lazio. Per evitare che amministrazioni sconsiderate e malconsigliate possano distruggere l’ambiente e il pasesaggio con la scusa della produzione energetica.

Infatti in questo momento, in cui sulla Maremma incombe il rischio di un ritorno del nucleare a Montalto, allo stesso tempo è necessario combattere contro un inquinamento chimico ed industriale diffuso: pesticidi, diserbanti, diossine e sterilizzanti endocrini, inquinanti plastici e ftalati, nitrati, metalli pesanti… prodotti chimici di sintesi ad ampi effetti collaterali, etc, che stanno causando un grave incremento di tumori ogni anno. Appare ovvio che se gli ulteriori progetti distruttivi programmati da questo governo venissero attuati (superstrade varie, ritorno al nucleare, etc.) si assisterebbe alla cancellazione completa del paesaggio della Tuscia, prima risorsa di questo territorio, con danni ambientali e d’immagine all’agricoltura locale difficilmente immaginabili.

Gran parte dell'inquinamento attualmente immesso nell'ambiente dell'Alto Lazio proviene dal polo energetico più grande d'Europa: Montalto di Castro e Civitavecchia, comprendenti vari impianti, quasi 7000 MW di potenza installata, tutte a combustibile fossile come olio, gas e carbone sporco. Ma il dramma è che l'energia prodotta non serve ai fabbisogni locali o nazionali, perché quasi la metà viene venduta all’estero…

A Tarquinia, territorio agricolo per eccellenza, molto attivi sono i gruppi No Coke che hanno portato avanti varie battaglie ecologiste in difesa della Tuscia. Oggi, 21 maggio 2011, alle ore 17,30 a Tarquinia, presso il Palazzo dei Priori, Sala Sacchetti, in Via dell’Archetto, 4 ci sarà la presentazione del volume “Non vi daremo tregua”. L’evento avrà in scaletta interventi importanti, per la comprensione dei dati contenuti nella pubblicazione, inoltre avremo il contributo del Dott. Gianni Ghirga, medico e portavoce dell’ISDE, che illustrerà gli studi mai realizzati dall’Osservatorio Ambientale, che dal 2004, anno di sua istituzione nel comune di Civitavecchia, non ha prodotto nemmeno uno screening sull’arsenico, quello piovuto a tonnellate dalla bocca di TVN per decenni, né tantomeno ha elaborato indagini diagnostiche sui reali motivi per cui in questo comprensorio si muore di più di malattie tumorali.


Paolo D'Arpini

Portavoce European Consumers Tuscia
Referente Rete Bioregionale Italiana

venerdì 20 maggio 2011

Spiritualità Laica: Considerazioni sul pensiero trascendentale, fra sentimento e ragione..."




Ante scriptum.

Prima di passare alla lettura dell’articolo sottostante vi consiglio di leggere alcuni appunti di corrispondenza intercorsi fra l’autore e me, in chiave di spiritualità laica, che possono chiarire meglio le nostre posizioni e comprensioni:

“…pubblicalo dove credi… ma dimmi, che ne pensi?”

“Ritengo, caro Stefano, che nel genere il tuo scritto sia definibile un ”saggio” forse potrebbe anche essere una tesi o tesina di laurea.. Insomma si vede che ci hai lavorato molto e con attenzione… certo succede che quando si è giovani e si cerca di esprimere pensieri e sentimenti si fa di tutto per apparire “seri e credibili”… ed allora si fanno molte citazioni e si cercano riscontri e spiegazioni intellettuali per corroborare il proprio “teorema”. Insomma ritengo che se in futuro tu potrai alleggerire lo stile ne guadagnerebbe la lettura… per quanto riguarda i concetti espressi il testo è ineccepibile. Spero che nel prosieguo della collaborazione tu possa “preoccuparti” meno della credibilità e più di curare l’espressione poetica…

Ma ovviamente questa è solo una mia opinione ed io in effetti non sono né un erudito né uno scrittore.. ma un semplice scribacchino di storie quotidiane… Grazie per la pazienza nell’avermi ascoltato.”

“Caro Paolo, quello che tu mi dici è molto importante, in quanto mi permette di migliorare quello che si definisce lo stile dell’articolo. E’ sempre stato un mio problema quello di decifrare le mie intuizioni o pensieri agli interlocutori che avevo di fronte: farsi capire a volte è davvero la parte più difficile nonostante tutte le verità comprese e interiorizzate. Pertanto, se esiste un modo o un consiglio per agevolare la comprensione, non esito ad ascoltarlo, ti ringrazio ancora tanto del tuo sincero e intelligente intervento.
Solo una cosa però: è normale che tu interpreti questa mia “forma” di scrivere come effetto di un’educazione accademica giovanile per apparire “seri e credibili”, ma non è proprio questo il mio caso. Io sono sempre stato un forte anticonformista per quanto concerne la scuola e i suoi insegnamenti: non mi sono mai iscritto all’università e, se hai letto il blog, ho scritto molto riguardo al totale fallimento dell’educazione della scuola. E’ vero, è stata mia sorella ad iniziarmi a questo tipo di educazione, se vogliamo colta, ma in verità mi sono sempre orientato nelle meraviglie della letteratura di formazione, nel cinema d’autore, nella musica eterna del jazz e classica, e nelle discipline della filosofia e psicologia, unicamente per vocazione personale.
Nel senso che da autodidatta, mi sono sempre cimentato di questo perchè sentivo che solo questo tipo di “materiale” poteva meglio contenere e soddisfare l’enorme anelito di sapere e di pienezza che da sempre mi torceva. Era come se solamente loro potevano gridare in tutta autenticità quella bellezza e quella grandezza tanto sognata. E’ vero, ho letto tanto, ma devo dire che dopotutto solamente quei romanzi, quei films e quella musica hanno saputo avere le parole, i significati e il contenuto che più si avvicina alla verità. Ovviamente nella teoria: è lo svantaggio del sottosuolo, tanta teoria ma poca esperienza pratica… sob
Oramai purtroppo credo che solamente attraverso il “saggio” riesca ad esprimermi appieno, e di questo mi rammarico, dato che mi accorgo che così posso ragiungere solo un determinato target. La mia profondità mi ha contagiato a tal punto che ora è pressochè impossibile esprimermi con altre forme. A che serve essere depositari di qualcosa ma non poter applicare in pratica o anche solo condividere? Per questo quello che mi dici è molto importante, perchè ti ripeto che mi è sempre stato molto difficile uscire da quest’abitudine nello scrivere. Ma lungi da me voler essere un accademico o padrone della cultura universitara: tante nozioni, poca sostanza e tra l’altro, mal utilizzata. Perciò, se ti possono interessante altri articoli (magari di quelli già pubblicati sul blog), o quant’altro, sarò ben lieto di collaborare con te. E se avrai altri consigli così preziosi da darmi, li ascolterò volentieri; ho talmente passato tanto del mio tempo ad esplorare la verità che ora ne sono quasi schiavo e a fatica riesco ad esprimerla “in superfice”. A presto”

“Caro Stefano, ammettere di non sapere è già enorme saggezza… bene facesti ad interessarti di cultura in forma autodidattica, così non sei stato contagiato dalle opinioni ufficiali e dai riconoscimenti della critica ufficiale. Ma anche da autodidatta è bene uscire fuori dagli schemi teoretici e passare alla pratica, all’osservazione diretta dei fenomeni vitali, delle esperienze emozionali… senza necessariamente cercare di ottenere immediati risultati… altrimenti sarebbe come cercare risposte attingendo al parossismo dell’alcol o della droga. Meglio mantenere la mente sempre lucida ma aperta, laica. La vita stessa ci insegna a sciogliere i grumi dell’acquisito, della scontatezza e del costruito per abitudine o per credulità. Uscire dagli schemi è importante anche per trovare nuove forme comunicative, nuovi approcci e nuove acquisizioni. “se non vuoti la tua tazza… -diceva il maestro- come puoi ricevere la verità dello zen?”

Per un po’ dimentica le comparazioni e tutto ciò che hai già prodotto… non tener conto di nulla se non della capacità espressiva… allora vedrai che pian piano potrai uscire fuori dal meccanismo descrittivo intelletualistico… e passare all’allegoria, al messaggio insito nell’esempio vissuto, nel racconto modesto dell’esperienza quotidiana.

Beh, auguri e comunque sì, continua a tenermi informato sugli sviluppi della tua ricerca… da oggi…”

Paolo D'Arpini


Ed ora leggete il saggio in questione


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“Si arriva al significato delle cose solo chiamandole con il loro vero nome” (Andrei Rublev, di A.Tarkovskij

Purtroppo mai come oggi la tendenza predominante, soprattutto nelle università, è quella di trattare la conoscenza e in particolar modo la filosofia (e discipline similari), come una delle tante materie scientifiche che si insegnano per preparare lo studente al mondo della tecnica e della professionalità. Diventano dei mezzi finalizzati a farcirgli la testa di nozioni che parleranno unicamente alla memoria e alla logica. Ma forse si è dimenticato che il ruolo della filosofia è nato innanzitutto per soddisfare un sentimento, la curiosità, e per aiutare l’uomo a conoscere se stesso e migliorarsi. Se si considera tale disciplina solamente come un fine, omettendo la fondamentale funzione che ha sull’individuo e sulle proprie verità interiori, allora si rischia di rimanere bloccati in una prigione invisibile con pareti fatte di termini, nozioni e parole prive di significato.

Socrate soleva invitare le persone con cui parlava a curare la propria anima, non solo la propria logica, Wittgenstein diceva che l’unica cosa si può fare per cambiare il mondo è migliorare se stessi. E allora le discipline come la filosofia non sono di nessuna utilità pratica, se non per l’effetto prodotto sulle menti e sulla vita di coloro che le praticano e studiano. Esse non servono per avere garanzie, certezze e nuovi basi, ma piuttosto per porsi domande, per creare dubbie e incertezze, ovvero il terreno fertile per la nascita di una conoscenza più profonda e maggiore libertà.

La libertà è il bene più prezioso che può raggiungere il filosofo, affermava Platone: la conoscenza infatti permette di suggerire e stimolare nuove possibilità che allargano l’orizzonte della propria mentalità liberandola da pregiudizi, passività e consuetudini. Aumenta la conoscenza della realtà e dell’uomo stesso in quanto diminuisce la sicurezza nei loro riguardi, ma soprattutto scuote il dogmatismo arrogante di coloro che “credono di sapere e invece non sanno nulla” (Socrate) o che utilizzano la conoscenza per fini utilitaristici o interessi personali. L’uomo “pratico”, il classico individuo omologato e inserito da buon borghese in società, colui che riconosce principalmente i bisogni materiali, dimentica di fornire altrettanto nutrimento alla mente e se vogliamo allo “spirito”. Colui che non è mai entrato nella “regione del dubbio liberatore” (B.Russel) vedrà sempre il mondo e se stesso come qualcosa di scontato, di chiaramente definito, immutabile e probabilmente già determinato e chiuso nel contesto sociale nel quale si trova.

Così appare netto il ruolo della conoscenza e in particolar modo della filosofia nello sviluppo critico e cognitivo: ovvero per considerare più attentamente quelle incongruenze che possono esistere nei principi, al fine di accettarli solamente quando l’esame critico non ha messo in luce elementi per respingerli. Questo non per arrivare alle conclusioni degli scettici o al vuoto assoluto di Cartesio, eliminando ogni certezza, ma piuttosto per chiedersi continuamente se si conosce tutta la profondità di tutto ciò che si crede di conoscere. Si tratta quindi di spogliare ogni apparente conoscenza per tentare di giungere ad una conoscenza più profonda e autentica, che sia “oltre il velo di Maya” (Schopenhauer).

“La vita non mi ha disilluso. Di anno in anno la trovo sempre più ricca, più desiderabile e più misteriosa – da quel giorno che venne da me il grande liberatore, quel pensiero che la vita potrebbe essere un esperimento di chi è volto alla conoscenza – e non un dovere, non una fatalità, non una fede… La vita come mezzo di conoscenza. Con questo principio nel cuore si può non soltanto valorosamente, ma anche gioiosamente vivere e gioiosamente ridere. ” F. Nietzsche, da La gaia scienza

Ma la vera forza e bellezza della conoscenza consistono proprio nella contemplazione : essa abbraccia ogni cosa in un’unica visione che tende a trovare un’”armonia oggettiva” nel complesso. Essa libera la mente dai meschini scopi personali ed elimina quella divisione apparente tra il sè e la realtà esterna che il più delle volte la si crede unicamente ostile. Solo così l’anima dell’uomo riuscirà a scorgere una nuova profondità e un infinità globale che lo renderanno libero e partecipe di tale bellezza: conservando questa visione anche nella vita di tutti i giorni, allora essa prenderà forma nell’ambito dell’azione e del sentimento. Sarà possibile accorgersi che solo l’amore e la giustizia sono le sfaccettature di una stessa verità universale racchiusa nell’umanità e che le mura che cingono ogni uomo mettendolo in guerra col resto del mondo, sono solo illusioni prodotte da falsi valori indotti da una società individualistica e competitiva.

Le cose possiedono valore e significato solamente rispetto al grado d’attenzione che ognuno vi dedica: tanto più si è riflessivi, meditativi e “recettivi”, tanto più si riuscirà a penetrare l’essenza stessa delle cose e quindi, della loro bellezza e significato. Sarebbe un vero peccato vivere non accorgendosi dell’infinita bellezza e significato che la vita contiene e ha da proporci. (Mi viene in mente il film “Il sapore della ciliegia” di Kiarostami, in cui il protagonista alla fine evita di suicidarsi solo per riassaporare il dolce sapore della ciliegia…)

C’è un grande mistero che attornia l’universo intero a partire dall’enigma più complesso che è l’uomo, tentare di scoprirne tutta la profondità scardinando l’arroganza dogmatica che preclude la mente alla speculazione, costituisce per l’uomo il massimo bene.

Per quanto sia grande il chiasso che si fa nel mondo per errori e opinioni, devo però rendere giustizia all’umanità avvertendo che gli uomini impigliati in errori e false opinioni non sono poi tanto numerosi come si suppone di solito. Non perchè penso che riconoscano la verità, ma perchè intorno a quelle dottrine che danno tanto da fare a loro e agli altri non hanno effettivamente nessuna opinione e nessun pensiero. E se infatti uno catechizzasse un poco la più gran parte di tutti i partigiani delle sette del mondo, troverebbe che intorno alle cose sulle quali si impegnano con tanto zelo non hanno personalmente una qualsiasi opinione, e meno ancora avrebbe motivo di credere che l’abbiano accolta in seguito a un esame dei motivi e a un’apparenza di verità; essi invece sono risoluti a tenersi stretti al partito per il quale l’educazione o l’interesse li hanno reclutati e, come i comuni soldati dell’esercito, manifestano il loro zelo e il coraggio secondo le direttive dei loro comandanti, senza indagare mai o soltanto conoscere la causa per la quale combattono. Se il tenore di vita di un uomo indica che non prende affatto sul serio la religione, perchè dovremmo credere che egli si romperà la testa intorno all’ordinamento della Chiesa e si sforzerà di esaminare i fondamenti di questa o quella dottrina. A lui, obbediente a chi lo guida, basta aver pronte la mano e la lingua per sostenere la causa comune e in questo modo fare buona prova presso coloro che gli possono procurare autorità, promozioni e protezione nella società alla quale appartiene. Così gli uomini diventano seguaci e propugnatori di opinioni delle quali non si sono mai convinti, delle quali non sono mai stati proseliti, le quali non sono mai passate per la loro mente. Dunque, benchè non si possa dire che il numero delle opinioni inverosimili e d errate sia nel mondo minore di quanto non sia, è pur certo che ad esse aderiscono in realtà, prendendole erroneamente per verità, meno persone di quanto generalmente non si immagini.

Locke, da Saggio sull’intelletto umano – La saggezza del cuore

“L’abuso di libri uccide la scienza. Credendo di sapere quello che si è letto, ci si crede dispensati dall’apprendere. Troppe letture servono solo a creare ignoranti presuntuosi.”

Rousseau, dalle Confessioni

La speranza di ottenere risposte e verità fondamentali per mezzo della ragione e dei principi logici risulta però vana, sia perchè la mente umana possiede dei forti limiti, sia perchè un buon esame critico riuscirebbe a smontare qualsiasi ipotesi creata. La logica, seppur un formidabile mezzo a disposizione dell’uomo, come ci è stato spesso dimostrato dai filosofi, incappa spesso in contraddizioni evidenti: contraddizioni però che sono tali nella logica, ma che si rivelano poi illusorie nella totalità della dimensione umana. Poco niente si riesce a dimostrare “a priori” in base alle considerazione di ciò che dovrebbe essere. L’apparente perfezione della ragione ha una macchia evidente che stona con la natura umana, ovvero è spesso carente rispetto ai bisogni e l’essenza stessa dell’uomo; allora mi vengono in mente tanti nella storia che hanno sminuito il valore della ragione come il solo mezzo per giungere la verità.

Primo fra tutti Pascal, che affermava che certe verità possono essere conosciute solo dal cuore, non con la ragione: “Se c’è un Dio, egli è infinitamente incomprensibile, perché, non possedendo né parti né limiti, non ha alcuna proporzione con noi. [...] Dio esiste oppure non esiste? Da che parte ci decideremo? La ragione non può decidere nulla; c’è di mezzo un caos infinito. Si giuoca una partita, all’estremità di questa distanza infinita, dove risulterà testa o croce. Su che cosa puntare? Secondo ragione, non potete scegliere né l’uno né l’altra; secondo ragione, non potete escludere nessuno dei due. Dunque non accusate di falsità coloro che hanno fatto una scelta, perché non ne sapete niente. [...] L’ultimo passo della ragione è riconoscere che c’è un’infinità di cose che la sorpassano, il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce.” (da Pensieri).

Il grande Dostoevskij, che forse più di tutti aveva a cuore l’ardua missione dell’affannosa ricerca della verità, sapeva bene cosa avrebbe significato voltarle le spalle o perdersi in una qualche illusione. Ma nonostante questo D. non cercò mai quella felicità frutto di un processo etico, di una dialettica filosofica, di un equilibrio. Anzi, ha sempre tentato nei suoi romanzi di far venire a galla quella parte più profonda e celata dell’oscuro e intricato animo umano, il più delle volte rivelando le bassezze, le miserie e le mediocrità di assassini, giocatori d’azzardo, ladri, prostitute, pezzenti, uomini-topi. Questo perché D. sentiva prima di pensare che insito nell’anima dell’uomo c’è un anelito, una sete d’infinito, un misterioso male, un ignoto che, consapevoli o no, grida orrende urla mute. Aveva capito che non gli sarebbe bastato un perfetto e armonico equilibrio raggiunto con la ragione per far tacere questa voce molesta, anche se sarebbe stato poi capace di cose bellissime e grandiose, di meravigliose imprese o di stabili basi durature. Esiste nell’uomo un abisso di una profondità tale che nemmeno la mente più sviluppata può colmare. E D. è stato il primo a rendersi conto di questa verità di cui solo un maledetto russo poteva accorgersi.

E ancora Bukowski e la sua vita impossibile da paria sociale, le sue sbronze e le frasi vomitate dentro a qualche squallido night:

“Se hai intenzione di provare vai fino in fondo altrimenti non cominciare neanche … potrebbe voler dire l’isolamento, l’isolamento è il premio … tutto il resto è un test di resistenza per vedere fino a che punto sei veramente disposto a farlo e tu lo farai, nonostante i rifiuti e le peggiori probabilità di successo, e sarà meglio di qualunque cosa tu possa immaginare. Se hai intenzione di provare vai fino in fondo, non c’è una sensazione al pari di questa, sarai da solo con gli dei e il fuoco incendierà le tue notti. Cavalcherai la tua vita dritto verso una risata perfetta, è l’unica battaglia buona che ci sia.” (da Factotum)

L’immortale H.Hesse che più di tutti scrisse così dettagliatamente del contrasto tra la sfera della ragione e dei sentimenti: l’umanità intera avrebbe perso molto di più se non fosse mai esistito una personalità di pura passione sregolata e così stracolma di vita come Mozart, che uno eticamente perfetto e “alto” come Socrate o Cristo, scrisse in un suo romanzo.

Tutto ciò mi ricorda anche quelle pazze figure indomite dei “bohemiens” o dei “Wanderers” ottocenteschi e dei loro “Bildungreise” (viaggio di formazione) e “Wanderlust” (anelito al viaggio): personaggi inquieti che viaggiavano continuamente alla ricerca del nuovo, dell’esperienza di un altro mondo che rappresentava un rifiuto dei valori del villaggio e della famiglia, ovvero di una vita tranquilla, tipici del “filisteo” chiuso nel suo mondo limitato e ristretto. Tutte attività di una libertà straordinaria che rispondevano ad un’attività interiore e non ad un esigenza produttiva esteriore: proprio come l’allegoria della poesia che, nella sua inutilità, riesce tuttavia ad esprimere sentimento, amore e gioia di vivere.

“A chi dio vuol concedere una vera grazia

lo fa viaggiare per il vasto mondo

a scoprire le sue meraviglie

per monti e valli e boschi e campi e fiumi.

i pigri chiusi in casa

non sono rallegrati dall’aurora

e sanno solo il pianto dei bambini

e angustie e noie e l’ansia per il pane.

dai monti sgorgano i ruscelli,

lassù le allodole trillano di gioia,

perchè non devo anch’io cantar con loro

a piena voce e con felicità?

Al buon Dio mi voglio affidare,

egli che regge cielo e terra

e ruscelli e allodole e boschi e campi

anche i miei giorni al meglio ha programmato.”

Eichendorff, da Vita di un perdigiorno

O il pazzo e coraggioso C. McCandless, altro inquieto viaggiatore, rappresentato recentemente nel film “Into the wild” di S.Penn: “se ammettiamo che l’essere umano possa essere governato dalla ragione, ci precludiamo la possibilità di vivere”.

E allora forse “la voce del cuore è la più grande verità” come diceva G.Gaber, e forse non è nemmeno sbagliato “piantare un chiodo” sui Libri di filosofia e di religione che oramai non sanno più rispondere alle esigenze umane e “che non hanno mai salvato il mondo” (dal film “Centochiodi” di E.Olmi). Così tutto ciò diventa la metafora di una nuova libertà dell’uomo che va ricercata nella sua semplicità, nella purezza dei suoi sentimenti espressi dall’amore di un “Cristo della strada” che, libero dalle vecchie idolatrie passate racchiuse in libri morti, incarna vita e amore.

Non più quindi una saggezza che attinge ai libri ma alla vita, una filosofia di vita che sfocia non alla cattedra ma all’umanità.

“Io ne ho abbastanza delle persone che muoiono per un’idea. Non credo nell’eroismo, so che è facile e ho imparato che era omicida. Quello che m’interessa è che si viva e si muoia di quello che si ama.” di A.Camus

Stefano Andreoli – Diario del Sottosuolo – diariodelsottosuolo@gmail.com

giovedì 19 maggio 2011

Canapa, pianta disinquinante, fonte alimentare e tessile e per la produzione di biomassa.. insomma un toccasana per la natura e per l'uomo!



Ufficialmente non risulta, ma negli accordi fra "vincitori" ed Italia, alla fine della seconda guerra mondiale, l'Italia fu obbligata ad interrompere la produzione di canapa (le sementi furono cedute alla Francia o distrutte), con la scusa
"dichiarata" di attuare il proibizionismo contro le droghe. Ma non risulta nel trattato di pace e non poteva essere espressa in quei termini… Avvenne “di fatto” -in seguito alla visita di Alcide De Gasperi negli Usa ed all’entrata dell’Italia nella Nato- che il governo italiano all’inizio degli anni ’50 proibisse la coltivazione. Altro particolare che fa riflettere è la contemporanea invenzione delle fibre sintetiche (ricavate dal petrolio) che avvenne in quel periodo e che poteva affermarsi solo con l’eliminazione della canapa. Oltre al fatto che i petrolieri USA erano totalmente contrari al possibile uso combustibile di questa pianta miracolosa. Ovviamente la cosa fu ordita in forma mascherata, alla base (ufficiosamente) c’era la pressione politica americana, in chiave proibizionista, contraria alla produzione di elementi vegetali che potessero avere usi narcotici.

In effetti c'è da considerare che la canapa in se stessa è una sola pianta, non vi sono differenze sostanziali fra le piante denominate: sativa, marijuana, ganja, cannabis, etc. La specie è unica e si feconda tranquillamente con qualsiasi consimile di qualsiasi provenienza… La sola differenza sta nella selezione che viene fatta: o in funzione della produzione di fibra tessile o alimentare o in funzione della produzione di cannabinolo.

Il luogo di coltivazione ovviamente a tali fini è importante, più si scende verso l’equatore e maggiore è la quantità di cannabinolo mentre molto minore è nelle zone temperate e fredde. Dal punto di vista del cannabinolo faccio un esempio con gli zuccheri presenti nei grappoli della vite. In Sicilia, Grecia, etc. si produce vino a forte tasso alcolico mentre in Germania, Inghilterra, etc. a malapena si raggiungono i 6/7 gradi, tant’è che in passato la Guerra dei Cent’anni fra Inghilterra e Francia in realtà nascondeva la volontà di accaparrarsi le piane della Bretagna e del Midì in cui si produceva buon vino, che era molto ricercato in Inghilterra… soprattutto da nobili e dalla “corona”, mentre il volgo si accontentava della birra…. Questo, ritornando alla canapa, spiega anche come mai in Germania ci sono forti aiuti per la coltivazione della canapa invece in Italia sono quasi assenti.

Ad esempio nella Tuscia, ritornando al periodo pre-bellico, esistevano paesi che specificatamente vivevano di questa coltivazione (vedi Canepina..), Calcata era uno di questi, i contadini chiamavano la canapa il “tabacco dei poveri” (sino a vent’anni fa in Africa essa veniva chiamata “tabac africaine”). Ovviamente veniva usata anche per fumigagioni oltre che per farci lenzuola, braghe e corde, allo stesso modo in cui si faceva con il tasso barbasso o la vitalba…. anche per ragioni salutistiche e curative (il sistema medicinale europeo era basato sull'uso della canapa come additivo fisso). Dalla fine della guerra, quando subentrò la proibizione della coltivazione, tutte le sementi furono bruciate. Questa è storia, sia pur travestita e manipolata…. ed oscurata (tante di queste notizie mica sono riprese negli annali.. sono tramandate a voce e basta).

Oggi la canapa potrebbe sostituire non solo le fibre sintetiche ma addirittura essere una valente fonte alimentare, energetica e di disinquinamento ecologico, soprattutto per rivitalizzare i campi sfibrati e desertificati dalla coltivazione intensiva del tabacco (questa sì che è una vera droga e nociva al massimo) o da altre coltivazioni intensive, infatti non è un mistero che la canapa (come l’ortica) è capace di riequilibrare le qualità organolettiche dei terreni.

Durante il prossimo incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana che si terrà a Ospitaletto di Marano (Modena, dal 18 al 19 giugno 2011, è prevista una discussione sull'alimentazione naturale.. Ovviamente non potremo tralasciare il discorso sulla canapa... Siete invitati a partecipare:
(vedere programma su: http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2011/05/17-incontro-annuale-della-rete.html)

Paolo D’Arpini
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/

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Lettere ricevute sullo stesso tema:

Nella provincia di Caserta, prima che la coltivazione della canapa venisse vietata, si producevano i migliori semi al mondo oltre che ad un’apprezzabile produzione. Ora che l’Unione Europea non finanzia più la coltivazione del tabacco e sostiene, invece, la reintroduzione della canapa, mi sembra interessante inquadrare, sul piano storico tutta la vicenda. Per cui sarei molto grato a Paolo D’Arpini se mi aiutasse in questa ricerca. Ringrazio per l’attenzione.
Dr. agronomo Giuseppe Messina – Caserta

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La canapa è una risorsa naturale fondamentale per i quattro bisogni principali dell'umanità: cibo, carburante, fibra e medicine. E' una delle piante più produttive in massa vegetale di tutta la zona temperata: una coltivazione della durata di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla stessa superficie di bosco in un anno. La canapa è stata, tra le specie coltivate, una delle poche conosciute fin dall'antichità sia in Oriente che in Occidente. ... (http://www.liberamenteservo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=4196)

Danilo Perolio

mercoledì 18 maggio 2011

Brani di un dialogo sull'attuazione del bioregionalismo, fra Paolo e Stefano



Nella foto soprastante: Stefano Panzarasa ad un incontro tenuto al Circolo Vegetariano VV.TT. a Calcata, mentre presenta la sua "biscotta"


In questi giorni ho avuto un dialogo telematico con Stefano, membro della Rete Bioregionale Italiana, che da qualche anno ha fatto una scelta alimentare vegana. Non riporto l'intero dialogo perché nello svolgimento del percorso esplicativo quanto veniva espresso potrebbe essere frutto di mal-interpretazione.. soprattutto se alcune frasi fossero prese e separate dal discorso generale.. E poi ci sono delle cose personali che è meglio non divulgare, per il mantenimento della struttura sociale e per non creare futili opinioni di parte. Considero il discorso con Stefano, teso ad una crescita di rapporto, per il momento concluso, ovviamente senza stabilirne confini precisi, poiché il dialogo continuerà all'infinito... E' l'eterno dialogo evolutivo fra esseri umani che si interrogano sul bene e sul male, su ciò che è consono e su ciò che è improprio per la nostra specie. Durante il prossimo incontro della Rete Bioregionale, del 18 e 19 giugno 2011, magari il tema potrà essere ripreso in forma più collegiale... Comunque giusto per concludere in bellezza riporto qui uno stralcio finale delle ultime lettere che ci siamo scambiati, in modo che possa servire come elemento di riflessione per tutti noi. (P.D'A.)

…....

Scrive Stefano:

....non è che non accetto altre posizioni, ecco questo è quello che spesso mi fa molto dispiacere sentire perché è quello che normalmente dicono quelli che vogliono continuare a fare come gli pare cioè mangiare carne, pesce, formaggi e quant'altro e non accettano che qualcuno abbia fatto una scelta più ecologicamente consapevole. Ovviamente non è il caso tuo che invece so che mi stimi, però alla fine hai detto la stessa cosa... Altra critica che mi viene spesso posta è che io sono radicale... Ma in effetti radicali sono ormai tutti coloro che non si decidono ad orientarsi ecologicamente e insistono a rimanere su posizioni ormai inaccettabili, per il pianeta, gli animali e persino la loro stessa salute. Sai quanta gente frequento in ufficio e fuori a cui cerco di dare la mia testimonianza e tranquillamente aspetto che prendano coscienza? Tanta, veramente tanta, forse anche troppa e almeno in un gruppo ecologista come la Rete Bioregionale Italiana, almeno lì vorrei sentirmi a mio agio, compreso e non criticato o guardato con diffidenza...
Un'ultima osservazione: scusami ma proprio tu che giustamente ce l'avevi tanto con gli americani ora fai premettere l'annuncio dell'incontro della Rete Bioregionale Italiana da due indiani?”

(riferito al frontespizio del programma/invito: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/2011/02/20/bioregionalismo_e_lincontro_de.html)

…...

Mia risposta:

Beh, caro Stefano... l'aspettativa per il successo è l'impedimento che ne ostruisce la realizzazione.

Come posso spiegarti? Non serve, credimi, continuare a dialogare restando su una posizione stabilita a priori....

Vivi e lascia vivere.. perché ti fai carico del mondo? Ci sono energie, chiamale Dio se vuoi o Natura, che provvedono al funzionamento del mondo. Ognuno di noi è un tassello.. Allo stesso tempo se lasciamo andare il nostro senso separativo, il nostro senso di giudizio, ecco che ci troviamo compartecepi del Tutto. Questa per me è l'idea bioregionale e questa idea non è americana o indiana... è un semplice dato di fatto.

Ma c'è da dire una cosa, nella consapevolezza raggiunta del Tutto, Ramana Maharshi ed Osho rappresentano la "realizzazione" dell'oceano che si fonde nella goccia.
Mentre Gary Snyder, Peter Berg et similia.. sono semplici apprendisti stregoni che sperano che la loro goccia si possa fondere nell'oceano....

Quel che dice Osho significa: "Non fissarti in un'idea e prosegui paradossalmente a svolgere il tuo compito esemplare nella vita" e quel che dice Ramana.. è lampante e non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, ma qui te lo riporto per la tua rilettura: “Una società è l’organismo; i suoi membri costituenti sono gli arti che svolgono le sue funzioni. Un membro prospera quando è leale nel servizio alla società come un organo ben coordinato funziona nell’organismo. Mentre sta fedelmente servendo la comunità, in pensieri, parole ed opere, un membro di essa dovrebbe promuoverne la causa presso gli altri membri della comunità, rendendoli coscienti ed inducendoli ad essere fedeli alla società, come forma di progresso per quest’ultima”.

Buona fortuna e buona vita a te, caro Fratello...
Ti abbraccio, Paolo
…......

Replica di Stefano:

Caro Paolo,
ho un profondo senso di malessere per come dopo anni e anni di pratica bioregionale ancora non ci si riesce ad intendere bene, però quando dici:
"Vivi e lascia vivere.. perché ti fai carico del mondo?"

Hai perfettamente ragione, me la prendo troppo e sbaglio (e leggo troppo il tuo bel Giornaletto di Saul...).

Invece quando dici:
“Mentre sta fedelmente servendo la comunità, in pensieri, parole ed opere, un membro di essa dovrebbe promuoverne la causa presso gli altri membri della comunità, rendendoli coscienti ed inducendoli ad essere fedeli alla società, come forma di progresso per quest’ultima!” mi ritrovo proprio in quello che cerco di fare, promuovo la causa...

Dunque qual'è la cosa giusta da fare? Mi sa che non lo sai neppure tu...
Comunque ti voglio bene e ti mando un caro saluto...
Stefano

…...

Conclusione:

Paolo: “Quell'affetto e quel rispetto reciproco.. caro Fratello, è tutto quel che conta! Ciao e spero a presto!”

Stefano: “Grazie Paolo delle tue parole, spero di poterti incontrare, forse è tutto quel che vorrei ma sei lontano... Preferivo quando eri a Calcata, ma tant'è, mi dovrò organizzare... Un saluto fraterno”

............

Nella foto sottostante: Paolo D'Arpini in una posa caratteristica durante una recita teatrale a Calcata

martedì 17 maggio 2011

In viaggio lungo un percorso evolutivo senza pretenziosità... Ecco il sentiero bioregionale e spirituale per il nuovo millennio



Stamattina commentavo i risultati delle recenti elezioni amministrative con la mia compagna Caterina dicendo: "Chissà che non venga un tempo di fioritura e rinnovamento per l'Italia?"

E lei mi rispondeva: "Speriamo di si, che sia un segnale che finalmente gli italiani vogliano riprendere un po' in mano la situazione o almeno che il desiderio sia quello di un cambiamento, ma troppe se ne dovrebbero cambiare di cose, a cominciare da ognuno di noi!"

In effetti è così.. non possiamo sperare in un cambiamento che non sia già presente in ognuno di noi... E questo a tutti i livelli... nel senso che dovremmo iniziare a considerare l'altro come noi stessi e non più ad anteporre l'interesse egoistico nel nostro relazionarci con l'altro. Ad esempio, in chiave devozionale, Sant Kabir affermava: "Stretto è il sentiero dell'amore: in due non ci stanno!"

Ed è vero...! Il dualismo e il senso di separazione sono la causa di tutti i mali. Se non è un egoismo personale, il nostro, magari è un egoismo di casta, di religione, di razza, di cultura, di ideologia....

Uscirne fuori?

Beh, dobbiamo brancolare nel buio della sperimentazione, dobbiamo capire noi stessi da noi stessi. In questo momento la crescita ed il cambiamento non possono più essere qualcosa che ci viene ammanita da un saggio, da un maestro, da un duce, da un potente della terra. Diceva Osho: "Non dipendere dalla luce di un altro. È persino meglio che tu brancoli nel buio, ma che almeno sia il tuo buio!"

Insomma dobbiamo partire da noi stessi.

La specie umana è in continua evoluzione e così dovremmo poter prendere coscienza che il nostro vivere si svolge in un contesto inscindibile. Di fatto è così... solo che dobbiamo capirlo e viverlo consapevolmente, prima a livello personale e poi a livello di comunità.

Per questo continuo a dedicarmi, in teoria ed in pratica, a questa ricerca, occupandomi magari di agricoltura biologica, alimentazione bioregionale, cure naturali, spiritualità e arte della natura.. Io personalmente sono giunto, per mezzo di esperienze vissute e di considerazioni e riflessioni sugli eventi, a condividere pienamente il pensiero ecologista profondo, il vegetarismo e la spiritualità laica (argomenti che tra l'altro sono inseriti nelle finalità del nostro Circolo vegetariano..) ma questo non significa che queste finalità siano "una condizione sine qua non" per partecipare al consesso.. Siamo in viaggio, e affiancati andiamo avanti sentendoci uniti nel pensiero e nell'azione evolutiva.

Ognuno può e deve prendere coscienza della necessità di riequilibrare la sua alimentazione ed il suo stile di vita non sentendosi però obbligato da una ideologia o da una spinta etica.. la maturazione deve avvenire per autoconsapevolezza ecologica e fisiologica. Infatti .. io non sono approdato al vegetarismo ed all'ecologia profonda per motivi ideologici, trovo che il superfluo nella vita non abbia senso, odio gli sprechi inutili ed il consumismo, per me la carne è semplicemente un cadavere e non ha alcun appeal alimentare.. come non mangerei la cacca egualmente non mi viene alcuna voglia di mangiar carne o pesce...

Però capisco che questa condizione esistenziale richiede una maturazione individuale ed un riavvicinamento alla propria natura originale che non può essere il risultato di una "scelta" o di un "credo" ... Per questa ragione accetto indistintamente ognuno sapendo che la natura al momento opportuno e con i modi che gli sono consoni lo condurrà verso un riequilibrio.. Ho fiducia nella vita.

Paolo D'Arpini


Per giusta conclusione ecco di seguito l'opinione di Caterina su questo argomento:

Il problema secondo me dell'alternatività, si chiami "bioregionalismo",
"vegetarismo" o che si chiami "essere di sinistra" è che tale attributo dà spesso alla persona che lo incarna un senso di superiorità.

A volte questa supposta superiorità si può obiettivamente riconoscere come legata ad un fattore di consapevolezza della propria natura da cui scaturiscono “scelte” che sono in sintonia con se stessi e possibilmente con il resto della vita, visto che facciamo parte di un tutt'unico che si influenza vicendevolmente. E' ovvio che se il vegetariano, l'ecologista, o chiunque impersoni questo senso di superiorità desidera diffondere il proprio “credo” non può pensare di essere accettato e ascoltato o meno ancora seguito se butta in faccia agli altri questa supposta superiorità. Se pensiamo di essere nel giusto nel nostro percorso, e lo siamo spassionatamente (anche se con passione, da questo il fastidio per l'animosità con cui certe persone presentano le proprie idee) ad esempio, nel seguire un'alimentazione che per noi "è buona" possiamo coinvolgere gli altri solo con l'esempio del nostro stare bene e con spiegazioni razionali su quello che è il bene del pianeta, spiegazioni che ormai sono alla portata di tutti e che si leggono in tutti i giornali.

Insomma ripeto quel che ho già detto: non possiamo pensare di avere tutti la stessa sensibilità. Il nostro sentire dipende dal nostro corredo genetico ma anche dall'ambiente in cui viviamo. E' vero che noi viviamo in un ambiente dove è difficile morire di fame, ma se gli animali non vanno mangiati per questioni “etiche” cosa possiamo dire agli abitanti dell'Alaska o delle steppe della Mongolia? Che devono traslocare nella foresta equatoriale o a casa nostra? Qualcuno potrà obiettare che i vegetali oggi possono essere spediti.. e la campagna ecologista per Km. Zero?

Caterina Regazzi

lunedì 16 maggio 2011

Gerry Turano e le Elucubrazioni Monumentali a Roma



Tutti invitati a Roma per la mostra “Elucubrazioni monumentali - sulla libertà di parola” di Gerry Turano - Si inaugura il 25 maggio alle h. 18 e resta aperta sino al 21 giugno 2011 – Sala Santa Rita, Via Montanara, adiacenze di Piazza Campitelli. Di seguito alcune informazioni sull'artista e sul tema trattato:

A cura di Lucia Collarile e Roberta Perfetti

Come può porsi un artista contemporaneo, ispirato (o frustrato) dalla grandezza di Roma, di fronte alla progettazione di un nuovo monumento cittadino? La propensione a spogliare con ironia i concetti più profondi dai loro aspetti più meramente celebrativi ha sempre caratterizzato il lavoro di Gerry Turano e riemerge di fronte a un tema così imponente. L’artista si libera dalle finalità commemorative così come dalle difficoltà esecutive: semplicemente, si diverte con delle rappresentazioni di monumenti (im)possibili. In mostra schizzi su foglietti e post-it, modelli in resina o plastilina, affissioni celebrative e un breve video che accompagna il visitatore in questo viaggio nella monumentalità surreale.


GERRY TURANO - Artista e designer, nasce a Palermo nel 1962, trascorre l’infanzia a Ribera (Agrigento) e si trasferisce a Roma dove compie gli studi superiori. In seguito si diploma in grafica con specializzazione in art-direction presso lo IED - Istituto Europeo di Design e si afferma come professionista nel campo della comunicazione strategica.

Fin da giovanissimo si cimenta nel disegno e nel 1984 realizza la sua prima, significativa mostra presso l’Internationale Burckhardt Akademie con la cura di Aurelio Tommaso Prete. Negli anni successivi ha occasione di incontrare artisti diversi fra loro e di grande spessore, dai quali trae sprone e nuovi stimoli creativi; fra questi, Pablo Echaurren e Gaetano Pompa, al quale dedica una mostra personale nel 1999, subito dopo la sua scomparsa. Intensifica dunque  il suo impegno e realizza mostre in gallerie d’arte, pinacoteche, musei e sedi istituzionali, fra questi il Museo di Villa Torlonia - Casina delle Civette di Roma, la pinacoteca di Palazzo San Francesco e il Museo di Santa Chiara di Venafro, il Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, il Museo Gianni Caproni di Trento e il Quartier Generale della FAO di Roma.

Nel 2009 partecipa alla settima edizione della Biennale di Firenze, nel 2010 alla Cow Parade, la maggiore mostra internazionale d’arte contemporanea open air, per la prima volta a Roma. Dal 2009 Turano realizza performance live con musicisti ed attori teatrali. Diverse sue opere oggi arricchiscono collezioni private e pubbliche di rilievo.

Parallelamente all’impegno artistico Turano coltiva la passione per la narrativa. Al suo attivo due volumi per l’Editrice Clinamen, un volume per le Edizioni LAB ed è presente in antologie REM Edizioni, Giulio Perrone Editore e il Giallo Mondadori.

domenica 15 maggio 2011

Racconti per non impazzire - Giovanni Caporaso intervista Ennio Montesi


Nella Foto: "Presenza solitaria in un deserto di ghiaccio..."

Giovanni Caporaso intervista Ennio Montesi, scrittore ateo dichiaratamente contro la Chiesa cattolica e contro il Vaticano, i cui libri, scritti e conferenze sono spesso fonte di accese polemiche.



Ennio, ci vuoi raccontare l’ultimo tuo libro “Racconti per non impazzire” edito da Mursia?

Se la letteratura è la complessità della vita rappresentata sotto forma di scrittura, le storie narrate vogliono essere l’implacabile testimonianza di una umanità in bilico tra dolcezza e ferocia, tra il concepibile e l’irrealizzabile. La società si auto alimenta come il catoblepa, l’animale impossibile che divora se stesso a cominciare dai piedi. Così i personaggi dei “Racconti per non impazzire” vengono inghiottiti all’interno delle proprie esistenze. Le storie fluiscono su diversi registri narrativi e offrono livelli differenti di interpretazioni in base alla percezione del lettore. La montagna aspetta di essere arrampicata ma le energie messe in campo per arrivare in cima sono differenti tra scalatori. In queste storie uso la scrittura per frugare all’interno delle coscienze, per smuovere stati intorpiditi di emotività. Dissemino senza lesinare chiavi di lettura, faccio balenare porte interiori da aprire, getto corde metafisiche da afferrare, a volte lasciandole in bella mostra sin dalle prime righe. Spesso le tracce sono talmente vicine agli occhi del lettore che appaiono invisibili. Altre volte le camuffo, le deformo, le dilato, le restringo come in un giuoco nel quale vince chi sa aguzzare l’intelligenza, chi ha la capacità e il coraggio di strappare via i diversi strati narrativi che si accavallano e per chi ha il coraggio di calarcisi dentro. La sfida lanciata non si ferma alla narrazione, ma va ben oltre la parola scritta. La ricompensa vuole essere la conquista della cima più alta, più aspra e più difficile da raggiungere. Tutti noi dobbiamo scalare la nostra cima... prima o poi.



Tu hai dichiarato che l’Italia è una colonia del Vaticano, cosa ha comportato a livello economico per il Paese?

Ho anche dichiarato in una lunga intervista pubblicata nel libro “Come fare a meno di Dio e vivere liberi – Saggi e interviste sulla libertà di pensiero” Coniglio Editore, che lo Stato italiano è servo alacre e genuflesso del Vaticano. I parlamentari italiani sono lo zerbino degli stregoni cattolici. Cose risapute delle quali tuttavia siamo in pochissimi ad avere il coraggio di affermarlo, di scriverlo e di spiegarlo con chiarezza alla gente. Durante le mie conferenze non è raro che le persone adepte della terrorizzante setta fondamentalista della Chiesa cattolica, organizzazione parallela riconducibile allo Stato integralista e dittatoriale del Vaticano, escano stizzite ed infuriate dalla sala bofonchiando contrariate alle mie affermazioni, tra l’altro affermazioni facilmente dimostrabili. Immagino che se potessero mi brucerebbero in piazza come fecero per Giordano Bruno e come usavano fare i criminali preti del Tribunale dell’Inquisizione perpetrando crimini efferati contro l’umanità, contro chiunque non la pensasse come loro. È emblematico ed allarmante che poco tempo fa il partito politico Lega Nord abbia organizzato una manifestazione pubblica ateofoba contro di me, contro i miei scritti, contro i miei libri, essendo io uno scrittore orgogliosamente ateo. Una specie di fatwa cattolica lanciata ad personam che fa riflettere con angoscia e terrore. Il fatto che l’Italia sia una colonia del Vaticano ha trasformato i cittadini italiani in miserevoli sudditi sottomessi agli arroganti gerarchi cattolici-fascisti dello Stato extracomunitario e dittatoriale del Vaticano. Ciò ha rallentato in maniera considerevole il cammino della cultura, lo sviluppo politico, economico, sociale e scientifico dell’Italia, ma soprattutto il Popolo italiano è stato privato e depredato, dal Vaticano, della propria sovranità, dell’uguaglianza, della democrazia e della libertà riducendolo in un popolo disgraziato e infelice.



Sei d’accordo a definire la religione come “l’oppio dei poveri”?

La trovo una definizione superficiale ed ingenua e spiego le ragioni. La religione non ha nulla a che vedere con la meravigliosa pianta dell’oppio essendo l’oppio usato con efficacia in campo medico per curare malattie e patologie gravi. Ciò non si può dire della religione. L’oppio non viene somministrato e non viene imposto con arroganza e violenza sociale dagli adulti ai propri bambini obbligandoli a fumare l’oppio sino da quando nascono, mentre la religione sì, viene imposta con la consueta arroganza sino dalla nascita. La pianta dell’oppio non fa male a nessuno crescendo liberamente nei campi come tutte le altre piante del pianeta. L’uomo con la propria follia accusa, condanna e mette al bando le piante come fossero criminali, vorrebbe estirparle piuttosto che prodigarsi ad estirpare la propria pazzia religiosa che alberga nella propria testa. Se una persona amasse mangiare il cocomero fino a farsi scoppiare la pancia, l’uomo metterebbe forse al bando i cocomeri? La religione è il cancro sociale dell’umanità, su questo non c’è dubbio. La religione colpisce e affligge tutti, poveri e ricchi, bianchi e neri, analfabeti e plurilaureati. Attraverso la religione si sono perpetrati – e continuano a perpetrarsi – crimini atroci e genocidi contro l’umanità, milioni e milioni di uomini, donne e bambini uccisi trucidati, di cui la Storia dovrebbe averci messo ampiamente in guardia già da tempo dalle pericolosissime metastasi tumorali che nascono dalla religione. Non bisogna avere paura nel dire un no energico alla idiozie criminali e deliranti propagandate dalle religioni e non bisogna dialogare con le menti disturbate dei ciarlatani, menti inebriate di stupidaggini fuori misura alle quali si vorrebbe che tutti credessero senza fiatare. È tempo perso e non è dignitoso mettersi a discutere di idiozie farneticanti con i malati mentali. Chiunque discuta e scriva di “Teologia” cioè sulla scienza del nulla meglio conosciuta come la scienza dei truffatori per gli imbecilli, è un truffatore di menzogne e spacciatore di idiozie oppure è un disturbato mentale al pari di chiunque discuta e scriva di “Pinocchiologia”, di “Biancanevelogia” o di “Uomoragnologia”. Da non confondersi con la “Proctologia” l’importante scienza che studia le malattie dell’ano. Tra un teologo, studioso del nulla, e un proctologo, studioso dell’ano che potrebbe salvare la vita alle persone, nessuno dovrebbe avere dubbi su chi sia il buffone. L’umanità è costantemente dinanzi a un bivio di due strade. Una è quella di scegliere di vivere nella religione con tutte le proprie follie criminali. L’altra strada è vivere non permettendo alla religione di entrare ed impossessarsi della propria vita, vivendo liberi, senza sottostare all’odio e alla violenza dei fondamentalismi. “Uccidi la tua religione prima che la religione uccida te.” Questa mia frase andrebbe scritta dinanzi alle chiese, alle moschee, alle sinagoghe, alle scuole, alle università, al parlamento, andrebbe scritta sugli autobus, affissa in gigantografie in tutte le città, stampata sulle magliette tshirt e portata in striscione durante le manifestazioni popolari.



Rifacendoci al titolo del tuo libro, direi che stiamo tutti impazzendo, siamo in troppi e le economie contano su una crescita senza fine. Questo ci porterà all’autodistruzione?

Il pianeta ha un livello di inquinamento che ha oltrepassato il punto di non ritorno, come ci hanno allertato varie volte gli scienziati ai quali non diamo ascolto. Poi abbiamo il fallimento del capitalismo da un lato e del comunismo dall’altro. La democrazia proprio in buona salute non è. La terza via dell’umanità non è stata trovata benché i politologi si stiano spaccando il cervello. Questi fallimenti stanno inducendo l’umanità a cercare nelle religioni i propri riferimenti economici ed etici. A sostenere questa mia considerazione sociale e politica, basta osservare in maniera critica i vari scenari internazionali. Nel terzo millennio si sono accentuate le guerre di religione che vengono camuffate dagli ipocriti mass media come guerre etniche, guerre per esportare democrazie, guerre di antiterrorismo, guerre di antifondamentalismo, guerre per liberare popoli, guerre di razza. Non lasciamoci ingannare dalle menzogne. La solfa è sempre la stessa di un tempo, cioè le solite criminali crociate di una religione contro un’altra religione. L’umanità sta ancora uccidendo se stessa in nome del solito personaggio di fantasia denominato Dio. Il mio Dio è meglio del tuo e quindi ti uccido. Ti uccido perché me lo ha detto il mio Dio. Pazzie a livelli talmente elevati che i governi in qualche modo assecondano per vigliaccheria divenendo essi stessi complici criminali. Le guerre di religione sono dettate e motivate principalmente dai soliti insulsi libri denominati Bibbia, Corano, Talmud. Cristianesimo, nella fattispecie il cattolicesimo, islamismo ed ebraismo, che nascono tutte dallo stesso ceppo, sono sempre lì a combattersi generando, ieri come oggi, odio, razzismo, violenza, torture, morte e montagne di cadaveri da annebbiare l’olocausto nazista. Ritengo che solo quelle nazioni di intelligente e spiccata cultura sociale e quei popoli a democrazia evoluta che avranno il coraggio e la determinazione politica di lasciare le religioni completamente ben relegate al di fuori dall’orbita sociale della civiltà, impedendo loro di mettere bocca nelle cose dello Stato, potranno sperare in futuro di non lasciarsi coinvolgere in conflitti di odio religioso, discriminazione e razzismo. In concreto, è indispensabile e vitale che lo Stato sia ateo restando inesorabilmente super partes, senza tuttavia imporre l’ateismo di Stato. Imporre l’ateismo sarebbe anch’esso un crimine contro l’umanità. Che ci siano pure mille religioni a cianciare sulle loro stupidaggini da barzellette, piuttosto che una sola religione privilegiata e predominante sulle altre che si imponga con violenza sulle altre e sul popolo. La ricetta è semplice, basta avere solo il coraggio e la serietà politica per applicarla come dovrebbe essere già di fatto e da molto tempo.



Come mai le religioni hanno in mano le redini del mondo?

La maggior parte dei parlamenti e dei governanti, per incompetenza politica e per cialtroneria criminale, di solito barattano i diritti civili dei propri cittadini cedendoli e svendendoli alle gerarchie religiose. Una specie di scambio mafioso di favori tra la politica e le idiozie religiose. Tu gerarca religioso disturbato mi fai votare dai tuoi “Teopitechi”, alias dai tuoi credenti nelle fanfaluche, ed io fingo che le tue idiozie deliranti che propagandi come “miracoli”, “beatificazioni”, “santificazioni” e “apparizioni” non sono idiozie per persone dal cervello spappolato e ti proteggo e ti do i soldi per mantenere sia te che la tua costosissima organizzazione fanatica. Io governo, proteggo te gerarca religioso e la tua setta farneticante, e in cambio tu gerarca religioso e la tua setta delirante proteggete me governo. Dopo millenni di criminali genocidi, anche la politica attuale percepisce un senso di paura e di terrore verso i gerarchi religiosi, in particolare modo verso i vendicativi ed arroganti gerarchi cattolici-fascisti vaticani, a cominciare dal raìs fondamentalista Joseph Ratzinger, come dai suoi predecessori, il quale Ratzinger risulta essere di fatto il dittatore dello Stato del Vaticano che governa in regime di inaudito totalitarismo ledendo i principi e i diritti inviolabili della Carta Internazionale per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.



Come vedi l’economia italiana?

Male, malissimo. L’ignoranza oscurantista di matrice cattolica-fascista che da secoli è penetrata nel tessuto sociale italiano ha permeato tutti gli strati. Questo è il principale dei problemi da risolvere. Esiste un grande ed insormontabile problema di comunicazione, interazione e di sviluppo con gli altri popoli, verso le altre culture. L’Italia è un paese che ancora non è uscito dal medioevo e non uscirà dal medioevo fino a quando seguirà gli ordini e i dettami degli stregoni vaticani e delle idiozie criminali da essi propagandate. L’Italia fino a quando non cancellerà l’aberrante e scellerato articolo 7 dalla Costituzione ed i criminali Patti Lateranensi, sarà sempre un paese di poveracci attaccato alle nauseanti superstizioni medievali di stampo cattolico-fascista. In Italia c’è bisogno di una grande e profonda rivoluzione culturale, sociale e civile, c’è bisogno che il Popolo italiano, dopo essersi indignato, si incazzi sul serio, che si dia una bella svegliata smettendola di lamentarsi e cominciando piuttosto ad agire in maniera colta, equilibrata e concreta. Il Popolo italiano deve essere filo italiano e non filo cattolico o filo vaticano. I regimi di stampo cattolici-fascisti vivono e si ripresentano puntualmente nella società con andamento ciclico, direi seguendo un percorso sinusoidale. La subdola ideologia cattolica-fascista si impone nei governi sostituendosi periodicamente alla democrazia. Il terribile catto-fascismo, dopo aver preso il posto della democrazia, avvelenerà per un certo periodo la società lavorando in maniera sotterranea per distruggere diritti civili, diritti sociali e diritti umani. Il Popolo italiano deve avere il coraggio e l’orgoglio patriottico di riprendersi i propri diritti civili, umani, culturali, politici ed economici, facendo spurgare dal pus prodotto dal cancro della Chiesa cattolica e del Vaticano, cancro che ha imputridito e appestato la società. Il Popolo italiano deve sapere prendere le distanze da tutto quello che ha relazione con la più grande banda di falsari e dalla più grande associazione criminale della Storia.



Tu dici: «La vita è un continuo, incalzante, straordinario, infinito racconto.» Cosa c´é di straordinario se la maggior parte di noi lavora il 50% del tempo per pagare le tasse, il 33% del tempo dorme e solo usufruisce di un 12% del tempo per vivere come la maggioranza ci detta?

È vero. Ci sono tuttavia anche i lati molto positivi e piacevoli della vita che tutti conosciamo senza che faccia il lungo elenco. Ci sono anche i lavori a misura d’uomo. Non è detto che non riusciremo un giorno a costruirci una società mediante la quale il lavoro possa diventare un piacere irrinunciabile e non un obbligo fastidioso per la sopravvivenza, nel quale una persona sfrutta un’altra persona. Per esempio, quando io scrivo posso arrivare a non mangiare poiché non sento la fame, a non bere poiché non percepisco la sete, così tanto mi trovo a mio agio nel mio elemento naturale e vitale nuotando nel mare immenso della scrittura. Sta a noi costruire una società migliore per tutti e non possiamo aspettare che un corriere espresso ce la porti a casa. Sappiamo che la democrazia non è la perfezione della società, andiamo avanti quindi, identifichiamo altri modelli eccellenti di società nei quali si possa vivere in maniera pacifica, modelli senza dittature contro le quali ci abbiamo già sbattuto molte volte il muso, una società senza le criminali stupidaggini religiose, una società senza violenza. Sta a noi costruirci la società a misura d’uomo. La storia ci viene in aiuto certamente dicendoci cosa non dobbiamo fare. L’intelligenza per riuscirci ce l’abbiamo.



Su cosa stai lavorando?

Ho finito di scrivere un saggio breve di politica nazionale ed internazionale dal contenuto unico che non è etichettabile in nessuno dei generi letterari attualmente conosciuti. Un libro denuncia o, meglio, una denuncia che diventerà libro. In contemporanea sto lavorando a un grande romanzo del quale preferisco non fare anticipazioni per evitare che mi auto influenzi da solo. Staremo a vedere se altri partiti politici organizzeranno altre manifestazioni pubbliche contro questi miei libri e contro di me dimostrando ancora una volta che la caccia alle streghe e agli eretici non è affatto finita e che l’Italia è ancora immersa nell’oscurantismo del medioevo tenuto in vita e alimentato dalla setta fondamentalista della Chiesa cattolica e dallo Stato dittatoriale del Vaticano.