martedì 6 settembre 2011

Italia, Arcore: "Crisi economico/finanziaria e crisi di governo" - Canto le gesta, i cavalier, l'arme e gli amori...



Ante Scriptum

Anni fa sentivo dire dalla gente, quando si obiettava che il riccone Berlusconi saliva al governo solo per farsi gli affari suoi: "Berlusconi è ricco, è vero, e come è ricco lui farà diventare ricchi tutti noi...". Poi pian piano trascorsi i momenti dell'euforia (con le spese pazze che hanno infine consentito la creazione del debito) è giunto anche il momento della presa di coscienza che nemmeno i suoi affari riusciva a portare avanti il Berlusca... Prova ne sia gli spese pazze per escort e parcelle per comprare il silenzio di questo o quel lenone, ricatti e tangenti a gogò, etc. Insomma non solo tanti italiani stanno sul lastrico, anche lui -se continua così- dovrà rivendersi la villa di Arcore (che pagò a suo tempo due lire) e tutte le case e casette sparse per l'Italia per ospitare le compagne di una notte. Se continua così e gli italiani si rompono veramente le p. c'è il rischio che faccia pure la fine dell'amico "onorato" Chebaffi.. in fuga nel deserto.

Povero cavaliere, la ricchezza ottenuta facilmente e con l'inganno con l'inganno e facilmente si perde...

Ma intanto vediamo cosa succede in Italia nel parere "personale" -s'intende- di Adriano Rebecchi... (non condivido diversi punti dell'intervento che segue, ma alcuni sì...)

Paolo D'Arpini

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La crisi economico-finanziaria dell’Italia si sta rivelando in tutta la sua drammaticità, all’interno della più complessa crisi mondiale.

Ma faremmo torto a noi stessi e alla nostra intelligenza se credessimo o pensassimo che l’attuale situazione sia stata imprevedibile e senza responsabili.

Non è il caso qui di parlare di quella gigantesca palla al piede dell’Italia che è il debito pubblico, il terzo in assoluto a livello mondiale e che ha avuto un esponenziale aumento dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale.

Ma una cosa è certa: quello che è stato fatto o non fatto negli ultimi anni non solo non ha migliorato la situazione, ma l’ha pesantemente peggiorata.

E qui non c’entrano la speculazione, la Banca d’Italia o quella Europea (a proposito, quest’ultima acquistando i titoli di Stato italiani “fortemente a rischio e oramai tossici” ci sta tenendo a galla e permette allo Stato di poter pagare gli stipendi agli statali e le forniture estere di materie prime!), come non c’entra l’euro che, anzi, attualmente è l’ombrello che ci salva (immaginate l’Italia con la lira senza protezione alcuna, con un gigantesco debito pubblico e la crescita zero, che bel boccone sarebbe stato per la speculazione ed i mercati!).

Il primo grosso errore è stata la gestione dell’euro, tutta fatta dal Governo Berlusconi, che ha permesso la vergognosa speculazione del fittizio cambio “2.000 lire un euro”, che ha in pratica raddoppiato i prezzi penalizzando la popolazione, ma ha permesso ai ceti produttivi (grandi elettori del centrodestra) di lucrare alla grande, analogamente alle Aziende di Stato, alle Municipalizzate, alle Aziende regionali che, con lo stesso sistema hanno raddoppiato le tariffe tamponando i loro disastrati bilanci, senza avviare nessuna di quelle riforme strutturali necessarie per contenere i costi ed evitare gli sperperi.

Il secondo errore è stato l’avallo e la giustificazione fornita dai Governi Berlusconi all’evasione (una delle più alte al mondo!), quell’evasione che oggi si finge di voler combattere, ma che è stata aiutata e coperta in tutti i modi, con l’abolizione del reato di falso in bilancio, con i condoni e le sanatorie, con le limitazioni alle rogatorie per i reati finanziari, con gli scudi fiscali agevolati, con blande norme contro il lavoro nero.

Il terzo è stata la superficialità e la supponenza con la quale il Presidente del Consiglio ha continuato a dichiarare che “eravamo messi meglio delle altre nazioni” e che “saremmo usciti prima e meglio degli altri dalla crisi”, frasi furbescamente ripetute anche nei consessi internazionali, mentre chiedevamo di sforare dai parametri di stabilità assicurando (e mentendo) che ci saremmo rientrati al più presto.

Il quarto e attuale errore è il pasticcio della manovra finanziaria in elaborazione, già cambiata quattro volte in un mese, in un vergognoso balletto di misure che compaiono e scompaiono non per esigenze di equità nella distribuzione dei sacrifici, ma SOLO per le divisioni nella maggioranza e per la volontà di scontentare meno elettori possibili al fine di mantenere il potere qualunque cosa succeda.

A questo punto non ci possono essere compromessi con chi ci ha portati in questa situazione e la nostra posizione deve essere di dura e intransigente protesta, contro le misure inique e socialmente penalizzanti e contro il vergognoso attacco al mondo del lavoro nascosto tra le pieghe della manovra per consentire alle aziende di licenziare in spregio a tutte le regole.

Il tempo del governo Berlusconi-Scilipoti è scaduto e la pacchia è finita...

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