mercoledì 16 marzo 2011

Bioregionalismo e movimento nonviolento, acqua pubblica e inquinamento da radioattività

Per il diritto all'acqua e contro il crimine nucleare occorre vincere i referendum che si svolgeranno tra alcune settimane. Per l'acqua come bene comune e per l'accesso all'acqua potabile come diritto umano. E contro il crimine nucleare onnidistruttivo, nemico dell'umanita'. Occorre vincere i referendum per difendere la civilta' umana, per la biosfera casa comune, per le future generazioni.
(Antonella Litta)

La produzione elettrica attraverso l'energia atomica?

Ogni persona ragionevole sa che la produzione nucleare militare e' un crimine contro l'umanita'.
Ed ogni persona ragionevole sa anche che il nucleare cosiddetto civile e' strettamente legato al nucleare militare.

E sa anche quali e quanto gravi siano le implicazioni ulteriori del nucleare civile: dalla necessaria militarizzazione del territorio e della societa' per prevenire attentati alle centrali, alla questione irrisolta perche' irrisolvibile delle scorie, alle conseguenze potenzialmente apocalittiche finanche del piu' banale incidente, all'inquinamento patogeno che l'utilizzo di tale tecnologia inevitabilmente provoca.

L'alternativa necessaria alla guerra e alle armi e' la scelta della nonviolenza.

La tragica realta' ci impone di discutere di nucleare, a pochi mesi dal referendum.

Il governo italiano vuole "tirare dritto", ma noi del popolino vogliamo vederci chiaro.

1) Le centrali nucleari forniscono energia elettrica. In Italia non ne abbiamo bisogno: negli ultimi anni la potenza installata e' aumentata, mentre la domanda e' diminuita: la domanda e' di circa 60 GW (gigawatt). La potenza elettrica installata in Italia all'inizio 2010 e' pari a 94 GW. Quindi non c'e' nessun bisogno reale di nuova energia elettrica (per trasporti e riscaldamento usiamo petrolio o gas).

2) Si dice che le centrali nucleari ci garantiranno l'indipendenza energetica. Falso. Le centrali utilizzano come combustibile l'uranio. Le principali miniere di uranio sono in Australia e in Africa, oggi sotto controllo cinese, o in Ucraina, Uzbekistan, Kazakistan, oggi sotto controllo russo. Quindi il nucleare e' una fonte che crea dipendenza da Cina o da Russia.

3) Ma quanto costa l'energia prodotta dalle centrali? Troppo. Il costo Kwh (kilowatt/ora) del nucleare e' maggiore di quello di ogni altra fonte (i costi ufficiali in centesimi di dollaro sono: nucleare: 10,2; eolico: 9,9; carbone: 9,8; gas: 8,2), questo perche' oltre agli investimenti per la costruzione di una centrale, bisogna calcolare anche il costo di smantellamento, che puo' persino raddoppiare.

4) Il governo italiano ha previsto 4 nuove centrali nucleari, con un costo di 30 miliardi di euro. Queste 4 centrali, se tutto va bene, entrerebbero in funzione fra 15/20 anni, e produrrebbero il 5% dell'energia nazionale. E' del tutto evidente la sproporzione tra investimento e risultato. Il 5% e' quanto si puo' ottenere da subito con una seria politica di risparmio e di efficienza degli impianti gia' esistenti.

Bastano queste quattro cifre per dimostrare che il nucleare in Italia non ha senso e serve solo ad assicurare affari ad un ristretta lobby. A questo aggiungiamo che il governo propone il nucleare senza aver presentato al paese un serio piano energetico (fabbisogno, previsioni, consumi, costi, ecc.) e che il problema delle scorie radioattive non e' ancora stato risolto.

La conclusione e' semplice, ed e' la stessa di tanti anni fa: Energia nucleare? No, grazie.

Azione Nonviolenta Mao Valpiana


(per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an@nonviolenti.org)

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