giovedì 30 settembre 2010

Montefiascone, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Montecarlo... tutto il mondo é paese e tutti i paesani sono mondani... e cucinieri!

In un Paese dove tutto è scandalo, e di cui l’estero purtroppo ride e gli impone scelte politiche ed economiche, si svolgono scene che la migliore penna satirica non immaginerebbe.

In questo Paese, che è diventato anche… ma va a quel paese, mentre un presidente di camera “ulu qui”, ed uno di camere da letto “ulu là”, tutto va a puttane, pardon a escort, le antiche saporose mignotte, od a culattoni, secondo tendenze, preferenze ed appartenenze politiche.

Così, per ridere della povera colonia Italia anche a Santa Lucia, (ma dove cavolo sta?) si è riunito un consesso di giornalisti internazionali che si chiedeva: “Ma di che caz… di cucina sì tratta? Si mangia bene? E poi hanno scoperto che si tratta solo di mobili che dall’inizio dell’Aurelia qualcuno se l’è portata sino a Montecarlo che non è proprio il lì di presso Montefiascone.

E allora? Allora, se sei un sudista che si è collocato al nord, quando d’estate ottenute le sudate ferie, ma a patto che già non hai perso il posto di lavoro, te ne torni al paesello calabro, pugliese, siciliano e lì, a natiche strette e bocca atteggiata a culo di gallina, quasi ti fossi fatto un lifting estremo dal dottor
“minchiachechirurgo”, ti porti appresso, insieme alle anonime cravatte anche qualcosa che dimostra la tua nuova origine ai paesanotti degli avi tuoi.

Da Novara ti porterai le rane e il gorgonzola, o “al salam dla duja” e i pavesini, da Torino prenderai i gianduiotti, da Milano “el panettun”, da Vicenza una mescola di farine per la “taragna”, da Bologna gli agnolotti o i cappelletti, da Siena il panforte, da Firenze… beh… lì ci lasci un bacione per le madonne fiorentine.

Invece, da Roma prenderai con te il pecorino romano e la mentuccia, mentre a Napoli saccheggerai la pasticceria “Scaturchio” di pastiere, purtroppo solo a pasqua, di struffoli, babà e sfogliatelle. In Calabria preleverai, oltre i salami, la favolosa “rosa di mare” che insieme alle orecchiette pugliesi e le cime di rapa potrai offrire ai tuoi compaesani che non sono ancora usciti dalla “cinta de le antiche mura”.

Però se sei bolognese, alto, e ti conoscono come Gianfurbi, o sei interessato, dopo la Di Sotto, alla carina Tulliani che forse, così afferma Gaucci, gli ha fregato i soldi di una vincita favolosa al superenalotto, non acquisti per offrire ad amici lontani prelibatezze gastronomiche, ma ti compri sull’Aurelia, e che c’è di meglio di un negozio sull’Aurelia, una cucina che ti farai portare a Montecarlo.

Oh, ci domandiamo in tanti, ma non te la potevi comprare tramite il mio caro amico Paolo che sta sull’Aurelia con il suo bell’Hotel Garden in Andorra? Paolo che è chef; dunque, di cucine se ne intende, e Paolo è anche di vini noto cultore perché valido sommellier.

O, per abbreviare ancor più il percorso che separa da Montecarlo, potevi acquistare il mobile all’americana a Ventimiglia, da dove con un furgoncino avrebbero raggiunto dopo pochi minuti la destinazione.

No! Tu ti sei comprato la cucina ad oltre 700 chilometri di distanza, e te le sei fatta portare a Montecarlo. Boh…

Dunque, ricapitolando, dato che in colonia Italia i pir… la sono tanti, milioni di milioni … e ti pareva… vuol dire che la mamma dei… è sempre incinta.

Comunque, fra te che adesso, anzi da un’estate, ulu qui, e quell’altro che da sempre ulu là, ci avete sfranto (è dialettale romanesco) i maroni, facendo fare all’estero, a noi tutti, la figura oltre che dei maccaroni d’antica nomea, anche quella dei moderni "coglioni".

E intanto, mentre le “stelle ci stanno a guardare”, tutti ridono di noi ormai solo italici, e non sanno che dovrebbero ridere solo di un “Gruppo di famiglia in un interno” per l’avvicinarsi a grandi passi della “Caduta degli dei”! Ditelo anche al consumator di viagra.

Kiriosomega

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