sabato 12 giugno 2010

Rubrica d'ascolto scolastico: "I giovani, la libertà espressiva e la Legge Bavaglio"

Ciao Paolo,
oggi ti propongo un articolo da me scritto in merito all'approvazione della "Legge Bavaglio".
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In questi giorni non si fa altro che parlare della cosi soprannominata "Legge Bavaglio", che ha investito come un uragano la Stampa Italiana. Molti quotidiani quest'oggi hanno paradossalmente manifestato per l'ultima volta la loro libertà di stampa protestando con pagine lasciate in bianco come nel caso de "La Repubblica", mentre altri giornali hanno optato per comunicati stampa scritti in forma di necrologio.

Sì perchè, da questo momento, si sancisce la morte della stampa libera per la quale si è lottato per molti anni nel corso della storia.

La libertà di parola vede le sue origini già nell'Antica Grecia dove con il nome di "parresia" si indicava la libertà di parola nelle assemblee. Secondo gli antichi Greci infatti, per dire la verità occorreva dire tutto quello che si aveva nella mente da qui l'etimologia del termine "parresia " da pan (tutto) e rhesia (ciò che viene detto).
Da oggi in poi invece molte notizie saranno omesse per la tutela della privacy ( di personaggi che per assurdo hanno deciso di essere personaggi pubblici).

Sia chiaro, molto spesso io stessa come molti altri cittadini, sono stata infastidita dall'eccessivo accanimento della stampa sempre a caccia di scoop, foto imbarazzanti e di storie vere o presunte su politici, escorts e chi ne ha più ne metta. In questo caso, il temuto bavaglio sulla bocca logorroica dei giornalisti partenopei sarebbe una sorta di contrappasso come effetto bumerang contro l'abuso eccessivo della libertà di stampa.
Ma come va la situazione nel resto del mondo?

La Gran Bretagna, ad esempio, è una delle nazioni in cui si stampa il più alto numero di quotidiani e settimanali,ma a differenza dell'Italia in cui ad andare per la maggiore sono i grandi quotidiani di informazione come "Repubblica" e "Il Corriere della Sera", gli inglesi preferiscono sollazzarsi con notizie decisamente più "leggere", spesso frivole.
Il pungente"humor" inglese è fin troppo noto e non a caso i giornali più venduti in Gran Bretagna, infatti, sono i così detti TABLOIDS, quotidiani che sostituiscono gossip e cronaca rosa a economia e politica.
Il "Daily Mail" o il "The Sun" sono sempre impegnati in prima linea nella diffusione di foto shock, scandali di ogni genere e rivelazioni esclusive meglio su personaggi famosi, meglio se membri della "Royal Family" (la famiglia reale).

Nella classifica dei paesi con maggior libertà di espressione però, la Gran Bretagna compare al 21° posto, seguita dagli Stati Uniti, mentre l'Italia si trova solo al 49° posto e sembra destinata a scendere ancora più giù in seguito ai recenti sviluppi.

Ovviamente non bisogna pensare alla Gran Bretagna come ad un "paese dei balocchi" dove si può dire e fare ciò che si vuole. Anche qui infatti i giornalisti hanno dovuto fronteggiare negli ultimi tempi la così detta "Libel Law" ossia una legge anti-diffamazione. Che dire.. tutto il mondo è paese!

Denise Severa

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