martedì 18 maggio 2010

La produzione energetica da fonti rinnovabili e la salvaguardia dell'ambiente debbono andare di pari passo...

Proclami o proposte?

In risposta all’accorato appello di Dario Mazzalupi di Tuscia Italia contro il nucleare nella Provincia di Viterbo (http://saul-arpino.blogspot.com/2010/05/il-giornaletto-di-saul-del-16-maggio.html )
che noi dell’Associazione Oreas e di Ambiente e Paesaggio 2000 condividiamo, vogliamo comunque esprimere il nostro disappunto per il proclama dello stesso autore del suddetto scritto, il quale afferma di contro la necessità di sviluppare – senza limiti e senza se e senza ma – fonti energetiche alternative basate su grossi impianti, come l’eolico industriale ed il fotovoltaico a terra.

Bisognerebbe infatti farla finita con la demagogica e mistificante opposizione nucleare-energie rinnovabili senza limiti e vincoli. Oggi, in un periodo di acuta crisi ambientale, sociale ed economica, c’è bisogno di idee e non di ideologie. Le parole dell’esponente di Tuscia Italia mi sono parse più simili ad un proclama elettorale che ad un discorso sensato e razionale. C’è ormai disperato bisogno di proposte tecniche concrete e razionali riguardo al rapporto fra consumi e produzioni di energia (cito a tal proposito il mio articolo http://www.ambientepaesaggio2000.splinder.com/post/20949336/contro-il-nucleare-e-per-uno-sviluppo-massiccio-ma-razionale-delle-energie-alternative), senza dimenticare che la sfida - soprattutto in un Paese come il nostro - è oggi quella di conciliare lo sviluppo di fonti energetiche alternative con la tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico del territorio. Le soluzioni sono molte: fotovoltaico integrato e diffuso (sviluppato cioè sulle aree già edificate residenziali e produttive), mini-eolico nelle aree industriali e micro-eolico domestico, piccoli impianti di geotermia e biomasse, e soprattutto riqualificazione e ammodernamento dell’idroelettrico, la prima, la vera (e forse l’unica davvero) fonte di energia rinnovabile mai inventata, già assai presente sul nostro territorio e oggi dimenticata da tutti per motivi di business (da un lato le grandi aziende che le gestiscono in Italia se le vendono alle aziende estere che poi ci rivendono l’energia che noi stessi produciamo al triplo del prezzo; dall’altro, c’è bisogno di convincere la popolazione della necessità di costruire enormi centrali eoliche, fotovoltaiche, nucleari, a carbone e turbogas).

Tuttavia non si fa chiarezza a riguardo, non si promuovono soluzioni di questo tipo perché di energia in fondo non ci capisce niente nessuno, e le grandi aziende hanno bisogno di far conoscere la propria "verità", pagando bene i mass media per riempirci la testa con argomenti sconclusionati ed irrazionali.
C’è inoltre bisogno di conoscere il territorio, perché solo la conoscenza del territorio e delle sue risorse indica al cittadino la via per il loro corretto utilizzo. Rimanere a casa su una poltrona a vedere immondizia televisiva e a sparare sentenze per sentito dire tramite internet non giova e non fa onore a nessuno. Così, se chi si dichiara ambientalista ed afferma che la Tuscia dovrebbe ospitare poli di produzioni energetica impattanti come le centrali eoliche (definite "pulite" solo perché non sporcano direttamente l’aria, mentre distruggono e urbanizzano direttamente la terra) si sforzasse di andare per i sentieri della Tuscia e di visitare i siti prescelti dagli speculatori e dagli amministratori corrotti e incompetenti per ospitare centrali di questo tipo, si accorgerebbe forse – ma non ci metterei la mano sul fuoco – degli straordinari valori ambientali e paesaggistici di questi luoghi, ove non solo è custodita l’essenza della nostra vera identità culturale ma si esplicano anche habitat di assoluta importanza per flora e fauna, che – speriamo anche i "neo-ambientalisti tecnologici" lo ammettano – hanno il sacrosanto diritto di esistere.

C’è inoltre da dire che la Tuscia "ha già dato" in fatto di energia e che occorre assolutamente superare l’idea per cui la "campagna" deve produrre in favore della "città". Del resto tale superamento non è affatto avallato dai mass media e dalla cultura contemporanea, che vede la metropoli (o no ancor meglio la megalopoli) come l’unico luogo dove poter e ed over abitare, e alla cui mercé tutto il resto del territorio (agricolo e naturale) deve essere sottomesso. In pratica siamo di fronte ad un vero e proprio delirio dell’urbanesimo, i cui fautori (le multinazionali, le banche, i costruttori, i grandi industriali e le mafie locali e globali) non si accontentano più, e vogliono ormai trasformare l’intero pianeta in una sorta di inferno ove l’unico fine dell’uomo deve essere la produttività ed il consumo ad ogni costo. In tale ottica perversa, le aree agricole e quelle naturali debbono essere schiave dell’"urbanocentrismo", in particolare se – per loro disgrazia - vicine ai grandi agglomerati urbani o industriali: o devono essere cancellate ed appunto urbanizzate, o devono produrre energia per le megalopoli che gli speculatori citati sopra sognano di creare.

Ma è appunto soltanto un delirio: come sperano codesti abomini umani di eliminare del tutto la necessità di lasciare all’ambiente i propri spazi e di sottostare ad un rapporto minimamente armonioso con la natura, senza che quest’ultima non ci si riversi contro con somma ed inevitabile violenza?
Viceversa, il grande obiettivo da perseguire oggi è la creazione di economie locali virtuose bastate proprio sulla tutela e la valorizzazione delle peculiarità dei diversi territori. Sicché, la cancellazione dei valori ambientali e paesaggistici significa sminuire le potenzialità turistiche dei territori locali, con grave danno a chi sta investendo nel settore della ricettività sostenibile e legata al territorio (b&b, agriturismi, fattorie didattiche, parchi tematici, …). In un’area poi tanto vicina alla Capitale, tale svilimento potrebbe avere conseguenze catastrofiche per gli equilibri economico-strutturali della Tuscia, già attualmente labili, nei rapporti con la metropoli: in poche parole, se da queste parti il turismo venisse a mancare (o anche soltanto finisse di svilupparsi) e se la stessa agricoltura perdesse la propria immagine positiva attualmente collegata ad un territorio ancora in buono (e in alcuni casi ottimo) stato, allora le uniche politiche di sviluppo delle amministrazioni verrebbero per forza di cose rivolte ad attività impattanti, come cave, edilizia, discariche e impianti di produzione energetica a ripetizione, oltre al già programmato e disastroso aeroporto...

Non è un’esagerazione: in un mio articolo di qualche tempo fa feci un elenco di tutti i progetti ad alto impatto ambientale e paesaggistico in ballo nell’Etruria e ne conseguiva che se ognuno di essi venisse effettivamente attuato, in pratica scomparirebbe l’intero territorio come oggi lo conosciamo e si potrebbe parlare tranquillamente di disastro ecologico; allora, però, scrissi anche che tale prospettiva risultava poco verosimile poiché – fortunatamente – qualche vincolo ancora insiste sul territorio; ma il fatto significativo ed inquietante è che tutti questi progetti (nuove strade e superstrade, centrali eoliche, fotovoltaiche non integrate e nucleari, discarica presso la Farnesiana di Allumiere – in uno dei territori rurali più pregiati del Lazio ! -, richieste di nuove cave, aeroporto, nuove aree industriali e artigianali con capannoni su capannoni, ecc…) sono stati non solo proposti ma anche presi in considerazione seriamente (quando non sostenuti) dalle istituzioni regionali e provinciali (e spesso pure da quelle comunali), il che significa che il processo di asservimento del territorio etrusco agli interessi dell’urbanesimo e della speculazione è già prepotentemente in atto.

Lo ripeto: la Tuscia oggi deve difendere con i denti i propri valori di integrità ambientale e paesaggistica perché su essi soltanto potrà nel futuro costruire un’economia florida e virtuosa. E l’interesse sempre maggiore per la Tuscia da parte del turismo nazionale ed internazionale dovrebbe stimolare a seguire questa via. Ogni aggressione tesa all’alterazione pesante di questo patrimonio (come appunto sono anche l’eolico industriale e il fotovoltaico a terra) deve essere ricacciata a priori perché trattasi semplicemente di speculazione, tesa non certo a portare ricchezza e qualità della vita, bensì a sfruttare e rapinare il territorio locale per far quattrini… e ciò a favore di quelle stesse grandi aziende che producono sia "energie pulite" sia carbone, nucleare e turbogas… Quindi, di cosa stiamo parlando…? Qui non esistono santi e diavoli quando si parla di grandi impianti, ma semplicemente business nudo e crudo ai danni di quei territori le cui popolazioni – ignoranti e mal informate - si lasciano abbindolare da manager e promoter senza scrupoli che promettono miracoli economici e salvazioni ambientali a carattere planetario… Beh, se la Tuscia venisse davvero devastata – ulteriormente – dalla speculazione energetica, perderebbe ogni opportunità di creare un’economia locale bastata sul turismo, sull’agricoltura, sull’artigianato-industria di qualità e quindi sulla qualità della vita, mentre il nostro pianeta non ci guadagnerebbe assolutamente nulla, anzi perderebbe l’ennesimo, prezioso sistema di ecosistemi locali.
In conclusione, vorrei ricordare che il rispetto della "sacralità" della natura integra va ritenuto, oggi più che mai, come elemento di elevazione culturale a livello sociale e spirituale-intellettuale a livello individuale. Il Dio-Tecnologia rischia di azzerare il cervello di molti, poiché da strumento si è fatto ormai fine. E lo conferma anche il fatto che molti i quali si definiscono "ambientalisti" oggi preferirebbero riempire le colline di piloni di acciaio di 100 metri o di moduli fotovoltaici, piuttosto che di alberi o coltivazioni…
Eppure soltanto salvaguardando e migliorando gli ecosistemi locali potremmo aiutare l’ecosistema globale. Che l’energia se la producano le metropoli, le megalopoli o le grandi aree industriali e chi ha deciso di viverci e di lavorarci, tanto è lì che per il 90% viene consumata. La terra rimasta "libera" non va toccata. Questo è ambientalismo - e lo è sempre stato -, il resto sono soltanto assurdità.
Luca Bellincioni

Altri articoli sull'energia rinnovabile:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=energia+pulita

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